GRAZIE SIGNOR PUTIN, PER IL SUO CORAGGIO DI DIRE LA VERITÀ - di Paolo Deotto
La stampa nazionale è sotto choc. Un uomo che non è proprio l’ultimo venuto, il presidente russo Vladimir Putin, ha rilasciato dichiarazioni che hanno scosso la delicatissima sensibilità occidentale che, almeno a livello dei politici e dei loro disciplinati portavoce (ossia quasi tutti gli organi di informazione, fatte le dovute ma purtroppo scarse eccezioni) è tutta tesa alla creazione di un nuovo mondo festante, tra lustrini, mutandine di pizzo e tanga leopardati, indossati dai nuovi profeti, gli omosessuali. Ripetiamo: a livello dei politici, e dei loro ben più potenti mandanti, perché la gente comune è troppo occupata a sopravvivere alla crisi economica per avere il tempo di occuparsi di fesserie e di perversioni sessuali.
Il Messaggero, Il Quotidiano nazionale, La Stampa, Repubblica, Libero e tanti altri hanno messo in prima pagina una notizia-bomba: il presidente russo Putin nel corso di un incontro internazionale tenuto a Mosca è tornato a difendere la legislazione russa che punisce (peraltro con pene lievi e pecuniarie) la propaganda dell’omosessualità di fronte a minori e con l’occasione ha anche fatto una battuta sulle vicende giudiziarie di Berlusconi: “Se fosse stato un gay, nessuno lo avrebbe toccato con un dito”. Se consideriamo che all’incontro era presente anche uno dei più illustri veterani dell’antiberlusconismo viscerale, il prof. Romano Prodi, emblema vivente dei miracoli della formaldeide, abbiamo un quadro completo e abbastanza divertente della situazione.
Si impongono comunque delle precisazioni: se Berlusconi fosse omosessuale non avrebbe mai avuto un così largo consenso da parte degli elettori, essendo gli italiani, grazie al Cielo, un popolo di persone normali e molto migliori dei loro politici. Berlusconi comunque è stato perseguitato dalla magistratura perché, soprattutto con le ultime elezioni, ha dimostrato di essere ancora un pericolo molto serio per una sinistra che non ha nulla da dire e che quando agisce fa solo disastri. Ma chiaramente la battuta di Putin su Berlusconi vuole sottolineare la soffocante ingerenza della lobby omosessuale sulla politica.
Tutti presi dall’ossessione antiberlusconiana, alcuni giornali non hanno nemmeno riportato altre parole pronunciate dal presidente russo. In particolare:
"Noi vediamo come molti paesi euroatlantici si sono messi sulla via del rifiuto delle proprie radici, compresi i valori cristiani - ha sottolineato Putin -, che sono la base della civiltà occidentale, negando l'identità nazionale, culturale, religiosa, e persino del genere (sessuale)".
E ancora:
“senza i valori radicati nel cristianesimo e le altre religioni del mondo per migliaia di anni, senza rispettare gli standard di moralità millenari, inevitabilmente gli individui perdono la dignità umana."
Insomma, Putin non ha parlato solo di Berlusconi, ha fatto un discorso ben più ampio. Ha detto, in sostanza, che il sole sorge a est, che l’acqua è liquida e che l’aria è gassosa. Ha detto quelle elementari verità di buon senso comune, per sostenere le quali serve una qualità ormai molto carente tra i politici nostrani e del felice democratico e libero mondo occidentale: il coraggio.
Con l’occasione, visto che la stampa è tornata qua e là a parlare della legge russa che ha suscitato discussione, preoccupazione, indignazione, in tutto il mondo, sarà bene ricordare che questa terribile repressiva legge non fa altro che punire non l’omosessualità in se ipsa, bensì la propaganda di comportamenti sessuali anormali fatta davanti a minori. È insomma una legge a tutela dei minori, non a repressione degli omosessuali, che hanno tutto il diritto (se proprio lo vogliono) di vivere la loro malsana devianza, ma non hanno assolutamente il diritto di corrompere i giovani. E le pene sono, lo ripetiamo, molto lievi.
Mentre il nostro Parlamento legifera per fare degli omosessuali una categoria speciale, degna di protezione specialissima e per reprimere ben bene chi si azzarderà in un domani a fare qualche obiezione (del resto, la Rivoluzione francese ci insegna che per difendere la sacra libertà bisogna pur toglierla ad altri, meglio ancora se ammazzandoli), da Oriente ci arriva un buon messaggio.
Ci troviamo così, ancora una volta, a ringraziare il presidente Putin, che non solo ha contribuito finora a calmare i bollenti spiriti bellici del negretto di Washington (Nobel per la pace! C’è da ridere, anzi, da “morire” dal ridere), evitando i bombardamenti sulla Siria, ma che ha anche ricordato a un mondo occidentale debosciato, pronto al suicidio, le elementari verità senza le quali la società, intesa come consorzio civile costituito per il bene di tutti, muore: difesa delle proprie radici, valori religiosi, moralità e, dulcis in fundo, dignità.
Già: dignità. Signori politici, signori giudici giacobini, signori giornalisti di regime, provate a ripetere questa parola: dignità. Magari, a forza di ripeterla, ve ne verrà nostalgia, e allora potrà cominciare una stagione migliore per tutti.
Grazie, signor Putin!
PS: a Roma la nuova amministrazione guidata da Marino ha dato un bell’esempio del concetto sinistro (in tutti i sensi) di “libertà”, facendo rimuovere dei manifesti del Fronte Nazionale, di solidarietà con Putin. La notizia è del 5 settembre.
Secondo PS: A proposito del minacciato attacco alla Siria, proprio oggi un amico mi invitava a non sottovalutare l’efficacia della preghiera fatta di recente per la pace. Gli ho risposto che non la sottovaluto, anzi sono convinto che la preghiera per la pace sia stata preziosissima. Parlo, ovviamente, di preghiera cattolica, perché mi rifiuto di credere nell’efficacia di “preghiere” di false religioni, non essendoci salvezza fuori dalla Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana.
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