martedì 17 luglio 2012
Storace: LA DESTRA pronta per le elezioni!
STORACE: NOI NON ABBIAMO PAURA
Non ci spaventa nessuna sfida elettorale, e’ il senso di un’intervista che ho concesso a Italia Oggi. Il quotidiano da’ anche conto – con un’enfasi in verità eccessiva – di un cordiale incontro che ho avuto con Roberto Maroni dopo la sua elezione alla segreteria della Lega Nord.
Avviate le grandi manovre – scrive Alessandra Ricciardi – per riformare il Porcellum. Il capo dello stato insiste perché si faccia una nuova legge elettorale, ma gli stessi relatori di Pd e Pdl che devono scriverla sono sfiduciati.
«Qui i partiti hanno paura di perdere potere. Non credo che faranno molto», ragiona Francesco Storace, leader de la Destra, che poi attacca gli ex colleghi di partito: «Vogliono farci fuori con lo sbarramento al 5%. E una manovra per evitare il cambiamento». Ma Storace non demorde e si attrezza per le elezioni, sbarramento o no. Fresco di un faccia a faccia con il nuovo segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, confessa a ItaliaOggi: «Abbiamo scoperto che ci sono tra noi grandi consonanze».
Tutti erano d’accordo e a non volere il Porcellum, ma ora sul cosa fare ognuno ha la sua.
«I partiti della cosiddetta semplificazione, Pd e Pdl, hanno subito scissioni che hanno complicato piuttosto che semplificare rapporti e strategie. E ora hanno il terrore di perdere troppi seggi. Provano a rimediare ponendo un sbarramento del 5%, una manovra per impedire a forze nuove di entrare in parlamento, per fare fuori anche noi. Per assurdo, a Beppe Grillo farebbe comodo che non cambiasse nulla, perché con l’attuale legge, con il Porcellum, se entra in parlamento come primo partito poi governa. Ed è l’unico vantaggio di questa legge.
Il Pd non vuole le preferenze, dice che favoriscono l’infiltrazione mafiosa
Il Pd dovrebbe chiarirsi le idee. Nelle regioni dove si vota con le preferenze, loro che fanno, non si candidano? Se escludono le preferenze perdono il contatto con il territorio. E poi le operazioni di arricchimento si fanno nelle regioni, mica nel parlamento. Il Pd deve essere meno ipocrita. Non avere le preferenze serve solo a mantenere gente loro nominata in parlamento.
Lei cosa propone?
Una cosa semplice, va bene che chi vota scelga il premier, ma deve scegliere anche chi lo rappresenta in parlamento. Io aggiungerei le preferenze in questo impianto e basta.
Lei è bipolare.
Certo. Ma il mio schieramento deve rendermi anche orgoglioso di starci.
Non aiuta a fare una riforma anche il fatto che i parti abbiano cento voci.
II disastro è iniziato quando si è deciso che bastavano i grandi partiti e che i piccoli dovevano essere fatti fuori. E invece la storia dimostra che ognuno doveva tenersi la roba sua. L’unico governo che ha governato negli ultimi anni è stato quello di Berlusconi, dal 2001 al 2006. Ed era una coalizione di più partiti, ed era la Casa delle libertà. E non un partito unico.
Un governo che ha anche fatto un po’ di cambiamenti nella sua compagine.
Due volte, non molto rispetto alla storia dei governi italiani.
Ora sembra che Berlusconi abbia deciso di tornare in campo in prima persona, scalzando di nuovo Alfano.
Se è veramente così, questo significa una sola cosa, che Pier Ferdinando Casini ha definitivamente detto no ad Angelino Alfano, niente alleanza. E allora, è facile che il Cavaliere ragioni che, non essendo lui l’impedimento, non c’è ragione che non torni al comando.
Ma in tutto ciò la destra che fa? Fini pare tentato più da un’area moderata, di centro che non di destra. Che sta succedendo?
Gianfranco Fini è sparito. Ho avuto un lungo colloquio con Roberto Maroni, e abbiamo parlato un po’ di tutti e di tutto. Io guido la Destra, lui la Lega Nord e di Fini non abbiamo mai parlato, neanche lo abbiamo citato.
Non esiste proprio…
Non sta manco sulle figurine, come diciamo a Roma.
E finita per l’area di destra.
Ma che dice! Il mio partito era dato all’1,9, ora siamo al 4,5%, ci stiamo riposizionando e c’è quel 45% di elettori che non vota più, ci sono gli insoddisfatti del Pdl, i giovani in cerca di lavoro, le famiglie che faticano da una vita e pagano solo tasse. C’è un’ampia area di elettorato che può votare per noi, per il nostro programma. Anche se mi mettono lo sbarramento al 5%, noi lottiamo, vinciamo.
Lo stesso elettorato del movimento 5 Stelle?
Loro sono l’antipolitica, noi la politica.
Ma con Maroni, avete trovato intese?
Vede, c’è un dato interessante, che si coglie dai particolari: al congresso Maroni stava in giaccia e cravatta e non più in camicia, ha parlato di Nord e non di Padania. C’è un cambiamento.
Vi state piacendo, insomma.
Ci sono molte consonanze. Siamo uniti dalla battaglia contro le politiche di Monti, dalla battaglia per la sovranità nazionale, politica, economica, monetaria. Non è poco.
Loro al Nord, voi al Centro-sud.
Ci si può ragionare. Sarebbe una bella miscela.
FRANCESCO STORACE
LA DESTRA
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