RITORNO AL REALE
All’ uomo di questi tempi, cresciuto a dismisura nelle capacità tecnologiche e scientifiche, ma rimasto immaturo nella sapienza necessaria del loro uso, queste tecniche a lungo andare sono sfuggite di mano, producendo crisi.
Assistiamo al fatto che questi strumenti sono sfuggiti di mano all’ uomo, hanno persino assunto autonomia (morale) e sono essi stessi ora a spiegare e determinare le idee e i comportamenti dell’uomo stesso, limitando la sua capacità di distinguere tra fini e mezzi.
Ciò vale in economia come per altre scienze o tecniche e per la politica. Decidendo di ignorare l’unicità della vita dell’uomo, costituito di carne e spirito, ci si è fatte sfuggire di mano la logica e la dinamica stessa dello sviluppo economico, del senso comune, dell’arte della politica, imposti a tavolino, a uso e consumo di un’umanità considerata alla stregua di “animali intelligenti”, da soddisfare solo materialmente proponendo il consumare di qualunque bene materiale… Altrimenti il Pil non sarebbe cresciuto…
Ciò è accaduto perché l’uomo ha perso il senso della vita, il senso delle sue azioni. Perché il nichilismo dominante, eletto a filosofia di pensiero di questo tempo, ha distolto l’uomo da riferimenti di verità e di continuo confronto con la Realtà attraverso l’uso di ragione.
Senza Verità e Realtà all’uomo sfuggono di mano, appunto, gli strumenti. Come si può chiedere a un banchiere a un politico di dar senso – vero senso, per il bene comune… – al suo mestiere se la vita non ha senso?
Abbiamo perso la concezione della nostra spiritualità, che tende all’ Incontro con il Divino che si è fatto Uomo, e ciò ha comportato la perdita del corretto rapporto fra gli uomini e con la natura. In particolare in campo politico si è troncato il rapporto fra classe dirigente politica e popolo, proprio in virtù del fatto che l’Uomo non è più considerato come complessità materiale e spirituale.
• RICOSTRUIRE UNA PRESENZA IN POLITICA
Sulla politica (tecnocratica) così come è strutturata ed intesa oggi, non si ritiene si possa fondare un progetto per l’Italia, ed i risultati di questa deriva sono lì da vedere.
Occorre un cambiamento teso a riacquistare il senso del fine del far politica, che resta l’arte del tendere al bene comune.
Per tendere a tale ritorno non bastano e non servono, anzi complicano la vita ulteriormente, le riforme sulle conseguenze delle scelte umane, quali la riforma del sistema elettorale o l’entrata in scena di nuovi soggetti sociali, anch’essi pensati in salotti illuminati.
Occorre la ripresa di una presenza politica vera, che si presenti con dei contenuti, e stili di vita, di servizio al bene comune, esordendo dalle cause che determinano la vita sociale oggi così come è, analizzandole e giudicandole, onde poter , poi, incidere sulle conseguenze.
Noi desideriamo questo cambiamento culturale e personale, siamo estranei allo statalismo liberale o socialista, poniamo il fulcro della nostra azione nella centralità della Persona e al suo svilupparsi e crescere nella Comunità, ricordando come i compiti dello Stato siano servizio a un soggetto ad esso preesistente: la Società.
Occorre allora restituire a tutte le parti sociali, a tutti gli italiani, la possibilità di essere rappresentati, ricostruendo quel rapporto interrotto fra classe dirigente politica e popolo, facendolo partecipare alle scelte, evitando che caste contrapposte continuino a produrre, con una dialettica finalizzata solo alla conservazione del Potere, ingiustizia e diseguaglianze.
Le idee che commuovono ( nel senso di cum-movere) l’uomo, sono le stesse che cambiano la storia.
Le domande più radicali di ognuno di noi cercano il significato del vivere e si sostanziano in opere per il bene comune.
Per questo proponiamo la scelta di riferimento sociale, e prima ancora elettorale, da parte della gente comune, di persone che assumano il mandato politico secondo il criterio della corrispondenza, della serietà, competenza e moralità dell’agire.
Oggi l’astrattezza moralista, le ideologie persistenti anche se mascherate, e la corruzione hanno portato a uno svuotamento della tensione ideale, come se la vita politica fosse esclusivamente luogo di espressione di forza e potere. Occorre, di contro, rifondare una presenza politica intesa come servizio al prossimo, tenendo a mente l’episodio Evangelico della lavanda dei piedi, applicando nella pratica politica le massime “regnare è servire”, “potere è servizio”.
RIPARTIRE DA ZERO PER UNA SOCIETA’ A MISURA DELL’UOMO
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