Gino Strada al Quirinale è sempre meglio di Emma Bonino. Figurarsi il paradosso, allora. Per non dire di Romano Prodi. Ancora una volta meglio il fondatore di Emergency. Pure De Rita, Amato, Celentano, Moira Orfei, suvvia: sono tutti pastorelli del presepe di mezza molatura. E dunque Gino Strada tutta la vita. Al netto della padella, si sa, è sempre meglio la brace. E siccome sulle cose impossibili nessuno ci può contraddire, ecco, un nome – per una Repubblica, sociale e degna della vena ghibellina – io ce l’avrei, ed è quello di Piero Buscaroli. Sarebbe perfetto per il Quirinale, il Busca, ha il volto d’antico romano perché è ancora più antico dei probi viri dell’Urbe. Ha un così radicato orgoglio patriottico da coltivare il sentimento più nobile, quello di odiare gli amici. Ha coniato per se stesso, ma la rubo volentieri, la definizione di “cittadino coatto della Repubblica italiana”. Una volta rispedì indietro, al capo dello stato, la pergamena su cui veniva certificata un’onorificenza non richiesta, un qualche cavalierato per riconoscergli i meriti nella sua inarrivabile competenza in tema di musica e anche lì, con la stilografica, sul retro del diploma scrisse: “Non accetto riconoscimenti da chi non riconosco”. Neppure suo cugino Massimo Cacciari riesce a tenergli testa. Sarebbe perfetto come presidente di una Repubblica ideale perché poi, ovviamente, applicherebbe alla lettera la Carta. Quella del Carnaro va da sé. Integrata coi Diciotto punti di Verona. - Pietrangelo Buttafuoco
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