Tante volte siamo caduti e tante volte ci siamo rialzati. Ma guai a pensare che ciascuno di noi sia insostituibile. La fase nuova che dobbiamo aprire ne La Destra e’ per le idee di cui siamo tenaci sostenitori e non per noi stessi. Altrimenti – voglio dirlo a Marcello Veneziani – per qualche seggio in Parlamento avremmo potuto fare un accordo elettorale con La Russa e la Meloni. Saremmo tornati a farci chiamare onorevoli, in totale una trentina di ex An in Parlamento anziché venti. Era questo il fine della nostra battaglia politica? I nostri uomini di cultura federino anziché frustarci, che non ha proprio senso mettere alla berlina chi ha dato tutto se stesso a un’idea, altro che storie. Nei prossimi giorni spero di incontrare Veneziani e spiegargli che cosa vorrei fare. Noi, quando abbiamo fondato il partito, volevamo proporre al Paese una forza politica onesta e identitaria. Ma l’Italia ha privilegiato i partiti grandi a vocazione governativa e la protesta di chi manda sconosciuti in Parlamento a sghignazzare sul destino di una Nazione. Da qui bisogna ripartire. Domanda: c’è ancora uno spazio per una forza identitaria in un paese che l’identità propria sembra averla smarrita al punto da affidarsi più a uomini che a idee? Credo che la risposta sia obbligata e che imponga atteggiamenti conseguenti. Come tornare ad emozionare e’ il nostro problema, la passione e’ stata una forza trascinatrice nella nostra formazione culturale ben più che l’aspettativa di potere. Nessuno, tantomeno io, intende arrendersi. Ma il messaggio da offrire agli italiani deve per forza di cose essere differente rispetto a quello che ha riscosso scarso consenso. Credo nella sovranità come opzione da rappresentare, ma chi sta fuori dal Parlamento deve essere capace di farla identificare con gesti ed eventi di forte simbolicità. Per questo mi piacerebbe un movimento rinnovato, rappresentato da una dirigenza più fresca, che accompagnerei con ancora più entusiasmo in un percorso capace di suscitare entusiasmo. Due cose non mi si possono chiedere: di dover spiegare ogni giorno a qualche matto che si diverte sulla rete che non mi interessa costruire l’armata nera di un altro secolo; e che e’ assolutamente inutile ripercorrere la zeromania che ha contagiato i Romagnoli, i Fiore e persino Casapound. Mi spiace, ma non e’ il mio mestiere.V oglio offrire all’Italia una destra nuova, ricca più di testa che di muscoli. Se non siamo egoisti lo spazio politico può tornare ad esserci. Ma senza piagnistei sul bel tempo andato.
Il 16 marzo, al comitato centrale dovremo avere idee chiare.
http://www.ilgiornaleditalia.org/news/politica/845362/Un-percorso-nuovo-per-la-destra.html
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