mercoledì 31 luglio 2013
martedì 30 luglio 2013
Ricco di idee e non di soldi!
Alcuni compagni
pseudo-giornalisti mi hanno recentemente diffamato, e non è la prima volta, dipingendomi
come un “ricchissimo aristocratico, senza scrupoli ed evasore fiscale,
finanziatore della estrema destra”. Sono, quindi, obbligato, ad una netta
smentita (alla quale seguirà una precisa denuncia per diffamazione, aggravata a
mezzo stampa) ed a un pubblico chiarimento, perché, io, a differenza di altri, non
ho nulla da nascondere! E’ vero, discendo da due antiche famiglie della piccola
nobiltà alpina (walser-piemontesi i baroni Jonghi Lavarini von Urnavas e
lombardo-veneti i conti Ganassini di Camerati di Lumiago) che, nei secoli,
hanno unito le proprie tradizioni contadine al sano spirito imprenditoriale
tipico della laboriosa e produttiva borghesia milanese (i primi nel settore
edile-immobiliare, i secondi in quello industriale-farmaceutico). I miei nonni possiamo
dire che erano “ricchi”, i miei genitori sono sicuramente benestanti ma io,
invece, oramai da tempo, faccio parte di quel “povero” ceto medio italiano che
deve difendersi quotidianamente dalle tasse, dalla burocrazia, dalla inefficienza
dello stato, dalla mala giustizia e dalla usura del sistema bancario che
soffoca le nostre famiglie e le nostre imprese. La mia dichiarazione dei
redditi media degli ultimi anni è di 25mila euro, faticosamente guadagnati,
come impiegato-consulente, e tutti spesi (e nulla risparmiato) per mantenere la
mia famiglia, pagare le scuole private cattoliche delle mie figlie e finire di
pagare il mutuo per la ristrutturazione di casa, unica mia proprietà, insieme
ad una vecchia macchina e ad un malconcio motorino che uso tutti i giorni per
lavoro. Conduco, complessivamente, una vita spartana, senza mode e lussi. Miei
unici “sfizi”, ai quali non rinuncio, sono la cultura ed i libri, la
partecipazione ad iniziative sociali e benefiche, la frequentazione di ordini
cavallereschi e qualche birra con amici e camerati. Fin da ragazzino, sia per
le mie origini che per le mie note convinzioni politiche, mi porto il
soprannome di “Barone Nero” ma, in realtà, anche se la mia famiglia è citata
fin dal 1275, per le autorità italiane competenti in materia, sono
semplicemente un “decurione di campagna”. Diciamo che sono orgoglioso della corretta
traduzione letterale dello spettante titolo di “freiherr” che, secondo la
tradizione germanica, significa “uomo libero”. Ed è con questo spirito libero,
aristocratico e nazional-popolare, con tante idee e pochi soldi, che ho sempre
affrontato la vita, il lavoro e la politica.
ROBERTO JONGHI LAVARINI (Milano,
29 luglio 2013)
lunedì 22 luglio 2013
Buone Vacanze, ci rivediamo a settembre!
NB: oltre al nostro "servizio di sicurezza e pronto intervento", a Milano, rimane sempre operativo, anche in agosto, un gruppo di giovani volontarie a sostegno dei nostri anziani. Info e contatti: destrapermilano@gmail.com
giovedì 18 luglio 2013
Progetto Nazionale, fase 2, con Flavio Tosi...
A seguito dell’avvio della fase 2.0 iniziata il 29 gennaio scorso, l’Associazione Progetto Nazionale, pur proseguendo la strada del contesto associativo, ha sostanzialmente dimostrato di essere un soggetto politico in seguito alla partecipazione alle Elezioni Politiche 2013.
Questo passaggio ha di fatto portato alla rottura definitiva con tutto ciò che viene definito di “destra”, oramai esclusivamente sinonimo di berlusconismo e che, tra poco, probabilmente vedrà tra i suoi maggiori esponenti, personaggi del calibro di Daniela Santachè.
L’Associazione Progetto Nazionale rimane altresì lontana da qualsiasi volontà di riunire le varie sigle sotto un’unica formazione, probabilità questa che ritengo remota e, se attivata, sarà dettata solamente da esigenze personali di chissà quali “segreterie”.
Sbirciando anche sul recente incontro di Orvieto, dove non siamo stati invitati, si conferma quanto sopra.
All’orizzonte della cosidetta “destra”, per il momento, non si vede nessuna novità concreta e, fintanto le sorti dell’unione sono rappresentate dai soliti soggetti, ritengo opportuno starne a debita distanza.
Anche Fratelli d’Italia non sembra essere un soggetto di riferimento, in quanto troppo legato alle logiche liberiste di stampo berlusconiano. Una specie di gioco delle parti quindi. Se poi aggiungiamo il ruolo primario di Ignazio La Russa il tutto diventa assolutamente impercorribile.
L’Associazione Progetto Nazionale pertanto si pone al sostegno della futura scesa in campo sull'agone politico nazionale di Flavio Tosi, attuale Sindaco di Verona, attraverso un progetto politico/amministrativo incentrato su dieci punti e che vedrà la luce poco prima di fine settembre prossimo.
Successivamente organizzeremo una Assemblea Programmatica dove annunceremo la nostra linea politica, con la partecipazione di Flavio Tosi che suggellerà l’accordo sottoscrivendo le nostre esigenze irrinunciabili.
L’obiettivo al momento, oltre a quello di sostenere Flavio Tosi in una eventuale e probabile partecipazione alle primarie del centrodestra, sarà quello di individuare e nominare i referenti locali di Progetto Nazionale che occuperanno uno spazio nei nuovi direttivi regionali e provinciali di questo nuovo soggetto.
A questo proposito chiedo a tutti i responsabili di decidere il proprio futuro all’interno dell’Associazione Progetto Nazionale in un percorso che ci vedrà protagonisti, nonché fondatori, di questo nuovo soggetto, chiedendo altresì un impegno concreto che accetti le direttive indicate dal vertice dell’Associazione senza i soliti mal di pancia che da troppo tempo condizionano, e non poco, tutta la nostra attività politica.
Ovviamente tutte le scelte importanti saranno discusse attraverso una riunione che anticiperà l’Assemblea Programmatica. Una riunione che definirà sostanzialmente su quanti uomini potremo contare nel ricoprire un ruolo dirigenziale.
La militanza in altri Partiti costituiti a questo punto sarà incompatibile con un ruolo dirigenziale nell’organico di Progetto Nazionale in quanto realtà politica all’interno di un determinato soggetto politico. Aderenti e simpatizzanti saranno comunque liberi da vincoli associativi.
Manterremo in ogni caso nome e simbolo, così da poter essere individuati, ma nelle iniziative politiche di un certo valore aggiungeremo il riferimento del “nuovo soggetto”.
Attendo quindi valutazioni positive o negative. Nel primo caso siano aggiunti i nomi di riferimento locale poiché saranno segnalati come nostri referenti locali all’interno dei rispettivi nuovi direttivi provinciali e regionali.
Rimango in attesa di ricevere notizie ed eventuali nominativi correlati da recapito telefonico ed email, in particolare dai Circoli di: Ferrara, Bologna, Ravenna, Como, Bergamo, Crema, Foggia, Palermo e da tutti i nostri nuovi aderenti di qualsiasi città interessati a questo nuovo percorso politico.
PIERO PUSCHIAVO
Presidente PROGETTO NAZIONALE
PIERO PUSCHIAVO
Presidente PROGETTO NAZIONALE
mercoledì 17 luglio 2013
martedì 16 luglio 2013
Manifesto per la DESTRA italiana...
13/07/2013 08:45
La Destra che nasce: ecco il Manifesto degli intellettuali
"E' tempo di tornare alla Politica. Quella grande, viva e vera"
E' necessario che sorga un movimento che non offra solo promesse contabili o esprima rancori e invettive. Ma che incarni principi ideali e chiami a raccolta tutti coloro che vogliono scrivere insieme una storia. I nostri punti fermi non sono negoziabili
ECCO IL TESTO INTEGRALE DEL MANIFESTO FIRMATO DA NUMEROSI INTELLETTUALI D'AREA
E' tempo di tornare alla Politica. Quella grande, viva e vera, che accompagna il destino dei popoli. La politica ha due compiti essenziali: uno è governare e decidere, amministrare gli interessi generali, cambiare le cose e incidere sulla realtà. L'altro è far sentire un individuo dentro una comunità, mutare la massa in popolo, dare simboli, inserire la vita del presente dentro una storia: è la politica come anima civile e passione ideale. E' necessario che sorga un movimento che non offra solo promesse contabili o esprima rancori e invettive. Ma che incarni principi ideali e chiami a raccolta tutti coloro che vogliono scrivere insieme una storia. I nostri punti fermi non sono negoziabili: saranno il volto e l'anima della destra che nasce.
1- Il nostro punto di partenza e la nostra priorità è l'Italia e resta l'Italia. Nell'Europa e fuori d'Europa, nel locale come nel globale. L'Italia come civiltà prima che come nazione. Amor patrio. Di conseguenza la nostra prima battaglia sarà la tutela della sovranità italiana. Sovranità nazionale e popolare, politica e monetaria. Sovranità degli interessi generali degli italiani su ogni altro interesse privato o internazionale per arginare lo strapotere della finanza e dei tecnocrati. Piena integrazione all'immigrazione in regola. Intransigenza con l'immigrazione clandestina.
2- La sovranità politica esige l'avvento di uno Stato autorevole, che promuova la Repubblica presidenziale, la rivoluzione meritocratica, l'ordine e la riforma delle istituzioni. Elezione diretta del Capo del governo, così come alla guida di ogni ente locale, in modo che chi governa sia nelle condizioni piene di decidere e di rispondere al popolo in un rapporto fiduciario d'investitura diretta. Grande riforma meritocratica ad ogni livello e uno Stato più autorevole dimezzato nei suoi organismi, nelle sue strutture e nel personale politico.
3- L'Europa per noi è civiltà prima che mercato comune, è integrazione delle Patrie e non disintegrazione degli Stati nazionali. E' l'Europa dei popoli. Vorremmo un'Europa più unita e coesa verso l'esterno, in politica estera, nelle difesa o per fronteggiare l'immigrazione e la concorrenza globale, e più duttile al suo interno, che riconosca le differenze tra aree, popoli e Nazioni, a cominciare dall'Europa mediterranea rispetto all'Europa del nord. E che faccia valere un criterio: quando c'è da scegliere tra l'assetto contabile della finanza e la vita reale dei popoli, la priorità è la seconda, non la prima. Nessun debito può sopprimere una Nazione o far fallire uno Stato sovrano. Rinegoziare l'euro. Rinegoziare il fisco con l’obiettivo di dar vita ad una politica fiscale dialogante
con le famiglie e con le imprese.
4- Dopo le esperienze tramontate dello statalismo parassitario e invadente e poi del liberismo basato sul primato assoluto del mercato e del privato, è tempo di aprire una terza fase incentrata sull'economia sociale di mercato, fondata sull'economia reale e sul primato del lavoro, sul valore sociale dell'iniziativa privata e della proprietà privata, sulla protezione del marchio italiano, con la mediazione di uno Stato autorevole che non gestisce ma guida i processi. E' necessario che si realizzi in Italia, come già avviene in Germania, la società partecipativa, attraverso nuove forme cooperative, comunitarie e di cogestione sociali in nome dell’azienda-comunità. L’orizzonte sociale di questa destra nuova deve assumere la lotta alle nuove povertà, alla decrescita demografica, allo “sviluppismo” come alibi delle oligarchie economico-finanziarie per l’impossessamento delle risorse elementari delle Nazioni.
5- Davanti al diffuso desiderio di farsi e disfarsi la vita a proprio piacere, noi siamo dalla parte della vita, della nascita e della famiglia, nel loro inscindibile intreccio di diritti e di doveri. Non tuteliamo la vita ad ogni costo ma la sua dignità. E non confondiamo il matrimonio che è un bene comune, con altre unioni che attengono alla sfera privata. La nostra proposta Bioetica è scommettere su ciò che nasce, che costruisce, che liberamente si lega e si assume responsabilità, e non sul suo rovescio. Saremo dunque al fianco di tutte le battaglie per la tutela e l'affermazione della vita, della famiglia come struttura naturale e culturale su cui si basa ogni civiltà e sul sacro rispetto della morte, che non è smaltimento delle vite di scarto.
6- L'Italia ha bisogno di riscoprire l'abc della civiltà, la grammatica elementare dei rapporti umani. Da qui dunque la necessità di riportare al centro della vita pubblica il tema dell'Educazione. Vogliamo una società educata, che recuperi stile, decoro e rispetto, e riteniamo che il compito principale di una famiglia, ottemperate le necessità primarie, sia quello di educare e formare i figli. Occorre un grande progetto che passi dai nuovi media, dalla scuola e dalla tv, per la crescita civile e culturale del nostro Paese, che salvaguardi la ricchezza della nostra cultura anche con la tutela delle differenze contro il pensiero unico che mira ad omologare i principii, i comportamenti, i linguaggi, le scelte. La difesa della cultura nazionale ed europea anche per aprirsi e dialogare con le altre identità, sopratutto nel Mediterraneo.
7- Come vogliamo un’Italia sovrana e dignitosa nei rapporti internazionali (politici, economici, culturali), così siamo per la tutela dei diritti dei popoli a forgiarsi il loro destino, in piena libertà, secondi i principii riconosciuti di indipendenza e autodeterminazione.
8- Noi siamo eredi della Tradizione. Ci sentiamo figli di una civiltà che viene da lontano e vogliamo tutelare, affermare e rinnovare la tradizione di cui siamo continuatori. L'Italia ha radici antiche, romane e cattoliche, rinascimentali e risorgimentali. Il nostro amor patrio si lega al paesaggio e al linguaggio, alla vita e alla Storia, alle città e all'anima italiana. E' difesa della natura, dell'agricoltura e dei beni artistici, memoria storica e tutela dell'eccellenza italiana. La Tradizione è il senso della continuità e delle cose che durano, amore del passato e voglia del futuro, rispetto delle origini e fedeltà innovativa, patto tra le generazioni, l'onore dei padri e l'impegno dei figli, comune sentire, patrimonio di esperienze e valori trasmessi in politica come in famiglia, nello Stato come nella società. La Tradizione è connessione, durata e primato della comunità sugli egoismi. Tradizione nella Modernità, Modernità con la Tradizione: questa è la sfida del futuro.
Una forza politica e civile così oggi manca in Italia; è tempo di colmare il vuoto. La politica miserabile dei nostri giorni che promette solo vantaggi pratici e rimuove principi ideali, non parla al cuore degli italiani, non mantiene nemmeno le promesse concrete e accompagna il degrado che stiamo vivendo. Quanto più cresce il peso della tecnica e dell'economia, tanto più urge il contrappeso di una visione spirituale della politica e della comunità. Quanto più viviamo nell'era globale, tanto più sentiamo il bisogno di un luogo eletto che sentiamo come la nostra casa.
(I primi firmatari di questo appello sono: Marcello Veneziani, Gennaro Malgieri, Massimo Magliaro, Renato Besana, Primo Siena, Luca Gallesi, Marco Cimmino, Gianfranco de Turris, Luciano Garibaldi, Pierfranco Bruni, Nino Benvenuti)
Cena Cameratesca
Date le numerose adesioni e vista la "troppa pubblicità" fattaci da compagni e giornalisti, confermiamo che la tradizionale cena cameratesca di fine luglio, si svolgerà regolarmente ma, per evidenti motivi di sicurezza ed opportunità, in altra e diversa sede.
Informazioni ed adesioni: destrapermilano@gmail.com
Lealtà e Azione
Confermiamo la nostra piena solidarietà ai Camerati di Lealtà e Azione che, anche in questo caso, hanno dimostrato intelligenza politica, fermezza e disciplina. Ci complimentiamo con i consiglieri Roberta Capotosti, Max Bastoni e Rita Cosenza per essersi subito mossi in difesa dei sacrosanti diritti, non solo di Lealtà e Azione, ma di tutta la nostra comunità politica e militante. Denunciamo e condanniamo il vergognoso clima giacobino-sovietico di odio, faziosità, discriminazione e violenza della giunta rossa Pisapia, in particolare dei suoi compagni comunisti vendoliani. Questo vile attentato terroristico non avrà altro risultato che renderci più forti, uniti e determinati di prima! "Nessuno si illuda di piegarci, senza prima avere duramente combattuto" (B.M.)
lunedì 15 luglio 2013
Comunicato Ufficiale di Lealtà e Azione
Dalla strategia della tensione a quella della demonizzazione...
Questa notte la sede milanese dell’Associazione culturale Lealtà Azione è stata forzata e incendiata.
Non sappiamo i motivi che possono aver spinto dei gionai a compiere un gesto così assurdo e sconsiderato, ma temiamo abbia giocato un ruolo notevole il clima caldo. Non quello metereologico, però, bensì quello alimentato da certa stampa che ha sempre enfatizzato le dichiarazioni irresponsabili di alcuni esponenti politici, consiglieri di zona o comunali, persino assessori, che con le loro esternazioni sembrano sempre voler riportare Milano indietro nel tempo, agli anni ’70, alla “strategia della tensione”, all’antifascismo militante che tanti danni e vittime hanno generato. Anni in cui si gridava che le sedi degli avversari dovevano esser chiuse con il fuoco. Dopo più di quarant’anni, ancora oggi, i megafoni mediatici ripropongono lo stesso schema: quello della demonizzazione dell’avversario. Poco importa se oggi non è più un partito politico, ma una associazione impegnata nel sociale, nella lotta alla pedofilia, nella raccolta di aiuti per terremotati o per canili e gattili..
Quando entra in gioco la demonizzazione, il nemico viene dipinto come se fosse meno che umano, fuori dal consesso civile… brutto, cattivo e violento “a prescindere” da quello che fa.
E’ chiaro che, così facendo, si accende la miccia che poi qualche zelante interprete di questa folle strategia impugnare fisicamente, sentendosi legittimato a dar fuoco a un palazzo.
Sono quarant’anni che vediamo ripetersi questo schema: le grida del politico di turno, l’eco plaudente della stampa di sistema e l’azione violenta, l’aggressione, la devastazione da parte degli utili idioti di turno.
E’ chiaro che, così facendo, si accende la miccia che poi qualche zelante interprete di questa folle strategia impugnare fisicamente, sentendosi legittimato a dar fuoco a un palazzo.
Sono quarant’anni che vediamo ripetersi questo schema: le grida del politico di turno, l’eco plaudente della stampa di sistema e l’azione violenta, l’aggressione, la devastazione da parte degli utili idioti di turno.
Cosa hanno colpito questi teppisti? Un covo di violenti? No, hanno distrutto “solo” gioccatoli, vestiti, oggeti di quotidiana utilità, del valore di alcune migliaia di euro che erano stati raccolti per essere donati ai bambini, ancora in emergenza, delle zone terremotate lombarde ed emiliane. Davvero complimenti agli autori di questo gesto vile… e a chi li giustificherà.
L’associazione culturale Lealtà-Azione non può che appellarsi al senso di responsabilità dei cittadini onesti e delle autorità consapevoli auspicando un ritorno alle logiche del confronto e non dello scontro o della diffamazione che porta ad azioni di stampo terroristico.
Tuttavia, poiché non é nostro costume limitarci ad auspicare che le cose accadano “spontaneamente”, avanziamo delle proposte concrete:
1) chiediamo una immediata, netta e incondizionata condanna da parte del sindaco e della sua amministrazione e le immediate scuse da parte di quegli esponenti politiic che, in passato, si sono resi responsabili di esternazioni demonizzanti nei nostri confronti.
2) chiediamo anche un immediato incontro con la Giunta comunale al fine d’instaurare un dialogo che permetta di evitare, in futuro, malintesi e conseguenti dichiarazioni che possano, anche solo lontanamente, avallare eventi deliquenziali come quello di questa notte;
3) cosa più importante, chiediamo un “intervento riparatore” da parte delle istituzioni milanesi e degli organi di stampa che consenta di reintegrare il materiale che era stato raccolto per i terremotati, dimostrando così che un gesto scellerato non può avere ripercussioni su di una causa giusta e importante portata avanti con fermezza da persone oneste e leali, come noi siamo.
Lealta’ Azione
"Uomini in piedi, in mezzo alle rovine"...
Sono appena
rientrato in ufficio, dopo avere personalmente portato la mia solidarietà ai
camerati di Lealtà e Azione che già stanno ripulendo e risistemando la propria
sede. "Uomini, in piedi, in mezzo alle rovine" citando Julius Evola,
affermo che questo ennesimo vile attentato non farà che rendere la comunità
militante della destra radicale, più unita, forte e determinata di prima!
Vanno
ringraziate le autorità istituzionali che subito si sono attivate con mozioni
ed interrogazioni: l'europarlamentare Mario Borghezio, la consigliera provinciale Roberta
Capotosti (Fratelli
d'Italia), il consigliere comunale Max Bastoni (Lega Lombarda) e la consigliera
Rita Cosenza (di Destra Civica per Milano).
Roberto
Jonghi Lavarini
Piena solidarietà a Lealtà e Azione!
Esprimiamo
la nostra piena solidarietà ai Camerati del Movimento Lealtà e Azione che,
questa notte, hanno subito un vile attentato incendiario alla propria sede di
Via Generale Govone a Milano. La matrice è assolutamente chiara, come nel caso
di Cuore Nero (nel 2007), si tratta dell’ennesimo atto terroristico della
estrema sinistra comunista ed anarchica che frequenta gli oltre 30 edifici
occupati abusivamente a Milano. Ma evidenti sono anche i responsabili morali di
questa violenza becera ed impunita, ovvero i professionisti dell’antifascismo
militante che soffiano sul fuoco, come, ad esempio, il compagno Saverio Ferrari
(dirigente di Rifondazione Comunista e responsabile dell’Osservatorio sedicente
“Democratico” sulle nuove destre), che spia e scheda i vari movimenti di
destra, descrivendoli in maniera assolutamente faziosa, distorcendo
completamente la realtà delle cose, diffondendo odio e veleno, in internet e
sui giornali, allarmando, così, l’opinione pubblica e creando inutili tensioni
sociali. Ma, come giustamente affermato, da Lealtà e Azione, nel suo primo
commento ufficiale, dopo l’attentato: “Ma come potete pensare che del fuoco
arresti la corsa di un fiume in piena?” L’infame fuoco dei rossi è solo
combustibile che alimenta la nostra fiamma ideale, rendendoci più convinti,
determinati, forti ed uniti di prima!
Comitato DESTRA per MILANO - per l’Europa
dei Popoli
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