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mercoledì 8 agosto 2012

Sovranità Monetaria per la Libertà dei Popoli e la Giustizia Sociale.

Sovranità monetaria Le tappe fondamentali L’attuale crisi economica che ha investito l’Europa e l’Italia non è dovuta a fatti economici tangibili e oggettivi (carestie, mancanza di materie prime o di manodopera, o altro) ma è essenzialmente nipote della crisi finanziaria dei mutui cosiddetti “subprime” avvenuta negli Stati Uniti nel 2008, e figlia di una crisi finanziaria europea che vede i rubinetti della liquidità ridursi ai minimi storici da parte delle banche a causa della sfiducia delle stesse nella capacità dei soggetti, sia privati che istituzionali di restituire i prestiti concessi. L’attuale sistema monetario vede gli stati aderenti al trattato di Maastricht nell’impossibilità di stampare moneta per far fronte alle loro spese (previdenza sociale, pubblica amministrazione, sanità, mantenimento classe politica ed altro ancora), dovendo ricorrere al sistema dell’emissione di certificati di debito (i btp) immessi sul mercato tramite il sistema bancario completamente privatizzato. Questa “demonetizzazione” dell’economia europea, ed in particolare di quella italiana, unita ad un aumento della pressione fiscale sta letteralmente soffocando la nostra capacità di fare impresa e deprimendo l’economia. La liquidità sta all’economia come il sangue sta al corpo umano, per quanto questo possa essere sano e muscoloso, se viene a mancare il sangue, deperisce e muore in pochi minuti. È anche ipotizzabile che questo rallentamento della liquidità sia porvocato ad arte dai grandi poteri economico-finanziari di alcuni per poter di fatto imporre una sorta di “schiavitù” fiscale ai popoli che hanno adottato l’Euro. Guardando il caso della Grecia e dell’Italia, l’imposizione di governi tecnici, in buona fede magari, da parte delle istituzioni, corrisponde di fatto alla perdita della democrazia sostanziale. L’uscita da questo tipo di Euro diventa quindi non solo un’emergenza economica, ma anche e soprattutto democratica, perchè di fatto impedisce ai popoli di poter scegliere autonomamente, magari male, ma per lo meno liberamente, i propri governanti. La fabbrica del debito L’attuale sistema monetario obbliga gli aderenti al trattato di Maastricht (con deroghe speciali per Gran Bretagna e Danimarca) a rinunciare alla circolazione della moneta nazionale e riconoscere solo l’Euro come moneta circolante sul territorio. L’istituto preposto all’emissione dell’Euro è la BCE, Banca Centrale Europea, banca privata di proprietà delle banche nazionali dei vari stati aderenti, anch’esse in gran parte private. Il sistema di adozione è quantomeno “singolare”: La BCE emette nuova moneta prestandola alle banche private (che poi vendono sul mercato i loro titoli privati in cambio di titoli di debito degli stati aderenti), ascrivendo a passivo il valore nominale della moneta emessa e ad attivo il corrispondente valore mobiliare, tipo titolo di debito o altro. Così facendo ottiene: 1. Indebitamento del mercato per l’intero circolante 2. Scambio alla pari di carta moneta di valore reale nullo o quasi (tra l’altro solo il 10% di essa viene effettivamente stampato, il resto è circolante elettronico) con valori mobiliari con tasso d’interesse reale In questo modo, sia in recessione che in espansione economica, la BCE emette carta e incamera interessi, quindi ci guadagna sempre. Questo giochetto contabile consente oggi alle banche private di farsi prestare soldi dalla BCE all’1% (scambiandoli quindi con loro obbligazioni all’1%) con i quali poi comprare titoli di debito nazionali al 6 o 7% (come nel caso italiano), ottenendo tre risultati straordinari: 1. Creazione di valore apparente (differenziale tra interesse dovuto e lucrato) da semplici operazioni contabili 2. Requisizione della liquidità che dovrebbe asservire l’economia per operazioni contabili a valore aggiunto zero 3. Aumento dell’indebitamento delle nazioni verso il sistema bancario, e quindi la loro dipendenza da esso Il sistema attuale del debito come unica risorsa per gli Stati nazionali al fine di finanziare il loro funzionamento, ha prodotto già i suoi effetti: impoverimento della popolazione, crisi, fallimenti a catena dei più deboli e piccoli, indebitamento e dipendenza totale dai dettami del politburo della Banca Centrale Europea e i suoi gruppi finanziari più vicini. Come uscire dal problema? Io amo l’Italia sostiene da tempo che la divergenza economica dei paesi dell’Euro, e l’utilizzo ideologico della stessa moneta, ha condotto all’impoverimento di tutti cittadini europei, ed in particolare di quelli degli Stati periferici della zona Euro. Dopo 10 anni dall’entrata in vigore la moneta unica si rivela produttrice di disoccupazione, perdita di potere d’acquisto, delocalizzazione del lavoro in zona non-euro, strangolando le finanze pubbliche dei paesi piu’ deboli, costringendone i governi ad implementare politiche finanziarie di “saccheggio sociale” sotto la morsa del FIM, la Commissione europea e la BCE. Io amo l’Italia pensa che sia preferibile preparare un Piano B, piuttosto che subire passivamente visto la violentissima crisi economica che è stata determinata, da più azioni combinate, tutte convergenti a raggiungere il risultato di determinare la repentina contrazione di liquidità in tutti i settori del mercato produttivo, sfociata nella violenta diminuzione della circolazione monetaria e nell’esplosione dei debiti, sia pubblici che privati. A questa chiara diagnosi, l’unica corretta ed appropriata terapia possibile, in grado di essere compresa anche dal comune buonsenso, è quella di ripristinare sul mercato nazionale la necessaria liquidità, sottratta dall’apparato bancario monetario, nel clima della più assoluta latitanza della politica, senza sostenere altri costi ed accendere nuovi debiti. Questa indispensabile condizione, la si consegue unicamente con il ritorno da parte dello Stato all’emissione monetaria diretta, in nome e per conto dei propri cittadini, come abbiamo dimostrato di saper ben fare per cento anni, dal 1874 al 1975 Un nostro team di esperti ha lavorato per identificare il percorso di uscita dall’Euro in 10 tappe fondamentali. Il processo qui di seguito riportato consentirà al nostro Paese di riconquistare la sovranità monetaria nell’interesse esclusivo degli Italiani. 1. Lo stato italiano, in deroga al trattato di Maastricht, in nome e per conto dei propri cittadini torna ad emettere direttamente, in prima persona, i propri titoli e valori monetari. Acquisisce a titolo originario il controvalore dell’emissione monetaria (esercitando il dovuto legittimo signoraggio) che iscrive direttamente all’attivo nel proprio bilancio, ed al passivo le spese tipografiche e di gestione. 2. La gestione ed il controllo della circolazione monetaria vengono svolti dalla Repubblica Italiana mediante il Ministero del Tesoro e la Presidenza del Consiglio di concerto con il Consiglio dei Ministri. Il Ministero del Tesoro, mediante propri ispettori costituenti proprio Dipartimento, svolge l’attività ispettiva, di controllo e di indirizzo verso tutte le aziende bancarie di ogni ordine e genere. 3. La creazione materiale della cartamoneta è affidata alla Zecca / Poligrafico dello Stato. Il Ministero del Tesoro esercita il controllo anche su tutta l’attività e la circolazione finanziaria che si svolge per via elettronica e telematica 4. L’immissione monetaria sul mercato nazionale avviene: a. con le operazioni pronti contro termine tra il Ministero del Tesoro e le Aziende bancarie; tutto il denaro sarà loro disponibile al tasso corrispondente al puro costo di stampa, creazione e contabilità (circa 0,1 %), secondo modalità specificate in regolamento conseguente. b. con l’esecuzione ed il pagamento delle attività e delle opere di pubblica utilità Il livello di circolazione monetaria sul territorio nazionale è commisurato: a. alle esigenze del mercato e del proprio sviluppo, alla ricerca tecnica e scientifica, b. alla innovazione, alle attività sociali ed all’incremento demografico dei residenti 5. Le aziende bancarie, alla stregua di ogni attività produttiva, sono assoggettate ai comuni e correnti obblighi fiscali e all’emissione delle relative contabili, con obbligo di rendiconto fiscale come tutte le altre aziende di mercato, E’ fatto divieto a tutte le aziende bancarie e loro partecipate di possedere aziende produttive di qualsiasi altro genere o loro quote, anche indirettamente. Analogamente è vietato a tutte le altre aziende di mercato di possedere aziende bancarie o loro quote. Il costo per l’accesso al credito, ritenuto di pubblico e sociale interesse, per i cittadini e per le attività produttive, non potrà superare il tetto massimo del 2,50 % omnicomprensivo. 6. Mettere in circolazione le nuove banconote, consentendo la doppia circolazione nuova Lira / Euro 7. Il tasso di cambio stabilito inizialmente è la parità: 1 Nuova Lira per 1 Euro, e tale tasso di cambio è inizialmente controllato. In conseguenza di ciò: a. Non ci sara’ effetto inflattivo legato agli arrotondamenti come è invece avvenuto nel passaggio dalla vecchia lira all’Euro, dove molti hanno approfittato per arrotondare al rialzo. b. Non ci saranno attacchi di speculatori o quant’altro in quanto a livello economico la parità controllata (iniziale) garantisce la continuità. 8. Il ritorno alla sovranità monetaria consente all’Italia di scegliere la sua politica finanziaria (tassi d’interesse nuova Lira) in piena autonomia dalla BCE 9. Lo Stato immediatamente, senza indebitarsi ulteriormente, dispone della liquidità necessaria per pagare (oltre 100 miliardi di Euro), i propri fornitori giunti ormai al collasso. Contestualmente si realizza subito una significativa iniezione di liquidità sul mercato quanto mai utile in simili frangenti per finanziare: a. Grandi opere infrastrutturali quantomai necessarie al rilancio dell’economia b. Abbattimento pressione e cuneo fiscale per ossigenare le imprese e ripristinare i consumi c. si realizzano, si completano e si migliora l’efficienza di tutte le strutture energetiche comprese quelle iniziate e mai finite (solo in Calabria 12 dighe realizzate ed inattive) ecc. 10. Si ridà impulso all’esportazioni ed al turismo internazionale praticando uno sconto all’acquirente estero che compra nuove Lire del 10 – 15 % a carico dello Stato. Lo Stato riacquisisce così la propria sovranità monetaria con conseguenti ricadute positive tra le quali l’Abbattimento degli interessi passivi sul debito, tramite una rinegoziazione del pagamento degli interessi sul debito contratto con i banchieri privati. Tramite la doppia circolazione i rapporti con l’Euro e con Bankitalia rimangono immutati, l’emissione della nuova Lira può essere assimilata all’emissione di un titolo di debito pagabile a vista al portatore.

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