CCP

domenica 29 novembre 2009

Provocazione politica e culturale di Marcello Veneziani

Dieci domande al gemello intellettuale di Fini
(provocazione culturale di Marcello Veneziani)
IL GIORNALE domenica, 22 novembre 2009

Il mistero di Gianfranco Fini è stato finalmente svelato. Tutti si chiedevano cosa gli fosse successo, perché avesse cambiato così radicalmente opinione; ma nessuno era in grado di spiegare il perché. Ora la spiegazione è arrivata dal libro “Il futuro della libertà” che è in libreria a firma Gianfranco Fini. Leggendo questo libro ci siamo accorti della verità. L’ex leader del Msi e di An ha un gemello omozigote che ha vissuto congelato fin dalla nascita in una cella frigorifera piena di libri. È stato condannato a leggere e studiare fino a diventare un intellettuale, a differenza del fratello parlante.Questo gemello surgelato, che chiameremo Gianfranco Findus, ha trascorso la sua vita glaciale tra i libri; suo fratello il politico era condannato (…) agli orali, perché parlava nelle piazze, nei parlamenti e nelle sezioni; lui, invece, era condannato agli scritti, perché era costretto a leggere e scrivere e nient’altro. Ora è uscito finalmente allo scoperto pubblicando a firma del gemello politico il libro in questione. Nessuno degli entusiasti recensori e sviolinatori ha avuto il coraggio di dirlo, masi capisce lontano un miglio che l’opera andata in libreria non è stata scritta dal presidente della Camera ma dal fratello nella camera ibernata, l’intellettuale congelato. Lo sveliamo per tutelare la sua fama di politico e non consentire a nessuno di insultarlo come intellettuale o di sostenere che scriva libri «indipendenti dal suo pensiero», per usare una sua stessa espressione rivolta ironicamente verso il direttore di questo Giornale. Preferiamo dire la verità per evitare facili ironie sulla sua inaspettata cultura che finora era riuscito così bene a mascherare; e per prevenire insinuazioni su corsi universitari per corrispondenza o su lauree filosofiche prese al Cepu.Nel libro del fratello surgelato e colto, autori che Fini il politico non ha mai citato, letto e conosciuto, vengono sciorinati con familiarità in un linguaggio che non è assolutamentequello usato dal presidente della Camera, dai tempi del Fronte della gioventù a oggi. Ci sono riflessioni filosofiche e teologiche, sottili considerazioni sul nichilismo e sulla sociologiatedesca, letture per addetti ai lavori, e una gragnuola inverosimile di citazioni, come non figurano nemmeno nei libri degli accademici più enciclopedici. E per modestia o per non caricare il povero fratello politico di oneri insostenibili, il professor Findus non ha pubblicato la bibliografia in fondo e nemmeno l’indice dei nomi. Al povero Bondi che chiedeva a Fini come mai non ha mai citato nel suo libro Berlusconi e non si è mai riferito al suo passato missino, la risposta è semplice: perché questo libro lo ha scritto suo fratello il professore che non conosceva né l’uno né l’altro vivendo nella cella frigorifera. Non c’è neanche un politico citato nel testo, ma solo filosofi, teologi, storici, sociologi, preferibilmente di sinistra, se non comunisti (Hobsbawm, Cassano, Schiavone, Caracciolo, Viesti, Galimberti, Ginsborg e lo stesso Marx). Ammazza come risalta la diversità da suo fratello, quanti riferimenti, allusioni anche velate ad altre opere, rimandi, citazioni implicite. A chi insiste nell’attribuire a Fini la responsabilità di questo libretto intellettuale a scopo pedagogico, propongo un test scagionatorio. Rivolgo le fatidiche dieci domande a Fini desunte dal libro a sua firma:1) Ci spiega la teoria della crescita in Joseph Stiglitz da lei citata a p. 154?2) Ci chiarisce se il suo riferimento alla libertà di o alla libertà da, discenda da Isaiah Berlin, da Friedrich von Hayeko da Ralf Dahrendorf (p. 151-3)?3) Cosa l’ha più colpita del testo filosofico Vita activa di Hannah Arendt, così copiosamente citato (130 e passim)?4) Pensa di poter applicare il concetto di società liquida di Zygmunt Bauman da lei citato a p. 125, anche alle società del familismo amorale descritto da Edward Banfield, da lei citato a p. 79?5) Quando cita Alain Besançon definendo il comunismo e il nazismo gemelli eterozigoti (p. 47), allude anche all’eterotelia espressa da Jules Monnerot?6) Perché preferisce il Nietzsche di Karl Löwith (p. 59) al Nietzsche di Martin Heidegger?7) Complimenti per i testi filosofici sul razzismo (Gobineau, Rosenberg, Hitler) ma perché cita a tale proposito pure il Mito di Arminio (p. 56-7)?8) Ama citare Christopher Lasch (p. 68 e passim): è alla sua Cultura del narcisismo che si ispira il suo capitolo dedicato appunto a Narciso?9) Ci spiega cosa ha voluto dire quando, dopo aver citato Karl Popper e Federico Moccia, invita i giovani a non rifugiarsi «in quella stratosfera di sogni» (p. 124); e da dove le è venuta quella metafora svolazzante sull’«l’Italia-farfalla che dovrà presto librarsi nell’aria» (p. 104)?10) Quali sono infine i testi di Peter Hahne (p. 75), di Maurice Duverger (144), Ernst Renan (131), Thomas Mann (57) e Arthur Koestler, le opere di Fourier, Owene Saint-Simon (53), diRoger Scruton (50), Robert Conquest (49) Ulrich Beck, (20) e Pierre Teilhard de Chardin (10) citate nel suo libro? E Lazar, e Furet e Glucksmann, e Stuart Mill e Weber… e mi fermo qui per non spaventare il lettore.Naturalmente chiedo di rispondermi in diretta, senza usare l’aiuto del pubblico da casa e del suo addetto stampa Aldo Di Lello, colto giornalista culturale che conosce quei testi. Sono certo che non risponderà e questo lo discolperà dall’infamia di essere un intellettuale. Fini è portatore sano del suo testo, potrà abiurarlo più facilmente di ogni altra abiura finora effettuata.Ma finite le domande a Fini chiedo alla stampa italiana che ha recensito ammirata il libro del professor Findus: ma per voi non conta niente la verità, l’autenticità, il pensiero, l’autore? Per carità, i ghost writer ci sono sempre stati, famoso tra tanti il saggio su Proudhon di Craxi scritto da Luciano Pellicani; ma qui siamo alla sostituzione di persona, il gemello professor Findus al posto di Fini il politico. Ad ambedue rivolgo l’invito a vedere il film Sotto falso nome e a rileggere Il doppio di Otto Rank. Mi auguro solo una cosa: ora che il professor Findus è stato sbrinato, non vorrei che Fini andasse al suo posto nella cella frigorifero. Nascere dalla fiamma e finire in ghiacciaia sarebbe troppo.

Marcello Veneziani (da “Il Giornale” - 21 novembre 2009)

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venerdì 27 novembre 2009

L'impossibile unità dell'area che non c'è piu! Ora, senza rimpianti e senza rancori, ognuno per la sua strada!

A Milano come a Roma, tramonta definitivamente ogni ipotesi di unità dell'area a destra del PDL. Le differenze culturali, politiche, organizzative, operative e strategiche della decina di gruppi, in cui è divisa la destra radicale, sono sempre più marcate ed aggravate da forti fratture personali. La cosidetta "comunità militante" è oramai una "Babele" senza bussola, senza regole e senza capi riconosciuti da tutti. Oramai ci unisce solo un romantico legame con le comuni radici ed il doveroso tributo ai Camerati Caduti. Non possiamo che prenderne definitivamente atto, con grande amarezza ma anche con assoluta determinazione. Noi guardiamo al futuro, andiamo avanti, non molliamo, continuiamo a fare Politica e Cultura, coerentemente e liberamente di destra, nel PDL, con tutte le forze e gli amici, vecchi e nuovi, che ne condivideranno le nostre scelte. A tutti coloro che, con noi, nel passato, hanno condiviso militanze comuni, senza rimpianti e senza rancori, auguriamo buona fortuna: ora, ognuno per la sua strada!

Comitato DESTRA PER MILANO - LiberaMente nel PDL

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Comunicato ufficiale del Blocco Studentesco di Casa Pound Roma:

Consulta licei romani: la reazione sospinge il fronte rosso

Come si era anticipato, la Consulta dei licei romani avrà un presidente di sinistra benché questa sia andata appena sopra il quaranta per cento dei voti.I consiglieri, eletti dagli studenti, a loro volta votano per il presidente.Nella giornata di giovedì 26 novembre i neo-eletti si sono incontrati per l'elezione. Come aveva preannunciato martedì il Blocco Studentesco, che in questi giorni ha raddoppiato i voti e i consiglieri rispetto a solo due anni fa, la presidenza è andata alla sinistra che ha votato compatta per un suo candidato.Azione Studentesca, che aveva tenuto la presidenza in questo biennio grazie all'apporto decisivo dei voti del Blocco, ha mal digerito l'inversione di forze e il fatto di trovarsi nettamente dietro al movimento liceale di Casa Pound e non ha quindi voluto comportarsi con la stessa linearità. Una terza lista di eletti, che rappresenta la coalizione delle destre frazionali e di quelle terminali, ha dimostrato che la sua priorità era d'impedire che la presidenza andasse al Blocco. Così la sinistra ha acquisito la presidenza di consulta con 169 voti. Se i 30 della destra terminale e i 54 di Azione Studentesca che, insieme, fanno 84, si fossero sommati ai 98 del Blocco, la presidenza sarebbe stata conquistata.Nulla di grave la mancata presidenza. E' vero che questa concede libertà di azione, di programmazione, di organizzazione e di iniziative che saranno quindi ben diverse da quelle che si sarebbero tenute se dagli altri fosse stato reso al Blocco quel che il Blocco aveva dato loro solo due anni fa.Quello che però è sintomatico è il disagio in cui versano le destre abbarbicate a logiche di setta e di pollaio. Ma lo sapevamo già. Avanti Blocco Studentesco: il raddoppio conseguito di voti e consiglieri e il sorpasso effettuato sui politici da routine lascerà una traccia non da poco.

Intervista a Gabriele Adinolfi

In linea di massima

Scritto da Linea

Mercoledì 25 Novembre 2009 10:52

Adinolfi intervistato su Polaris e sull'attualità

LINEA 24 NOVEMBRE 2009

Intervista a Gabriele Adinolfi da parte di Graziella Giangiulio

C'è sempre qualcuno che punta il dito: “in Italia a occuparsi di cultura-politica sono sempre i soliti”: Ed invece non è vero, basta cercare; tra le iniziative annoveriamo quella di Polaris.
Al suo fondatore Gabriele Adinolfi abbiamo chiesto chiarimenti

Che cos'è Polaris? (Breve storia)

Polaris è un centro studi nato qualche anno fa, su mia iniziativa, al fine di produrre una mutazione dei metodi d'intervento politico, nel segno di una vera e propria rivoluzione culturale.Controcorrente rispetto all'abitudinario esibizionismo, abbiamo preferito privilegiare il sostanziale alla vetrina.Non abbiamo fatto annunnci trionafli ma abbiamo proceduto all'acquisizione graduale di risorse umane e intellettuali. Al momento è difficile definire il numero preciso di coloro che collaborano al centro studi, non essendovi un tesseramento né pretese di esclusiva, a occhio e croce il numero si colloca a cavallo tra le due e le trecento unità, ma poi bisogna aggiungere gli utenti effettivi dei nostri prodotti e la stima diventa davvero ardua. Abbiamo edito diversi dvd, quasi tutti oramai esauriti. “Comunicazione”, “Storia dei poteri forti dopo Jalta”, “Capitalismo e Multinazionali”, “Droga e Petrolio”.Tre quaderni, frutto di studi approfonditi. “Geopolitica di droga e petrolio”, “L'immigrazione”, che è un prodotto di 148 pagine in cui si analizzano cause ed effetti del fenomeno suggerendo soluzioni contro corrente che hanno consenso bipartisan, “Terremoti”, ovvero l'analisi delle crisi mondiali in atto dal 2008. Ogni stagione dell'anno mandiamo online la rivista “Orientamenti & Ricerca”. Dal 2010 passeremo ad un trimestrale in formato cartaceo.

Dal 27 al 29 novembre a Lavinio, sul litorale romano, c'è un incontro nazionale dal titolo “Capitani coraggiosi”: di che si tratta?

E' il nostro terzo incontro nazionale al quale da varie regioni d'Italia affluisce una parte dei nostri collaboratori. Soprattutto esperti in comunicazione, finanza, economia, geopolitica.Quest'anno lo scopo che ci siamo prefissi è di salire di un gradino nella scala della nostra crescita.Il che significa due cose: dare una veste inconfondibile al centro studi e organizzare la redazione e la diffusione della rivista.

Che s'intende per veste inconfondibile da dare al Centro Studi?

E' mia convinzione da anni che nella società post-partitica il ruolo dell'intellighenzia diviene prioritario. In Usa i principali elementi (meta)politici li chiamano Think Tank, in Germania hanno addirittura avuto la forza di supplire alle mancanze dello Stato. Da noi sono giunti da poco, ovviamente in ritardo, e si tratta perlopiù di vetrine personalistiche dietro le quali i diversi leaders politici cercano di coprire il vuoto lasciato dalla scomparsa di correnti e partiti, al fine di mostrare comunque una visibilità. Se invece un centro studi lo s'intende come qualcosa che, diversamente, si ponga come un vero e proprio sistema operativo, si può accedere al ruolo di avanguardia al contempo irradiante e interventista, in quanto si offrono soluzioni a chi non ha la fantasia né il tempo di cercarle.

Quindi un centro studi organico a partiti di governo/opposizione?

Non necessariamente; un sistema operativo funziona appunto creando sistemi, chi ne sia l'utente momentaneo conta fino ad un certo punto, importa quale soluzione e quale idea del mondo si vanno a imporre nella scia delle soluzioni suggerite, ma anche in quella dell'analisi che non è mai estranea alle premesse da cui parte, e quindi alla sua vera matrice. L'albero è nel germoglio!A noi non interessano gli orticelli e neppure i poderi della politica ma l'azione organica per cambiare le cose nella polis.Riuscire a modificarle in modo che ci aggrada è positivo, galleggiare con qualche banderuola in uno stagno insalubre è negativo. Come ho premesso non c'interessa l'esibizionismo che purtroppo è un vizio diffuso nelle sacche che si definiscono pomposamente antagoniste.

Il centro studi non è quindi neutro?

Nulla è neutro. Un centro studi secondo il mio intendimento deve avere un ruolo strategico.Sono anni che vado ripetendo che, ad eccezione delle cerchie dominanti, il modo di porsi e di proporsi in politica è sfasato. Ci si continua a mettere in scena con l'immaginario degli anni Sessanta e Settanta che già allora era anacronistco in quanto copiava malamente schemi buoni per la società e il potere di quarant'anni prima. Oggi coloro che non sono parte integrante delle oligarchie sono definitivamente spiazzati nel tempo, nello spazio, nelle forme e nelle prospettive.Chi, come me, ha una spiccata sensibilità fascista, quindi interventista, inclusiva, mobilizzatrice, deve approntare una strategia avanguardistica.

Che consiste?

Nella creazione continua e capillare di un insieme a rete che operi su tre livelli:intervento sociale diretto, formazione di lobby di popolo, anche in senso professionale ed economico, e investimento delle élites.Ne parlo abbondantemente in uno dei miei libri “Nuovo Ordine Mondiale tra imperialismo e Impero” edito nel 2002 per Barbarossa e anche nel mio più recente documento politico “Sorpasso Neuronico” scaricabile in formato pdf dal sito www.noreporter.org, terza icona nella colonna di sinistra.Ovviamente il centro studi per sua natura prova a porsi a cerniera tra il secondo e il terzo livello (formazione di lobby e investimento di élites). L’Italia oggi vive in balia della globalizazzione, dall’acqua privata alla finanza creativamMa abbiamo veramente bisogno di questo?No, ma contano solo i gruppi di potere: questo è il senso ultimo della democrazia che da sempre è smobilitazione del popolo, consegnato inerte e disarmato nelle mani dei potenti.La democrazia è una forma elegante e sosfisticata di oligarchia e di crimine organizzato. Oggi che abbiamo varato la videocrazia, la politica pura è meno sofisiticata nella cura delle forme e così si nota di più che decidono tutto gli Al Capone.

L’Islam è nemico o amico?

In assoluto non può essere un nemico; fermo restando che ha le pretese intolleranti proprie a tutte le religioni monoteiste del Libro, un credo volto al metafisico non può comunque essere considerato nemico da nessuno.Le stesse riletture storiche di scontro secolare e irriducibile tra Islam e Cristianesimo sono parziali e forzate. Tolleranza e intolleranza si sono alternate ancor più nel mondo musulmano che in quello cattolico, per non parlare poi del protestante.Altra cosa sono le letture politiche, talune autentiche talaltre artificiali, legate al cosiddetto integralismo islamico, ma bisogna distinguere con attenzione perché sono ambigue e pilotate.

Come le distinguiamo?

In primis tenendo conto dell'utilizzo mirato, e distorto, da parte della Casa Bianca delle teorie di Samuel Huntington sullo scontro di civiltà. Nel faticoso tentativo di applicare la dottrina Brzezinski per cercare di dominare un mondo non più bipolare, gli Usa hanno favorito, foraggiato e armato diversi fondamentalismi al triplice scopo di: rompere le relazioni politico-economiche tra le due sponde del Mediterraneo; destabilizzare i governi arabi a tinta socialnazionale; instaurare una psicosi collettiva che facilitasse il controllo degli individui atomizzati. La cooperazione tra Casa Bianca e integralismi islamici è palese, soprattutto in Bosnia e Kosovo. Se ne deduce che l'integralismo islamico è funzionale al dominio americano e lo si nota particolarmente nella dorsale balcanica ove viene utilizzato anche e soprattutto per impedire il nostro avvicinamento alla Russia.

L'Islam è quindi un focolaio di conflitti?

I cosiddetti fondamentalisti islamici sono un supporto di Wall Street, così come fu il caso delle bande partigiane. Questo genere di guerriglieri finiscono immancabilmente con l'essere gli ascari di quello che definiscono il “Grande Satana”.I fondamentalisti non sono così rappresentativi dell'Islam come lo si pretenderebbe sui media occidentali e soprattutto fanno, quando la fanno, una guerra all'Europa per conto terzi.Non è corretto pertanto parlare di minaccia islamica, vieppiù se lo si fa quando in Afghanistan e in Iraq ci siamo noi, per cause non proprio gloriose e con risultati davvero imbarazzanti. L'Iraq al tempo di Saddam era florido e solido, le chiese e le sinagoghe erano aperte e frequentate liberamente. Oggi l'abbiamo sprofondato in ogni genere di guerre di religione, in particolare tra sunniti e sciiti, e di odi tribali, bella prova! E parliamo di “invasione musulmana”?

E l'immigrazione?

L'immigrazione islamica non è preponderante, in Italia rappresenta sì e no il 12% dei flussi. Né si può sostenere che sia l'Islam che spinge ad emigrare; non fu il Cattolicesimo che indusse gli italiani e gli irlandesi a migrare nel passato, fu la povertà. Tra gli immigrati nelle grandi metropoli, specie a Londra e Parigi, gli integralisti che tanto ci spaventano sono minoritari e quasi tutti di seconda generazione, cioè privi d'identità; le comunità islamiche invece sono molto moderate.L'immigrazione è un problema fondamentale ma non è un fatto religioso, quelle atea, buddista , cristiana sono drammatiche comunque, talvolta anche di più.Il processo s'inverte nella cooperazione e, quindi, come condicio sine qua non, nell'acquisizione di potenza da parte nostra, che paghiamo ancora gli effetti dell'ultima guerra. Il vero problema risiede nel fatto che noi europei non siamo potenti e, per giunta, siamo attanagliati da pensieri e ideologie proprie alla decadenza che hanno la funzione dell'AIDS: creano immunodeficienza e quindi uccidono, dall'interno. Come i tumori o le polmoniti sono conseguenze solo terminalmente letali dell'AIDS che di fatto uccide gli organismi, la maggior parte dei problemi che ci assillano dipendono dalla nostra disintegrazione intima e non sono risolvibili se non si parte dalla radice.

Parlerete di questo dal 27 al 29 novembre?

Anche; soprattutto della potenza e dell'immunodeficienza ed andremo a fare degli aggiornamenti sulla situazione nazionale e internazionale, oltre ovviamente a fare il nostro lavoro.
E' ancora possibile per chi lo si volesse iscriversi per partecipare?Resta, al momento, qualche disponibilità ma sono poche. In ogni caso ci siamo attrezzati per accogliere nella giornata-clou, cioè sabato 28 novembre, con pranzo incluso ma senza pernottamento, alla quota di 30 euro a persona.

I vostri riferimenti?Il sito www.centrostudipolaris.org e soprattutto quello del nostro quotidiano online www.noreporter.org oltre, ovviamente alla mia mail.

mercoledì 25 novembre 2009

Il Buon Governo di Milano

Care Amiche e Amici,

il Circolo del Buongoverno di Milano è lieto di invitarVi alla conferenza inaugurale del suo X anno di attività che si terrà lunedì 30 novembre alle ore 18.30 presso la sede di via Marina 1. L’incontro, dal titolo “I percorsi della politica dalla formazione all’amministrazione: le esperienze dei giovani” vedrà come relatori l’On. Lara Comi, deputata al parlamento europeo nel gruppo PPE – DE, Lorenzo Malagola, consigliere comunale di Milano, Nicolò Mardegan, consigliere provinciale di Milano. Avremo modo di ascoltare le esperienze di chi, pur venendo da percorsi diversi, è arrivato alla politica attraverso la formazione, in un periodo in cui questa diviene fondamentale per la costruzione dell’anima comune al PdL.
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lunedì 23 novembre 2009

La destra torna in edicola con IL BORGHESE del nord

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E’ finalmente in uscita, il prossimo dicembre, in tutte le edicole e librerie, il mensile “di destra” IL BORGHESE del Nord, nuova edizione della storica rivista fondata da Leo Longanesi. L’editore è l’imprenditore Luciano Lucarini, il direttore è il giornalista Roberto Timelli.

Vuoi sostenere questa importante iniziativa culturale ed editoriale? Puoi scrivere articoli e recensioni (di politica, storia, cultura, arte, economia, società, costume, cinema, spettacolo e sport) e collaborare attivamente alla diffusione della rivista (abbonamenti, pubblicità, presentazioni ed eventi).

Informazioni e contatti:

Roberto Jonghi Lavarini
www.destra-dx.it - www.il-borghese.it
robertojonghi@libero.it – 346.7893810
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venerdì 20 novembre 2009

Giulio Caradonna: Presente!

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Tutta DESTRA PER MILANO, commossa, rende l'estremo saluto ed omaggio all'Onorevole GIULIO CARADONNA, storico esponente del neofascismo, mitico dirigente della destra romana, per oltre quarant'anni Deputato del Movimento Sociale Italiano, e si stringe alla numerosa e patriottica famiglia, in particolare all'amico e Camerata GIGI TABONE ed a Sua moglie.

GIULIO CARADONNA: PRESENTE!

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Il Comitato DESTRA PER MILANO incontra il Presidente SILVIO BERLUSCONI

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giovedì 19 novembre 2009

Venerdì 27 a Milano: andiamo a cena con il Presidente SILVIO BERLUSCONI


VENERDI 27 NOVEMBRE 2009 – ORE 20.00
A Milano, Spazio 90 di Via Mecenate 90

Cena del Popolo della Libertà con
SILVIO BERLUSCONI


IGNAZIO LA RUSSA
ROBERTO FORMIGONI
GUIDO PODESTA’
LETIZIA MORATTI

Quota di adesione 50,00 €, pagamento anticipato.
Posti limitati, tavoli da dieci, prenotazione obbligatoria entro lunedì 23.

Informazioni e prenotazioni: Roberto Jonghi Lavarini
robertojonghi@gmail.com - fax 02.31801315 - cell 346.7893810

"Destra per Milano" con DESTRAFUTURO


Abbiamo il piacere di invitarVi alla presentazione di DESTRAFUTURO, dal momento che tale iniziativa politica e culturale (di destra) è stata accolta con grande interesse sia dai vecchi iscritti AN che da nuovi sostenitori del PDL.


Sabato 21 Novembre - Ore 14.45
Presso il Circolo Arti e Professioni
In Via Strambio 9 a Milano
(Zona Città Studi - Citofono Siciemme)

Interverranno storici esponenti della destra milanese,
fra i quali Flavio Nucci e Dario Vermi

Contiamo sulla Vostra presenza numerosa.

Dott. Carlo Brignolo Gorla (Portavoce)
Ing. Michele Puccinelli (Coordinatore)

http://destrafuturo.blogspot.com/
destrafuturo@gmail.com

mercoledì 18 novembre 2009

Tutto parte, sempre, dalla nostra Milano...


Importanti iniziative, culturali ed editoriali, che partono da Milano:


Venerdì 20 Novembre – Ore 16.00

Presso gli uffici della Società Lasergrafica Polver

In Via Kramer 17, a Milano (Zona Porta Venezia)


Riunione del "Comitato Promotore",

aperta a sostenitori, collaboratori e simpatizzanti

(sopratutto giornalisti ed esperti di comunicazione),

con il seguente Ordine del Giorno:


Rivista Mensile “IL BORGHESE” del Nord



Movimento Identitario NOI POPOLO


Progetto Futurista ALTAVIA Milano



Comitato MILANO CAPITALE


Per poter partecipare all’incontro è necessario contattare, preventivamente,

la responsabile della Redazione e della Segreteria organizzativa,

presentandosi e confermando la propria presenza:


Signora Luisa

346.0876524