CCP

giovedì 30 agosto 2012

Noi stiamo con i minatori sardi!

NURAXI FIGUS (GONNESA - CI) - Solidarietà ai minatori della Carbosulcis Dopo gli allevatori e produttori di latte sardi, un’altra categoria isolana è scesa sul piede di guerra, a 373 metri di profondità, per far valere i propri diritti inascoltati e calpestati dalla Regione e dal Governo nazionale. Dallo scorso 26 agosto, infatti, circa 40 minatori della Carbosulcis si sono rinchiusi per protesta nella miniera di Nuraxi Figus nel Sulcis, Sardegna sud-occidentale, per difendere il posto di lavoro, loro unica fonte di sostentamento. La minacciata chiusura della miniera di carbone sarda, a causa del bilancio aziendale in rosso, sta diventando il simbolo di una Regione spesso sfruttata e poi dimenticata, abbandonata al suo destino, come nel caso di altre attività industriali a rischio di fine attività quali l’Alcoa, l’Eurallumina e l’Ila. Eppure di progetti innovativi per lo sfruttamento pulito del carbone e il rilancio della competitività degli impianti se ne parla da almeno venti anni: prima con la gassificazione, poi con la costruzione di una centrale integrata a bocca di miniera con cattura e stoccaggio nel sottosuolo della CO2. Ma, a forza di attendere, fra la Regione che ha ormai le casse vuote, l’Enel che investe su fotovoltaico ed eolico (finanziandosi tramite le bollette di tutti i contribuenti e ricevendo cospicui incentivi), gli oltre 500 lavoratori della Carbosulcis sono costretti dallo sconforto all’occupazione delle gallerie sotterrane, piene di esplosivo, con il rischio di qualche pericoloso gesto disperato come già accaduto stamane con un operaio che si è tagliato un polso, fortunatamente in modo lieve. Secondo il parere governativo, il progetto “Zero Emission” nel Sulcis approvato in un ordine del giorno del Consiglio regionale della Sardegna costa troppo, oltre 200 milioni l'anno per otto anni; l’Enel però riceve una cifra 60 volte superiore per l’utilizzo delle fonti rinnovabili, senza produrre un solo posto di lavoro: e quando gli incentivi, già drasticamente ridotti dal “Quinto conto energia” di cui al D.M. 5-7-12, saranno esauriti cosa accadrà? Impianti spenti e, come al solito, cattedrali nel deserto? Nei prossimi giorni un vertice nella Capitale tratterà della vertenza Carbosulcis, ma senza lungimiranza su una politica energetica e delle materie prime che miri alla diversificazione e a svincolarsi il più possibile dai tradizionali canali internazionali, non c’è da attendersi nulla di buono. 29 agosto 2012 (Roberto Bevilacqua - “Alternativa Tricolore” componente interna al MSFT)

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