CCP

venerdì 5 ottobre 2012

DARIO VERMI: Ridefinire il progetto politico, spenderlo con intelligenza ricreare la classe dirigente.

Per non farla finita con la destra recuperiamo il nostro DNA. Ridefinire il progetto politico, spenderlo con intelligenza ricreare la classe dirigente. di Dario Vermi Vi scrivo per la prima volta – dopo avervi letto sin dall’inizio di questa vostra apparentemente folle impresa - e per aver partecipato all’incontro di Valledacqua ascoltando in silenzio tutti gli interventi senza pregiudizi e senza le illusioni che uno nato nel ’37 non deve permettersi di coltivare. Mio padre – classe 1895 – chiamato alla leva in anticipo per il terremoto di Avezzano e congedato nel ’19 ha vissuto le sua vita ritenendo quegli anni i suoi migliori con il convincimento e l’orgoglio di aver chiusa la pagina del Risorgimento. Gli scettici e gli intelligentissimi sorrideranno di questa ‘retorica’. Non importa, a me resta solo il rimpianto di non aver potuto portare papà, come desiderava tanto, sui luoghi della sua giovinezza e della sua vittoria prima che se ne andasse. Devo le mie scelte politiche, più che all’aria di famiglia, ad un foglio di quattro paginette, ‘Il Nazionale’ di Ezio Maria Gray, esposto da un giornalaio milanese coraggioso e comprato per curiosità la prima volta assieme a quello che avevo scelto come mio primo periodico di riferimento, certamente non fascista. Il resto è la storia di tanti di noi, giorno dopo giorno a partire dai primissimi anni ‘60 nell’MSI prima, in Alleanza Nazionale poi con qualche rischio e, credo, senza vergogna. Una storia che per me ha significato continuare il percorso di mio padre, consapevole che il mutato quadro geopolitico esigeva il nascere di una forza politica nazionale che si ponesse chiaramente a destra. Risparmiando una serie di interrogativi, giustificazioni, rampogne ampiamente già rappresentate dai molti intervenuti la domanda è e resta: cosa fare oggi dopo l’abortito matrimonio nel PDL e stante le ostentate ripulse della sposa forzista ?? Riprendere, io credo, il nostro dna di Destra , ridefinirne il progetto politico, spenderlo in maniera intelligente assieme a chi vorrà starci a fianco – senza complessi d’inferiorità né riconoscenze indebite, consapevoli che si può stare con forza, intelligenza e profitto anche all’opposizione. Nel nome di una modernità che sappia avvalersi della Tradizione e non addormentarsi in essa. Ricreando quella classe dirigente che è venuta meno o che non abbiamo saputo promuovere e di cui –a tutti i livelli - la nostra Italia avverte oggi la drammatica mancanza. Lo so bene: servono, assieme, mille altre cose. Le risorse economiche, il colloquio e l’incontro con le rappresentanze sociali, i contatti con le istituzioni e così via. Ma che cosa è, tutto questo, se non la politica e, sperabilmente, la politica della destra che tutti noi abbiamo pensato?? E chi, se non noi, per tutto quello che abbiamo detto e sappiamo, la può pensare, proporre e mettere in atto ?? Tutto il resto mi sembra, per davvero, la solita eterna lagna di chi vuole crogiolarsi per sempre nel romantico inganno del cinismo e nelle belle lettere del disimpegno. Itaca sì, dunque, per continuare il folle volo e "Non farla finita con la Destra". DARIO VERMI

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