giovedì 4 ottobre 2012
La partitocrazia pensa alla legge elettorale, noi alla libertà ed alla sovranità del nostro popolo e della nostra nazione!
di Alessandro Nardone – I partiti se ne fregano, fateci caso. Sono anni, ormai, che nessun politico parla di programmi, che nessun partito svolge quella che dovrebbe essere la sua funzione naturale, il suo core business, per dirla in economichese: fare politica. È così dovunque nel Mondo, financo nella Russia di Putin, tranne che da noi. Ogni santo giorno ci si sveglia – magari quando fuori è ancora buio - ci si prepara un caffè e, sfogliando i quotidiani, è subito depressione. Per la crisi economica, certo, ma non solo. Sì, perchè mancano quei punti di riferimento in grado di farti sentire parte di qualcosa e, conseguentemente, di trasmetterti la speranza, pur nelle ristrettezze e nelle difficoltà.
I nostri politici, invece, fanno l’esatto opposto: discussioni interminabili sulla legge elettorale, leggi ad personam, le case di Montecarlo, ladri e sgualdrine nelle istituzioni, il bunga bunga, i matrimoni gay, il berlusconismo, l’antiberlusconismo, le toghe rosse, le primarie del Pd, la ridiscesa in campo di Berlusconi, gli ex An, gli ex Fi, i dinosauri che stanno in Parlamento da quarant’anni, il governo dei tecnici che nessuno vuole e tutti votano, le tasse, e chi più ne ha più ne metta. Insomma, riuscirebbero a far cadere le palle anche a San Francesco.
In tutto questo marasma di specialisti della prostituzione intellettuale che, per fare un esempio, un giorno votano l’IMU in Parlamento ed il giorno dopo vanno in televisione a dire che è una tassa ingiusta e che vogliono abolirla, esiste la classica eccezione che conferma la regola, rappresentata da un partito e dal suo leader che, anzichè occuparsi delle mostruosità di cui sopra, hanno preparato un programma di dieci punti e tentano di diffonderlo sul territorio, tra la gente. Dei pazzi, verrebbe da pensare.
In effetti un po’ lo sono, visto e considerato che, pur non avendo mezzi economici né il sostegno dei cosiddetti poteri forti, hanno posto una condicio sine qua non ai loro possibili interlocutori per eventuali alleanze in vista delle elezioni politiche della prossima primavera: questi sono i nostri dieci punti, se li sottoscrivete possiamo parlarne, altrimenti nisba.
Il partito in questione è La Destra, ed il leader è Francesco Storace che, da qualche mese a questa parte, sta girando l’Italia in lungo ed in largo per presentare il Manuale della Sovranità (che pubblichiamo integralmente nella sezione “Chi siamo”).
Già, ma cosa c’è in questi dieci punti? Cominciamo col dire che toccano tutti gli argomenti di maggiore interesse per il popolo e che sono legati da un comune denominatore, la Sovranità, appunto. Più Italia e meno Europa, più giustizia e lotta senza quartiere a tutte le caste, più economia reale e meno speculatori, più lavoro e meno tasse, più spazio agli italiani e meno tutele per chi viene in Italia per delinquere.
Per entrare un po’ più nello specifico, si parla di sovranità monetaria, lotta alla corruzione ed ai soprusi di Equitalia, giustizia, mutuo sociale, lotta al precariato, cultura e ricerca, tutela del Made in Italy e delle PMI e presidenzialismo. Insomma, priorità diametralmente opposte rispetto a quelle del governo Monti e dei teconcrati della sua risma, i servi dei poteri forti che dobbiamo ringraziare per averci trascinati – con la corresponsabilità dei partiti – nel disastro che stiamo vivendo.
Come avrete capito, qui non si tratta di normali schermaglie polititche, ma della necessità estrema, se non vitale, di contrapporre gli interessi di un popolo a quelli degli speculatori, gli interessi di una nazione a quelli delle banche, gli interessi delle nostre imprese a quelli della politica delle tasse e del malaffare, gli interessi della famiglia e dei valori a quelli dell’annullamento dell’individuo e del consumismo sfrenato. Tutto questo, per noi, significa strappare dalle mani dei burocrati di Strasburgo la nostra dignità di italiani liberi e di riappropriarcene per sempre. In una parola, Sovranità.
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