A distanza di qualche giorno dall’esito delle elezioni credo
si possa fornire lo spunto per intavolare una discussione sul futuro del nostro
partito ispirata da criteri di pro positività e non da necessità di istinto di
sopravvivenza. Voglio dire che per prima cosa non penso più al perché non siamo
entrati in Parlamento, ma al perché non riusciamo a raccogliere il consenso di
tutta quella gente arrabbiata come noi. Allora il pensiero corre subito al mito
dell’unità d’area. Un mito sfatato anche dai numeri, quelli delle elezioni,
visto che molte forze movimentistiche, e non per forza “imborghesite” come la
nostra, hanno ceduto alla tentazione delle votazioni, senza raccogliere
risultati significativi. Dicevo. Un mito sfatato. Per quanto mi riguarda,
infatti, con gli zero virgola di tutti, cade una volta per tutta la necessità
di parlare di riunire l’area. L’area non esiste, almeno quando si tratta di
richiamarla a riconoscersi con un partito o una forza movimentistica che si
candida per “cambiare il sistema” in Parlamento. Ecco la discriminante alla
quale mi ispiro per sviluppare questo ragionamento. O si pensa a fare politica
chiamiamola istituzionale o si pensa a fare movimentismo radicale e di
protesta, intransigente, qualcuno direbbe dura e pura. Entrambi nobili
intenzioni, ma che vanno coltivate in modo diverso. Io scelgo la via cosi detta
istituzionale. Tanto per semplificare il discorso. Scelgo cioè un comportamento
politico che non può essere riconducibile ai metodi, agli slogan e ai
comportamenti, ripeto nobilissimi, delle destre, o non destre, dipende dai
punti di vista, radicali. Metodi, slogan e comportamenti. Tutti da riscrivere
per gente che come me si interroga su dove siano finiti i voti che intercettava
Berlusconi, quando da ribelle più di Fini, sapeva interpretare la rabbia di chi
non si sente di sinistra. Questa la vera sfida del futuro. Con un vantaggio.
Sapere di essersi comportati sempre in maniera onesta e integerrima. Ma di non
saperlo comunicare alla gente. Allora, con questo scritto, intendo stimolare la
passione di quanti ancora hanno voglia di scommettere in un futuro politico di
una comunità che sa fare auto critica e vuole imparare dagli errori del
passato, per non ripeterli. Quanto meno. Poi. Spero che la dirigenza nazionale
del partito sappia interpretare l’esigenza della base che anche in questa
campagna elettorale ha capito che la gente vuole risposte più concrete da un
partito di protesta come il nostro può essere. Meno filosofia nei concetti e
molto più pragmatismo nelle risposte. Cominciamo con il coinvolgere esperti di
settore per dare risposte più articolate e concrete ai problemi spiccioli della
gente. Come fa la Lega per esempio quando parla di 75 per cento di tasse sul
territorio. Usiamo tutti i mezzi a disposizione per gridarli o farle circolare.
A quel punto saremo stati in grado, tanto per semplificare, di elevarci dallo
stato comatoso di questi ultimi mesi. Poco importa se i risultati non dovessero
arrivare subito. L’importante è sapere di aver trovato un metodo convincente,
prima a noi stessi.
Sabato 9 marzo 2013
alle ore 10.00 si terrà presso la sede del Partito in piazza Oberdan 3 a Milano
un'assemblea aperta ad iscritti e simpatizzanti per confrontarci sul
"nostro" futuro politico ... Vi aspetto. Eliana Farina
Si blablabla e poi scappa e non paga i dipendenti che han lavorato per la sua cooperativa Miassistenza ... complimenti!
RispondiElimina"Sapere di essersi comportati sempre in maniera onesta e integerrima" ahahahahha proprio tu che non paghi gli stipendi dei tuoi dipendenti??!! ma sei senza vergogna!!
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