“Nuova Oggettività”, lo stato attuale dei lavori
di Sandro Giovannini
Nella
logica organica di una visione del mondo spiritualmente orientata, per noi
conta la scelta olista, comunitarista,
partecipativa, differenzialista, anticapitalista ed antiglobalista. Non crediamo che tali scelte possano oggi
reputarsi “minimali”, ma anzi “massimali”, perché individuano le vere afflizioni ed i veri rimedi, e quindi possono saggiamente e
nobilmente mettere in secondo piano differenze di etichettature e far venire in
primo piano desiderio di unità e di riscatto…
Nel
mondo della follia globalista,
nuovamente scatenata, tesa a minacciare con se stessa tutti i filistei, dobbiamo mantenere
l’equilibrio del nostro mondo, generato da secoli di civiltà orgogliosa e
tenace, ed ora in mano ad una oligarchia plutocratica di usurai del pensiero e
della comunità senescente, noi consci che le divisioni ed i distinguo inutili
sono lo strumento essenziale per i nostri avversari.
Non
siamo responsabilmente interessati alle etichette
letteraliste, essendo consapevoli di quale livello d’impotenza e di
neutralizzazione esse abbiano prodotto nella coscienza comunitaria. Per ora quindi disgraziatamente le subiamo, ma appena potremo le rivolgeremo contro chi le
impone con il visus degli ipocriti e
con la sicumera degli inutili.
Procederemo
valorizzando riconoscibilmente lo stile antinarcisista, sobrio e rispettoso di
ogni nostra dimensione, sensibilità e potenzialità, ma anche sicuro nel dovere,
potere e voler riconoscere, nel nostro movimento
di pensiero, una élite compatta, forte ed agente.
Questo
per il merito.
Per
il metodo abbiamo privilegiato prima l’incontro progressivo con una base
intellettuale e creativa di qualche centinaia di autori, tramite moltissime occasioni
d’incontro comunitario che si sono sviluppate in tante presentazioni, conferenze e seminari
allargati. Abbiamo poi dal maggio 2011
attivato il blog collaborativo Nuova Oggettività, spazio on line per il progetto complessivo. A cura della “Segreteria”, tutti con gli stessi
diritti d’intervento, un sottospazio ad personam - vedi categorie
personalizzate. Il web oggi è
fondamentale per la comunicazione, la divulgazione e la visibilità culturale ed
è anche, il blog, una sorta di stanza
virtuale non stop per interfacciarci e non ultimo un memo, un archivio costante per seguire con facilità il divenire del
progetto. Poi abbiamo iniziato le
pubblicazioni cartacee in testi di cui il primo, il nostro Libro-manifesto è uscito in due tirature, per la Heliopolis
Edizioni, nel 2011, ed ha coinvolto 150 sottoscrittori, oltre 90 scriventi e
due allegati multimediali, un infolio
ludico-filosofico ed un CD di musica
classico-contemporanea del maestro Mario Mariani. Ora sta uscendo un nuovo testo: una sorta di libro-idea, provocatoriamente
intitolato: “Per quale motivo Israele può avere 400 testate atomiche e l’Iran
nessuna?” Con sottotitolo: “l’impero
interiore”. I 32 scriventi sono
stati decisamente invitati a non rispondere alla domanda del titolo ma ad una
qualsivoglia domanda che loro stessi reputassero, in pienissima libertà di tema
e stile, drammatica e/o dirimente. In
tal modo si evidenzia il tabù,
infruttifero di dialettica, e si compie una libera ed orgogliosa ricognizione
priva di steccati e realmente rivelatoria. Si manifesta quindi un antagonismo
reale rispetto ad una asfissiante subalternità culturale e nello stesso tempo
si esplora il mondo interiore di questi intellettuali coraggiosi, che hanno
provenienze e sensibilità ben diverse. In corso di pubblicazione, oltre al libro-idea,
abbiamo altre iniziative editoriali che indicano che il nostro movimento di
pensiero è intelligentemente attivo, come un instant book curato dal nostro blogger
Roberto Guerra, che scandaglia non solo il nostro perimetro ma anche quelli
potenzialmente limitrofi ed afferenti.
Dobbiamo dar conto anche di un meraviglioso lavoro di ricerca che il
nostro portavoce, il Prof. Giovanni
Sessa, ha ultimato su Emo e che verrà pubblicato, in autunno, da Bietti, (Giovanni Sessa: La Meraviglia del Nulla. La filosofia di Andrea Emo, 2013, Bietti).
Tale primo lavoro organico su Emo apre
nuove prospettive di ricerca non solo sul filosofo veneziano ma anche su tutto
quell’universo intellettuale del ‘900 che ancora implica ed impone il varco
nichilista, all’attuale ricerca di significato
e ragione e sarà per noi un banco di
prova necessario e salutare. Questo
testo principale sarà anche seguito da un breve lavoro (quanto alla forma, una tavoletta Heliopolis, in tiratura pregiata
e limitata) dello scrivente su alcuni punti giudicati importanti del testo
primario di Sessa. In più, abbiamo già
la prospettiva di un nuovo importante lavoro editoriale, di un ulteriore libro-idea, per il 2014-2015, al quale
cominceremo a lavorare appena avremo finito di presentare i lavori di
quest’anno.
La
Nuova Oggettività quindi è nata con la vocazione profonda di un
superamento delle classiche barriere ideologiche del ‘900. Pertanto non un raffazzonarsi anarcoide od una
moda più o meno populista implicante, nel profondo, nuove e vecchie
subalternità, quanto una difficile ricognizione di ciò che si può fare
realmente in questo campo e di ciò che è ancora impossibilitato soprattutto
perché il pensiero unico che determina il mondialismo ha ben da servirsi
di scioccaggini, primitivismi e false rappresentazioni, al proprio scopo di
dominio universale. Noi però siamo in
grado, proprio perché vi sono origini differenti, di mettere in opera un reale
superamento perché lo operiamo in corpore vili, ovvero principalmente e
primieramente su di noi, senza sottovalutare minimamente il potere inesausto
della pesanteur, e dell’ormai folle condizionamento del sistema
neocapitalista, nella sua superfetazione finanziarista, sicuramente avvitato nel
proprio voraginoso fallimento.
Da ciò che ho detto sopra si evince l’autentico antagonismo. Non ci interessa
battibeccare come i polli di Renzo, ma vivere in un mondo che vogliamo
rendere sempre meno dipendente, sia spiritualmente che materialmente, dalla
follia del sistema per uccidere i popoli. Le divise, le casacche formali, i letteralismi, tendono intimamente ed
inevitabilmente al pleonasmo ed ormai molti ne possono fortunatamente essere
accorti esegeti. Poche volte nella storia la divisa, se non essenzializzata e privata di orpelli,
ha saputo rimanere un segno
di sobrietà efficace. Poi, il legno storto della condizione umana resta
tale sempre e necessita di quella presa d’atto di un ritrovabile coraggio, che
non si oppone per principio alla divisa, sistema di contenimento e
controllo, ma sa trasfigurarla, rapportato alla follia ormai innegabile del sistema. Tutti coloro che provano a
fuoriuscire dal sistema sono
benemeriti, qualsiasi sia la loro divisa, la loro matrice e qualsiasi
siano persino le loro idiosincrasie e le loro difficoltà di relazione. Fuori
dal sistema per uccidere i popoli, e fuori dal sistema
dell’autoreferenza, che porta in un vicolo cieco, si aprono nuove strade e
saremo giudicati solo dalla serietà che avremo messo lungo il clinamen,
per rendere il nostro popolo ritrovato capace di una partecipazione
autentica ad un preciso destino non eterodiretto. Tutto il resto crediamo
sia retorica.
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