mercoledì 5 dicembre 2012
Dio, Patria, Famiglia: i Valori di Marcello Veneziani.
I valori del passato non muoiono, mutano a volte, ma non scompaiono. Ed accantonarli significa perdere la bussola, non sapere più dove si sta andando.
“Dio, patria e famiglia dopo il declino” è l’ultima godibile fatica dell’intellettuale biscegliese Marcello Veneziani, filosofo e scrittore raffinato, capace di tenere inchiodato alla sedia il pubblico della sala San Felice, in una presentazione voluta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Giovinazzo, guidato da Enzo Posca.
E quello di ieri sera, nel cuore del borgo antico giovinazzese, è stato certamente l’evento letterario dell’anno nella nostra cittadina, con Marcello Veneziani capace di raccontare il suo libro, raccontando in parte la nostra terra, la nostra gente, le nostre radici.
A fargli da pungolo il giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, Manlio Triggiani, col quale ha intrapreso un colloquio fitto e stimolante per la folta platea presente.
«Parlare di questi pilastri (Dio, patria e famiglia, ndr) - ha esordito l’intellettuale di destra -significa analizzarne il senso profondo. Fino a qualche tempo fa questi tre temi erano dati per assodati, acquisiti come valori indiscutibili. Oggi sono solo fantasmi del passato, guardati con sospetto».
Marcello Veneziani ha sottolineato l’importanza di questi valori, indipendentemente dalle idee politiche, dal luogo in cui si è nati, dalla forma che si dà ad essi.
Ed il rammarico per ciò che si va perdendo o, forse, si è già perso del tutto, traspare dalle pagine del suo lavoro.
«Pensare di farne a meno - ha ribadito amaro - è una utopia superba del nostro tempo».
Al posto di questi principi, secondo il filosofo biscegliese, ci sono, in questa fase storica, il dominio planetario della tecnica e quello della finanza, veri padroni della società contemporanea, dove nemmeno al genio, inteso come intelligenza di spicco, che si eleva sugli altri, è dato spazio.
Attenzione però a non estremizzare questi tre capisaldi, perché «un Dio che viene esaltato e celebrato troppo porta alla teocrazia, un sentimento patrio estremizzato origina razzismo ed una famiglia vista come nucleo individualista avulso dalla società, si trasforma in familismo anomalo».
Per salvare dall’oblio questi tre valori, quindi, bisogna riscoprire la tradizione, vista come«significato intrinseco della vita».
Resistere alle spinte centrifughe dettate dalla imperante globalizzazione tecno-finanziaria, quindi, si può e si deve, proprio attraverso la riscoperta delle «radici, perché nonostante queste spinte sentiamo il bisogno di tornare a casa, secondo un istinto del tutto umano».
«Non spargo illusioni - ha ribadito Marcello Veneziani - ma resta il bisogno dell’origine, perché anche se proviamo ad ignorare l’origine, essa ci verrà a riprendere, facendoci assomigliare a quei padri dai quali pretendevamo di essere diversi».
Pensare quindi ad un essere umano lontano da questo, significa pensarlo diverso dalla sua natura e noi uomini «non siamo atomi, ma siamo la stratificazione di valori, tradizioni e radici».
I pericoli più grandi di questa società vengono dall’economia imperante e prepotente che«decide in nome e per conto dei popoli, come se non esistessero, licenziandoli come tali, eliminando secoli di storia e tradizioni».
Poi l’affondo sull’immigrazione, vista da un’altra angolazione: «L’Europa - ha detto - quasi si vergogna delle sue radici cristiane e per questo è destinata a subire».
«Il problema - ha proseguito - non sono gli immigrati che arrivano sulle nostre coste, perché questo è inarrestabile e solo pensarlo sarebbe anti-storico, ma è una scarsa volontà di ricordare le nostre radici. I pericoli maggiori abitano dentro le nostre comunità e non vengono da fuori».
E per Marcello Veneziani, oggi si è arrivati ad una strana miscela. Nonostante la forza sempre più grande dell’alta finanza, si sono andati realizzando alcuni capisaldi del marxismo separato dal comunismo.
Il riferimento è all’ateismo ed alla secolarizzazione prorompenti, «all’internazionalismo come negazione della patria, ad una umanità sempre più votata al sapere scientifico».
In chiusura di serata, stimolato da alcune domande dei presenti, l’intellettuale pugliese ha voluto sottolineare che questo è un libro che guarda all’umanità, portando esempi concreti di questi valori.
È un libro «filosofico e non politico, perché la filosofia è universale, tangibile e non astratta, è stupore di nascere e dolore di svanire».
Infine, spinto da una nostra domanda, Marcello Veneziani ha puntato il suo sguardo sulla destra italiana, asserendo che «oggi non esiste più una vera destra».
«In questo senso - ha chiosato con ironia amara - sono un “sedevacantista”, nel senso che questa fase post-ideologica ha rappresentato e rappresenta la sconfitta delle idee, quelle vere ed ha lasciato il vuoto».
Alla presenza del sindaco Tommaso Depalma e di diverse personalità cittadine e della provincia, Giovinazzo ha vissuto ieri sera una serata di grande spessore culturale, comunque la si pensi da un punto di vista ideologico.
E di questo tipo di incontri-confronto la nostra cittadina ha bisogno, ha ribadito l’assessoreEnzo Posca, «come elemento per aprire la mente a nuovi orizzonti».
http://www.giovinazzolive.it/news/Cultura/207237/news.aspx
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