CCP

mercoledì 26 ottobre 2011

Manifestazione patriottico-realista.


"La Destra del Nord"



Congresso PDL: ultima chance...



Abbiamo sempre sperato nella creazione di un grande partito nazional-popolare di centro-destra che rappresentasse la migliore tradizione politica italiana e la maggioranza degli italiani che non è di sinistra. Un moderno partito popolare, di sintesi politica, sul modello di quello spagnolo, conservatore dei valori e della identità culturale e religiosa, innovatore delle istituzioni e delle leggi, attento alla solidarietà ed alla giustizia sociale. Un grande movimento politico maggioritario, dentro al quale potessero vivere, convivere e collaborare, nel pieno rispetto reciproco, diverse storie e culture poltiche, fra queste, anche e sopratutto la nostra destra. Per questo, da convinti uomini di destra e militanti missini, abbiamo subito aderito agli iniziali progetti, prima di Alleanza Nazionale e poi del Popolo della Libertà. Purtroppo, come tutti ben sappiamo, le cose sono andate diversamente e decisamente male, fra tradimenti, intrighi, verticismo, immobilismo, degrado politico e morale, "bunga bunga e cerchi magici", crisi economica mondiale e varie congiunture negative.

Ora sono stati convocati, finalmente, in ritardo (era ora!), i congressi del PDL per selezionare, scegliere ed eleggere la nuova e futura classe dirigente, anche se continuano insistentemente a circolare le voci (bene informate) su un loro rinvio ed addirittura sullo scioglimento del partito in un nuovo, ennesimo soggetto politico o peggio sulla sua imminente implosione. Vedremo, questa è l'ultima possibilità che, noi di destra, diamo ai vertici del Popolo della Libertà per cambiare ed aprirsi al necessario rinnovamento che, per noi, vuole dire, continuiamo a ripeterlo: partecipazione, trasparenza e meritocrazia!

Per questo, Vi invitiamo e sollecitiamo ancora ad iscriverVi al PDL (il tesseramento, a soli 10,00 €, chiude a fine mese),

www.pdl.it/adesioni/index.htm

inviando copia della vostra iscrizione e del bollettino comprovante direttamente all'amico Stefano Di Martino

info@stefanodimartino.it - www.stefanodimartino.it

già vice-Presidente del Consiglio Comunale di Milano, che si è preso l'onere di coordinare la nostra presenza politica congressuale. Vedremo come andrà a finire, poi, insieme, decideremo cosa fare!

Io ed i miei amici ci siamo già iscritti ma, contemporaneamente, ci stiamo anche preparando per ogni diversa evenienza. Una cosa è assolutamente certa: nel PDL o fuori da esso, noi continueremo a fare Politica, con la stessa passione e determinazione di sempre. "Nessuno si illuda di piegarci senza avere prima duramente combattuto" (Benito Mussolini)

Roberto Jonghi Lavarini

lunedì 24 ottobre 2011

Comandante Mario Bordogna: presente!



Il Guardiamarina F.M. Bordogna Mario
E' PARTITO PER L'ULTIMA MISSIONE
Milano ore 13,15 del 23 ottobre 2011

Per volontà del nostro Presidente scomparso, sono vietati labari, bandiere, vessilli e guidoni di qualsiasi Associazione. Ai funerali presenzierà solo il Labaro della Decima Flottiglia Mas con Alfiere Veterano scortato da due iscritti del Gruppo J.V.Borghese. I presenti sono invitati a mettere i baschi della propria appartenenza militare. Le decisioni saranno fatte rispettare dal Servizio d'Ordine della Decima Mas. DECIMA COMANDANTE.

MARIO BORDOGNA
Istruttore Paracadutista
Aiutante del Comandante M.O. J.V. Borghese
Combattente della Repubblica Sociale Italiana
Volontario del Battaglione Barbarigo
Presidente Associazione Combattenti X MAS


Funerale: domani, martedi 26 ottobre, alle ore 11.00, nella Chiesa di Santa Eufemia in Corso Italia a Milano

Avendo ricevuto parecchie telefonate con la richiesta di poter presenziare alle esequie del Presidente con labari e vessilli vari, ribadisco che per rispettare le Sue volontà si può indossare solo ed esclusivamente il basco delle propria appartenenza militare oppure il basco della Decima Flottiglia Mas. Divieto assoluto di qalsiasi Vessillo, Labaro, Bandiere o Guidoni. Intendo far rispettare categoricamente le volontà del ns. Presidente e non sarà permessa nessuna eccezione. Il labaro e il vessillo che saranno presenti sono già stati concordanti in precedenza dal ns. stesso, defunto, Presidente.

SEMPRE DECIMA.

Vice Presidente Vicario
Sergio Pogliani

http://www.associazionedecimaflottigliamas.it/xmas/

Ritorno di FIAMMA...




ROBERTO JONGHI LAVARINI (Presidente del Comitato Destra per Milano) con l'Eurodeputata MARINE LE PEN (Presidente del Fronte Nazionale francese e candidata alle prossime elezioni presidenziali). Sullo sfondo, al centro: ATTILIO CARELLI (Dirigente Nazionale del Movimento Sociale Fiamma Tricolore, unico movimento politico italiano ufficialmente alleato del Front National).

Marine Le Pen a Milano: una "Fiamma" di speranza per l'Europa!



Venerdì scorso, Palazzo Mezzanotte (sede della Borsa di Milano e splendido esempio di architettura fascista) ha ospitato un grande evento politico internazionale, ovvero la doppia intervista, realizzata da Vittorio Feltri (de Il Giornale), all'On. Daniela Santanchè (Sottosegretario del Governo guidato da Silvio Berlusconi, Segretaria Nazionale del Movimento per l’Italia e Dirigente Nazionale del Popolo della Libertà) e l'On. Marine Le Pen (figlia ed erede politica di Jan Marie Le Pen, Segretaria del Front National francese, eurodeputata e prossima candidata alle elezioni presidenziali). L’eccezionale evento (a porte chiuse e riservato alla stampa, per motivi di opportunità politica e sicurezza) è stato organizzato dalla Associazione Vox Populi di Roberto Perticone e dalla Fondazione Radici Europee di Diego Zarneri. Alla iniziativa ha subito aderito, con entusiasmo, Roberto Jonghi Lavarini, da sempre “lepenista” convinto, da quando, tra la fine degli anni ’80 e gli inizi dei ’90, come Dirigente e poi Segretario Provinciale del Fronte della Gioventù di Milano, tramite lo storico eurodeputato missino “romualdiano”, On. Franco Petronio (vice-presidente delle Destre Europee), ha incominciato a tessere rapporti politici e personali con gli esponenti dei movimenti nazionalisti ed anticomunisti europei e mondiali.



Il promotore, Roberto Perticone (noto esponente della destra sociale lombarda, già dirigente missino, poi di AN, ex Segretario Regionale de La Destra di Francesco Storace, esperto di Ezra Pound e di relazioni internazionali, amico personale della famiglia Le Pen), in realtà, prima, aveva proposto la sua iniziativa ad altri esponenti politici nazionali del PDL provenienti dal MSI ma nessuno di questi ha avuto i necessari “attributi” per accettare questa sfida, a differenza di Daniela Santanchè che, avrà pure i suoi difetti, ma, certamente, non manca di coraggio, fregandosene altamente di perbenisti e benpensanti. Prima di lei, solo l'eurodeputato leghista, On. Mario Borghezio, aveva avuto il coraggio politico di esporsi con il Fronte Nazionale. Purtroppo, gli ex misini, pieni di complessi di colpa e di inferiorità, giunti ai vertici del potere, salvo rare eccezioni, sono diventati i più ligi interpreti del “politicamente corretto”, e, in questo caso, hanno temuto di essere etichettati come lepenisti, “estremisti e razzisti”.



Grazie, dunque, a Daniela Santanchè, che ha fatto sua questa proposta, oltre che per farsi pubblicità personale, anche e soprattutto per far conoscere (quindi implicitamente “sdoganare”, legittimare e sostenere) il Fronte di Marine Le Pen, candidata all’Eliseo, per la vera destra nazional-popolare, in contrapposizione a Nicolas Sarkozy. Marine Le Pen ha dimostrato di avere il carisma e la determinazione del padre, una notevole dose di simpatia ed autoironia, grande fascino femminile e, soprattutto, idee chiare sul presente e sul futuro della Francia e dell’Europa. La vera contrapposizione politica è, secondo la leader della destra radicale francese, fra i veri patrioti (sociali ed identitari) ed il mondialismo (capitalista e liberal-socialista), fra l’Europa cristiana dei popoli e delle nazioni ("dei castelli e della cattedrali") e quella dei banchieri e dei burocrati, fra l’autodeterminazione dei popoli e l’imperialismo della finanza internazionale che (come ad esempio in Libia) con la scusa della democrazia, è interessato solo al petrolio ed allo sfruttamento delle ricchezze altrui. Da questa analisi le proposte del Fronte sul blocco totale della immigrazione extraeuropea, sulla revisione della moneta unica e sulla costruzione di una Europa Nazione, politicamente e militarmente forte, libera ed indipendente dagli interessi USA. Il nuovo Fronte Nazionale è si moderato nella forma e moderno nell’estetica ma ribadisce tutta la sua potente tradizione valoriale e controrivoluzionaria. Quanto espresso nel corso dell'intervista è tutto contenuto nel libro autobiografico e programmatico di Marine Le Pen, "Controcorrente", in Italia edito dalle edizioni de Il Borghese, con la prefazione del giornalista di destra Fabio Torriero.





All’incontro, oltre a decine di giornalisti, erano presenti anche alcuni, selezionati esponenti politici, forniti di invito numerato e nominale, fra questi: Attilio Carelli (Dirigente Nazionale del Movimento Sociale Fiamma Tricolore, guidato da Luca Romagnoli, unico movimento politico italiano ufficialmente alleato del Front National), Generoso Melorio, Massimo Parise e Valeria Valido (dirigenti del Movimento per l’Italia), Franco Seminara (del sindacato nazionale Unione Generale del Lavoro), Francesco Filippo Marotta e Mario Mazzocchi Palmieri (del comitato Destra per Milano), Flavio Nucci (del movimento Destrafuturo), Carlo Lasi (segretario del movimento Patria Sociale), il Prof. Giuseppe Manzoni di Chiosca (presidente del Centro Studi Europa 2000) e storici militanti della destra milanese come Remo Casagrande e la contessa Elena Manzoni di Chiosca e Poggiolo (una delle promotrici della "maggioranza silenziosa").







http://www.google.it/#hl=it&sugexp=kjrmc&cp=8&gs_id=o&xhr=t&q=marine+le+pen&gs_sm=&gs_upl=&um=1&ie=UTF-8&tbo=u&tbm=nws&source=og&sa=N&tab=wn&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.,cf.osb&fp=54a0eb6f4c98c0a8&biw=1024&bih=494

http://www.google.it/search?hl=it&sugexp=kjrmc&cp=8&gs_id=o&xhr=t&q=marine+le+pen&gs_sm=&gs_upl=&um=1&ie=UTF-8&sa=N&tab=nw&biw=1024&bih=494&cad=cbv&sei=iP2iTsCNIs7EtAbo1cnsAg

http://www.google.it/search?hl=it&sugexp=kjrmc&cp=8&gs_id=o&xhr=t&q=marine+le+pen&gs_sm=&gs_upl=&um=1&biw=1024&bih=494&ie=UTF-8&tbm=isch&source=og&sa=N&tab=wi

http://www.il-borghese.it/LibriBorghese/Controcorrente_LePen.html

http://it.euronews.net/2011/02/18/marine-le-pen-l-unione-europea-e-morta/

http://www.frontnational.com/ - www.marinelepen.com/

lunedì 17 ottobre 2011

Black bloc? La solita feccia rossa!





Milano, 17 settembre 2011

Visto che, nelle loro azioni di guerriglia urbana, si vestono di nero, i giornali buonisti e di sinistra continuano a chiamarli "black bloc" (blocco nero), nella subdola speranza di confondere l'opinione pubblica, ma gli oltre mille teppisti, italiani e stranieri, che, sabato, hanno devastato Roma sono, è bene ricordare a tutti, assolutamente rossi, ovvero tutti militanti della estrema sinistra anarco-insurrezionalista e vetero-comunista, frequentatori dei cosidetti "centri sociali". Sono stati quindi anarchici, autonomi e comunisti (la solita feccia rossa!) a mettere a ferro e fuoco Roma (città simbolo in quanto nostra capitale nazionale e centro mondiale della cristianità), devastando e saccheggiando decine di negozi (gli "anticapitalisti" hanno rubato anche una quarantina di Rolex da una gioielleria), distruggendo ed incendiando un centinaio di automobili, aggredendo le forze dell'ordine ma anche cittadini inermi, stracciando e bruciando bandiere tricolori, profanando chiese e simboli religiosi, decapitando un Crocefisso e spaccando una statua della Madonna di Lourdes, provocando danni per oltre un milione di euro. "Ci poteva scappare il morto" ha detto giustamente il Ministro Maroni ma cosa hanno fatto concretamente il Governo, il Ministero degli Interni, la Questura di Roma ed i nostri Servizi Segreti per evitare questa devastazione annunciata, da giorni, su tutti i siti internet della estrema sinistra? E cosa hanno fatto gli organizzatori della manifestazione, gli "indignados" della sinistra politica ufficiale, per respingere, isolare e bloccare i loro "compagni che sbagliano"? Attendiamo delle risposte precise e sopratutto credibili! Nel frattempo, esprimiamo la nostra piena solidarietà al popolo di Roma ed alle Forze dell'Ordine che, come al solito, hanno compiuto il loro dovere, vittime inermi di ordini superiori e di una politica imbelle. Gli uomini in divisa, i servitori dello stato che vengono insultati ed aggrediti, senza potersi veramente difendere, sono umiliati e frustrati da una classe politica che dedica una sala del Parlamento ad un bastardo terrorista come Carlo Giuliani! E questi "coraggiosi" figli di papà della buona borghesia che giocano a fare i Che Guevara metropolitani, sessantottini in ritardo, se la prendono con carabinieri e politziotti, figli del popolo, che non possono adeguatamente difendersi. Vorrei proprio vedere questi cani rossi, questi pendagli da forca, di fronte, per esempio, ai Carabineros del mitico Generale Pinochet, si, perchè proprio questo servirebbe, altro che analisi sociologiche e ramanzine, ci vorrebbe il "pungo di ferro": manganelli e fucili, bastonate e proiettili altezza uomo! E mentre bisognerebbe chiudere, sgomberare e radere al suolo tutti questi covi rossi di violenza, sovversione e terrorismo, a Milano, il sindaco comunista Giuliano Pisapia, vuole legalizzare, naturalmente a spese dei contribuneti milanesi, il Leonkavallo ed altre realtà che vivono, da sempre, nell'ìabusivismo e nella illegalità. Per concludere, la cosa che ci deve far riflettere e veramente indignare che questi "rossi black bloc" hanno fatto dimenticare le vere e profonde ragioni della manifestazione e della protesta che in gran parte mi sento di condividere. Sabato sera, gli unici a sorridere sotto i baffi, erano i banchieri! Ricordiamoci che la critica al mondialismo ed al sistema finanziario-bancario-assicurativo delle multinazionali che soffocano il capitalismo produttivo, le nazioni ed i popoli, è, da sempre, una sacrosanta battaglia della destra radicale, del fronte della tradizione fin da quando, Benito Mussolini parlava contro la plutocrazia giudaico-massonica... I rossi vestiti di nero, con la loro folle violenza organizzata (da chi?) ci fanno distogliere l'attenzione dai veri nemici, dai veri problemi, dalle vere cause di questa terribile crisi economica e sociale mondiale: sono utili idioti o servi sciocchi?

Roberto Jonghi Lavarini - Presidente del Comitato DESTRA PER MILANO

"Fascisti a Milano ed antifascisti su Marte"



giovedì 13 ottobre 2011

Intervento On. Alfredo Mantovano


Convegno Nuova Italia 23-25 09 11 – Pal. Congressi Eur Roma

intervento pronunciato da Alfredo Mantovano il 25.09.11

On. Alfredo Mantovano (PDL, ex AN), Sottosegretario del Governo Berlusconi,
esponente della "destra cristiana", dirigente di Alleanza Cattolica

Più d’uno di coloro che sono intervenuti in questa “tre giorni” di confronto e di dibattito ha esortato, e a ragione, a concentrare l’attenzione sulle pagine dei quotidiani – da qualche mese, ahimè, quelle collocate dopo la decima -, che trattano di questioni importanti e reali, dalla cui corretta impostazione politica dipende molto della vita quotidiana di ciascuno di noi: l’economia, la crescita, lo sviluppo, le questioni istituzionali. Io invece oso occuparmi proprio di ciò che compare nelle prime dieci pagine: non vorrei eludere un tema che, pur presentando aspetti di inammissibile invadenza nella vita privata, non va rimosso considerandolo semplice gossip. Il disagio derivante dalla lettura di quella parte dei quotidiani va affrontato senza trincerarsi in difesa e senza complessi di inferiorità.

La prendo larga, per giungere rapidamente al punto. Qualche tempo fa, partecipando a una tavola rotonda che aveva per tema il contrasto alla criminalità mafiosa, ho ascoltato la seguente tesi da parte di un docente universitario della mia città: “poiché la mafia ha una struttura familistica, la famiglia è in sé un fattore di rischio”. Ergo: uno degli strumenti per sconfiggere la mafia è incoraggiare forme di convivenza alternative a quella familiare, lavorando per destrutturare la famiglia tradizionale. Una posizione del genere, che proviene da chi insegna (!) in un luogo qualificato, è emblematica di come possa essere dipinta negativamente una delle ricchezze più significative, anche dal punto di vista economico, che ancora adesso anima il corpo sociale italiano.

Ma ci sono altri elementi della nostra identità e della nostra tradizione di cui, seguendo una impostazione ideologica simile a quella appena ricordata, come italiani dovremmo vergognarci:

· la centralità della donna all’interno della famiglia;

· la cura dell’anziano, che non ha eguali in altre Nazioni occidentali;

· un senso di solidarietà non astratto. Mentre parliamo, a qualche centinaio di chilometri da noi, a Lampedusa, ci sono medici (italiani) che prestano le primissime cure ai migranti irregolari che scendono ogni giorno dai barconi, e affrontano con generosità malattie che parevano essere scomparse. In tante aree a rischio (penso per tutte a Herat) altri italiani mostrano con coraggio quale è il senso autentico dell’aiuto portato a chi è in grave difficoltà,

· la propensione al dono;

· il culto dei Santi, che ha la dimensione laica del legame con il campanile: per il quale ci sentiamo parte più della comunità municipale che di quella provinciale o regionale;

· da ultimo – non ultimo per importanza – quel che rende l’Italia vessillare, realizzando ciò che Giovanni Paolo II definiva “l’eccezione italiana”: il fatto che da 2000 anni nel cuore dell’Italia ci sia la Sede del Vicario di Cristo. Questo sarebbe veramente il segno più evidente del sottosviluppo nel quale saremmo immersi!

Ma chi è che legge negativamente gli indici cui prima ho fatto riferimento (la famiglia, la cura dell’anziano, e così via)? Non è un partito nel senso proprio del termine. È un filone ideologico che più d’uno (penso per tutti ad Augusto Del Noce) ha mirabilmente descritto nell’essenza. È quel filone che, pur non essendo un partito, è stato denominato il “partito anti-italiano”. È il partito dei “migliori”, o comunque di coloro che si ritengono “i migliori”. Il “partito anti-italiano”:

· ha radici nella parte laicista del Risorgimento;

· attraversa il ‘900 con figure come Gobetti, come Gramsci, come i promotori del Partito d’Azione (una piccola formazione politica, che ha avuto una vita breve, ma ha esercitato una notevole egemonia nella Sinistra);

· ha come punti di riferimento mediatici quotidiani come la Repubblica, settimanali come l’Espresso e periodici come Micromega;

· può contare su punti di forza paraeversivi, come il movimento No Tav (che vuole impedire all’Italia di dotarsi di infrastrutture adeguate), e su punti di forza paraistituzionali: quella fascia della magistratura che pretende di sostituire sé stessa alle scelte della politica;

· spinge il suo pregiudizio ideologico al punto di fare il tifo perché le agenzie di rating parlino male dell’Italia, in modo che il Centrodestra vada a casa prima!



Il “partito anti-italiano” non ha soltanto una visione ideologica, ha anche una sua lettura della storia. L’Italia sarebbe un “paese sbagliato”:



· perché i popoli della Penisola hanno a suo tempo rifiutato la riforma luterana, a differenza di altre nazioni europee;

· perché nel 1799 invece di accogliere i francesi “liberatori” hanno animato le “insorgenze” ovunque, dalla Romagna alla Calabria;

· perché, soprattutto al Sud, non hanno mostrato – per usare un eufemismo – grande entusiasmo verso il Risorgimento;

· perché per lunghi anni hanno espresso un robusto consenso al Fascismo, come ha insegnato – fra gli altri – Renzo De Felice;

· perché nel Dopoguerra hanno impedito alla Sinistra di governare da sola;

· perché (e siamo ai giorni nostri) continuano – nonostante tutto – a manifestare affetto per la nostra tradizione; e anzi – attraverso le sue istituzioni – provano ad affermarla in Europa quando l’Europa cerca di mortificarci (si pensi alla questione del Crocifisso, ma non solo a essa).



* *



C’è un italiano che il “partito anti-italiano” odia profondamente, e che vuole togliersi davanti fin da quando si è affacciato sulla scena politica, 17 anni fa: quest’italiano si chiama Silvio Berlusconi. Convinciamoci, cari amici, che l’odio contro Berlusconi non comincia né si accentua con le escort e con le paginate di intercettazioni: la Sinistra lo ha odiato fin dal 1994, in quanto capo del Centrodestra! Mi rendo conto che, con quello che leggiamo da settimane, dire questo e fare le considerazioni che seguono rischia di essere patetico.



Non so se è patetico. So che, se proviamo a prendere le distanze dal fango della quotidianità, è paradossalmente vero. È vero, cioè, che Silvio Berlusconi, l’uomo che ha introdotto Drive In nelle tv, l’uomo delle notti di Arcore e delle telefonate osé, proprio lui, è stata la persona che negli ultimi 17 anni ha bloccato il progetto di costruire la Seconda Repubblica su basi azioniste. È stato, cioè, l’uomo che si è opposto alla demolizione dei valori della tradizione nazionale.



Molti di voi ricordano quel bel film di qualche anno fa, “Sliding doors”. Visto che l’attacco è concentrato soprattutto sul piano etico, proviamo a immaginare – al netto di questioni istituzionali, o di carattere economico e finanziario – come sarebbero andate alcune vicende negli ultimi 18 anni se le porte della metro non si fossero aperte, se cioè non ci fosse stato Berlusconi. Non c’è bisogno di particolari sforzi di fantasia: quale Nazione ha in Europa caratteristiche analoghe a quelle dell’Italia? Se pensiamo, con qualche ragione, che sia la Spagna, facciamo scorrere le immagini dei trailer dei film di Felipe Gonzales e di Luis Zapatero … e poi pensiamo cosa sarebbe stato il nostro film se non fossero esistiti il Centrodestra e Berlusconi.



Lo dico avendo presenti gli italiani di buon senso, e in particolare i cattolici, dentro e fuori il PDL. A loro mi permetto di domandare: si deve o non si deve al Centrodestra guidato da Berlusconi …



· … se, a differenza di altre Nazioni europee, in Italia non vi è una legge sull’eutanasia, e anzi è prossima all’approvazione una equilibrata legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento? Una legge, la seconda, il cui ispiratore potrebbe essere monsier de la Palisse: colui che un’ora prima di morire era ancora vivo... e quindi era vietato ammazzarlo. È appena il caso di ricordare che la CEI ha a suo tempo pubblicamente riconosciuto gli sforzi del Governo, e quelli personali del Presidente del Consiglio, che nel febbraio 2009 è giunto alle soglie di un conflitto istituzionale pur di salvare la vita di Eluana Englaro;

· … se, a differenza di altre Nazioni europee, in Italia è stata fissata qualche regola sul fronte della biogenetica? Ci meravigliamo che, come è accaduto qualche giorno fa, una coppia abbia un bambino a 130 anni (72 lui, 58 lei), ma dobbiamo anche sapere che ciò accade perché i due sono andati all’estero: se mancassero quelle regole elementari, episodi del genere in Italia costituirebbero non l’eccezione ma l’ordinaria amministrazione;

· … se, a differenza di altre Nazioni europee, in Italia esiste una legislazione sulla droga equilibrata e avanzata, che coniuga il necessario rigore con l’altrettanto indispensabile recupero di chi lotta per uscire dalla dipendenza?

· … se, a differenza di altre Nazioni europee e a dispetto di quanto vorrebbe imporci l’Unione Europea, in Italia non esiste una legge antiomofobia? E questo non è un limite, ma un vanto per l’Italia! Una legge anti-omofobia determinerebbe una discriminazione al contrario: punire più gravemente un reato che ha come parte offesa una persona che manifesta la sua omosessualità rispetto a una qualsiasi altra persona equivale a introdurre nell’ordinamento il principio secondo il quale l’ostentazione dell’orientamento omosessuale costituisce un valore positivo, da tutelare in modo specifico e con maggiore decisione rispetto ad altri. E spero che alla fine di questo si renda conto anche qualche solerte ministra dell’attuale Governo, fra improvvide sponsorizzazioni di turismi gay e reiterati tentativi di modifiche legislative;

· … se, a differenza di altre Nazioni europee, in Italia vi è un effettivo rispetto per la libertà religiosa, qualunque sia la confessione di riferimento, senza tuttavia trascurare il legame indissolubile della nostra tradizione con i simboli del cattolicesimo, a cominciare dal Crocifisso? Per ben tre volte in importanti discorsi pubblici il Santo Padre ha lodato il Governo italiano (sempre quello guidato da Berlusconi) per la decisione di ricorrere alla Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo sulla presenza del Crocifisso nelle scuole; in altre circostanze il Papa ha ringraziato il Governo per l’impegno in favore dei cristiani vittime di persecuzioni in Pakistan, e altrove. Aggiungo che ha senso che il PDL stia a pieno titolo nel PPE se, come ha fatto l’Italia nell’UE, vi sta non in una posizione subordinata, ma al contrario nella convinzione che l’Europa, come l’Occidente, non esiste senza Roma. Anche questo è stato magistralmente ricordato da Benedetto XVI nel suo recente discorso al Parlamento tedesco, parlando di Gerusalemme, con la fede nel Dio unico, di Atene, con la filosofia dell’essere, e di Roma, col suo diritto, come delle fondamenta della civiltà, dell’Occidente e del continente europeo;

· … se, a differenza di altre Nazioni europee, che hanno nel proprio territorio presenze criminali preoccupanti ma posseggono meno strumenti di noi per affrontarle, in Italia negli ultimi tre anni e mezzo si è dato un contributo alla speranza di tante aree della Penisola – soprattutto, ma non soltanto, al Sud – con un contrasto effettivo all’aggressione mafiosa?



In tutte queste battaglie vinte (certo, vinte!, alla faccia del disfattismo e della depressione) il “partito anti italiano” è stato sempre schierato in modo militante dall’altra parte. Mentre è drammaticamente paradossale che quanto precede abbia visto come protagonista quell’incarnazione di tutti i mali e di tutti i vizi che risponde al nome di Silvio Berlusconi. Lungi da me tentare una impropria apologia del Capo del Governo. Il modello di statista (è stato più di uno statista) per me personalmente è l’ultimo Imperatore di Austria e Ungheria, Carlo d’Asburgo: è un modello – non a caso nel 2004 Giovanni Paolo II lo ha beatificato – perché nella sua figura si trovano insieme la grandezza di un Imperatore e la straordinaria coerenza della vita personale. Non voleva la guerra, ha fatto l’impossibile per evitarla, amava l’Italia e ha tentato di concludere con essa la pace, affrontando poi quell’esilio che doveva portarlo alla morte giovanissimo, pur di non tradire la missione che gli era stata affidata: tutto questo, e tanto altro, descrivono le sue doti alla guida dell’Impero. Al tempo stesso, è stato uomo, marito e padre esemplare.



Francamente non trovo oggi suoi epigoni, neanche in scala. Il panorama attuale offre all’attenzione una tragica scissione; sembra che la scelta debba essere fra chi ha probabilmente una vita personale coerente ma è stato promotore o complice di scelte politiche pessime, e chi invece ha operato decorose scelte politiche sul fronte di quelli che Benedetto XVI chiama i “principi non negoziabili” ma al tempo stesso ha una vita personale discutibile. Non trascuro il peso e l’esemplarietà di un comportamento sobrio per chi ha importanti incarichi istituzionali; non trascuro nemmeno quella robusta parte di responsabilità in capo a chi piazza cimici, si introduce nel privato e sbatte il mostro nelle prime pagine: sarebbe interessante vedere quanti di coloro che oggi fanno a gara nello scagliare la prima pietra continuerebbero a farlo se per mesi o anni fossero sottoposti a ininterrotte intercettazioni telefoniche o ambientali… Ma il giudizio alla fine va portato sui fatti concreti che qualificano un esecutivo e una maggioranza: le leggi e l’azione di governo. Se sono costretto a scegliere fra Romano Prodi, sulla cui condotta privata nessuno può dire nulla, ma che stava introducendo nell’ordinamento italiano i Dico e l’eutanasia, e Silvio Berlusconi, il cui comportamento è illustrato dai media in ogni dettaglio ma sotto il cui governo è accaduto quanto sopra descritto, io non ho il minimo dubbio!



E sarei grato alla Sinistra se la smettesse di considerarci minus habentes perché siamo convinti che il tratto poco sobrio del Presidente del Consiglio sia qualcosa di meno grave di una legge che permette di uccidere un disabile. Chiedo soprattutto alla Sinistra di evitare discorsi apparentemente suadenti, del tipo: ma proprio voi che siete di Destra, con la vostra tradizione e i principi cui vi ispirate, prendete voi l’iniziativa e staccate la spina! In questi tre giorni noi non ci siamo tirati indietro nel formulare proposte e nel chiedere maggiore decisione e forza nell’azione del governo. Ma la Sinistra non può rivolgerci questi inviti:

· sia perché nella più recente storia italiana ci sono due date che veramente poco simpatiche, in assoluto e per tutti noi; sono due date fra loro strettamente correlate: la prima è il 25 luglio e la seconda è l’8 settembre. E noi non lavoriamo né per una riedizione, con tutto quello che è diverso, del 25 luglio, né per una replica della tragedia dell’8 settembre!

· sia perché l’ultima cosa che ci si può domandare è di armarci di coltello e di recitare la parte di Bruto, magari anticipando – per essere tempestivi con alcune scadenze – il gesto dalle Idi di marzo alle Idi di ottobre. Può darsi che Bruto appartenga al Pantheon della Sinistra, certamente compare in quello della Sinistra comunista, ma non fa parte ad alcun titolo del Pantheon della nostra comunità!



* * *



Francamente non so quanto dureranno questo governo e questa maggioranza. So che, finché durano, dobbiamo essere consapevoli del lavoro positivamente svolto finora (che non è poco), e dobbiamo essere decisi a continuarlo fino all’ultimo minuto che ci è concesso, nel rispetto della tradizione del nostro popolo.



Perché così è giusto fare e, con l’aiuto di Dio, così abbiamo il dovere di fare.

mercoledì 12 ottobre 2011

Convegno a Milano: " 1945, PER IL BENE DELLA PATRIA"



Giovedì 13 ottobre 2011, con inizio alle ore 17

presso la Sala Nuovo Spazio Guicciardini, con accesso da via Macedonio Melloni, 3, MILANO

si svolgerà il Convegno

MILANO 1945: PER IL BENE DELLA PATRIA
Biggini, Bonfantini, Borsani, Pettinato, Silvestri: 5 italiani dimenticati

Promosso dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Milano e organizzato da «Testimoni della Storia», la sezione culturale dell’Associazione «Europa 2000», diretta dal giornalista e storico Luciano Garibaldi e dalla docente e scrittrice Rossana Mondoni, il convegno intende ricostruire e ricordare i nobili tentativi – in gran parte posti in atto a Milano - compiuti da alcune personalità di primo piano su entrambi i fronti della guerra civile che dilaniava l’Italia, per giungere ad una conclusione che non comportasse un inutile e crudele spargimento di sangue. Un omaggio, dunque, a coloro che, sia fascisti sia antifascisti, cercarono la pacificazione.

I relatori

- Carlo Alberto Biggini, fondatore e vicepresidente dell’Istituto Biggini di La Spezia, nipote del ministro, cui dedicherà il suo intervento;

- Ugo Finetti, storico ed esperto della Resistenza, autore di vari libri sull’argomento, che parlerà di Corrado Bonfantini;

- Benedetta Borsani, nipote della MOVM Carlo Borsani, e autrice di un libro a lui dedicato, che parlerà della figura del nonno;

- Luciano Garibaldi, giornalista e storico, direttore di “Testimoni della Storia” nonché moderatore del convegno, che parlerà di Carlo Silvestri;

- Rossana Mondoni, docente di storia e scrittrice, figlia di un deportato a Mauthausen, nonché vicedirettrice di “Testimoni della Storia”, che parlerà di Concetto Pettinato, il direttore de “La Stampa” estromesso dopo che, in un suo fondo, aveva criticato Mussolini e il governo.

La S.V. è invitata

comunicato stampa

QUELLI CHE NON VOLEVANO IL SANGUE DEI VINTI

Proseguendo nella sua opera di approfondimento sulle vicende storiche del Novecento, «Testimoni della Storia» ha organizzato un convegno che si terrà giovedì 13 ottobre, con inizio alle ore 17, allo Spazio Guicciardini di Milano (con accesso da via Macedonio Melloni 3). Il convegno, promosso dall’Assessorato alla Cultura della Provincia, avrà per titolo: «MILANO 1945: PER IL BENE DELLA PATRIA. Biggini, Bonfantini, Borsani, Pettinato, Silvestri: cinque italiani dimenticati». Saranno ricostruiti i nobili tentativi - in gran parte posti in atto a Milano - compiuti da alcune personalità di primo piano su entrambi i fronti della guerra civile che dilaniava l’Italia per giungere ad una conclusione che non comportasse un inutile e crudele spargimento di sangue. Un omaggio, dunque, a coloro che, sia fascisti sia antifascisti, cercarono la pacificazione.

I più importanti protagonisti di quei tentativi furono, da parte fascista, il Ministro dell’Educazione Nazionale Carlo Alberto Biggini, il Presidente dei Mutilati di Guerra MOVM Carlo Borsani e il direttore de «La Stampa» Concetto Pettinato; da parte antifascista, Carlo Silvestri (il celebre giornalista socialista che era stato il principale accusatore di Mussolini per il delitto Matteotti e aveva pagato con oltre dieci anni di carcere e di confino) e Corrado Bonfantini, alto esponente socialista, comandante delle Brigate Matteotti.

Le relazioni saranno svolte da Luciano Garibaldi, giornalista e storico, Ugo Finetti, storico e studioso della Resistenza, Rossana Mondoni, docente di storia e scrittrice, nonché da Carlo Alberto Biggini, fondatore e vicepresidente dell’Istituto Biggini di La Spezia, nipote del ministro, cui dedicherà il suo intervento, e da Benedetta Borsani, nipote della MOVM Carlo Borsani, e autrice di un libro a lui dedicato, che parlerà della figura del nonno.

Milano, 28 settembre 2011

martedì 11 ottobre 2011

XXVIII OTTOBRE 2011 a Milano



Associazione Nazionale Arditi d’Italia
Unione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana
Associazione Combattenti della Decima Flottiglia Mas

XXVIII OTTOBRE – MARCIA SU ROMA

GIOVEDI 27 OTTOBRE 2011 – ORE 20.00
Ristorante Marvi in Via Giampietrino 1 a Milano
(ang. Via Lambruschini, Zona Bovisa, Università-Triennale)

Tradizionale incontro conviviale dei Camerati milanesi:
rancio cameratesco, canti e brindisi, interventi degli ex Combattenti della RSI, saluto delle autorità presenti, libraria a cura dello Spazio Ritter di Milano (www.ritteredizioni.com).

Aderiscono: il Comitato Destra per Milano, la Federazione Provinciale della Fiamma Tricolore - Destra Sociale ed il Movimento Patria Sociale.

La quota di partecipazione è di 30,00 €. La Prenotazione è obbligatoria.
Adesioni ed informazioni: arditi.anai@libero.it – 3339754231

giovedì 6 ottobre 2011

L'ultima follia: cena AN-PDL a 150,00€ !!!



150,00 € per cenare con La Russa e Gasparri ??? Ebbene si, questa è la esorbitante quota ufficialmente richiesta per la cena "politico-congressuale" di sabato prossimo al Quark Hotel di Milano. Alla faccia della crisi economica e della destra sociale! Io di cene militanti ne ho organizzate decine, per il MSI ma anche per AN, ma a questa non ci andrei nemmeno gratis, nemmeno se i 150,00 € me li regalassero loro!

Ma, sopratutto, tutti questi soldi per chi e per fare che? Per comprare tessere e voti ai congressi del PDL? Legittimo (in questa bella "democrazia" così fan tutti...) ma queste spese allora le coprano coloro che, prima con AN e poi con il PDL, di politica e sottogoverno, hanno vissuto e bene, molto spesso senza avere meriti e consenso politico e, troppo spesso, senza nemmeno averne i requisiti e le capacità. Sono sicuro che i tanti, vari e troppi "Bozzetti, Gamba, Milone e Randazzo", con tutte le cariche e prebende che hanno immeritatamente avuto, penseranno loro a "riempire le casse" ed a fare almeno duecento iscritti ciascuno: con una classe dirigente così forte, radicata, disinteressata e riconoscente, i miei amici La Russa sono in una botte di ferro... Ognuno darà in proporzione a quello che ha ricevuto, mi sembra giusto ed io non ho ricevuto nulla...

La tragica verità è che, da troppi anni, la base militante della destra milanese e lombarda non è stata, non solo gratificata, ma nemmeno ascoltata o convocata per discutere di Politica. Tutte le più recenti scelte politiche (comprese le candidature e le nomine) sono state fatte dai vertici, senza mai consultare la base, per cooptazione, per correnti e clan, privilegiando parenti, amici e compaesani rispetto a vecchi militanti e dirigenti politici, più meritevoli e diversamente motivati. Ora che sono in crisi, per chi suonano il corno, appellandosi strumentalmente agli "antichi affetti", ai "valori della destra" ed alla "vecchia fiamma missina"? Si rivolgono alla base sana della destra italiana, ai pochi militanti disinteressati rimasti fedeli fino ad ora, che, però, oggi, dopo averlo preso, troppe volte, in "quel posto", non si fidano più dei loro sorici referenti (che hanno perso ogni credibilità politica) e non si faranno più "spremere come limoni" per "portare acqua a mulini altrui".

In Politica tutto è possibile, anche riconciliarsi e ripartire ma servono partecipazione, trasparenza, meritocrazia e rinnovamento, nuove fondamenta sicure, regole precise e trasparenti, motivazioni politiche ed ideali, "patti chiari per una amicizia lunga". Insomma, se i vertici del PDL, provenienti da AN (Alfredo Mantica è l'unico che conserva una sua autorevolezza e Massimo Corsaro rappresenta l'ultima speranza), vogliono tentare di riconciliarsi con il loro storico bacino di consenso, devono riprendere veramente a fare Politica, a discutere, a confrontarsi ed a rimettersi in gioco. Non vi è più nulla di scontato, non vi sono più automatismi ideologici! Militanti, iscritti e simpatizzanti sono maturati e si sono definitivamente affrancati dalla retorica missina-aennina ed oggi si sentono assolutamente liberi di fare Politica, senza vincoli e senza condizionamenti e, ai prossimi congressi, valuteranno, decideranno e voteranno autonomamente con la propria testa. In tanti ex AN (come Clemente, Di Martino e Tusa) sono già su altre posizioni, molti altri (anche tanti insospettabili larussiani che sicuramente parteciperanno alla cena di sabato...) si stanno incontrando e confrontando, in questi giorni, con Albertini, Formigoni e Podestà: finalmente, con la convocazione dei congressi, si è rimessa in moto la politica, anche all'interno del PDL ed al di fuori degli schemi.

Io sono certamente un "rompiballe" che non sta mai zitto ma, al di là di qualche piccolo rancore personale che umanamente può condizionarmi, sono, senza falsa modestia, persona politicamente preparata, obbiettiva e bene informata e, sopratutto, parlo a nome di una "maggioranza silenziosa" che la pensa come me e con me si confida e si sfoga, per questo tutti leggono con attenzione la mie email perchè rappresentanto la pancia ed il cuore della destra missina!

Roberto Jonghi Lavarini