A Roma, come
prevedibile, crolla il consenso del sindaco uscente Gianni Alemanno, si
consolidano la sinistra ed i grillini ma il vero vincitore di queste elezioni è
il non voto, la protesta contro il sistema, il disgusto per la partitocrazia ed
il distacco dalla politica, con la metà degli aventi diritto che non è andata a
votare. L’astensione al 50% rappresenta la clamorosa e definitiva sconfitta
della democrazia dei partiti, nata dalla resistenza antifascista e dalla
invasione anglo-americana.
La destra italiana,
nella sua storica e simbolica roccaforte romana, divisa come non mai, ottiene,
un risultato sicuramente deludente. Tengono Fratelli d’Italia con il 5,92% e
resiste anche La Destra di Storace con l’1,3%. Nella gara dei poveri, fra gli
zero virgola, vince Casa Pound con lo 0,61%. Forza Nuova ottiene solo lo 0,17%.
Si spegne definitivamente la Fiamma Tricolore, con Luca Romagnoli candidato
sindaco, che ottiene un miserabile 0,15%. Seguono i "non
classificabili", ovvero i penosi 0,08% e 0,06% dei cattolici tradizionalisti
di Italia Cristiana e Milizia Christi, ed il ridicolo 0,06% dei monarchici di
Italia Reale.
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