Destra per Milano ricorda e saluta l'amico
Generale di Divisione Comm. Prof.
AMBROGIO VIVIANI
28.10.1929 - 3.9.2013
già Comandante della Brigata Paracadutisti Folgore e poi Capo dei Servizi Segreti Militari (SISMI), esempio di sana famiglia di militari "vecchio stampo", autentico patriota (amava ricordare di essere nato il 28 ottobre, anniversario della Marcia su Roma), fedele monarchico, più volte candidato con il Movimento Sociale Italiano del quale è stato anche Dirigente Nazionale e Parlamentare
È morto nella notte, alla clinica «I cedri» di Fara, il generale Ambrogio Viviani, colpito da un’emorragia cerebrale. Avrebbe compiuto 84 anni il 28 ottobre. Abitava a Oleggio. Aveva militato per trentasei anni nell’Esercito: era entrato in Accademia militare a Modena nel ’49 e nel ’58 conseguì il brevetto di paracadutista alla Scuola militare di Pisa. Dopo le Scuole di Guerra di Civitavecchia e tedesca, una carriera che lo portò al comando del 3º Reggimento bersaglieri, della 3ª Brigata meccanizzata Goito e della Brigata paracadutisti Folgore. E ancora: capo della sezione addestramento della Brigata cavalleria Pozzuolo del Friuli, della sezione regolamenti dello Stato Maggiore Esercito, Addetto militare all’estero, capo del controspionaggio dei Servizi Segreti italiani (Sismi) dal ’70 al ’74, vicecomandante della 17ª zona militare Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta, raggiungendo il grado di Generale di divisione. Fu anche parlamentare nei Radicali e nel Gruppo Misto (’09-91). Negli ultimi anni si dedicava allo studio e alla divulgazione di avrie tematiche che aveva approfondito in vari ambiti, con conferenze e seminari.
OLEGGIO – Si sono svolti oggi pomeriggio, giovedì 5 settembre, alla chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo di Oleggio, i funerali del generale Ambrogio Viviani, morto all'alba di martedì scorso, alla clinica “I Cedri” di Fara Novarese. Viviani avrebbe compiuto 84 anni ad ottobre. A celebrare le esequie, in una chiesa parrocchiale gremita di famigliari, amici e conoscenti, don Gianluca Villa, arciprete di Stresa. Tra i presenti anche molti bersaglieri e rappresentanti dell'Esercito. Cremonese di nascita, Viviani aveva militato per 36 anni nell'Esercito italiano. Era figlio del colonnello dei bersaglieri Francesco Viviani, deportato in campo di concentramento negli anni della Seconda guerra mondiale e deceduto per i postumi del lager in Germania. Entrato nell'Accademia militare di Modena nel 1949, nel 1958 aveva ottenuto il brevetto di paracadutista alla scuola militare di Pisa e, quindi, aveva frequentato la Scuola di Guerra di Civitavecchia e quella tedesca. Nella sua vita si era impegnato anche in politica. Attualmente risiedeva ad Oleggio. Lascia la moglie Maria Rosa, i figli Paolo, Francesco e Claudio e i nipoti.
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