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venerdì 31 agosto 2012

Intervista al Presidente siriano Assad.

Un presidente e un popolo (Scritto da infosiria, Venerdì 31 Agosto 2012 05:28) Intervista ad Assad. L'altroieri sera, 29 agosto 2012, il canale televisivo satellitare Dunia ha incontrato il Presidente Bashar al Assad. L'incontro è stato focalizzato sugli eventi in corso in Siria. Il Presidente al Assad ha affermato che: Stiamo conducendo una battaglia molto complessa dal lato tecnico, tattico e strategico; malgrado ciò, le nostre Forze Armate hanno conseguito grandi successi in questo campo. La Siria sta conducendo una battaglia regionale e mondiale che necessita di tempo per giungere a compimento, noi andiamo avanti e la situazione è di fatto migliore. La Turchia è direttamente responsabile del sangue versato in Siria. Per quanto riguarda il popolo turco, esso si è schierato di fatto con la Siria durante la crisi. I terroristi hanno tentato di creare zone al di fuori dell'autorità dello Stato, ma non ci sono riusciti, grazie alle nostre Forze Armate. Rispondendo alla domanda: "Perché le Forze Armate e l'Esercito siriano si trovano dentro le città siriane, mentre nel Golan da 40 anni non viene sparata una pallottola?", il Presidente al Assad ha detto che: "La missione dell'Esercito e delle Forze Armate in tutte le nazioni del mondo è la difesa della Patria dall'esterno e dall'interno e che nelle circostanze attuali, il nemico è venuto dall'interno, e non dall'esterno, perciò le forze armate hanno risposto. Nel Golan, se Israele attaccasse i territori siriani, allora le nostre Forze Armate reagirebbero per difenderli. D'altro lato, dal 1991 la Siria ha avviato il processo di pace per riacquistare i suoi legittimi diritti, e nutriamo grandi speranze in questo, poiché la maggioranza delle nazioni del mondo appoggia la posizione siriana nel riprendersi il Golan. Pertanto, quando riusciamo a riacquistare i diritti in modo pacifico, non è logico ricorrere alla guerra". Rispondendo alla domanda: " La Siria ha avuto il via libera della Cina e della Russia per quanto riguarda le operazioni militari, e forse anche quello americano o occidentale?", il Presidente al Assad ha affermato che : "La Siria non ha bisogno del via libera nelle questioni di sovranità e nelle questioni locali e nazionali, né da parte degli amici né da parte dei nemici e avversari, siamo noi che possediamo il via libera". Rispondendo alla domanda: "Se lo Stato non avesse represso le manifestazioni in Siria, durante i primi cinque mesi, non si sarebbero trasformate in manifestazioni armate", il Presidente al Assad ha affermato che: "Questa interpretazione è inesatta. Dalla prima settimana della crisi, abbiamo perso numerosi uomini della Sicurezza e della Polizia, che sono stati uccisi con le armi, ma allora il tipo di armamento e il suo obiettivo erano diversi. Miravano ad infiammare il popolo mediante i colpi sparati sui manifestanti, sulla Sicurezza e sulla Polizia, per costringerli a rispondere, e ad uccidere più civili e a diffondere uno stato di ostilità contro lo Stato. Ma questo loro progetto è fallito, persino lo scorso Ramadan, allora si sono buttati su atti armati con i quali sono arrivati a zone ribelli come Bab Amro ed altre. Ciò che ha aiutato lo Stato durante gli ultimi mesi, è il fatto che la maggior parte dei Siriani ha ben chiara in mente la verità, avendo essi scoperto che non si tratta di una rivolta, ma di atti terroristici, così come è emerso chiaramente il fattore esterno, che all'inizio non era evidente. Ognuno dovrà essere giudicato per gli errori commessi o per aver voluto prolungare la crisi, per diverse ragioni, anche dopo che saranno state superate le circostanze e quando la tranquillità sarà stata ripristinata. L'Informazione siriana, malgrado sia gravemente presa di mira, è riuscita a svelare e a colpire i veri imperi mediatici, dietro cui si celano il denaro e le decisioni politiche delle grandi capitali nel mondo. Alla domanda sulla defezione di personalità come l'ex Primo Ministro, di Manaf Tlass, e di alcuni diplomatici e ufficiali, il Presidente ha affermato che: "Quanto avvenuto è un atto di fuga al di fuori del Paese, e non è un atto di defezione. Chiunque fugga, o è una persona a cui è stato offerto del denaro, e allora è un corrotto e un disonesto, o è un vigliacco che è stato minacciato dai terroristi o da altre parti, o è una persona che ambisce a un certo stipendio o ad alti ranghi nello Stato, e non essendo essa riuscita ad ottenere quanto desiderato, ha deciso di fuggire. Chi scappa è una persona debole o spregevole, perché la persona patriottica e meritevole non fugge al di fuori della Patria. L'atto di fuga è in primo luogo un'operazione di autopulizia dello Stato, e della Patria in senso generale. Se c'è un cittadino siriano che sa che c'è una persona tra queste che vuole fuggire, ebbene che lo incoraggi a farlo. Chi ha fatto sì che la Siria conservasse la sua fermezza, è il popolo in generale, con la sua larga base, e non con la sua elite. Questa larga base difende il Paese, e la componente più importante di questo popolo, che ha aiutato a mantenere la fermezza, è costituita dalle Forze Armate, dalla Sicurezza e dalla Polizia. La Siria arriverà là dove vuole il popolo siriano, qualunque siano i fattori esterni.

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