CCP

mercoledì 6 marzo 2013

Analisi politica di Adraino Tilgher.



Nuove politiche e prospettive      
 
Usciamo con le ossa rotte da questa competizione elettorale; ma quello che ci disturba di più, non è tanto la sconfitta in se, quanto il fatto che, pur avendo previsto quello che stava per succedere, abbiamo creduto di poter ottenere un qualche risultato con un partito legato a terminologie e schematismi desueti e superati, tecniche di comunicazione antiche e metodi organizzativi inutili e per di più malamente utilizzati ed ancor peggio attuati.
Fare autocritica non è una pratica che appartiene alla nostra concezione della vita, ma assumerci le nostre responsabilità fino in fondo è un dovere che sentiamo profondamente e che porteremo alle estreme e obbligate conseguenze nelle sedi opportune.
Mai come questa volta il voto degli Italiani è stato netto, nitido e chiaro: non c’è spazio politico né a destra, né a sinistra. I due partiti maggiori (Pd e Pdl) delle due grandi coalizioni (centrodestra e centrosinistra) che rappresentano il contrasto di interessi all’interno della grande finanza internazionale, in nome di un’opposizione dell’una contro l’altra, hanno debellato tutte le formazioni schierate sulla contrapposizione destra-sinistra. Queste ultime, incapaci di capire che il sociale, il grande assente nella politica e nella società italiana, nemico storico del liberismo e delle concezioni mercatiste, non è né di destra né di sinistra ma è di tutti e per tutti, si pongono ancora su barricate inesistenti per continuare un giuoco, quello degli opposti estremismi, che ha consentito al sistema finanziario di perpetuare il suo potere.
Sono molti anni ormai che sosteniamo che centro destra e centro sinistra, essendo entrambi liberisti (quel mostro ideologico da debellare), sono espressione del potere finanziario cui la classe politica è completamente asservita, l’una al capitalismo finanziario l’altra al capitalismo produttivo (anche se il secondo appare irrimediabilmente travolto dal primo), e che bisogna creare il partito della gente, il partito che possa mettere al primo posto gli interessi sociali di un popolo per difenderlo dall’aggressione delle banche e della finanza nazionale ed internazionale.
Lo strapotere dei due raggruppamenti maggiori oggi è ridimensionato notevolmente, il partito della gente c’è: è il movimento di Grillo. Manca però il partito di tutela sociale; e questo dobbiamo affrettarci a costruire. Un partito che, come abbiamo detto, non è né di destra né di sinistra, che sappia interpretare la realtà politica e sia capace di difendere il nostro popolo dal tiranno monetario e dalla scure finanziaria. Un partito che sappia o integrare le carenze programmatiche dei grillini o coglierne l’eredità in caso di implosione, e che al contempo sappia attrarre le forze sociali che hanno risposto ancora una volta al richiamo berlusconiano a difesa dal pericolo di una vittoria della sinistra progressista ed asservita.
Questo il compito che ci attende oggi, ed il tempo stringe.
Non si tratta di mettere insieme i partiti dello zero virgola, né di unire “ex” di formazioni ormai defunte comodamente assisi su scranni che sentono traballare ma non hanno il coraggio di rischiare di perderli. Si deve fare qualcosa di più importante. Per questo non servono giovani che, nella maggior parte dei casi, hanno a più riprese dimostrato la loro incapacità o la loro cortigianeria. Servono persone, se sono giovani e donne meglio ancora, che abbiano capito il compito che devono svolgere, che sappiano svolgerlo e che, soprattutto, abbiano l’umiltà di sapersi mettere da parte se la funzione è al di sopra delle loro capacità. Insomma non si tratta di avere ruoli che lancino verso premi elettorali, ma si tratta di un difficilissimo lavoro di costruzione e sacrificio che può anche non portare premio alcuno.
 
Roma 03/03/13
Adriano Tilgher

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