CCP

giovedì 7 marzo 2013

Il commento politico di Beppe Mambretti.

Dopo aver analizzato il risultato elettorale delle ultime consultazioni, constato la pressoché inesistenza delle destre, comprese quelle a cui per spirito di ospitalità è stata messa avanti la parola centro, e ritengo sia doveroso fare delle considerazioni sul futuro.
Tutte le liste dell’area che va da “Fratelli d’Italia” alla loro destra racimolano non più del 3% a livello nazionale, tenendo presente e considerando che le somme matematiche in politica danno un risultato sempre in difetto piuttosto che in eccesso. Questo dato potrebbe essere marginale se dietro a tutte queste sigle ci fosse un progetto concreto di crescita e una visione comune di dove stare e con chi stare, visto che la di là delle scelte montiane suggerite dall’estero, piuttosto che grilline suggerite dalla comprensibile rabbia degli italiani, la nostra democrazia si conferma sempre più bipolare.
Il problema è che, visti i mezzi e le forze e il radicamento a sinistra piuttosto che per il partito del capo a destra, questa democrazia non diventi o rischi di diventare così come sembra una democrazia a bipartitismo.
Raccolgo con piacere e rinnovata stima e rispetto l’appello che oggi 1.3.2013 Francesco Storace lancia di una costituente con facce nuove, con i colonnelli ed i capi della galassia destra che facciano un passo indietro a partire da noi stessi.
Ma il rischio, visto e considerato la situazione politica e parlamentare contingente, è che nessuno sia in grado di cambiare la legge elettorale. E se basta uno 0,4 per prendere 220 deputati in meno o addirittura uno 0,04 a “Fratelli d’Italia” per far sì che anche un piccolo manipolo di deputati de “La destra” potesse entrare, esiste il grande rischio che il prossimo tsunami possa spazzare via anche la neocostituente.
Il nostro mondo deve essere nella consapevolezza bipolare in grado di creare una forza smarcata dal partito del capo, in grado di parlare non plasticamente alla gente, ma direttamente e nella gente, così come ha fatto Grillo e in parte, grazie alle forze economiche e mediatiche, ha fatto anche il capo della nostra coalizione.
Dico smarcata perché non è possibile non creare una linea di demarcazione tra Storace che si è fatto 7 anni di gogna giudiziaria in un angolo e chi della gogna giudiziaria se ne frega, al di la della solita tiritera dell’accanimento dei giudici. Così come non si può alle 16.00 del pomeriggio essere seduti nella villa di Arcore e alle 17.00 fondare “Fratelli d’Italia”.
Il fallimento de “La destra Storace” ed in parte nonostante quello che si proclama, della destra di “Fratelli d’Italia”, visti i mezzi, il radicamento e la rete di potere, in particolare in Lombardia, denotano che la destra in tutte le sue componenti è in continuo declino. Il successo non è non avere eletto Fini, e brindare come qualche amico ha fatto in Piazza San Babila. Diversamente invece, sarebbe stato bello brindare per un bel gruppo di deputati portati da entrambe le forze politiche. Non dimentichiamo i 150 deputati di “Alleanza Nazionale”.
Ciò che si chiede ai leader non è solo la costituente, ma è riempire di contenuti la stessa, che vada al di la delle conventicole e i nepotismi di tipo lombardo dell’ex Ministro della Difesa che neppure ha saputo eleggere i fratello in regione; la costruzione di una destra popolare che sappia ancora parlare ai deboli e li sappia interpretare e si smarchi dalle logiche di potere così come accade in Lombardia negli ultimi anni, che faccia la differenza sulla finta sussidiarietà degli alleati di “C.L.” e della “Compagnia delle Opere” e cominci ad aprire e sappia costituire e rivitalizzare la politica sindacale nel senso puro del termine, che non può essere quella delle tessere false ugl o dei permessi o dei distacchi sindacali.
La “Lega”, nonostante il suo tracollo,si e' smarcarta dal Capo ed è riuscita comunque ancora ad essere ben rappresentata in Parlamento, piuttosto che in Regione Lombardia, dove la lista di area civica per Maroni ha raccolto il 10% e questo dimostra che nella coalizione vi è voglia di altro. Di differenza.
Per i nostri elettori che vedono come leader della destra Silvio Berlusconi, capace delle rimonte elettorali, ma incapace o disinteressato alla costituzione di un partito radicato, anzi infastidito da questo, per cui è meglio candidare la valletta di turno piuttosto che la persona radicata nel territorio, questa non è destra, è qualcosa di differente che non corrisponde ai valori di base ai cui la destra da sempre si richiama.
Quindi puliamo anche il nostro partito dalle posizioni di rendita (ridicole) il partito non è e non deve essere un marchio in franchessing all'isegna del "c'era una volta". La scelta e' un cambio generazionale ? Ben venga purche' non diventi uno scontro generazionale e lo si faccia "levando" a questa volonta'" i vecchi e nuovi bastoni dalle ruote ". Costruiamo dietro o meglio al fianco qualcosa di nuovo e di antico nel suo insieme , qualcosa di identitario attuale e non reducista. Costruiamo tutto cio' che non si serva dei cittadini ma che serva ai cittadini , senza illudersi dell'efficacia dei nuovi strumenti di comunicazione (twitter facebook) perche' Grillo non aveva solo quelli ma anche le piazze e i gazebo affollati.

Beppe Mambretti

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