CCP

giovedì 22 novembre 2012

Romagnoli: "No allo stato di polizia fiscale".

Una pletora di burocrati italiani e troppa parte dei Partiti e dei politici nazionali ama citare, incensare e scopiazzare, spesso a sproposito, quanto è fatto negli e dagli Stati Uniti. E’ prassi consolidata sentirli ammirare dal sistema delle primarie fino alla fervente, vivace spiccata democrazia (a prescindere che governino i Democratici o i Liberali), e così a seguire. Colpisce che nessuno si ispiri alle politiche dell’immigrazione messe in atto negli USA e ancor di più alle politiche fiscali, che sembrano di assoluta equità e funzionalità. Da noi per ottenere il pagamento delle tasse dai disonesti si vessano gli onesti (che immaginiamo siano la maggioranza degli Italiani), tanto da porre in essere una sorta di regime di polizia fiscale. La lotta all’evasione fiscale più che semplicemente giusta è un dovere di equità dello Stato e delle sue amministrazioni, come reciprocamente è dovere di questi ben amministrare ed investire per il benessere primo dei contribuenti (una volta avremmo detto della Nazione). Ciò non significa che la lotta all’evasione debba essere coercitiva, indagatoria, oppressiva e, tanto più in epoca di crisi, ulteriormente depressiva. Esistono metodi più funzionali e semplici del “redditometro”, adottati da decenni negli USA e che da noi non si vogliono adottare, come ad esempio, quello di consentire a tutti di scaricare le proprie spese, con ovvia drastica riduzione del “nero” e dell’evasione. L’ineffabile Mario Monti, partecipando a Milano al Financial Times Italy Summit, invece non riuscendo ad individuare un sistema per combattere i grandi evasori (che dire delle Fondazioni ad esempio?) ha sostenuto: “vorremmo introdurre una tassa generalizzata sui patrimoni ma, non avendo gli strumenti, non vorremmo favorire l’allontanamento dei capitali”. Con l’accusa di evasione fiscale, negli USA, hanno sconfitto Al Capone, in Italia perseguitano con Equitalia chi è in ritardo nel pagamento di un’oblazione, mentre ai grandi evasori conclamati, glissando ovviamente sugli emuli nazionali di “Al” spesso fiscalmente inesistenti, si condona e si sconta. Speriamo che anche chi ci amministra così male sconti qualcosa, prima o poi; va bene anche se sconta all’inferno.

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