CCP

venerdì 29 novembre 2013

DESTRA SOCIALE

 
 
DESTRA SOCIALE è l'associazione politico-culturale del Segretario Nazionale della Fiamma Tricolore, On.Prof. Luca Romangoli, favorevole alla riunificazione, al rinnovamento ed al rilancio della destra italiana, attraverso il progetto federale, unitario e costituente, denominato Movimento per Alleanza Nazionale.
 

USA, Israele e Arabia Saudica contro la Siria, nazione laica e sovrana!

Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 93/13 del 13 novembre 2013, San Diego

Circoncisi convergenti

L’alleanza militare Israele-Arabia potrebbe ridisegnare il futuro del Medio Oriente

Il Ministero della Difesa dell’Arabia Saudita ha acquistato dagli Stati Uniti una fornitura di missili cruise ad alta tecnologia e bombe aeree per complessivi 6,8 miliardi di dollari. Si prevede che il contratto sarà firmato entro un mese dopo che la richiesta verrà approvata dal Congresso. Secondo il parere della Defense Security Cooperation Agency del Pentagono (DSCA), la spedizione di armi non cambierà l’equilibrio militare nella regione e non creerà una minaccia per gli Stati vicini.
Ma sarà vero? Da quando Israele ed Arabia Saudita stanno discutendo sulla possibilità di un’alleanza militare contro l’Iran, questo accordo sembra rafforzare sul piano militare questa alleanza arabo-israeliano, e la probabilità di una sua creazione è sempre più realistica…
Tel Aviv e Riyad hanno percepito sia il rifiuto degli Stati Uniti di compiere un attacco militare contro la Siria che i primi passi del presidente Obama verso la normalizzazione delle relazioni con Teheran come l’inizio di una nuova tappa nella trasformazione della struttura geopolitica del Medio Oriente da parte della Casa Bianca. La famiglia reale saudita, scontenta del corso di Obama, ha risposto a Washington asimmetricamente, sfidando le Nazioni Unite.
Il Regno d’Arabia Saudita è diventato il primo Stato a rifiutare un seggio nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, lamentando le attività del Consiglio. Riyad è dispiaciuta che Bashar al-Asad rimanga ancora al potere, e che non ci sia stato alcun successo nella risoluzione del conflitto israelo-palestinese, inoltre, a parere dei diplomatici sauditi, l’Onu non avrebbe fatto abbastanza sforzi per rendere il Medio Oriente una zona libera da armi di distruzione di massa (in riferimento al programma nucleare iraniano).
Il Ministero degli Affari Esteri russo ha definito l’iniziativa dell’Arabia come «strana». E’ abbastanza ovvio che i rimproveri contro il Consiglio di sicurezza nel contesto della crisi siriana hanno un orientamento anti-russo. In precedenza la Russia e la Cina hanno bloccato per tre volte le risoluzioni del Consiglio di sicurezza per l’inasprimento delle sanzioni contro la Siria.
I membri arabi delle Nazioni Unite non nascondono la loro perplessità sul rifiuto dell’Arabia Saudita di questo onore, e sollecitano Riyad a riconsiderarlo, almeno al fine di fornire al mondo arabo un rappresentanza nel Consiglio di sicurezza. I leader sauditi, tuttavia, sostengono che «le modalità, i meccanismi d’azione e gli standard doppi esistenti nel Consiglio di sicurezza impediscono di svolgere le proprie funzioni e assumersi le sue responsabilità nel preservare la pace e la sicurezza internazionale, come richiesto».
Questa è la reazione della monarchia all’inazione dell’Onu dopo gli appelli dell’Arabia Saudita per un intervento militare nel conflitto siriano e per una risoluzione del problema nucleare iraniano tramite la forza militare. Riyad ha più di una volta dichiarato le sue pretese di dominio nella regione del Medio Oriente.
Il governo saudita, nei giorni del braccio di ferro siriano, è giunto al punto di proporre a Barack Obama che gli Stati Uniti compissero l’operazione militare contro la Siria dietro loro finanziamento, come se stessero parlando di un lavoro da far compiere a un sicario. Il rifiuto della Casa Bianca di prendere misure militari punitive contro il governo siriano è stata profondamente deludente per gli sceicchi arabi. Washington è stata criticata per la sua incapacità di far seguito alle proprie minacce.
L’insoddisfazione per la politica di Obama è stata resa ancora più chiara nelle valutazioni saudite circa i primi segnali di un disgelo nelle relazioni irano-americane. Riyad è giunta alla conclusione che gli Stati Uniti e l’Iran stanno segretamente progettando un’alleanza strategica volta ad indebolire l’influenza saudita. Non c’è nulla di inaspettato nel fatto che un riavvicinamento con l’Iran potrebbe servire agli interessi regionali dell’America.
Gli stessi americani credono che un modo per controllare il Medio Oriente, in modo tale che nessun Paese possa diventare il leader militare assoluto e rivendicare il ruolo di superpotenza regionale, sia avvantaggiando sé stessi; il classico modo per raggiungere a questo obiettivo è quello di sostenere un bilanciamento dei poteri mantenendo costante la tensione nei rapporti tra Stati rivali, e in questo caso tra l’Arabia Saudita e l’Iran.
Molti anni di rapporti orientati unilateralmente verso l’Arabia Saudita ha provocato nel mondo islamico la perdita da parte degli Stati Uniti della loro influenza tra gli sciiti, mentre l’islam sunnita sotto l’influenza saudita, ha preso un corso anti-americano. Non solo Riyad finanzia le milizie straniere presenti in Siria, ma l’intelligence saudita sostiene gruppi terroristici sunniti dall’Algeria al Pakistan, tra cui il movimento talebano che sta combattendo contro gli americani in Afghanistan.
Una ulteriore amicizia incondizionata con Riyad è diventata pericolosa per gli Stati Uniti, e la congettura che la politica estera di Washington presto cesserà di servire gli interessi dell’Arabia Saudita sta diventando sempre più giustificata. Naturalmente, un riavvicinamento tra Washington e Teheran non dà alcuna garanzia che la posizione degli Stati Uniti nel mondo dell’islam sciita sarà sostanzialmente più forte, ma esiste la possibilità che il sentimento anti-americano in un certo numero di Paesi nel ‘Grande Medio Oriente’ (come l’Iraq, il Libano, la Siria, il Bahrein e in Afghanistan) sarà ridotto.
Inoltre, il “riavvio” dei rapporti con l’Iran dovrebbe permettere agli Stati Uniti di evitare il rischio di essere trascinati in una guerra per proteggere l’Arabia Saudita attraverso gli obblighi d’alleanza. Tuttavia Washington lascia ancora spazio alla possibilità di una “chiusura” del dossier nucleare iraniano con la forza attraverso possibili attacchi contro i siti e le infrastrutture nucleari iraniane.
Israele insiste categoricamente su questo scenario. L’Arabia Saudita non nasconde il suo interesse per la distruzione militare dei siti nucleari dell’Iran. Tel Aviv ha dichiarato di essere pronta per condurre un’operazione autonoma contro la Repubblica Islamica. Dirigere un attacco contro l’Iran, attraverso il territorio del Regno Saudita, è una delle principali opzioni prese in considerazione dai militari israeliani.
Oltre all’inimicizia verso l’Iran, Israele ed Arabia Saudita condividono il comune obiettivo di rovesciare il regime in Siria, Tel Aviv e Riyad sono uniti nel sostenere il governo militare in Egitto, e hanno anche trovato un terreno comune per quanto riguarda l’inaccettabilità di un aumento del ruolo geopolitico della loro comune rivale, la Turchia.
Le informazioni sui negoziati segreti tra Israele e l’Arabia Saudita hanno smesso di essere sensazionali diversi anni fa. Nonostante i piani degli Stati Uniti, il mondo potrebbe diventare testimone della comparsa di un apparentemente improbabile alleanza arabo-israeliana che rivendichi il ruolo di “superpotenza collettiva” nella regione.
Quest’autunno ha portato il caos nei ranghi degli alleati dell’America. I piani per l’azione militare degli Stati Uniti in Siria non sono stati sostenuti dal suo più fedele alleato, la Gran Bretagna, la maggior parte dei Paesi della Nato hanno rifiutato di prendere parte a questa impresa, i leader di molti altri Paesi alleati hanno ridotto la solidarietà con il presidente Obama, e ormai quelli di lunga data in Medio Oriente stanno agendo in modo indipendente sul tema della guerra contro l’Iran.
Gli esempi di azioni indipendenti israeliane stanno diventando numerose. Oltre un quarto di secolo fa, nel 1981, Israele ha distrutto il reattore nucleare iracheno di Osirak non molto tempo prima della sua messa in servizio. L’amministrazione Reagan ufficialmente condannò l’attacco sul momento, ma gli israeliani la considerano una delle loro operazioni militari di maggior successo.
Nel 2007 Israele ha compiuto attacchi aerei contro il presunto reattore di al-Kibar che i siriani stavano costruendo in una zona desertica nella parte orientale del Paese; l’Aiea presumibilmente non sapeva di tale volontà di distruggere i siti nucleari nei Paesi vicini nelle fasi iniziali. A quel tempo l’amministrazione Bush era divisa nella sua valutazione di questo tipo di attacco, ma molti politici d’alto rango degli Stati Uniti ritengono che il raid fosse prematuro.
Nel Maggio di quest’anno, Israele ha fatto un attacco  contro l’aeroporto di Damasco, così come contro diverse basi missilistiche in Siria. Il vero obiettivo dei raid aerei israeliani contro i siti militari siriani è stato quello di verificare la possibilità di volare su questo Paese arabo per compiere un attacco contro i siti nucleari iraniani.
Tel Aviv sta conducendo tali prove dall’inizio della guerra senza preoccuparsi della reazione della comunità mondiale. L’Onu non ha reagito adeguatamente alla singola recente azione militare israeliana compiuta in Siria.
L’Arabia Saudita, a differenza di Israele, sta ora facendo il suo debutto pubblico come sovvertitore per la prima volta dell’autorità delle Nazioni Unite, ma la famiglia reale si è preparata ad intraprendere questo cammino pericoloso da molti anni, legando strettamente le sue attività di politica estera al suo sostegno alle organizzazioni terroristiche internazionali. Nessuno parla più dei principi morali della diplomazia saudita, quindi l’Arabia Saudita sta accettando di fornire agli israeliani un corridoio militare e potrebbe considerare una sua partecipazione agli attacchi contro l’Iran.
E’ previsto anche un uso temporaneo degli aeromobili in basi aeree saudite. Gli aerei da trasporto delle forze aeree israeliane sono già stati avvistati in Arabia Saudita senza munizioni, che nel caso di una guerra con l’Iran sarà conveniente avere proprio lì vicino. A tal scopo per Israele è meglio che sia l’esercito saudita a pagare per i missili cruise e le bombe aeree, facendosele spedire dagli stessi Stati Uniti.
Questo è il motivo principale dell’ordine da quasi 7 miliardi di dollari realizzato dal Dipartimento della Difesa del Regno Saudita. Il 90% degli elementi delle forniture sono munizioni per aerei da combattimento di costruzione americana, i quali sono uno standard sia nelle forze aeree di Israele che in quelle dell’Arabia Saudita.
Con l’approvazione di questo contratto, il Congresso degli Stati Uniti darà il via libera ai pericolosi piani di Tel Aviv e Riyad, e le truppe americane nel Golfo Persico si ritroveranno coinvolte da due suoi alleati fuori controllo.


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Mercenario​. Dal Congo alle Seychelles​. La vera storia di "Chifambau​siku" Tullio Moneta.

 Gentili Amici, sperando di fare cosa gradita, vi segnalo l’uscita di questo libro unico nel suo genere.

Distinti Saluti
Ippolito Edmondo Ferrario
 

 

Mercenario. Dal Congo alle Seychelles.
La vera storia di “Chifambausiku” Tullio Moneta
 
Di Giorgio Rapanelli e Ippolito Edmondo Ferrario Pag. 144 + 24 di foto b/n e colori
Euro 18,00

Edizioni Lo Scarabeo-Milano

 
Dalla quarta di copertina
 
Per quale motivo ho fatto il mercenario?
Non per denaro, poiché guadagnavo molto bene in un posto di responsabilità in una compagnia commerciale francese che operava in Africa occidentale. Dopo qualche anno d’Africa sarei stato trasferito a posti di maggiore responsabilità a Manchester, o a Parigi, o negli USA. E’ stato il mio destino a portarmi in Congo, addestrarmi militarmente con i parà belgi per assecondare il mio spirito di avventura?
Poi, iniziai a combattere con i mercenari. Li definisco così, e in tal maniera mi autodefinisco, solo perché è la definizione comune che ci danno giornalisti e storici, e che la gente conosce.
Il Quinto Commando, in cui ero inquadrato, era comandato da ufficiali britannici, rodesiani e sudafricani. Erano anglosassoni, e la disciplina militare era quella dell’esercito britannico: dura e spietata.
Dopo più di quarant’anni di assoluto silenzio Tullio Moneta, uno dei grandi protagonisti dell’epopea dei mercenari in Congo, torna a parlare di una delle pagine più controverse e dimenticate della storia africana del secolo passato. Divenuto mercenario quasi per caso, dimostratosi uno dei combattenti più capaci nel celebre Quinto Commando, quello dell’Oca Selvaggia, Tullio è stato anche attore in alcuni film d’azione, consulente militare e l’unico italiano tra gli organizzatori del tentato golpe alle isole Seychelles nel 1981. In queste pagine Tullio ripercorre con assoluta dovizia una storia di imprese e missioni militari che abbracciano un arco di tempo di quasi vent’anni.
 
Indice
Prefazione
Capitolo I
Una telefonata inaspettata
L’incontro con Tullio
L’adolescenza a Macerata
L’Africa si avvicina
L’avventura del Congo
Capitolo II
A scuola dai paracadutisti
L’eccidio degli aviatori italiani in Congo
Tullio diventa mercenario
Africa Addio
I mercenari italiani
Capitolo III
Jacopetti e Prosperi, tra realtà e finzione
Preda di guerra
La prima ferita     
La battaglia campale 
Mulele mai
I mercenari morti
Capitolo IV
Strategie di guerra
Finire i moribondi
La mitragliatrice antiaerea
La giustizia dei mercenari
Attacco ai villaggi dei Simba
Trappole con le bombe a mano
Capitolo V
Il pattugliamento
Chifambausiku
Bossoli roventi
Non uccidetemi, non uccidetemi!
Capitolo VI
Tullio ferito gravemente
Italiano fottuto
Mercenari e missionari
Miracolato
Convalescenza
Cacao esplosivo
Pigmei
Missione Bukavu- Aba-Faradje
Capitolo VII
Vivi e morti
Approvvigionamenti e acquartieramenti
Vermi da mangiare
La legge marziale
La routine del campo
Droga e alcol
Scazzottate tra mercenari
Animali da compagnia
Capitolo VIII
Tullio Moneta stende Tim Dreyer
I due “marmoset”
l generale Kakji
Verso Stanleyville
I Simba migliorano
Quando il Karma si compie
Tullio mitragliato
La bicicletta
Capitolo IX
Un piede in formalina
Orecchie commestibili
Mercenari in pantofole
Caccia ai mercenari
Capitolo X
Cinema, operazioni di intelligence e Biafra
I Quattro dell’Oca Selvaggia
L’abbraccio del leone
La grande passione della sua vita
Teatro e letteratura
Capitolo XI
Attacco alle Seychelles
Evoluzione del golpe
Il sospetto
Lavoro di intelligence
25 novembre 1981
Dove andare?
Si decolla
Arresto e condanna
Capitolo XII
Allegria e botte da orbi
Ciack, si gira
Ho conosciuto John Garang
Non è Tullio Moneta!
Nelson Mandela
L’unica volta che Tullio  parlò con i giornalisti
Capitolo XIII
Un colpo di fucile
Il ritorno a casa
I mercenari mi hanno salvato
Amici per la pelle
Azione e adrenalina
Postfazione di Tullio Moneta
Bibliografia

 

I giornalisti che desiderassero ricevere copia per la recensione possono contattare:
Edizioni Ritter, via Maiocchi 28, 20129 Milano
Tel.02 201310
 
 

Note Biografiche Autori
Giorgio Rapanelli, classe 1939, è nato a Corridonia (Macerata), paese natale del sindacalista rivoluzionario Filippo Corridoni, morto nel 1915 durante la Grande Guerra. E’ stato iscritto al PCI e fu tra i fondatori dei Verdi nella provincia di Macerata. Interessato da sempre ai problemi del Terzo Mondo, nel 1966 girò in Congo un documentario su lebbra e denutrizione, durante la rivolta dei Simba.  Si rese subito conto che concedere l’indipendenza dal colonialismo alle popolazioni tribali africane impreparate a gestire il potere in forme politiche di stampo democratico occidentale era stato un crimine. Dal 1967 sostenne attivamente la causa dei sud sudanesi massacrati dal governo di Karthoum e diventando rappresentante in Italia dell’Azania Liberation Front (ALF) per volere dell’allora Presidente Joseph Oduho. Nel 1970 fu con i guerriglieri “anya-nya” del Southern Sudan Liberation Front del colonnello Joseph Lagu.

 
Ippolito Edmondo Ferrario, milanese, classe 1976, è stato giornalista per il Secolo d’Italia, ed è autore di numerosi saggi e romanzi editi da Mursia, Frilli Editori, Castelvecchi e Newton Compton. Sullo stesso argomento ha pubblicato Mercenari. Gli italiani in Congo, 1960, Mursia. Nel 2004 ha ricevuto la Cittadinanza Onoraria del Comune di Triora, il celebre “paese delle streghe” in provincia di Imperia, per i suoi studi sul folklore locale. Il suo sito è www.ippolitoedmondoferrario.it

"Berlusconi decade e tutto rimane incompiuto" di Piero Puschiavo


 
 
La decadenza di Berlusconi dimostra, ancora una volta, che in Parlamento siedono ciarlatani e venduti di ogni risma. Da anni si cerca di escludere Berlusconi dalla politica e “finalmente” lo si è fatto, nel peggiore dei modi secondo lo stile peggiore, pure con l’aiuto dei Senatori a vita, che forse in qualche modo si dovevano sdebitare nei confronti di chi li ha nominati.
In atri Paesi che si dicono “civili”, dove gli errori dei politici di spicco si pagano immediatamente, da Kohl a Clinton, la figura di Berlusconi non sarebbe mai potuta scendere in politica, per la questione dei conflitti di interesse.
Ma come spesso capita in Italia, il richiamo del successo a qualunque costo fa superare ogni altra valutazione. Infatti l’avvento del Cavaliere ha fatto la fortuna di molti, e sulla scia dei suoi successi personali più di qualcuno ha costruito le proprie fortune, assicurandosi personalmente tutto il possibile, senza lasciare alcuna traccia politica tangibile e concreta. Tutti sul suo carro, dal “centrodestra” post democristiano, post socialista, post liberale e quant’altro, a tanta altra destra, adagiatasi sui soffici divani che vanno dal Parlamento ai salotti buoni. Tutti ad assaporare i frutti della “dolce vita” berlusconiana, ma nessuno sguardo al futuro, al popolo, o a quella sciagurata base militante che sta ancora sotto la neve e in mezzo al fango a dare il buon esempio e a far propaganda. Anzi andava tenuta a debita distanza probabilmente per evitare di dover “spartire”, in nome di una becera “presentabilità”.
Nessuno spazio concreto per le storiche idee innovatrici tenute anch’esse ben nascoste per paura di liberare chissà quali fantasmi. Idee che oggi potrebbero essere ancora la giusta ricetta ad una crisi finanziaria voluta e perseguita dai padrini del golpe istituzionale eufemisticamente chiamato “governo Monti”, con la complicità di chi l’ha sostenuto sin da subito per alto senso di “responsabilità”. Ora tutti giù dal carro, tutti dall’altra parte, tutti voltagabbana, come giustamente ci vedono gli altri Stati europei. “Gesta” che davvero non ci fanno onore, in attesa di una sentenza che ora non ha più valore, se non per la vicenda personale del Cavaliere.
Esce di scena così, come un delinquente comune, non lasciando nulla riguardo i suoi mandati e i suoi programmi. Tutto incompiuto!
Rimane il ricordo di qualche bella donna, qualche allegra battuta…e la sua grande responsabilità di aver scelto alleati avidi di potere, inconcludenti, mediocri e dimostratisi completamente inaffidabili, incapaci di cogliere quella eccezionalità che ha rappresentato il periodo del populismo berlusconiano e le potenzialità insite in esso per l’Italia. Ora ripiombiamo nelle mani del partito dell’antinazione e della sua opera di smantellamento, di svendita e di rapina, tutti gaudenti, tutti plaudenti
L’Italia continua ad essere infetta della sindrome da 8 settembre, sebbene con altri sproporzionati toni e motivazioni…quindi che cosa dovremo aspettarci dagli altri Stati europei, in primis la Germania?
Brindiamo alla sconfitta quindi…come si fece al Quirinale alla fine degli ultimi mondiali di calcio!
 
 
Piero PUSCHIAVO
 
Presidente Associazione Progetto Nazionale

Per un grande movimento nazional-popolare!

 
FRANCESCO STORACE e GIANNI ALEMANNO, i due storici capi della destra sociale, di nuovo insieme, concordano sulla assoluta necessità di riunire, rinnovare e rilanciare la destra italiana.
"Bisogna creare una nuova e grande casa per la destra italiana, in cui tutti si possano riconoscere senza esclusioni e decisioni dall'alto. Un nuovo partito della nazione e del popolo italiano, una grande alleanza nazionale e popolare che salvi l'Italia da una crisi economica e morale che dura ormai da troppo tempo."
                                                                               GIANNI ALEMANNO


Grande Politica e miserie umane...


Abbiamo ricevuto una telefonata anonima, da numero anonimo, sulla segreteria telefonica di un nostro cellulare, nella quale, un tizio che parlava a nome del Coordinamento per la Sovranità Nazionale ci diffidava, chiedendoci di smentire l’incontro con i promotori del Movimento per Alleanza Nazionale, minacciando chissà quali ridicole querele. Ebbene, non abbiamo mai detto di avere avuto incontri con tale gruppo ma ritenevamo giusto incontrare, nel futuro prossimo, insieme a tutte le altre sigle dell’area, anche il Coordinamento per la Sovranità Nazionale (http://www.sovranitanazionale.org/), promosso dall’Avv. Francesca Caricato di Milano. Ora non sappiamo chi ci abbia contattato (visto che non si è presentato e nemmeno ci ha lasciato i suoi recapiti) e se è veramente rappresentante di tale sigla (peraltro ve ne sono almeno una decina con nomi simili) ma, semmai, quando inviteremo Francesca Caricato, sarà lei a rifiutare il nostro cortese invito politico, spiegandocene le ragioni. Noi, ripetiamo e confermiamo, inviteremo tutti, nessuno escluso, a dialogare e confrontarsi con noi e la nostra proposta politica di riunificazione, rinnovamento e rilancio della destra sociale italiana. Nessuno, ovviamente, è obbligato a partecipare, ci mancherebbe!
28 novembre 2013 - MOVIMENTO PER ALLEANZA NAZIONALE della LOMBARDIA
Appurato che si tratta realmente del gruppuscolo della sciuretta Caricato, sono decisamente più allibito che dispiaciuto. Ma come si fa a rispondere ad un cordiale invito al dialogo politico con una penosa diffida? Non vogliono confrontarsi con noi sul destino del nostro popolo e della nostra nazione? Pazienza, ce ne faremo una ragione! ;-)
29 novembre 2013 - ROBERTO JONGHI LAVARINI

giovedì 28 novembre 2013

Destra per Milano: 13 anni di buona Politica, da uomini liberi e coerenti...