CCP

venerdì 29 ottobre 2010

IO AMO MILANO: UNA LUNGA STORIA D'AMORE


E' la storia di un rapporto speciale, unico... è quello che unisce i milanesi, che siano doc o "acquisiti", a Milano. Qui, uno spazio tutto dedicato a chi ama, nonostante i suoi numerosi limiti e difetti, questa grande signora lombarda Strumenti utili Carattere Salva l'articolo
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aiuto "Una volta girovagavo nei desolati quartieri periferici e vagabondavo lungo i terrapieni delle ferrovie, affascinato dal pittoresco romantico di Porta Ticinese, dei canali.
Adesso c'è la metropoli dei grattacieli, la city un po' avveniristica, un po' provinciale: un misto tra il risotto e l'acciaio, che mi diverte".


Così Alberto Lattuada, il grande regista e produttore, parlando di Milano. Sono passati molti anni, ma Milano è ancora così, una città in bilico tra antico e moderno, tra storia e innovazione, tra lentezza e frenesia.

Sono proprio i mille volti di Milano che vogliamo imparare a conoscere, e ad amare. Per questo abbiamo deciso di dedicare tutta una sezione a chi questa città la ama e vuole aiutarci a scoprirla, nelle sue numerose contraddizioni.

Per parlare dell'amore verso Milano, abbiamo deciso di interpellare chi da anni si dedica con dedizione alla cura di questa città. E' Amsa, l'azienda che da oltre cento anni si occupa di raccogliere i rifiuti solidi cittadini.

Quando i milanesi dormono, c'è qualcuno che si prende cura delle loro strade. Sono gli uomini di Amsa che con pazienza e precisione restituiscono ai milanesi, al loro risveglio, una città più decorosa e vivibile.

Simbolo del rapporto simbiotico tra Milano e Amsa, è il logo stesso dell'azienda: il Duomo che si riflette perfettamente nella piazza antistante, perfettamente pulita, creando una sorprendente illusione ottica di un doppio Duomo.

Certo, direte voi, una piazza così linda non si vede tutti i giorni: Milano è sporca, piena di piccioni e smog, starete pensando. Ma in questa sede vogliamo dare spazio all'ottimismo, all'idea che una Milano migliore ci sia, e vada solo scoperta.

Per farlo abbiamo bisogno di voi. Voi che abitate Milano, che quotidianamente andate al lavoro per le sue strade, che la popolate la sera agli happy hour, che la abbandonate d'estate... Ma che, nonostante tutto, la amate.

Siete pronti?

Fonte: http://www.ilgiornale.it/?SS_ID=-1

Marcello Veneziani vs Gianfranco Fini



Il leader vuoto perfetto da riempire
di Marcello Veneziani


Non sottovalutate Fini, ha un’arma micidiale che non avete preso in seria considerazione. Fini non ha un progetto politico o addirittura culturale, non ha una strategia, non ha spazi politici, non ha voglia di lavorare, non ha idee, non ha consistenza. Ma proprio quella è la sua arma micidiale: Fini attira perché (...)
(...) è vuoto. Non è una battuta, è una valutazione politica che ha forti implicazioni. Fini è un recipiente vuoto e trasparente che ciascuno riempie come vuole. E può dunque diventare un punto di raccolta indifferenziata, una buca delle lettere o un cassonetto, se preferite, di notevole capienza. Fini può raccogliere tutti coloro i quali sono rimasti delusi per aspettative personali, carriere frustrate, dissensi politici, perfino divergenze ideali e filosofiche, perché è un medium freddo, inodore, insapore.
Se fate un viaggio tra coloro che si stanno avvicinando al suo partito trovate le motivazioni più disparate, in cui la stima e la fiducia verso Fini è una quota assai piccina. Fini diventa la discarica o il collettore di tutti i malesseri che si annidano nel centrodestra, di coloro che temono l’anagrafe di Berlusconi o di quanti non sopportano qualche colonnello. In più, mancando di qualunque contenuto, è un ottimo marsupio per depositare le proprie idee: c’è chi sogna con lui di rifare la destra e chi sogna di uscirne definitivamente, per alcuni è la promessa di tornare al passato e per altri è il futurista, c’è chi ritrova nella sua rottura con il premier l’indole d’opposizione del vecchio Msi e chi lo vede invece come una specie di ardito cercatore di terze vie, di incroci inediti con la sinistra, di trasgressioni politiche e culturali. C’è chi vede tramite lui la possibilità di essere finalmente legittimati a sinistra e chi vede nel suo partito una candidatura in un collegio già occupato da altri del Pdl. La sua vacuità è oggi la sua vera risorsa. Ma questo non vale solo in ambito interno. Fini attira i poteri forti, grandi e piccini, opachi e perfino occulti, perché non è portatore di un suo progetto, non ha punti fermi e non negoziabili, non ha un nucleo di pensieri suoi e di proposte forti; è la confezione ideale per essere riempita, veicolata e magari scagliata contro qualcuno (Berlusconi). Fini muta col mutare dei suoi utenti, assorbe le parole dell’ultimo che gli parla, è una specie di tassista della politica; la corsa e la destinazione la decidono i clienti. Studiava da duce, poi finì da conducente.
Fini è pure un buon involucro per avvolgere la sinistra, il centro e tutte le forme di antiberlusconismo, perché non portando nulla di suo, essendo un portatore sano e provvisorio di idee altrui, è utile alleato per qualsivoglia proposito. Fini non dispiace nemmeno a piccoli cenacoli intellettuali che non trovano collocazione nel presente quadro, vecchie nuove destre e vecchie nuove sinistre che da anni cercano spazi e visibilità e non la trovano: ora hanno trovato l’icona giusta su cui cliccare per accedere alla visibilità, hanno trovato il gadget politico per i loro discorsi e progetti; e sapendo che si tratta di un contenitore neutro e asettico, di un conduttore atermico, possono usarlo come credono. Quando si dice che Fini è il nulla in cravatta non si esprime disprezzo ma una rigorosa valutazione politica.
Di questa utile vacuità si accorse per primo Tatarella quando lo lanciò come erede di Almirante nell’87. Perché Fini consentiva per ragioni anagrafiche di saltare la generazione dei fascisti e dei colonnelli più anziani; ma soprattutto, Pinuccio confidava agli amici, Fini è multiuso, può essere usato per rifare il vecchio neofascismo, per tentare alleanze con la Dc o, aggiungeva preveggente, perfino per tentare intese con la sinistra. Perché non è portatore di sue idee, lui parla, dopo aver orecchiato; deve avere una chiavetta tra le scapole per caricarlo al punto giusto. Un carillon da piazza e da tv, una scatola vuota.
Se provate ad esaminare il suo linguaggio vi accorgete che la fonte principale delle sue riflessioni politiche e del suo successo mediatico sono i proverbi o comunque le frasi fatte. Dice con tono erudito «chi la fa l’aspetti» e la stampa lo esalta scrivendo: che statista. Poi dice come se stesse rivelando una verità nascosta: «La legge è uguale per tutti» e tutti lì a incensare il suo coraggio e la sua lucidità. Poi prosegue in tono scientifico: «Meglio soli che male accompagnati», e gli analisti osservano l’acume strategico delle sue scelte. Un giorno dirà: «Il lupo perde il pelo ma non il vizio» e inebriati dalla sottile allusione, gli osservatori diranno: abbiamo finalmente un vero leader per la destra europea e democratica del futuro.
Il lessico finiano è attinto non dalle scuole di politologia ma dalle scuole elementari, ramo maestre del primo biennio, come vogliono del resto i suoi studi scolastici e universitari; nel triennio seguente già sarebbe inadeguato. Ma l’ovvietà rassicura, fa sentire anche i cretini persone intelligenti che capiscono la politica, e soprattutto conferma la sua promettente vacuità: ognuno inserisce dentro Fini quel che lui crede, pensa o preferisce. Non sottovalutate la sua vacuità, è il suo punto di forza e di consenso. Anche perché rispecchia il più generale vuoto della politica, di cui è l’indossatore perfetto.

XXVIII OTTOBRE 2010





Oltre un centinaio di patrioti, ieri sera a Milano, hanno festeggiato, come tradizione, l’anniversario della Marcia su Roma, alla cena organizzata dalla Associazione Nazionale Arditi d’Italia (ANAI).

Il Capitano Francesco Lauri ed il Caporale Leonardo Romano, Segretario del Reparto ANAI di Milano (intitolato all’Ardito Ampelio Spadoni, vice Comandante della Legione Autonoma Ettore Muti), dopo aver citato Josè Primo de Rivera (fondatore della Falange spagnola) hanno presentato il nuovo labaro della sezione, benedetto dal Cappellano Militare, Don Marco Melzi.

Il Cav. Pierpaolo Silvestri, Presidente Nazionale ANAI, ha ricordato la figura del Comandante Ardito Gianni Cordara di Milano che partecipò alla Marcia su Roma ed ha consegnato due medaglie commemorative del 90° anniversario di fondazione della gloriosa associazione combattentistica e patriottica, con relativi diplomi di benemerenza, a Don Melzi ed al Dott. Roberto Jonghi Lavarini. L’Ausiliaria ANAI, Marcandelli, ha declamato una bellissima quanto lunga poesia dedicata a Benito Mussolini.

Hanno portato il loro commosso saluto tre ex Combattenti della Repubblica Sociale Italiana: Ivan Bianchini (Marò del Battaglione Nuotatori Paracadutisti della Decima Flottiglia Mas del Comandante Principe Junio Valerio Borghese, con encomio solenne per azioni di guerra), Lino Menghini (Aviere Marconista della Regia Aeronautica poi aggregato come volontario “fallschirmjaeger” alle truppe d’assalto germaniche) ed il vulcanico Sergio Spinelli (Volontario, a soli 14 anni, nelle Fiamme Bianche della RSI e figlio di Ardito della I Guerra Mondiale).

Erano presenti, fra gli altri: Dario Casorati (festeggiato per il suo 70° compleanno) ed il Conte Alessandro Romei Longhena, Sergio Pogliaghi (vice Presidente vicario della Associazione Combattenti della X° MAS), Romano Cramer di Albona (Segretario del Movimento Nazionale Istria-Fiume-Dalmazia), il Conte Prof. Giuseppe Manzoni di Chiosca (presidente della associazione insegnanti AESPI), Lucia Parisi (vice Presidente della Associazione per la Formazione al Giornalismo), Francesco Filippo Marotta (del movimento Destrafuturo), Mario Mazzocchi Palmieri (del Comitato Destra per Milano), Rino “Banana” Demango (del comitato Destra per Rho), Leonardo Bianchi (della associazione Progetto Zero di Monza), gli operai metalmeccanici Fallara e Fiore, rappresentanti del sindacalismo nazionale (dirigenti UGL ex CISNAL) e l’Avv. Gabriele Leccisi (figlio di Domenico, mitico deputato missino milanese) con una folta delegazione della Fiamma Tricolore.

Sono giunti i saluti ufficiali di Pasquale Cioffi (Presidente della Associazione Arma di Cavalleria, pluridecorato reduce di Russia), del Conte Fernando Crociani Baglioni (Presidente del Centro Studi Storici e Politici Internazionali Patria e Libertà) e del Prof. Alberto Mariantoni.

Da segnalare, in nome della continuità ideale e generazionale che, da sempre, contraddistingue questi raduni camerateschi, la presenza di due bambini di pochi mesi, rispettivamente figli di Leonardo Romano e del Conte Ezra Foscari Widmann Rezzonico.

Per un gruppo di irriducibili, la serata è continuata, nei bar del rosso quartiere Isola di Milano, sotto la guida del Dott. Marcello Cerati e l'ultimo bindisi (quello della staffa) alla Rivoluzione Fascista ed alla Marcia su Roma è stato chiamato dal "Barone Nero" questa mattina alle ore 2.00.

mercoledì 27 ottobre 2010

XVIII OTTOBRE 1922-2010



XXVIII OTTOBRE 1922: con la Marcia su Roma, Benito Mussolini ed il Fascismo salvano l'Italia dal comunismo, dall'anarchia e dal caos, ripristinando l'ordine e ridando stabilità politica, economica e sociale alla Nazione. Noi non lo dimentichiamo!

Grazia e libertà per Tareq Aziz



TAREQ AZIZ, rappresentante della antichissima e martoriata comunità cristiana di Babilonia dei Caldei, già Vice Presidente e Ministro degli Esteri dell'Iraq, esponente "moderato" del partito nazionalsocialista arabo BAATH (Resurrezione). Qundo c'era lui, i cristiani irakeni erano numerosi, integrati e rispettati, oggi, invece, sono perseguitati ed in fuga.

MILITALIA

http://www.parcoesposizioninovegro.it/militalia/

lunedì 25 ottobre 2010

LIBERTA' di pensiero, ricerca, opinione ed espressione!

Il Comitato Destra per Milano ha sempre difeso la libertà di pensiero, opinione ed espressione, quindi esprime la propria convinta solidarietà ai confratelli Cavalieri dell'Ordine dell'Aquila Romana ed ai camerati Militanti del Movimento Lealtà e Azione, ai quali si vuole impedire un tranquillo pranzo sociale ed una interessante conferenza culturale. Trattasi di due iniziative del tutto pacifiche e private, aperte solo agli aderenti delle due associazioni (riconosciute) ed ai loro simpatizzanti.

Non ravvisiamo alcuno scandalo e nessun pericolo per la democrazia e la convivenza civile. Riteniamo le polemiche di questi giorni solo un tentativo della estrema sinistra di nascondere, con una cortina fumogena, il vero problema politico di Milano che è rappresentato dai cosidetti "centri sociali" che sono tutti edifici, abusivamente occupati, che vivono nelle totale illegalità e che, molto spesso, sono rifugi per spacciatori di droga, covi di odio e violenza e persino allevamenti di terroristi (brigatisti rossi ed anarco insurrezionalisti). Per questo, chiediamo al PDL ed alla Lega Nord di continuare nella giusta e necessaria campagna di legalità e di sgomberi.



lunedì 18 ottobre 2010

Le ridicole "trame nere" dei compagni buffoni!





Alle ultime "fantastiche" storielle dei pagliacci comunisti, oltre che con una necessaria denuncia per diffamazione, rispondiamo goliardicamente con una sana, grossa e grassa risata!

http://www.osservatoriodemocratico.org/page.asp?ID=3059&Class_ID=1004

http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3%3Ao21436%3Ae1

I reduci della sinistra comunista, oltre a confermare la propria ignoranza (confondendo, ad esempio, gli ordini cavallereschi cristiani con altre realtà assolutamente antitetiche), ripetono la stessa penosa cantilena, come da copione, o meglio come da manuale marxista-leninista di disinformazione, inventandosi chissà quali pericolose ragnatele e trame oscure (degne di qualche romanzo di fanta-politica). A questi compagnuzzi imbecilli dedichiamo una vercchia e simpatica canzone di musica alternativa che dimostra quanto la sinistra italiana sia, complessivamente, retrograda e cialtronesca:

http://www.youtube.com/watch?v=IeBUb1SgR_E

Compagni: ci fate schifo, ci fate pena ma ci fate anche ridere!

domenica 17 ottobre 2010

PROSSIMI INCONTRI


DALLA BATTAGLIA DI EL ALAMEIN ALLE MISSIONI DI PACE

Presso lo spazio Oberdan
Aperta al pubblico dal 21 al 30 Ottobre dalle ore 10 alle 17

PROSSIMI INCONTRI E LETTURE CONSIGLIATE


PRESENTAZIONE LIBRO EFFETTO DOMINO 21 OTTOBRE-21.30


Il Circolo Futurista ti invita alla presentazione del romanzo di Cesare Ferri dal titolo “Effetto Domino“.
Appuntamento giovedì 21 ottobre alle ore 21:30 nei locali del Circolo Futurista a Roma in via degli Orti di Malabarba, 15/a (adiacente via di Portonaccio) zona Casal Bertone.

INGRESSO GRATUITO

A seguire una breve recensione del libro:

Edoardo Regis, personaggio che può essere accettato o meno, ma che non può non essere discusso, fa del proprio odio un inno e un’arma contro la banalità dell’amore. Edoardo, l’homme révolté, odia gli altri esseri umani non perché misantropo, ma perché essi dimostrano di non provare quel vero amore che lui per primo (la contraddizione è soltanto apparente), prova nei confronti della vita. Non per nulla l’accusa che egli lancia verso i suoi simili è che non sono assolutamente capaci di assaporare, di gustare la vita attimo per attimo. Chi possiede il dono e la maledizione della lucidità esistenziale, chi pone quale primario elemento di riconoscimento il coraggio di guardare la vita in faccia, non può, al contempo, sopportare i comportamenti pavidi e incoerenti di chi segue la corrente della propria epoca.(dalla postfazione di Andrea Bedetti).

Cesare Ferri vive in un piccolo paese della Bassa Padana dopo aver a lungo abitato a Milano, dove è nato nel 1951. Si è laureato in filosofia presso l’Università di Bologna. Ha pubblicato: Il Messaggero del Sole. Introduzione a Giuliano Imperatore (Milano, 1985); I Pellerossa. Testimoni ed Eroi (Milano, 1990); Il “feticcio” lavoro e le sue vittime (Padova, 1991); Caos (Milano, 1995); La Valle del Nulla (Milano, 1998); Teatro (Bari, 2001); Normali per forza (Bari, 2002); Divagazioni di un annoiato (Bari, 2003); L’Età del Canbastardo (Milano,2008). Per i nostri tipi ha pubblicato Una sera d’inverno (2006).

Fonte: http://www.circolofuturista.org/

martedì 12 ottobre 2010

Liberati i minatori cileni!



Finalmente liberi i 33 minatori cileni intrappolati da due mesi sotto terra: un grande popolo, una grande nazione, un grande presisdente!

Noi andiamo avanti, liberi e coerenti!

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La stampa di sinistra ci attacca, ci insulta e ci descrive come pericolosi nostalgici fascisti ora al soldo di Berlusconi. I ridicoli allarmi antifascisti e le sconfusionate analisi politiche dei compagni comunisti e giacobini non ci spaventano affatto, ci fanno sorridere e ci danno più forza: se il nemico ci attacca, vuol dire che abbiamo ragione, che abbiamo intrapreso la strada giusta. Veniamo da lontano e non rinneghiamo nulla della nostra storia e della nostra militanza ma agiamo ed abbiamo sempre agito nel pieno rispetto della democrazia, della legge e della pacifica convivenza civile. Crediamo che sia giusto ed utile portare il nostro patrimonio di valori, idee, cultura e militanza politica all'interno del centro-destra e del Popolo della Libertà. Apparteniamo ad una destra popolare ed identitaria, profondamente radicata nella nostra tradizione nazionale ed europea, vogliamo fare Politica per portare avanti la nostra "rivoluzione conservatrice", altro che nostalgici, siamo futuristi!

DESTRA PER MILANO

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I nostri avversari parlano (male) di noi... per fortuna, vuol dire che siamo nel giusto!



Conferenza a Monza

Conferenza a Milano

Libro su Casa Pound

Con i Nazionalisti Serbo-Ortodossi

Musica Alternativa



Onore ai nostri Caduti!



I NOSTRI ALPINI TORNANO IN PATRIA


I nostri soldati tornano in Patria. Ancora una volta opinioni discordanti, fili di seta prossimi alla rottura, maledettamente legati all’unico filo conduttore: “L’Afganistan imbelle”, legato alle vicissitudini ancestrali di una guerra per sempre, voluta o non, poco importa. Tranne il fine dei “buoni”. C’e’ ancora qualcuno che rammenta. Viene in mente una data che per molti, nella propria mente, è ormai solo un lontano riverbero. Per molti, non per l’Unione Sovietica la quale ebbe all’epoca il suo Vietnam, la sua palude. L’URRS di Breznev non subì una semplice “ sonora lezione,” per quanto egli maledì per tutta la sua vita quel fatidico 14 dicembre del 1979, non riuscì certo ad inimicarsi una buona parte del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Ma questo e’ un discorso che meriterebbe forse un maggior approfondimento. In sintesi un chiarimento necessario per comprendere nella sua interezza il periodo storico in questione. Tornando ai giorni nostri, per così dire, riecheggia ancora nella Regione Afgana il grido di Massud. L’emblema della lotta del popolo afgano contro l’invasore sovietico. C’e’ chi ancora ode nella Valle del Panjshir un crepitio familiare simile alla sua voce. Una voce che ancora incanta, non per malinconia ma per eredità. Di ciò si discorre, di uno spirito ancora vivo oggi, restio anche a piegarsi ad ogni “invasione pacifica,”ad ogni sussulto esterno, contrario agli istinti congeniti di libertà del popolo afgano. I medesimi impulsi naturali dei nostri quattro alpini caduti in guerra . Si ha la netta sensazione che il termine “missione di pace” possa uscire ormai solo dalla bocca di pochi “nostalgici delle Crociate”. Pare invece più vicina la data del rientro dei nostri soldati; il 2013 sembra l’anno del “buon rientro”, per rispetto di un accordo, per gli indolenti che si aspettano e che si augurano una rivisitazione irrealizzabile di un simile 8 Settembre in campo internazionale. Per ora si onorano i caduti. Lo fanno gli “alleati” ( dovremmo ricordarci di far parte dell’UE non degli stati confederati) per bocca del Generale David Petraeus, il quale il 18 di settembre enunciò parole di gratitudine per i nostri soldati, denotando il valore nel combattimento e l’ottimo approccio funzionale nei distretti assegnati. Lode a Petraeus? Neppure per sogno. Non si discute di valore, ne di approcci, tanto meno di “strategie di vicinato” da spiattellare all’opinione pubblica. L’intero popolo italiano ben conosce il valore dei nostri soldati, senza però comprendere ancora una volta, il senso specifico di una guerra invece dell’andare in guerra. Tra le due espressioni c’e’ una netta distinzione, non da poco, conosciuta solo a chi combatte ed ha combattuto con fierezza servendo come i nostri alpini la Nazione. Dunque, inconvenevoli da poco? Giusto riappropriarci del valore e del termine libertà, dell’innato senso che la nostra Nazione possiede sin dai 150 anni di Unità e di sacrifici, per non soccombere ai diffamatori e ai “giustizieri delle libertà di comodo”.

F F M

Rinnovamento, Partecipazione, Trasparenza e Meritocrazia per un PDL più forte!



Finalmente sta per entrare in vigore il nuovo regolamento attuativo delle riforma dei servizi pubblici locali, purtroppo non retroattivo, che, insieme ai tagli previsti dalla legge finanziaria, dovrà rendere più responsabili e trasparenti le amministrazioni locali. Si tratta di una serie di provvedimenti, fortemente voluti dal Governo Berlusconi, in particolare dai Ministri Brunetta e Tremonti ma anche da alcuni autorevoli deputati del PDL come Massimo Corsaro, per risparmiare soldi, tagliare sprechi e porre un freno alla sistematica lottizzazione partitocratica delle società pubbliche e partecipate. Sostanzialmente viene codificata l’incompatibilità fra ruolo politico nelle istituzioni e ruolo gestionale ed economico negli enti e nei consigli di amministrazione. E’ un primo passo molto importante, oltre a quello del taglio proporzionale del numero degli eletti e dei loro stipendi, verso il rinnovamento della politica ma, da solo, non basta. Sono i partiti (tutti, nessuno escluso) che devono riformarsi secondo principi di partecipazione, trasparenza e meritocrazia.

Condivido quindi l’appello del Presidente Berlusconi a migliorare il mio-nostro partito, il Popolo della Libertà. Finita la lunga fase iniziale e transitoria, chiuso il doloroso quanto necessario capitolo della scissione finiana, il PDL deve organizzarsi bene, aprirsi a tutti gli Italiani di buona volontà, radicarsi sul territorio e nella società, riprendere cioè il progetto iniziale di un grande partito popolare di centro-destra a vocazione maggioritaria. Un partito "conservatore" nella sostanza (i valori della nostra tradizione e civiltà europea e cristiana) e "riformista" nella forma (presidenzialismo, federalismo, giustizia giusta, fisco equo, incentivi a famiglie ed imprese, grandi opere ed infrastrutture) che possa ambire veramente al consenso della maggioranza del nostro popolo.

Ma se il PDL vuole veramente ottenere questa “rivoluzione conservatrice”, deve incominciare subito a ripensare e riorganizzare se stesso ed a darsi un vero e proprio codice etico. La prima cosa necessaria è eliminare le incrostazioni di potere, il vergognoso cumulo di cariche e di mandati dei mestieranti della vecchia partitocrazia, creare partecipazione e ricambio generazionale, allargare la base del consenso, imporre un ricambio degli eletti, selezionare una nuova classe dirigente, veramente degna, capace e meritevole. Come ha detto giustamente Berlusconi, ripreso anche da Corsaro, dobbiamo mandare a casa i “fanniguttun” , i parassiti che vivono di politica e non per la Politica, coloro che non hanno mai lavorato seriamente in vita loro, che non conoscono i reali problemi delle famiglie e delle imprese italiane. Serve, quindi maggiore mobilità della classe dirigente, la Politica come servizio alle propria comunità, lasciando spazio a tutti, ognuno al suo posto ed ognuno al suo turno.

Per questo faccio subito alcune proposte concrete che saranno presto tema di discussione, dibattito, approfondimento, confronto, analisi, elaborazione e sintesi politica con gli amici di Destra per Milano, Destrafuturo, Patria e Libertà, Circoli del Buon Governo ed Associazione Archè, con Marco Clemente, Stefano Di Martino (in alto, nella foto, con Berlusconi), Fabrizio Hennig ed Emanuele Villantieri.

1) No al cumulo delle cariche e dei mandati. Un rappresentante del PDL dovrebbe ricoprire e svolgere bene un solo ruolo alla volta e solo per due mandati. Questo dovrebbe valere per tutte le cariche elettive ed istituzionali (parlamentari e consiglieri), per tutti gli incarichi fiduciari e di governo (ministri, sottosegretari ed assessori) ed anche per le nomine di partito (coordinatori regionali, provinciali e comunali). Chi riceve nuovo incarico-promozione, dovrebbe dimettersi dal precedente e lasciare spazio al primo dei non eletti. I rappresentanti del PDL che percepiscono, ad ogni livello, stipendi e gettoni di presenza, dovrebbero avere l’obbligo di versarne il 25% al partito ed un altro 25% in beneficienza. Servono anche degli elenchi pubblici (disponibile e consultabile da tutti i cittadini anche online) degli eletti del PDL ma anche dei nominati negli enti e dei consulenti di ministeri ed assessorati (con loro titoli, dati anagrafici, emolumenti, presenze e riferimenti telefonici ed email) poter valutare i loro curricula ed il loro operato in nome e per conto del Popolo della Libertà.

2) Rinnovamento, nominale e generazionale, della classe dirigente italiana (la più vecchia d’Europa) imposto con dei precisi limiti anagrafici alle candidature per i rappresentanti del PDL: massimo 40 anni (per consiglieri di zona, comunali e provinciali), 50 anni (per presidenti di zona, assessori comunali e provinciali e consiglieri regionali), 60 anni (per sindaci, presidenti di provincia, assessori e presidenti regionali, deputati nazionali ed europei) e 70 anni (per senatori, sottosegretari e ministri). Selezione di candidati, nominati e dirigenti di partito, anche in base ad una attenta analisi dei loro reali curricula (di studio e professionali), alle loro dichiarazioni dei redditi ed ai loro certificati penali (chi è stato condannato, con sentenza definitiva in terzo ed ultimo grado di giudizio, per reati gravi e-o infamanti non può essere ricandidato e-o nominato in qualche ente o ruolo di partito). I Candidati Sindaci ed il 50% dei candidati del PDL (alla carica di consigliere e deputato) deve essere scelto attraverso lo strumento delle elezioni primarie (coinvolgendo non solo gli iscritti ma tutti i simpatizzanti).


Roberto Jonghi Lavarini
Milano, 11 ottobre 2010

venerdì 8 ottobre 2010

Pena di Morte e Giustizia Divina

Uno "zio" che continuava a molestare la propria nipote quindicenne, l'ha uccisa strangolandola, poi l'ha stuprata da morta, ne ha occultato il cadavere, gettandolo in un pozzo putrido ed infine è tornato tranquillamente a casa a cenare: nessuna giustificazione e nessuna pietà per questo mostro disumano, in una società veramente giusta, in una vera civiltà, andrebbe subito impiccato!



Prima della giustizia terrena viene quella naturale e divina: pedofili, violentatori ed assassini devono pagare con la propria vita! Il comitato Destra per Milano aderisce convintamente alla raccolta di firme nazionale a sostegno della pena di morte per i reati più gravi ed aberranti (sopratutto contro i bambini): contro il crimine, tolleranza zero!