mercoledì 24 ottobre 2012
La destra identitaria riparte da Tosi e Veneziani.
La destra filo-tosiana riparte da Veneziani.
«Non Fiorito ma opere di bene». Le anime in pena della destra veronese provano a ritrovare un sentiero comune dopo gli scandali che hanno travolto il Pdl, componente ex An compresa, e non solo nel Lazio. A tenere a battesimo il rassemblement in riva all’Adige è Marcello Veneziani, l’intellettuale autore di un appello a tute le destre. Nel salone gremito di Palazzo Camozzini, dietro Santa Eufemia, il collante di questa «nuova destra» da tutti invocata è, ironia della politica post-ideologica, si chiama Flavio Tosi, sindaco e segretario «nazionale» della Lega nord. Promotori dell’incontro sono infatti Paolo Danieli, ex senatore di An e ora presidente del centro culturale L’officina, apertamente filo-tosiana, Massimo Mariotti, referente della Destra sociale del Pdl in riva all’Adige, eletto con la Lista Tosi e poi nominato presidente di Acque veronesi, Ciro Maschio, vicecapogruppo a Palazzo Barbieri della lista del sindaco. In prima fila si vedono il capogruppo della Lista Tosi Massimo Piubello, il presidente dell’Amia e coordinatore della civica del sindaco Andrea Miglioranzi, entrambi di Fiamma futura (ex Fiamma tricolore) e Katia Forte, ex Pdl di provenienza Forza Italia e ora consigliere comunale della Lista Tosi. Si nota anche Elena Basile, una militanza nella destra radicale alle spalle e un passato recente nelle liste Udc. Della partita, anche se assente, è anche Vittorio Di Dio, consigliere tosiano e fondatore di Verona sociale.«Tosi», commenta Veneziani, «è uno degli esempi migliori di sindaci e l’esperienza veronese può essere uno dei punti di partenza per la ricostruzione della destra in Italia». L’analisi del giornalista-scrittore è impietosa: «La patologia della destra è stata la doppia morale: poiché il mondo ideale era molto distante come riferimento storico, nel mondo reale ci si doveva arrangiare ed è arrivata la politica della corruzione, del malaffare e delle “gnocche”… perdendo gli ideali ci siamo allontanati dalla realtà». E adesso? «Dobbiamo ripartire dall’amore per il nostro paese e dal desiderio di fare qualcosa di utile per il Paese. Ma la politica sembra ora preda di un desiderio di autodistruzione, la si chiami rottamazione o azzeramento». In sala prende posto anche l’assessore regionale del Pdl (ex An) Elena Donazzan: «Serve un’assunzione di responsabilità, la patria ha bisogno di patrioti». Secondo Danieli in questo processo di ricostruzione «Verona può essere un laboratorio politico per lanciare una proposta di valenza nazionale. Qui ci sono le condizioni ambientali, sociologiche e politiche favorevoli. Ma per dar vita a una destra moderna», esclama, «dobbiamo abbandonare individualismi e vecchie beghe». Ciro Maschio, sospeso dal Pdl come gli altri esponenti di partito che alle amministrative avevano corso con Tosi, invita a «mettere da parte gli screzi del passato e ripartire da zero con chi ha buona volontà». E ribadisce: «Mi reputo un ribelle del Pdl ma sono ancora in collegamento con una rete di amici a livello regionale e nazionale, da Elena Donazzan a Giorgia Meloni, è la mia realtà. Ma il Pdl deve cambiare, o va a fondo». Anche Miglioranzi si mostra ecumenico: «In tanti ci spingono a metterci insieme, ora abbiamo iniziato un percorso serio e le porte sono aperte a tutti». Meno conciliante Mariotti: «Un conto è l’elettorato, un conto gli eletti che a Roma non hanno difeso i valori della destra identitaria e che sono da rottamare». E taglia corto: «Nessuno dei parlamentari uscenti del dentrodestra va ricandidato. Bisogna dare spazio a chi ha consenso sul territorio. Solo così si può ricostruire una forza politica su basi solide».
Enrico Santi.
FONTE: http://www.larena.it/stories/Cronaca/423374_la_destra_filo-tosiana_riparte_da_veneziani/
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