CCP

mercoledì 27 febbraio 2013

Brindisi cameratesco e goliardico alla fine di Fini!



"Pungitopo contro Fini"...


Pungitopo post-elettorale. Fini: dal "condono tombale" sulla casa di Montecarlo alla pietra tombale sulla sua carriera politica

(ASI) Gianfranco Fini, che grazie alla "benevolenza" di certa Magistratura aveva potuto beneficiare di una specie di "condono tombale" sulla casa di Montecarlo, questa volta non ha potuto evitare che gli elettori ponessero la pietra tombale sul suo futuro di politico di professione. In altre parole Gianfri è stato forse il più onorevole "tromabto" della tornata elettorale. Che farà adesso? Da buon subacqueo continuerà a scandagliare i melmosi bassifondi marini? Oppure deciderà di cercarsi un lavoro? Dati i suoi titoli di studio, forse potrebbe trovare impiego come maestro d'asilo. Ma anche lì sarebbe poi politicamente affidabile e/o ascoltato dai suoi puerili interlocutori? C'è da dubitarne. Forse è giunto anche per lui il tempo di riflettere sui propri tanti errori. Magari appartandosi dal mondo come un anacoreta in penitenza. Dove? Il luogo adatto a Roma che tutti conoscono sarebbe il Carcere Tulliano. http://www.agenziastampaitalia.it

Conferenza sulla "truffa" del debito pubblico.


Ariete: "Mai arrendersi. Credi, lotta, sfonda!"

Arrendersi? Niemals!


Lo scenario post-voto per la cosiddetta area, per quei partiti e movimenti che si definiscono eredi della tradizione neo-archeo-post-fascista, è per usare un eufemismo apocalittico. La migliore rappresentazione di un esercito allo sbando, fiaccato dalla mancanza di un progetto a lungo termine, di coerenza tra strategia e tattica. Generali datisi alla macchia o venduti al nemico, caporali che si improvvisano ufficiali, le truppe disorientate e divise in varie colonne che più che contro il nemico si scagliano contro se stessi. Pensavano, pensavamo, di essere noi gli attaccanti e invece ci siamo trovati a difendere la nostra trincea elettorale e come nella migliore tradizione, lo facevamo senza equipaggiamento. Quello che resta è un' ultima ridotta, un pugno di parlamentari, divisi tra PDL e Fratelli d' Italia. Ma non è da questi che dobbiamo ripartire, non da loro. Essi hanno messo in salvo loro stessi, ma pensare di incidere politicamente nella vita del futuro Parlamento è quantomai utopistico. Non si deve ripartire neanche dai nostri intellettuali patinati d'area: hanno dimostrato che quando va bene sono dei pessimisti cronici, accusatori degli altri prima che di se stessi. Sono anche loro le colpe se un movimento politico e culturale forte di 90 anni di storia non abbia saputo lasciare un segno di se dopo 20 anni di Governo, Consigli di amministrazione e Fondazioni.



Rifondare rifondare rifondare, in primis la struttura. In un momento del genere, con la politica nazionale piegata e delegittimata, resiste chi fa della conquista delle preferenze la sua battaglia. Le base è quindi già strutturata, grossomodo, in realtà locali (vedi i ragazzi di Torino o le realtà in Sicilia piuttosto che Casaggì, vedi Ariete stessa). Si tratta solo di mettere in piedi una rete leggera, una sorta di coordinamento piuttosto che un vero partito strutturato, per gestire questi nuclei militanti sul territorio. Va premiato il valore di appartenenza comunitario, non le filiere correntizie. Occorre sfruttare la balena azzurra, inserirsi nelle sue viscere, servirsi della sua visibilità per aggregare non sui simboli, ma sui valori. Essere non la ridotta dei reduci, ma la trincea d'assalto di conservatori, cattolici e comunitaristi! Le nostre Idee siano le nostre bandiere. E le bandiere devono essere viste, baciate dal Sole per assolvere il loro scopo. Dobbiamo riscoprirci gramscisti, infiltrarci nei gangli vitali della Nazione; conquistare spazi, visibilità, altri spazi. Mischiamoci alla nostra gente, ascoltiamone la ansie e le paure, guidiamo da dentro i passi del Popolo. Osiamo. E allora, una volta fuori dalla trincea, le bandiere saranno inondate di luce.. Occorre poi cambiare l'approccio all'elettorato: il verticismo meridionalista ha punito le destre al Nord, fiaccate da un dirigismo esasperato, mentre le istanze più liberaleggianti hanno spaventato lo storico elettorato aennino, cioè la dipendenza pubblica e le forze dell'ordine. E' necessario ricostruire ex novo delle basi ideologiche. Il dato elettorale dimostra che non paga ne fare le gare di purismo, ne mischiare al nostro mondo istanze liberali; sul primo fenomeno non c'è neanche da spendere parole perchè certe percentuali si commentano da sole. La seconda è una questione molto più interessante. Per Fratelli d' Italia, il partito che sembrava dover incarnare più di altri la tradizione della fiamma, l'aver imbarcato il buon, assolutamente preparato e serio, Guido Crosetto, con il suo livore contro i dipendenti pubblici, lo Stato leggero e le tresche con il sedicente laureato Giannino quanti voti ha portato? La Destra ha scordato la sua vocazione SOCIALE e ne è stata giustamente ricompensata; ma per questo non occorre ritirare fuori dall'armadio la nobilissima tradizione della sinistra prima del fascismo e poi missina. Basta guardare a quanti partiti si dichiarino portatori delle istanze della piccola e media impresa e tra questi ci sarà sempre qualcuno che, dal punto di vista meramente economico e di pancia, saprà meglio leggere quelle necessità. Serve quindi dare una profondità alle nostre proposte economiche, al taglio della spesa sostituiamo il taglio degli sprechi, al taglio dei servizi rispondiamo con uno Stato sociale più agile, situato a livelli quanto più possibile vicino al cittadino. Lasciamo poi l'armamentario retorico ottocentesco e parliamo di piccole Patrie, unite nelle due grandi Patrie, quella storica, l'Italia, e quella di sangue, l' Europa. Prendiamo infine esempio dalle altre destre europee: nazionali, ma legate alle autonomie. Popolari ma non stataliste. Legalitarie ma non giustizialiste. Coraggiose ma non dissennate. Siamo all'anno zero. Le radici profonde c'erano e non gelano, ma anche per la quercia più possente arriva il momento di morire. La grande quercia della Destra italiana, quella nata quel lontano giorno di Marzo, è in cenere. Ma non lasciamo che le sue ghiande cadano senza dare frutto. http://spazioariete.blogspot.it/2013/02/arrendersi-niemals.html#more

Roberto Jonghi su Antenna 3 Lombardia.

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Serve una grande DESTRA del NORD !






 

 


MARONI PRESIDENTE: vince l'asse del nord!







Per una COSTITUENTE di DESTRA !

 
 
 


 

martedì 26 febbraio 2013

L'infame Fini è finalmente finito!


 
Domani, mercoledì 27, alle ore 18.30, in Piazza San Babila: i camerati della destra milanese, appartenenti a tutte le sigle, brinderanno alla "morte politica" dell'infame traditore Fini, escluso dalla camera dei deputati, della quale era presidente.


Il commento politico di Roberto Jonghi Lavarini


 
Il risultato de La Destra è stato, senza mezzi termini (che non mi appartengono), pessimo. Il partito di Francesco Storace, nel quale mi sono candidato come indipendente, alla camera dei deputati, ha subito un tracollo, finendo con le altre... “destre terminali” dello zero virgola. La colpa di questo risultato è mia, nostra, di tutta una comunità umana e politica che non ha raccolto il grido d’allarme e l’appello unitario lanciato, da tempo, ben prima delle elezioni, da Marcello Veneziani e Renato Besana. Divisi non andiamo da nessuna parte: prendiamo solo i voti dei militanti, di parenti e amici. Questa e la tragica realtà: diamoci una svegliata, ed uniamoci, prima di scomparire definitivamente dalla scena politica italiana ed europea. Noi non siamo culturalmente democratici, non giudichiamo affatto la validità dei nostri Valori e delle nostre Idee, dai voti presi ma se partecipiamo ad una competizione elettorale, dobbiamo farlo per vincere, almeno per provarci, e, comunque, per fare una figura decente, per ottenere una minima e degna rappresentanza politica nelle istituzioni. Invece, divisi, manco riusciamo a presentare le liste, come avvenuto in regione Lombardia. Facciamo, quindi, tutti, una seria autocritica, riprendiamo subito in mano il progetto Itaca, torniamo a fare buona Politica, anche perché, con questo parlamento, così diviso, si tornerà presto a votare e, questa volta, dobbiamo farci trovare preparati. Per quanto mi riguarda, a prescindere dai risultati elettorali, sono assolutamente sereno, perchè ho fatto il mio dovere, combattendo, dalla parte giusta, una buona battaglia politica, culturale ed ideale. Ora "mi lecco le ferite" ed analizzo attentamente i dati, domani brinderò alla "morte politica" dell'infame traditore Fini, e dopodomani sarò, nuovamente in campo, pronto a nuove sfide: boia chi molla!

ROBERTO JONGHI LAVARINI


 

Appello unitario, del conte Fernando Crociani Baglioni, alla destra italiana.


DESTRA PER MILANO accoglie, sottoscrive e rilancia l'accorato e patriottico appello unitario dell'amico e camerata conte prof. Fernando Crociani Baglioni.
 

ALLA DESTRA NAZIONALE E SOCIALE, IDENTITARIA E POPOLARE. ALLA LUCE DEL RISULTATO EL
ETTORALE DEL 24 / 25 FEBBRAIO 2013

Fratelli d'Italia, Patrioti, amici di tante battaglie politiche, di tante campagne elettorali, di intense attività e laboratori culturali e di proiezione storica e critica all'interno della Destra politica italiana, è giunta l'ora di riposizionare tutta l'Area !
Rivolgo un appello più che fraterno, cameratesco, per un processo di riaggregazione della Destra nazionale e sociale, identitaria e popolare.
Basta con le prime donne, che quasi sempre sono sedicenti, autoreferenziali primi uomini. A chi fosse ancòra riluttante ai richiami della coscienza, alla sensibilità per il nostro passato, alla sacra memoria dei nostri Caduti, mi permetto di rivolgere un confraterno appello all'unità, attraverso una onorevole riunificazione: è necessaria una catarsi di serietà, ed un buon bagno di umiltà, mettendo magari in gioco per chi ha troppo professionalizzato la politica, talune personali posizioni, per riportare alla luce con le nostre bandiere, i nostri ideali, tutto il nostro patrimonio ideale e morale.  Dopo un ventennio di diaspore, di tradimenti, di personalismi e arrivismi, corruzioni e cadute di stile vergognose, è giusto e necessario rinsavire, unificando il buono, il sano, se necessario pacificando, porgendo parole di unità e non più di orgoglio insensato, di astio irrazionale, e di divisioni talora grottesche, che sovente oltre i danni politici e morali, ci hanno procurato l'incomprensione di segmenti della pubblica opinione, oltre l'irrisione degli avversari. Riunificare dunque tutta l'Area delle forze nazionali, aprendola ad un più vasto centrodestra nazionale, riconoscendo senza recriminazioni, ad ognuno pur disperso in troppe fiamme e sigle, il rispetto e l'onore per il lavoro, il dovere compiuto. Escludendo solo i traditori, pochi, finiti male, ma che restano traditori, disonorati e falliti. Vi sarà spazio, rispetto e soddisfazioni per tutti, questo desidero, auspico di tutto cuore a Voi tutti. Ma è l'ora di archiviare ogni sciocca divisione. Siamo giunti ad una legislatura abortita prima di nascere, dove i nostri avversari e talora anche qualche nostro compagno di viaggio, hanno reso un pessimo servizio agli italiani. Si avrà forse un anno, o forse meno, per tornare alle urne e tornare con coraggio e determinazione a vincere ! Non per noi, ma per il Popolo Italiano. Mi rivolgo ai capi, ai responsabili, i quali quand'ero giovane militante, entrarono nelle sezioni del MSI con i pantaloni corti, e condivisero con ammirevole impegno percorrendo sino a Fiuggi ed oltre, tutta l'esperienza storica della Destra Nazionale. A maggio celebreremo il XXV° di Giorgio Almirante. Non sarà solo una pubblica commemorazione storica di massa, e religiosa, nella sua Chiesa romana degli Artisti, accanto a Donna Assunta, auspicando l'Apostolica Benedizione del nuovo Romano Pontefice. Dovrà essere la nostra rimpatriata, del 2013 ! Quella vera, possibile e doverosa. Compiamola nel Suo nome, per compiere degnamente la Sua opera, e col testimone passare il retaggio. Con un fraterno abbraccio.

FERNANDO CROCIANI BAGLIONI
Roma, 26 febbraio 2013.


 

Primo commento al voto.


Prima analisi generale dei risultati elettorali:

1) Straordinaria affermazione del movimento 5 Stelle di Grillo, come voto di protesta popolare, anti-sistema, contro la casta e contro l’euro.
2) Clamorosa sconfitta politica della sinistra di Bersani e del centro plutocratico di Monti (con l’esclusione dell’infame Fini dal parlamento).

2) Grande rimonta di Berlusconi e del PDL. Tenuta sostanziale della Lega. Si salvano i Fratelli d’Italia mentre La Destra sparisce sotto l’1%.


Scomparse le destrine italiane.

Veramente tragici e penosi i risultati della destra italiana, mai così divisa, come in queste elezioni. Ecco i risultati nazionali definitivi al Senato:

Fratelli d’Italia: 1,92%

La Destra: 0,72%

Forza Nuova: 0,26%

Fiamma Tricolore: 0,17%

Casa Pound: 0,13%

A questi si aggiungono lo 0,14% ottenuto da Progetto Nazionale in Veneto e lo 0,10% da Rifondazione Missina in Campania. La destra (sociale, radicale ed identitaria) tragicomicamente divisa in sette liste, intercetta solo il voto della base militante e, nel caso di Fratelli d’Italia , anche quello del suo apparato e delle sue piccole clientele.

lunedì 25 febbraio 2013

AUSPICI e PRONOSTICI elettorali.

AUSPICI e PRONOSTICI elettorali.
 
(Milano, 25 febbraio 2013 – ore 12.30)
 
 
Naturalmente, il mio sincero auspicio è che:
1) La Destra di Francesco Storace entri in parlamento a rappresentare la “grande destra”, diffusa e costituente. 2) Roberto Maroni venga eletto nuovo presidente della regione Lombardia. 3) L’infame traditore Fini scompaia definitivamente dalla scena politica italiana.
La mia analisi degli ultimi giorni di campagna elettorale, dei dati di affluenza, della presenza e dei comportamenti ai seggi milanesi, a solo due ore dalla chiusura delle urne, mi lascia pronosticare questi risultati:
 
1) Aumento inarrestabile dell’astensionismo. 2) Forte voto di protesta contro il sistema, intercettato dal movimento 5 Stelle di Beppe Grillo (intorno al 20%). 3) Risicata vittoria della sinistra, di Bersani e Vendola, alla camera dei deputati. 4) Ingovernabilità del senato (senza maggioranza).  5) Buona ripresa del PDL di Berlusconi.  6) Deludente risultato per il centro tecnocratico di Monti e dei suoi camerieri. 7) Giannino ed Ingroia fuori dal parlamento (sotto il 4%). 8) Rischio scomparsa degli ex AN, con La Destra e Fratelli d’Italia, in competizione fra loro, per essere i “migliori perdenti”. 9) Soliti insignificanti zero virgola per le altre 3/5 liste della “destra terminale”. 10) Battaglia all’ultimo voto per la regione Lombardia.
 
 
Il dato de La Destra (ripeto, purtroppo, ancora una volta, a rischio esclusione dal parlamento) è dato, soprattutto, da questi evidenti motivi politici: 1) Mancato accordo nazionale con la Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli (già alleata alle scorse elezioni). 2) Mancato accordo con Fratelli d’Italia, possibile almeno al Senato ed in regione Lombardia. 3) Scissione di Progetto Nazionale (di Piero Puschiavo) in Veneto. 4) Mancato accordo con Rifondazione Missina (di Raffaele Bruno) in Campania. 5) Liste complessivamente deboli con candidati poco conosciuti e rappresentativi (non abbastanza radicati sul territorio e nella società) e capilista romani imposti in tutta Italia (con grave danno di immagine, soprattutto al nord, dove vi è la forte concorrenza della Lega). 6) Gravissime carenze strutturali ed organizzative (dirigenti locali spesso inadeguati, mancanza assoluta di fondi e finanziamenti, ritardo nella consegna del materiale di propaganda).
 
 
Tra poco, avremo i risultati reali e, con quelli, faremo una attenta analisi politica. Comunque sia, da domani, deve assolutamente ripartire il progetto di ricostituzione della “destra italiana”, attraverso la convocazione di un grande “congresso costituente”, come auspicato da Marcello Veneziani, Renato Besana e Pietrangelo Buttafuoco e solennemente promesso e ripetuto dallo stesso Francesco Storace. Il dato, evidente a tutti, è che, così divisi e disorganizzati, non abbiamo alcuna speranza di incidere nella politica italiana ed europea. Serve un grande “fronte nazionale”, un nuovo movimento unitario, solido e duraturo, fondato su rigorosi criteri di partecipazione, trasparenza, rinnovamento e meritocrazia. Un soggetto politico nazionale, fortemente identitario, presidenzialista e federalista, che federi le varie realtà, lasciando grandi autonomie alle segreterie regionali: basta con le segreterie romane che trattano Milano, la Lombardia ed il nord come fossero le Gallie!

 
Concludo, con il doveroso ringraziamento pubblico, per la segretaria regionale lombarda ed il segretario provinciale milanese de La Destra, Eliana Farina e Massimo Furia, per le energie, il tempo ed il danaro personalmente impegnati in questa campagna elettorale. Pur nella assoluta disorganizzazione, nella povertà di mezzi e, praticamente, senza nessun aiuto da Roma, La Destra, a Milano ed in Lombardia, è riuscita, grazie alla appassionata e disinteressata militanza di tanti Camerati, ad esserci, a farsi sentire ed a condurre una buona campagna elettorale. A prescindere da quale sarà il risultato di queste elezioni, noi siamo assolutamente sereni, coscienti di aver fatto, ancora una volta, il nostro patriottico dovere, e di avere combattuto, dalla parte giusta, una buona battaglia, ideale prima che politica.

ROBERTO JONGHI LAVARINI (DESTRA per MILANO)

Voglia di Destra...

Finalmente rinasce dalle urne
la grande voglia di Destra

FINALMENTE RINASCE DALLE URNE LA GRANDE VOGLIA DI DESTRA
Dopo cinque anni di lotta politica si spazza via l'onta del tradimento.

Dal voto partira' l'appello per una grande Costituente di un popolo da riunire.

Oggi e domani ci giochiamo cinque anni di destino. Della Nazione, del Lazio, della Lombardia e del Molise. Vanno al voto tutti gli italiani, non c'e' girone di ritorno, non c'è ballottaggio. O noi o la sinistra, ogni altro voto - Grillo compreso - favorisce Bersani.

Il centrodestra oggi ha un pezzo in più di affidabilità, rappresentata dalla nostra coerenza. Sembra lontano anni luce quel 2008 in cui brillava accanto a Berlusconi la stella di Fini. Ora ci siamo noi a rappresentare la tradizione politica della destra italiana e la trazione sociale della coalizione. La Destra, con i suoi candidati e le sue candidate, arrivera' da lunedì sera in Parlamento, quando gli scrutini elettorali prenderanno finalmente atto che la nostra presenza politica nel Paese e' incancellabile. Consentitemi di esserne orgoglioso.

Quella pattuglia di deputati e senatori spazzerà via l'onta del tradimento delle nostre idee e sarà la soddisfazione più grande per chi ha lottato in questi anni. Non abbiamo cambiato bandiera, noi lo potremo dire a tutti.

Poi, ci sarà il dopo elezioni. Il risultato elettorale determinerà anche la mia posizione politica personale. Col partito ragioneremo comunque sul futuro delle idee della nostra destra e come organizzare ancora meglio la raccolta del consenso. A me piacerebbe una grande Costituente, composta dai nostri eletti al Parlamento e nelle regioni, inclusi quanti hanno aderito al Movimento nelle assemblee regionali dove si e' già votato, e da loro lanciare il grande appello alla riunificazione. Magari scrivendolo assieme agli intellettuali che più si sono spesi, penso a nomi come Marcello Veneziani e Pietrangelo Buttafuoco. Ma anche un altro pensatore come Fabio Torriero.

La sovranità e' il fulcro attorno al quale tutto deve ruotare e per cui vale la pena di battersi.

Per dare credibilità al progetto e' bene spendersi in queste ultime ore di voto con tanti indecisi a cui possiamo rivolgerci con la serena convinzione di chi sta dalla parte giusta. Abbiamo un progetto e gambe su cui farlo muovere. Non ci manca il coraggio.

L'Italia ha disperato bisogno di punti di riferimento.

Dopo le elezioni non ci saranno più egoismi di sorta. Saremo leali con chi lo e' stato con noi e con chi intende esserlo. Non saremo disponibili con i campioni del sotterfugio. Sappiamo già chi sono.

Alle urne, adesso! Per barrare il simbolo del partito più bello e appassionante che esiste. La croce su La Destra aiuta a garantire che i nostri valori resteranno eterni.

Francesco Storace

Pensieri di Destra...

PENSIERI DI DESTRA…

(MARCELLO VENEZIANI A VITERBO)


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(NewTuscia) – VITERBO – La Destra serva ad accendere le luci del mattino, dall’umanesimo del lavoro allo stato sociale, dalla rivoluzione del merito al patriottismo “extracostituzionale” . Una moderna concezione di “destra” che si rinnova nel segno di spunti etici e valoriali innovativi, legati, a loro volta, ad una storia culturale, morale, tradizionale che affonda le sue radici in secoli di storia e di “idea”. Questo l’incipit con cui Marcello Veneziani, in una lucida e concreta riflessione pubblica, ha voluto interpretare il passaggio di consegne tra l’esperienza della maturità politica e la nuova generazione di “uomini” di destra, dalla storia politica di Nando Signorelli giungendo all’impegno quotidiano e per il futuro di Andrea Scaramuccia, incarnado al meglio il senso di continuità intergenerazionale, base fondamentale della tradizione che rende l’ideale di destra sociale sempiterno, “trasversale” rispetto alle epoche storiche, alle comunità di persone e di valori. Una serenità dell’anima, un’esortazione razionale, quella di Veneziani, che da spigliato oratore e contemporaneo “teorico” ha rivisitato l’iter della “destra”, riuscendo a contestualizzarlo al momento contingente, dandone significati più attuali pur mantenendo una coerenza con le basi tradizionali nella loro accezione di categorie “fisse”, sia nell’espressione intima del singolo “uomo” di destra, sia nella sua figura di cittadino, parte del sistema sociale. Pertanto, prende vita un innovativo concetto di “Dio, Patria e Famiglia” come punto di riferimento necessario nel caos valoriale, politico, sociale, istituzionale ed economico che stiamo attraversando tra mille difficoltà. La necessità di una casa, di un suolo riconoscibile, paterno, di alzare gli occhi al cielo e essere liberi di pensare ad un Dio che influisca nella spiritualità quotidiana, di vivere e lottare, sentirsi parte di un nucleo familiare fondamentale, intimo, unico. “Dio, Patria e Famiglia” come contesto fondamentale di un individuo, sistema di base per la sua evoluzione sociale, modello fondante, esempio e senso positivo di una comunità più grande; di qui, il ritorno alla razionalità del quotidiano, alla concretezza di un momento storico estremamente complesso e negativo, che tende a separare e disgregare valori e comunità preesistenti, storicamente ed eticamente collaudate. In questo contesto a subire danni maggiori sono i cittadini, pure fondamenta del sistema sociale, che perdono sempre più il senso reale di sovranità popolare, schiacciata da un’Europa che ha “tradito” l’ ideale di “Europa-Nazione”, dei popoli, culla di un’etica, morale, di una storia e tradizione millenaria, che, al contrario, è sempre più dedita ad una mera unificazione economica, finanziaria, capace di generare dittature tecnocratiche, governi improvvisati, lobby di controllo e potere a tappare buchi politici ed istituzionali, amministrativi enormi, creando un pericoloso debito gestionale e sociale “quotidiano” verso i cittadini, a riprova del senso denarocentrico di questo sistema, che ha deliberatamente scelto di mettere al centro di tutto il capitale e l’interesse arrivista ed economico. Qui si innesta una collaudata idea secolare che rinasce moderna e, sulla spinta della tradizione, viaggia e si attesta come ricetta per uscire da una depressione generale e radicata, economica e sociale, profonda persino in ogni cittadino. Una nuova destra ha il compito fondamentale di eliminare l’ombra, il senso di impotenza verso il nostro tempo; una continuità storica ed ideale, un’idea profonda, marmorea che punti al risveglio delle coscienze civiche e politiche, che crei luce capace di tagliare il torpore, il buio generato da sistemi subliminali e di potere. Una nuova energia che unisca i popoli, il popolo italiano, restituendogli dignità, che si unisca in un nuovo senso di comunità nazionale coesa, eliminando il caos con semplicità, non con altro caos. Una fiaccola ardente da passare in consegna alle generazioni future con la forza della tradizione, con una ripresa dei valori, con un senso di patriottismo basato sull’amore vivo non del “passato” ma della nostra terra ed identità, della storia culturale, artistica, politica d’Italia. Espandere la nebbia è possibile, eliminare il buio è possibile, accendere nuova speranza e far brillare una nuova luce è possibile, partendo dalla dimensione personale dell’individuo, costretto a recuperare i propri punti di riferimento, senza artefazioni ne forzature, affrontando con semplicità e qualità valoriale e morale, sistemi complessi e schiaccianti, figli di oligarchie di potere, di interessi economici disposti a condurre alla morte le comunità di valori, i popoli, le tradizioni anche più radicate, pur di speculare e strumentalizzare generazioni passate e presenti di cittadini, di individui. Una lotta sempre accesa, viva ed ardente come la fiaccola della destra storica e moderna, da passare in testimone attraverso gli anni, i secoli della storia, come una scia di luce che uccide il torpore delle menti, delle rivoluzioni, della meritocrazia, delle anime.
 
Emanuele Ricucci - La Destra Viterbo

venerdì 22 febbraio 2013

Ultime ore decisive, per convincere gli indecisi a dare un voto utile a LA DESTRA ed a Roberto JONGHI Lavarini.




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Manifesto degli Architetti Lombardi.


Roberto Jonghi Lavarini, candidato alla camera dei deputati, nella coalizione di centro-destra, come indipendente ne La Destra di Francesco Storace, e sostenitore di Roberto Maroni in Lombardia, ha ricevuto ed analizzato il Manifesto elaborato dalla Consulta Regionale dell'Ordine degli Architetti, e ne sosterrà le proposte, in tutte le sedi politiche ed istituzionali."Come ho già, più volte, ripetuto, incontrando i rappresentanti delle associazioni di categoria (AMPE, ANCE, ANACI e UPPI), l'edilizia (sia pubblica che privata), è il primo volano della nostra economia nazionale, quindi è un settore che deve essere assolutamente sostenuto ed incentivato, attraverso una drastica riduzione della burocrazia e delle tasse, l'introduzione di sgravi ed incentivi fiscali, e la garanzia di accesso al credito per le imprese le famiglie italiane"


Consulta Regionale Lombarda

Manifesto degli Architetti Lombardi
08/02/2013

In occasione dell’imminente confronto elettorale che deciderà il Governo regionale, gli Architetti Lombardi, rappresentati dalla Consulta Regionale che ne coordina i 12 ordini provinciali, chiedono a tutti i candidati, uno specifico impegno nella condivisione delle misure e gli obiettivi che il nostro “manifesto” sintetizza, certi che le scelte che emergeranno, costituiranno, per il peso e il ruolo della Regione Lombardia, ricadute di rilievo anche per l’economia e la cultura dell’intero Paese.

MANIFESTO – OBIETTIVI PRIORITARI
PREVENIRE LE EMERGENZE

Lo sviluppo urbano ed edilizio deve tenere conto degli obiettivi di sicurezza e difesa del suolo in tutte le trasformazioni programmate del territorio. Il patrimonio edilizio residenziale si trova in uno stato di conservazione pessimo o mediocre, bisogna incentivare il suo recupero e adeguamento. Nella realizzazione di nuove edificazioni infrastrutturali, urbanistiche ed edilizie, bisogna incentivare il riuso delle aree già urbanizzate. A fronte dell’eccessivo consumo di suolo, una parte rilevante di edilizia abitativa libera rimane invenduta o non occupata, bisogna incentivare il riutilizzo con edilizia abitativa sociale o convenzionata.
INCENTIVARE GLI INTERVENTI EDILIZI E URBANISTICI VIRTUOSI
Il Piano Nazionale per la Rigenerazione Urbana Sostenibile nei suoi contenuti costituisce la vera innovazione di riferimento per i futuri interventi e dovrà avere una sua declinazione e diffusione a livello regionale, a partire dalla: Valorizzazione del patrimonio di infrastrutture, aree ed edifici esistenti. Riqualificazione di infrastrutture, aree ed edifici dismessi. Realizzazione di interventi di edilizia sociale, diversificando l’offerta di godimento del diritto dell’abitare, incentivando il mercato locativo e l’housing sociale.
ATTIVARE NUOVE RISORSE ECONOMICHE PER GLI INTERVENTI
Garantire risorse anche pubbliche alle costruzioni. Operare politiche fiscali, che possano attivare agevolazioni e costruire incentivi agli investimenti sul territorio. Sostenere e promuovere azioni in sede nazionale per la riattivazione del circuito del credito anche con il coinvolgimento degli investitori istituzionali. Incentivare il ruolo di regia regionale nei rapporti con l’Europa. Costruire servizi di assistenza all’accessibilità delle risorse anche per progettisti e professionisti.
PROMUOVERE I CONCORSI DI ARCHITETTURA PER QUALIFICARE IL TERRITORIO
Promuovere ed incentivare il concorso di idee ed il concorso di progettazione, per il miglioramento della qualità del progetto e dell’opera architettonica, sia nel settore pubblico che in quello privato.
RAZIONALIZZARE IL CONTESTO NORMATIVO E SEMPLIFICARE LE PROCEDURE AUTORIZZATIVE

Poche leggi, necessarie e leggibili. Procedure semplici, brevi ed efficaci. Gli architetti, come più volte proposto, si rendono da subito disponibili a fornire il loro contributo alla riformulazione dell’apparato legislativo di riferimento per le materie di loro competenza.
Cari colleghi Politecnici e persone per bene, oggi è stato presentato il Manifesto degli Architetti ,
se hai piacere di vedere di cosa si è parlato ho fatto una minicronaca su twitter.
Ieri invece abbiamo parlato di Agopuntura urbana per progettare smartcity. Penso che il "per bene" e l'architettura possano far rinascere l'Italia. Se sei anche tu della stessa idea mi piacerebbe conoscerti almeno su twitter. Mi auguro, che i miei pensieri, Ti possano essere utili per aiutarci a dare un nuovo slancio alla nostra Nazione. Cordialità

Arch. Edmondo Jonghi Lavarini