Dopo aver analizzato il
risultato elettorale delle ultime consultazioni, constato la pressoché
inesistenza delle destre, comprese quelle a cui per spirito di ospitalità è
stata messa avanti la parola centro, e ritengo sia doveroso fare delle
considerazioni sul futuro.
Tutte le liste
dell’area che va da “Fratelli d’Italia” alla loro destra racimolano non più del
3% a livello nazionale, tenendo presente e considerando che le somme
matematiche in politica danno un risultato sempre in difetto piuttosto che in
eccesso. Questo dato potrebbe essere marginale se dietro a tutte queste sigle
ci fosse un progetto concreto di crescita e una visione comune di dove stare e
con chi stare, visto che la di là delle scelte montiane suggerite dall’estero,
piuttosto che grilline suggerite dalla comprensibile rabbia degli italiani, la
nostra democrazia si conferma sempre più bipolare.
Il problema è che,
visti i mezzi e le forze e il radicamento a sinistra piuttosto che per il partito
del capo a destra, questa democrazia non diventi o rischi di diventare così
come sembra una democrazia a bipartitismo.
Raccolgo con piacere e
rinnovata stima e rispetto l’appello che oggi 1.3.2013 Francesco Storace lancia
di una costituente con facce nuove, con i colonnelli ed i capi della galassia
destra che facciano un passo indietro a partire da noi stessi.
Ma il rischio, visto e
considerato la situazione politica e parlamentare contingente, è che nessuno
sia in grado di cambiare la legge elettorale. E se basta uno 0,4 per prendere
220 deputati in meno o addirittura uno 0,04 a “Fratelli d’Italia” per far sì
che anche un piccolo manipolo di deputati de “La destra” potesse entrare,
esiste il grande rischio che il prossimo tsunami possa spazzare via anche la
neocostituente.
Il nostro mondo deve
essere nella consapevolezza bipolare in grado di creare una forza smarcata dal
partito del capo, in grado di parlare non plasticamente alla gente, ma
direttamente e nella gente, così come ha fatto Grillo e in parte, grazie alle
forze economiche e mediatiche, ha fatto anche il capo della nostra coalizione.
Dico smarcata perché
non è possibile non creare una linea di demarcazione tra Storace che si è fatto
7 anni di gogna giudiziaria in un angolo e chi della gogna giudiziaria se ne
frega, al di la della solita tiritera dell’accanimento dei giudici. Così come
non si può alle 16.00 del pomeriggio essere seduti nella villa di Arcore e alle
17.00 fondare “Fratelli d’Italia”.
Il fallimento de “La
destra Storace” ed in parte nonostante quello che si proclama, della destra di
“Fratelli d’Italia”, visti i mezzi, il radicamento e la rete di potere, in
particolare in Lombardia, denotano che la destra in tutte le sue componenti è in
continuo declino. Il successo non è non avere eletto Fini, e brindare come
qualche amico ha fatto in Piazza San Babila. Diversamente invece, sarebbe stato
bello brindare per un bel gruppo di deputati portati da entrambe le forze
politiche. Non dimentichiamo i 150 deputati di “Alleanza Nazionale”.
Ciò che si chiede ai
leader non è solo la costituente, ma è riempire di contenuti la stessa, che
vada al di la delle conventicole e i nepotismi di tipo lombardo dell’ex
Ministro della Difesa che neppure ha saputo eleggere i fratello in regione; la
costruzione di una destra popolare che sappia ancora parlare ai deboli e li
sappia interpretare e si smarchi dalle logiche di potere così come accade in
Lombardia negli ultimi anni, che faccia la differenza sulla finta sussidiarietà
degli alleati di “C.L.” e della “Compagnia delle Opere” e cominci ad aprire e
sappia costituire e rivitalizzare la politica sindacale nel senso puro del
termine, che non può essere quella delle tessere false ugl o dei permessi o dei
distacchi sindacali.
La “Lega”, nonostante
il suo tracollo,si e' smarcarta dal Capo ed è riuscita comunque ancora ad
essere ben rappresentata in Parlamento, piuttosto che in Regione Lombardia,
dove la lista di area civica per Maroni ha raccolto il 10% e questo dimostra
che nella coalizione vi è voglia di altro. Di differenza.
Per i nostri elettori
che vedono come leader della destra Silvio Berlusconi, capace delle rimonte
elettorali, ma incapace o disinteressato alla costituzione di un partito
radicato, anzi infastidito da questo, per cui è meglio candidare la valletta di
turno piuttosto che la persona radicata nel territorio, questa non è destra, è
qualcosa di differente che non corrisponde ai valori di base ai cui la destra
da sempre si richiama.
Quindi puliamo anche il
nostro partito dalle posizioni di rendita (ridicole) il partito non è e non
deve essere un marchio in franchessing all'isegna del "c'era una
volta". La scelta e' un cambio generazionale ? Ben venga purche' non
diventi uno scontro generazionale e lo si faccia "levando" a questa
volonta'" i vecchi e nuovi bastoni dalle ruote ". Costruiamo dietro o
meglio al fianco qualcosa di nuovo e di antico nel suo insieme , qualcosa di
identitario attuale e non reducista. Costruiamo tutto cio' che non si serva dei
cittadini ma che serva ai cittadini , senza illudersi dell'efficacia dei nuovi
strumenti di comunicazione (twitter facebook) perche' Grillo non aveva solo
quelli ma anche le piazze e i gazebo affollati.
Beppe Mambretti
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