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giovedì 2 maggio 2013

“Nuova Oggettività”, lo stato attuale dei lavori


“Nuova Oggettività”, lo stato attuale dei lavori

di Sandro Giovannini

 Il movimento di pensiero della “Nuova Oggettività, popolo, partecipazione destino” si è formato nel 2010 sulla spinta di un’esigenza diffusamente sentita, sia in ambienti accademici che più ampiamente creativi, di reazione al degrado complessivo della nostra qualità di vita relazionale.  E’ facile presumere che infinite e ripullulanti reazioni di tal genere e che possano seguire un percorso analogo, non perverranno disperatamente mai a creare qualcosa di reale e di duraturo, se non riusciranno ad  insediarsi su una stabilità di stile comportamentale e su una efficace capacità di incidere, nello specifico. Ovvero non si può chiedere ad un movimento di pensiero di progettare e poi compiere un periplo simile a quello di un movimento di opinione o di un movimento politico. La confusione dei piani è direttamente proporzionata alla confusione generalizzata che presiede corrivamente al degrado.  Ma è ovvio che nello specifico, appunto, si giocano i destini di ogni intrapresa.  Per questo abbiamo progettato un accordo fra anime distinte e ben consapevolmente coordinate in funzione di un possibile massimo comun denominatore, che una idea tradizionale e progressiva assieme, potesse rendere raggiungibile, al di là delle ormai logore mappature sinistra-centro-destra.  A tal fine, se pure il movimento stesso non può rinunciare, a pena d’intrinseca negazione, al pensiero inattenuato, è certo che si procede sulle linee che meglio definiscono l’orizzonte cupo di rovine e macerie e le aurorali luci reali e potenziali.

Nella logica organica di una visione del mondo spiritualmente orientata, per noi conta la scelta olista, comunitarista, partecipativa, differenzialista, anticapitalista ed antiglobalista.  Non crediamo che tali scelte possano oggi reputarsi “minimali”, ma anzi “massimali”, perché individuano le vere afflizioni ed i veri rimedi, e quindi possono saggiamente e nobilmente mettere in secondo piano differenze di etichettature e far venire in primo piano desiderio di unità e di riscatto…

Nel mondo della follia globalista, nuovamente scatenata, tesa a minacciare con se stessa tutti i filistei, dobbiamo mantenere l’equilibrio del nostro mondo, generato da secoli di civiltà orgogliosa e tenace, ed ora in mano ad una oligarchia plutocratica di usurai del pensiero e della comunità senescente, noi consci che le divisioni ed i distinguo inutili sono lo strumento essenziale per i nostri avversari.

Non siamo responsabilmente interessati alle etichette letteraliste, essendo consapevoli di quale livello d’impotenza e di neutralizzazione esse abbiano prodotto nella coscienza comunitaria.  Per ora quindi disgraziatamente le subiamo,  ma appena potremo le rivolgeremo contro chi le impone con il visus degli ipocriti e con la sicumera degli inutili.

Procederemo valorizzando riconoscibilmente lo stile antinarcisista, sobrio e rispettoso di ogni nostra dimensione, sensibilità e potenzialità, ma anche sicuro nel dovere, potere e voler riconoscere, nel nostro movimento di pensiero, una élite compatta, forte ed agente.

Questo per il merito. 

Per il metodo abbiamo privilegiato prima l’incontro progressivo con una base intellettuale e creativa di qualche centinaia di autori, tramite moltissime occasioni d’incontro comunitario che si sono sviluppate in  tante presentazioni, conferenze e seminari allargati.  Abbiamo poi dal maggio 2011 attivato il blog collaborativo Nuova Oggettività, spazio on line per il progetto complessivo.  A cura della “Segreteria”, tutti con gli stessi diritti d’intervento, un sottospazio ad personam - vedi categorie personalizzate.  Il web oggi è fondamentale per la comunicazione, la divulgazione e la visibilità culturale ed è anche, il blog, una sorta di stanza virtuale non stop per interfacciarci e non ultimo un memo, un archivio costante per seguire con facilità il divenire del progetto.  Poi abbiamo iniziato le pubblicazioni cartacee in testi di cui il primo, il nostro Libro-manifesto è uscito in due tirature, per la Heliopolis Edizioni, nel 2011, ed ha coinvolto 150 sottoscrittori, oltre 90 scriventi e due allegati multimediali, un infolio ludico-filosofico ed un CD di musica classico-contemporanea del maestro Mario Mariani.  Ora sta uscendo un nuovo testo: una sorta di libro-idea, provocatoriamente intitolato:  Per quale motivo Israele può avere 400 testate atomiche e l’Iran nessuna?” Con sottotitolo: “l’impero interiore”.  I 32 scriventi sono stati decisamente invitati a non rispondere alla domanda del titolo ma ad una qualsivoglia domanda che loro stessi reputassero, in pienissima libertà di tema e stile, drammatica e/o dirimente.  In tal modo si evidenzia il tabù, infruttifero di dialettica, e si compie una libera ed orgogliosa ricognizione priva di steccati e realmente rivelatoria. Si manifesta quindi un antagonismo reale rispetto ad una asfissiante subalternità culturale e nello stesso tempo si esplora il mondo interiore di questi intellettuali coraggiosi, che hanno provenienze e sensibilità ben diverse.   In corso di pubblicazione, oltre al libro-idea, abbiamo altre iniziative editoriali che indicano che il nostro movimento di pensiero è intelligentemente attivo, come un instant book curato dal nostro blogger Roberto Guerra, che scandaglia non solo il nostro perimetro ma anche quelli potenzialmente limitrofi ed afferenti.  Dobbiamo dar conto anche di un meraviglioso lavoro di ricerca che il nostro portavoce, il Prof. Giovanni Sessa, ha ultimato su Emo e che verrà pubblicato, in autunno, da Bietti,  (Giovanni Sessa: La Meraviglia del Nulla. La filosofia di Andrea Emo, 2013, Bietti).  Tale primo lavoro organico su Emo apre nuove prospettive di ricerca non solo sul filosofo veneziano ma anche su tutto quell’universo intellettuale del ‘900 che ancora implica ed impone il varco nichilista, all’attuale ricerca di significato e ragione e sarà per noi un banco di prova necessario e salutare.  Questo testo principale sarà anche seguito da un breve lavoro (quanto alla forma, una tavoletta Heliopolis, in tiratura pregiata e limitata) dello scrivente su alcuni punti giudicati importanti del testo primario di Sessa.  In più, abbiamo già la prospettiva di un nuovo importante  lavoro editoriale, di un ulteriore libro-idea, per il 2014-2015, al quale cominceremo a lavorare appena avremo finito di presentare i lavori di quest’anno.

La Nuova Oggettività quindi è nata con la vocazione profonda di un superamento delle classiche barriere ideologiche del ‘900.  Pertanto non un raffazzonarsi anarcoide od una moda più o meno populista implicante, nel profondo, nuove e vecchie subalternità, quanto una difficile ricognizione di ciò che si può fare realmente in questo campo e di ciò che è ancora impossibilitato soprattutto perché il pensiero unico che determina il mondialismo ha ben da servirsi di scioccaggini, primitivismi e false rappresentazioni, al proprio scopo di dominio universale.  Noi però siamo in grado, proprio perché vi sono origini differenti, di mettere in opera un reale superamento perché lo operiamo in corpore vili, ovvero principalmente e primieramente su di noi, senza sottovalutare minimamente il potere inesausto della pesanteur, e dell’ormai folle condizionamento del sistema neocapitalista, nella sua superfetazione finanziarista, sicuramente avvitato nel proprio voraginoso fallimento.
Da ciò che ho detto sopra si evince l’autentico antagonismo. Non ci interessa battibeccare come i polli di Renzo, ma vivere in un mondo che vogliamo rendere sempre meno dipendente, sia spiritualmente che materialmente, dalla follia del sistema per uccidere i popoli.  Le divise, le casacche formali, i letteralismi, tendono intimamente ed inevitabilmente al pleonasmo ed ormai molti ne possono fortunatamente essere accorti esegeti.  Poche volte nella storia la divisa, se non essenzializzata e privata di orpelli,  ha saputo rimanere un segno di sobrietà efficace. Poi, il legno storto della condizione umana resta tale sempre e necessita di quella presa d’atto di un ritrovabile coraggio, che non si oppone per principio alla divisa, sistema di contenimento e controllo, ma sa trasfigurarla, rapportato alla follia ormai innegabile del sistema. Tutti coloro che provano a fuoriuscire dal sistema sono benemeriti, qualsiasi sia la loro divisa, la loro matrice e qualsiasi siano persino le loro idiosincrasie e le loro difficoltà di relazione. Fuori dal sistema per uccidere i popoli, e fuori dal sistema dell’autoreferenza, che porta in un vicolo cieco, si aprono nuove strade e saremo giudicati solo dalla serietà che avremo messo lungo il clinamen, per rendere il nostro popolo ritrovato capace di una partecipazione autentica ad un preciso destino non eterodiretto. Tutto il resto crediamo sia retorica.

 

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