giovedì 20 settembre 2012
"Se fossi l'Italia mi incazzerei..."
IO SE FOSSI L’ITALIA MI INCAZZEREI…
“Siamo in un mare di guai”: è il leit motiv che proviene dalla viva voce di tantissimi italiani da un anno a questa parte. Se chiedete a qualche personaggio un po’ meno fine, potreste ascoltare delle variazioni sul tema ben più colorite, che forse rendono ancora meglio l’idea: l’Italia e gli italiani hanno un futuro tutt’altro che roseo.
Come si fa a non trovarsi d’accordo? L’Italia è il paese dell’Unione Europea con il prelievo fiscale più elevato. Stando alle rilevazioni dell’International Finance Corporation,(fonte), viaggiamo ormai ad una percentuale attorno al 70%, (68,8, per l’esattezza), contro il 21% del Lussemburgo, il 26% dell’Irlanda, il 47% della Grecia o il 48% della Germania. Come se non bastasse, gli italiani al rientro dalle ferie sono attesi da ulteriori rincari, che riguardano davvero ogni aspetto della vita quotidiana: dall’Imu alle tariffe di gas e luce, dai trasporti alle tariffe autostradali, per un aumento complessivo del prelievo pari a circa 2.000 euro pro capite. Non va di certo meglio con la benzina. Se una ricerca Bloomberg del 14 agosto scorso, (qui) collocava l’Italia come il settimo paese al mondo per il prezzo del carburante, (con un costo medio per litro di circa 1,714), con gli ultimi aumenti che hanno fatto schizzare la verde a quota € 2,013 si può dire il Belpaese contenda ormai la maglia nera alla Norvegia, ove il costo per un litro di benzina è di € 2,160 al litro. La disoccupazione, infine, è a livelli mostruosi, come tutti ben saprete.
Insomma, volendo parlare in parole povere, lavorano sempre meno persone, guadagnando sempre meno, e praticamente tutti dobbiamo pagare sempre più tributi, magari pure sulle bevande gassate zuccherate, (sì, avete letto bene: fonte), oltre che sui beni di prima necessità. Ormai non c’è davvero più nulla che sfugga alla lunga mano fiscalista dello Stato, che in maniera sempre più sfrontata preleva coattivamente denari dalle tasche dei contribuenti per dirottarli chissà dove.
Tutti si lamentano, ma nessuno fa nulla. Non una manifestazione di protesta,(che pure serve a poco, ma è sempre meglio di nulla),non un movimento serio che proponga qualcosa. Niente di niente. Solo episodi di disperazione individuale, che riempiono il cuore di dolore e aumentano la rabbia, per una casta politica corrotta e un popolo ignavo.
Quanto siamo ancora disposti a subire tutti quanti? Quanto tempo ancora subiremo la faccia tosta di un Ministro del Consiglio che non sa nemmeno cosa rispondere ad un giovane che gli chiede una sola buona ragione per non abbandonare l’Italia, o che si permette di dire che il “posto fisso è monotono”, o che “la generazione dei 30enni è irrimediabilmente persa”? Quanto a lungo tollereremo una squadra di governo non eletta, che fino ad ora si è dimostrata abilissima solo nel chiedere sacrifici agli italiani e a piazzare i propri figli in fior fiore di enti pubblici o istituti bancari, con stipendi che un operaio stenta anche ad immaginare? Insomma, quanto tempo dovrò attendere prima di vedere uno scatto d’orgoglio, un gruppo di semplici cittadini che si riunisce spontaneamente per pensare ad un qualcosa di diverso o anche semplicemente per andare a prendere per il bavero della camicia d’ordinanza questi autentici affamatori di popolo?
Domande che mi lasciano l’amaro in bocca, che mi spingerebbero a partire anche da solo alla volta di Roma, se solo servisse a qualcosa. Domande che forse fareste bene a farvi un po’ tutti. Ammesso e non concesso che troviate il tempo per farvele, tra un pulcino che canta in radio ed un ultimo bagno al mare…
PASQUALE SOMMA
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