giovedì 28 novembre 2013
Movimento per ALLEANZA NAZIONALE della Lombardia
Grande successo per il primo incontro informale fra i promotori, sostenitori e simpatizzanti, milanesi e lombardi, del nuovo Movimento (federale, unitario, costituente) per riunire, rinnovare e rilanciare la destra nazionale, popolare, sociale ed identitaria italiana. Dopo un lungo e partecipato dibattito politico, dove tutti i presenti hanno potuto liberamente esprimere il proprio pensiero, i convenuti hanno spontaneamente scelto i propri referenti che, in questa, fase iniziale, coordineranno le varie iniziative sul territorio: Massimilano Meloni (coordinatore provinciale de La Destra di Monza e Brianza) oltre che per la sua zona, anche per tutta la Regione Lombardia, Giovanni Pascale per la Città di Milano e Vito De Santis per la Provincia. Precisiamo subito, a scanso di equivoci, che si tratta di incarichi assolutamente provvisori ed operativi (certamente più oneri che onori) che sono stati affidati a tre giovani e competenti professionisti che hanno dato la loro disponibilità a lavorare per questo ambizioso, quanto necessario progetto politico. Il nuovo movimento ha subito rivolto un preciso ed accorato appello alla collaborazione ed alla unità politica ai Fratelli d’Italia ed a Prima l’Italia ma anche alle varie sigle nazionali della destra radicale. In questa direzione, prossimamente, vi saranno degli specifici incontri con i rappresentanti di alcuni gruppi locali come: il Movimento Italia Nazione di Varese, Mosaico Italiano, Orgoglio Nazionale, i Liberali Nazionali, il Coordinamento per la Sovranità Nazionale e la Unione Patriottica. Alla serata, fra il centinaio di partecipanti, erano presenti due ex parlamentari, una decina di amministratori locali (eletti nel PDL), una ventina di ex dirigenti del Movimento Sociale (come Vittorio Barberi) e di Alleanza Nazionale (come l’ex consigliere comunale di Milano, Fausto Montrone), il Maggiore Luca Di Grazia ed il Capitano Francesco Lauri (anche in rappresentanza della associazioni patriottiche, combattentistiche e d’arma), il Prof. Giuseppe Manzoni di Chiosca (in rappresentanza del mondo della cultura e della tradizione), Roberto Jonghi Lavarini e Mario Mazzocchi Palmieri per il Comitato Destra per Milano. Ai convenuti sono giunti i fraterni saluti di coloro che sono stati impossibilitati ad intervenire, ovvero di Mamma Anita Ramelli, dell’onorevole Nino Pellegatta (storico deputato missino di Varese), di Stefano Di Martino (già vice presidente del consiglio comunale di Milano), di Leila Nur e del misterioso “Conte di Montecristo” che sta preparando il suo grande rientro in Politica.
Sempre meglio Silvio di sinistra e mondialismo!
Ieri sera, in piazza, abbiamo visto i peggiori compagni e radical chic festeggiare la decadenza dal Senato di Silvio Berlusconi, brindando e cantando “Bella Ciao”. Dopo vent’anni di accanimento giudiziario, incredibile (nei numeri e nei tempi), cantano vittoria la sinistra, comunista e giacobina (faziosa, ipocrita e bugiarda), la magistratura politicizzata ed i poteri forti internazionali, ovvero i peggiori nemici nostri, del nostro popolo e della nostra nazione.
Ricordiamocelo bene: il nemico del mio nemico, è un mio amico!
Berlusconi non è affatto un santo, lo sappiamo bene e ci ha, da tempo, deluso: certamente per i suoi comportamenti privati e per la servile e parassitaria “corte dei miracoli” del quale si è circondato ma, soprattutto, per il suo fallimento politico, ovvero per le promesse elettorali non mantenute e per le riforme (istituzionali, economiche, sociali e fiscali) necessarie all’Italia, proposte ma mai attuate in questo ventennio.
Ma dobbiamo riconoscere al Cavaliere i giusti meriti politici, non solo nei confronti di Alleanza Nazionale, e di essere un capo carismatico, un sincero patriota anticomunista, fuori dagli schemi e sicuramente non allineato alla plutocrazia mondialista che, non a caso, lo ha sempre osteggiato per la sua autonoma politica estera, per le sue manifestate perplessità sull’Euro e per il suo fallito tentativo di dare autonomia energetica all’Italia, tramite accordi privilegiati con Russia, Turchia e Libia.
Ora più che mai, alla nostra Patria ed alla nostra Europa, serve una destra autentica, unita e forte, che difenda la sovranità nazionale, la giustizia sociale, l’identità, la sicurezza, il benessere ed i sacrosanti interessi del nostro popolo.
DESTRA PER MILANO - http://destrapermilano.blogspot.it/
mercoledì 27 novembre 2013
lunedì 25 novembre 2013
Per una nuova aristocrazia europea.
Nobiltà ed Elite Tradizionali - Vent'anni dopo
Venti anni fa, nel 1993, veniva presentata a Roma e Milano, con considerevole ripercussione sulla stampa, quella che sarebbe stata l’ultima opera scritta da Plinio Corrêa de Oliveira: «Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio XII». Oggi, gli avvenimenti sembrano dare nuova attualità al tema. “In nome del Papa Re. Dai salotti la marcia sul Campidoglio”; “Professore brasiliano teorizza la controrivoluzione”; “La nobiltà al potere”; “Stemmi e corone rivendicano il potere”; “Un importante volume di Plinio Corrêa de Oliveira”. Ecco alcuni titoli apparsi sui giornali all’indomani del lancio in Italia del libro di Plinio Corrêa de Oliveira «Nobiltà ed élite tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio XII al Patriziato e alla Nobiltà romana» (Marzorati, Milano 1993). “Stati generali dell’aristocrazia romana al completo”: così Il Tempo titolava il servizio sul lancio dell’opera a Roma, presentata nell’imponente Sala del Baldacchino di Palazzo Pallavicini, a due passi dal Quirinale. “Dobbiamo comprendere la portata dell’appello che sale dalla gente – ha sottolineato nella sua relazione il principe Sforza Ruspoli – il popolo vuole vedere incarnati i valori della preghiera, dell’azione, del sacrificio, che i nostri antenati santi, condottieri ed eroi testimoniarono a prezzo della vita”. A Milano, il libro è stato presentato a Palazzo Serbelloni, in concomitanza col Convegno Internazionale della Nobiltà Europea. A Napoli, la presentazione ha avuto luogo nell’Hotel Excelsior, alla presenza di S.A.R. Carlo di Borbone, duca di Calabria. Il successo è stato tale che anche la Repubblica ha dovuto ammettere tra i denti: “Napoli non ha mai perduto certi umori monarchici”. Il volume è stato successivamente presentato a Palermo, Padova, Firenze, Forlì, Tolentino, Torino, Verona, Genova, Gavi e altre città. L’opera di Plinio Corrêa de Oliveira, anche incoraggiata dal plauso internazionale, è stata pubblicata in 10 edizioni, tradotta in 6 lingue, diffusa in 32 paesi. Qual è il motivo di un tale successo? “Attualmente mi sembra che l’atteggiamento dell’opinione pubblica sulla nobiltà sia molto meno influenzato dagli errori della Rivoluzione francese di quanto non fosse fino a poco tempo fa”, spiegava Plinio Corrêa de Oliveira in un’intervista al mensile francese Le Nouvel Aperçu. In un mondo sempre più in rovina, in cui alla crisi economica si accompagna una crisi spirituale e culturale sempre più accentuata, sembra che molte persone cerchino sollievo elevando lo sguardo al simbolismo rappresentato dalla bellezza della Tradizione. Comincia a nascere in molti spiriti la nostalgia di un ordine naturale sano. Come il figlio prodigo, crescenti settori dell’opinione pubblica rimpiangono la rottura con la Tradizione, e anelano alla restaurazione della civiltà. Anelito che si manifesta, per esempio, nell’entusiasmo popolare per le feste di incoronazione e per i matrimoni dei reali. Di fronte all’affermarsi di un certo pauperismo, la difesa delle legittime gerarchie – che altro non sono che un riflesso sociale della ricerca della bellezza e dell’eccellenza – diventa più attuale che mai. L’opera di Plinio Corrêa de Oliveira si staglia come un supremo sforzo in vista della salvezza della civiltà occidentale e cristiana. Ricordando un aspetto spesso trascurato del Magistero della Chiesa, il trattato intende proclamare la legittimità, anzi la fondamentale sacralità di una società gerarchicamente costituita, riscoprendo il ruolo delle élite, infondendo in esse il coraggio di riaffermare il loro tradizionale ruolo di influenza, tanto più necessario in un mondo come quello odierno in preda ad un disordine sempre più grande.
Anticipando un tema del numero di dicembre della rivista Tradizione Famiglia Proprietà, ecco un articolo su questo importantissimo tema:
http://www.atfp.it/2013/111-dicembre-2013/885-ventanni-dopo.html
Per eventuali richieste del libro, anche come originale regalo di Natale a qualche conoscente, al prezzo speciale di Euro 15,00, scrivete una mail a info@atfp.it oppure utilizzate l'apposito menu:
http://www.atfp.it/richieste-materiale.html
Cordialmente, JULIO LOREDO
Newsletter dell'Associazione Tradizione Famiglia Proprietà — Novembre 2013 — 1
Vent’anni dopo
di Juan Miguel Montes
Nell’articolo “Resuscitando Darcy”, eloquente quanto ampio (un’intera pagina), pubblicato sul Corriere della Sera il 5 ottobre scorso, Maria Serena Natale scrive che “le monarchie non hanno mai goduto di tanta popolarità come nell’epoca della democrazia digitale: tra abdicazioni, matrimoni, scandali e incoronazioni in Gran Bretagna, Norvegia, Svezia, Danimarca, Spagna e Paesi Bassi attraggono attenzione mediatica e affetto sincero. Non è il risvolto politico che appassiona ma il velo lungo di Kate all’altare, quel mondo lontano di carrozze, fregi, stemmi e ricami. (…) Priva di quell’alone di sacralità, la repubblica non ha la stessa presa emotiva sulle masse. D’altronde quando la corona annulla le distanze dal mondo “borghese” nel tentativo di modernizzarsi, perde mordente. E il caso dei reali svedesi, che negli ultimi 25 anni sono scesi dal 90 al 60 per cento nei consensi”.
Un fatto da constatare
L’articolo mette con acutezza il dito nella piaga di luoghi comuni denigratori che, a partire dalla Rivoluzione francese, prevalgono sulle aristocrazie. Tuttavia c’è un fatto: nonostante l’onnipresente e martellante ripetizione che se ne fa, essi non sembrano riuscire a mutare a fondo l’animo umano. La giornalista del Corriere della Sera aggiunge significativamente che il fenomeno da lei descritto si accentua ancor più in momenti di crisi, di mancanza di fiducia, di caos, come quello in cui viviamo. Si potrebbe pensare a semplice futilità, invece ciò riflette il profondo desiderio dello spirito umano di essere appagato dal mistero, dal trascendente e, persino, dal meraviglioso. Un’aspirazione questa che nessun discorso sui beni materiali o sulle novità tecnologiche potrà mai soddisfare.
Secondo la Natale il voler “annullare le distanze” per “modernizzarsi”, fa perdere “mordente” alle monarchie e riporta l’esempio di ciò che è accaduto in Svezia: la dinastia, negli ultimi anni, imborghesendosi ha perso, di conseguenza, sempre più consenso. Questa, in realtà, è una constatazione che vale non solo per le monarchie ma anche per altri ambiti, quali, ad esempio, la liturgia e l’architettura. Insomma, è una esigenza che trapela proprio dal popolo comune, il quale sovente si stanca del grigiore massificante e degli appiattimenti cui è costretto, manifestando prima o poi l’anelito all’esatto opposto.
Un libro storico
Venti anni fa, nel 1993, alla fine di ottobre, venne presentata a Roma, con considerevole ripercussione sulla stampa, quella che sarebbe stata l’ultima opera scritta da Plinio Corrêa de Oliveira. Parliamo del saggio: “Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio XII”. Il pensatore brasiliano, prendendo spunto dal magistero di papa Pacelli e discernendo l’esaurimento della spinta propulsiva al discorso ugualitario imposto dalla Rivoluzione Francese in poi, invitava l’aristocrazia ed élites tradizionali analoghe ad una ripresa del loro ruolo di servizio al bene comune, al fine di illuminare come un faro il resto del corpo sociale con le loro eccellenze culturali e morali, in tempi che già si preannunciavano di crescente confusione e oscurità.
“Oggi – asseriva il filosofo cattolico – gli errori della Rivoluzione del 1789 vanno ‘invecchiando’ e perdendo influenza. Ciò non significa che tale influenza sia piccola, ma è minore di un tempo e tende a diminuire sempre di più”.
L’evento, svoltosi nella magnifica cornice di Palazzo Pallavicini a Roma, allarmò la Repubblica, diretta da Eugenio Scalfari, pontefice massimo del secolarismo sinistrorso, finendo in prima pagina, nella cronaca interna e nel fondo. Un altrettanto noto quotidiano della Capitale, Il Tempo, salutava, al contrario, con beneplacito la monografia di Plinio Corrêa de Oliveira. Dopo aver qualificato l’autore come “maître à penser della Destra”, ne riconosceva il merito avuto nel riproporre, in termini originali, un valido invito all’impegno di un ceto singolarmente vocato al servizio della società. Un’idea, questa, rafforzata, secondo la cronaca del quotidiano romano, dal Cardinale Alfons Stickler che, in conclusione del convegno, affermò: “Come i triari romani che, marciando alle spalle delle legioni, erano capaci di ribaltare la disfatta in vittoria, così l’aristocrazia deve sapere trasfondersi nell’animazione cristiana della società”.
Due opzioni preferenziali armoniche
È questo un discorso valido nel mondo di oggi e nell’ambito di una “Chiesa dei poveri e per i poveri”, si domanderà qualcuno? È ragionevole chiedere, come faceva l’autore del saggio, un’azione anche pastorale in favore delle élites che si affianchi alla giusta e ampia azione per i bisognosi, all’opzione preferenziale per i poveri, come era solito dirsi allora?
Tralasciando il fatto che anche le élites sociali si trovano, non di rado, impoverite nell’attuale contesto storico, Plinio Corrêa de Oliveira sottolineava che una eventuale opzione preferenziale per i nobili non esclude quella per i poveri, e l’una non si contrappone all’altra, come insegna Giovanni Paolo II: “Sì, la Chiesa fa una opzione preferenziale per i poveri. Una opzione preferenziale, si badi, non dunque un’opzione esclusiva o escludente, perché il messaggio della salvezza è destinato a tutti”. Entrambe le opzioni rappresentano modi diversi di manifestare il senso di giustizia e carità cristiana che sole possono affratellarsi nel servizio dell’unico Signore, Gesù Cristo, che fu modello dei nobili e dei poveri. Queste parole servano di chiarificazione per coloro i quali, animati dallo spirito della lotta di classe, ritengono che esista una relazione inevitabilmente conflittuale tra il nobile e il povero.
L’autore brasiliano poneva l’accento, alla maniera dell’agere contra ignaziano, sulla prevalente tendenza utopica e demagogica che pretende di appiattire tutti in una massa ugualitaria e anonima. Qualcosa che equivarrebbe a negare la realtà che ci mostra come - al di là della essenziale uguaglianza di tutti gli uomini - sono legittime e necessarie le diseguaglianze causate dagli accidenti. Infatti, Pio XII, nel Radiomessaggio del Natale 1944, insegnava che “le ineguaglianze provenienti da accidenti come le virtù, il talento, la bellezza, la forza, la famiglia, la tradizione ecc., sono giuste e conformi all’ordine dell’universo”.
Rinasce l’egualitarismo utopico?
Tale dottrina delle giuste ineguaglianze fu sostenuta da san Tommaso come un bene di per se stesso, in quanto riflesso dell’ordine della Creazione e una via per conoscere ed amare il Creatore. In seguito, essa è stata ribadita da un lungo magistero pontificio in cui armonicamente trovano posto e legittimazione grandi, medi e piccoli in un ordine sociale che – sebbene debba fornire condizioni degne e giuste per tutti - non deve mai puntare al livellamento totale.
Come si sa, il discorso egualitario dal sapore marxista è stato apparentemente superato dal crollo dell’impero comunista. Tuttavia esso viene riproposto in modo ricorrente da tendenze, persino cattoliche, che vorrebbero trasformare anche la Chiesa in un campo di battaglia di “oppressi” contro “oppressori”, aggiornando così la teoria della lotta di classe, nonostante si cerchi opportunisticamente di negare l’apparentamento originario a Marx, figura ormai screditata, per associarla a un presunto obbligo religioso.
Una grande occasione di propaganda i neo-egualitari la trovano or ora in certe situazioni createsi con la crisi finanziaria ed economica internazionale, certamente originata anche da azioni profondamente immorali, ma che non si risolve affatto attingendo a ricette egualitarie bocciate dalla storia, dopo che esse hanno dimostrato la loro intrinseca incapacità di migliorare le condizioni di vita. Un fatto dovuto proprio al diniego utopistico delle legittime differenze presenti nell’ordine naturale e sociale.
Ma il discorso neo-egualitario trova conferma nella realtà attuale?
Le nazioni più avanzate non sono ugualitarie
L’opera di Plinio Corrêa de Oliveira segnalava il carattere organico e naturale della formazione di un’élite dirigente storica e a conferma di ciò mostrava come anche nei modernissimi Stati Uniti, una nazione nata repubblicana, si siano formate famiglie eminenti che fanno di questo Paese una realtà largamente aristocratica e tendenzialmente tradizionale. Altroché mito degli Stati Uniti, nazione super-egualitaria. Ciò conferma un’altra constatazione sull’ordine naturale già messa in evidenza da Papa Pacelli: “Anche nelle democrazie di fresca data e che non hanno dietro di loro alcun passato di vestigio feudale, si è venuta formando, per la forza stessa delle cose, una specie di nuova nobiltà o aristocrazia” (Allocuzione al Patriziato e alla Nobiltà romana, 1947).
A questo punto sarebbe da domandarsi se un analogo processo di ricreazione dell’élite sociale e culturale non stia avvenendo ora persino nella ex Unione Sovietica, cioè in quello che fu un gigantesco laboratorio per la costruzione della società assolutamente ugualitaria. A parte la prevalenza socio-economica di personalità di origine più o meno dubbia, a volte fortemente coinvolte nella realtà comunista precedente, è un fatto noto che vecchi rappresentanti della nobiltà in esilio siano tornati da Londra e Parigi a Mosca e San Pietroburgo, dove hanno trovato accoglienza ed affetto sia nel popolo sia nei circoli culturali e religiosi più importanti della Russia, i quali vedono in loro genuini rappresentanti di una identità che i bolscevichi cercarono di cancellare.«Chassez le naturel, et il reviendra au galop» dicono i francesi.
Nessuno è immune dal lustro della tradizione
Si sa, inoltre, che i nuovi ricchi russi e cinesi sono i maggiori datori di lavoro di maggiordomi laureati in esclusive accademie londinesi. Trattasi di persone di notevole formazione culturale, capaci non solo di organizzare eventi sociali e di coordinare il personale di servizio, ma in grado di parlare ottimamente le lingue e discorrere sui più svariati argomenti storici e di attualità, con quell’elevata raffinatezza raggiunta in genere nell’Europa occidentale e, in specie, dalle casate gentilizie britanniche. Ed è proprio questo, a parte naturalmente la ricchezza, che molti tra i nababbi dei paesi emergenti vorrebbero trasmettere ai propri discendenti, riconoscendo così la superiorità della tradizione sul mero potere del denaro. Del resto, non a caso Papa Pacelli diceva ai nobili nel saluto annuale del 1958 che persino chi “ostenta noncuranza e forse disprezzo per le vetuste forme di vita, non va del tutto immune della seduzione del lustro”.
Da qui l’attualità e persino la nota di preveggenza presente nel pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira. Nonostante l’involgarimento generalizzato e l’appiattimento indotto, forse anche proprio a causa di questo, vasti settori dell’opinione pubblica si aprono sempre di più a tendenze e idee contrarie all’andazzo corrente. Parlando del ruolo della “Nobiltà e delle élites tradizionali analoghe”, egli non pensava certo alla ripresa del ruolo, come corpo costituito, nella direzione dello Stato che la nobiltà aveva avuto in passato, dalla difesa militare alla diplomazia alla magistratura, bensì di mettere al servizio del bene comune “il suo inestimabile capitale di principi, di tradizioni, di stili di vita e di modi di essere, la cui perdita andò in detrimento delle altre classi sociali, passate a vivere sotto l’influenza criticabile e, a volte, perfino ridicola dei nuovi ricchi”.
Questo, e non altro, era poi il fulcro delle allocuzioni rivolte da Papa Pacelli alla nobiltà e al patriziato romano: utilizzare le risorse che restano loro per avviare un nuovo corso di elevazione culturale, morale e religiosa in beneficio di se stessi e del resto della società.
ANTIBANCOR studi economici e sociali contro la plutocrazia!
l’assenza di
un ordine finanziario, e soprattutto di un assetto monetario, fa balenare
all’orizzonte lampi di catastrofi economiche ben più distruttive di quelle
provocate dal crac del 1929. Mentre accademici illustri e supertecnici degli
istituti centrali di emissione – tutti ‘uomini rispettabili…’ – si ‘affannano’
[…] nella ricerca di un parametro definitivo per determinare il valore reale
delle monete, i vari espedienti escogitati […] crollano ingloriosamente, dopo
aver permesso l’arricchimento di pochi individui a danno ora di questa, ora di
quella Nazione. Crediamo quindi giusto affrontare i problemi finanziari e
monetari secondo un’ottica totalmente diversa da quella classica […]: tanto
puntuale nel proporre modelli econometrici, monografie brillanti e trattati
monumentali, quando incapace di suggerire alle autorità politiche gli strumenti
per impedire che la moneta – garanzia di sovranità nazionale – diventi un
cappio intorno al collo del popolo.
Esistono
nuove tecniche e nuove vie da esplorare, se si è capaci di distruggere le
‘gabbie’ nelle quali – in perfetta malafede – chi trae profitto da questo
disordine vorrebbe continuare a tenerci chiusi. Per smantellarle, economisti e
storici dell’economia hanno operato e continuano ad operare. Con il loro insegnamento
e col contributo di quanti antepongono l’onestà intellettuale al proprio
interesse economico e sociale, ci adopereremo affinché questo sistema, basato
sull’enorme ‘bolla di sapone’ di denaro inesistente, acceleri il proprio
collasso: si ripristinerà così l’economia reale – la sola adeguata al
Bene della comunità nazionale.
Fronte Nazionale
Questo
volantino, a firma Fronte Nazionale, fu distribuito con il primo numero
di “L’Antibancor. Rassegna periodica di economia e finanza”, anno 1 n. 1, 1992.
L’Antibancor si proponeva di “segnalare e sottolineare gli aspetti erronei e
nefasti dell’attuale sistema monetario del ‘mondo occidentale’, così come esso
si manifesta nella pratica finanziari quotidiana: tanto degli istituti centrali
di emissione, quanto della finanza internazionale che ne è la suggeritrice, il
motore e la guida” (nella quarta di copertina, i ‘quattro punti fermi’
dell’Antibancor). Una capacità di preveggenza, vista l'assoluta centralità
attuale del problema, che il Fronte dimostrò anche intorno alla sua stessa
ragione costitutiva: la lotta alle ondate migratorie. Poi si sa com'è andata a
finire: Freda in galera, Calderoli al governo.
La Rassegna
fu recensita dal quotidiano ‘La Stampa’:
Fascismo&
Finanza. All' armi, siamo economisti Freda vara una rivista ANTIPLUTOCRATI di
tutto il mondo, unitevi. L' appello arriva dall' inesausta voce del Fronte
nazionale di Franco Freda. Ora il Fronte Nazionale si lancia nei territori
dell' alta finanza con una edita dalle Edizioni di Ar e intitolata con
trasparente allusione L' Antibancor. era infatti lo pseudonimo usato dall' ex
governatore della Banca d' Italia Guido Carli nei suoi articoli su L' Espresso
e ripreso a sua volta dal nome della valuta universale proposta da John Maynard
Keynes alla conferenza di Bretton Woods. […]
L’indice del
primo numero mostra la natura degli studi della rassegna curata dalle Edizioni
di Ar: Plutocrazia (a firma Fronte Nazionale); i grandi banchieri; dal
capitalismo di Stato al capitalismo privato; credito e promesse di pagamento,
un sistema monetario alla deriva secondo un’analisi di Maurice Allais; economia
di carta e politica economica monetaria; il divorzio del Ministero del tesori
dalla Banca d’Italia; usurocrazia; la ‘Salomon Brothers e le miniere di re Salomone;
altro.
Lo scritto
‘Plutocrazia’, si apriva con una citazione di Carlo Marx:
“Poco dopo
la sua nascita, la società moderna trascinò per i capelli Pluto fuori dalle
viscere della terra, e salutò l’oro come il suo Santo Graal”.
La rivista
fu pubblicata in cinque numeri (il primo fu, poi, ristampato; quindi i numeri
sono tutti disponibili: www.edizionidiar.it – la collezione, euro 50,00).
L’antibancor, divenne successivamente una collana editoriale delle Edizioni di
Ar, nella quale sono stati inseriti i testi di studio sugli stessi argomenti
della rivista:
- Francesco
Avigliano - L’enigma sociale.
- Gertrude
Coogan - I creatori di moneta. Chi crea la moneta? Chi dovrebbe crearla?
- Walter
Beveraggi Allende – Teoria qualitativa della moneta. Contro il monetarismo,
l’inflazione, la disoccupazione.
La Fiamma Tricolore indispensabile alla unità della destra sociale italiana!
Nella seduta del CC di domenica 24 novembre a.c., la maggioranza dei membri presenti, non ha ratificato e quindi ha respinto la proposta di federazione che i proponenti del "Movimento per l'Alleanza Nazionale" hanno avanzato e presentato co...n la manifestazione per l'unità dell'area in Roma il 9 novembre. Il Segretario Nazionale Luca Romagnoli, convinto del suo mandato congressuale, dichiara che proseguirà nel tentativo di alleare il MSFT, e in particolare la Destra Sociale, a quanti intendono realizzare l'unità della destra italiana.
http://www.fiammatricolore.com/wp-content/uploads/2013/11/COSE-CHE-CAPITANO.pdf
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Senza la presenza (politica, simbolica ed anche morale) della Fiamma Tricolore, per il Comitato Destra per Milano non è possibile alcuna reale unità della destra sociale italiana. Bisogna subito riprendere il processo unitario, nel reciproco rispetto, sotto forma di una federazione costituente, aperta a tutti i soggetti dell'area, nessuno escluso!
http://www.fiammatricolore.com/wp-content/uploads/2013/11/COSE-CHE-CAPITANO.pdf
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Senza la presenza (politica, simbolica ed anche morale) della Fiamma Tricolore, per il Comitato Destra per Milano non è possibile alcuna reale unità della destra sociale italiana. Bisogna subito riprendere il processo unitario, nel reciproco rispetto, sotto forma di una federazione costituente, aperta a tutti i soggetti dell'area, nessuno escluso!
"Aperitivo Futurista" per l'unità della destra italiana...
Mercoledì 27 novembre - dalle ore 19.00 alle ore 21.00
"aperitivo futurista"
bar-tabacchi Via Farina angolo Via Valtellina a Milano
Incontro informale con i promotori milanesi e lombardi del movimento "partecipativo, federale e costituente" per la riunificazione, il rinnovamento ed il rilancio della destra sociale italiana...
Noi vogliamo riunificare, rinnovare e rilanciare la
destra sociale italiana, iniziando dalle sue fondamenta che sono i Valori e le
Idee, partendo dalla base militante e dal territorio, secondo rigorosi criteri
di partecipazione popolare, assoluta trasparenza, necessaria rappresentatività
e meritocrazia. Diciamo basta a personalismi e divisioni del passato ma anche
basta al vergognoso cumulo di incarichi e di mandati politici ed elettorali.
Vogliamo costruire un nuovo e forte Movimento unitario che difenda veramente la
tradizione, l'identità, la sicurezza, il benessere, la sovranità del nostro
popolo e della nostra nazione, contro la plutocrazia mondialista e la
partitocrazia sua serva.
MOVIMENTO per ALLEANZA NAZIONALE
Comitato Promotore
di Milano e Lombardia
Per aderire alla
federazione (come singoli o gruppi), partecipare alle riunioni politiche ed al
prossimo congresso costituente della destra (nazionale, popolare, sociale ed
identitaria) italiana, potete contattare FABIO ALLEGRANZA, GIADA ARIOLI,
GIUSEPPE BELLINI, VITO DE SANTIS, LUCA DI GRAZIA, DANIELA GRAZZI, MAX MELONI o
Ing. GIOVANNI
PASCALE
giovanni_pascale@hotmail.it - 3208478783
Manifestazione Nazionale (senza filtri) su Radio
Radicale:
http://www.radioradicale.it/scheda/395714
http://www.radioradicale.it/scheda/395714
I principali telegiornali sull’evento:
http://www.ilgiornaleditalia.org/video/850019/I-principali-tg-del-9-novembre.html
http://www.ilgiornaleditalia.org/video/850019/I-principali-tg-del-9-novembre.html
Discorsi di Luca Romagnoli e altri
Il servizio ufficiale de La Destra:
http://www.ilgiornaleditalia.org/video/850056/9-novembre-2013--rinasce-Alleanza.html
http://www.ilgiornaleditalia.org/video/850056/9-novembre-2013--rinasce-Alleanza.html
Sintesi degli interventi:
http://www.ilgiornaleditalia.org/news/politica/850020/Alleanza-Nazionale--riparte-una-Storia.html
http://www.ilgiornaleditalia.org/news/politica/850020/Alleanza-Nazionale--riparte-una-Storia.html
Intervista a Francesco Storace:
Il manifesto politico, ideale e valoriale:
http://www.ilgiornaleditalia.org/news/politica/847744/La-Destra-che-nasce--ecco.html
http://www.ilgiornaleditalia.org/news/politica/847744/La-Destra-che-nasce--ecco.html
La nostra Europa:
L’atto costitutivo della Federazione:
http://www.ilgiornaleditalia.org/news/politica/850029/Ecco-l-atto-costitutivo-del-movimento.html
http://www.ilgiornaleditalia.org/news/politica/850029/Ecco-l-atto-costitutivo-del-movimento.html
Organigramma ed Appello alla unità:
Modulo di Adesione:
Intervista radio ad Adriana Poli Bortone:
In difesa della Sovranità Nazionale
e monetaria:
Alleanza Nazionale anti-euro: Prima l'Italia!
Il Movimento per ALLEANZA NAZIONALE sostiene ufficialmente, in tutta Italia, la petizione popolare No-Euro, promossa dal Movimento PRIMA L'ITALIA, in difesa della nostra sovranità politica, economica e monetaria.
giovedì 21 novembre 2013
Aperte le adesioni ad "Alleanza Nazionale", federazione unitaria costituente della destra italiana !
MOVIMENTO per ALLEANZA NAZIONALE
(federazione unitaria costituente)
Comitato Promotore e Coordinamento
di Milano, Provincia e Lombardia
(federazione unitaria costituente)
Comitato Promotore e Coordinamento
di Milano, Provincia e Lombardia
Per aderire alla federazione (come singoli o formando un circolo, territoriale o ambientale, di almeno dieci persone), partecipare alle riunioni politiche ed al prossimo congresso costituente della destra (nazionale, popolare, sociale ed identitaria) italiana, potete contattare FABIO ALLEGRANZA, GIADA ARIOLI, GIUSEPPE BELLINI, VITO DE SANTIS, LUCA DI GRAZIA, MARIO MAZZOCCHI PALMIERI, MAX MELONI, FRANCESCO RUSSOMANNO o
Ing. GIOVANNI PASCALE
Ing. GIOVANNI PASCALE
cell 3208478783
mercoledì 20 novembre 2013
ALLEANZA NAZIONALE a Milano ed in Lombardia
MOVIMENTO per ALLEANZA NAZIONALE
(federazione unitaria costituente)
Comitato Promotore e Coordinamento
di Milano, Provincia e Lombardia
(federazione unitaria costituente)
Comitato Promotore e Coordinamento
di Milano, Provincia e Lombardia
Per aderire alla federazione (come singoli o gruppi), partecipare alle riunioni politiche ed al prossimo congresso costituente della destra (nazionale, popolare, sociale ed identitaria) italiana, potete contattare FABIO ALLEGRANZA, GIADA ARIOLI, VITO DE SANTIS, LUCA DI GRAZIA, MARIO MAZZOCCHI PALMIERI, MAX MELONI o
Ing. GIOVANNI PASCALE
Ing. GIOVANNI PASCALE
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A breve la presentazione del progetto politico unitario anche a Milano e nelle principali città della Lombardia. Possiamo già anticipare l'adesione di una decina di movimenti ed associazioni locali, di una ventina di consiglieri comunali e di oltre un centinaio di patrioti da tutta la regione, fra i quali numerosi ex dirigenti del MSI e di AN.
A breve la presentazione del progetto politico unitario anche a Milano e nelle principali città della Lombardia. Possiamo già anticipare l'adesione di una decina di movimenti ed associazioni locali, di una ventina di consiglieri comunali e di oltre un centinaio di patrioti da tutta la regione, fra i quali numerosi ex dirigenti del MSI e di AN.
Giovanni Pascale con Luca Di Grazia, Luca Romagnoli (Segretario Nazionale del Movimento Sociale Fiamma Tricolore), Roberto Jonghi Lavarini e Mario Mazzocchi Palmieri (del comitato Destra per Milano)
Costruiamo insieme la casa comune della destra italiana.
Noi lavoriamo per unire la destra italiana, per costruire una nuova e solida casa comune, partendo dalle fondamenta che sono i Valori e le Idee, la base militante ed il radicamento sociale e sul territorio.
Basta divisioni patologiche e tragicomiche, partitini zero virgola e velenosi personalismi, serve un grande movimento unitario che accolga e rappresenti tutte le diverse anime della nostra comunità e che sia aperto a tutte le energie sane della nazione, al mondo del lavoro, della cultura e del volontariato, ai giovani ed alle donne.
Per questo sosteniamo il Movimento per Alleanza Nazionale che, partendo dall'appello-manifesto di Marcello Veneziani, attraverso una federazione ed un congresso costituente, vuole riunire tutti coloro che hanno avuto una comune militanza prima nel Movimento Sociale Italiano e-o in AN, in un solo movimento sul modello del Front National francese di Marine Le Pen.
Noi vigileremo attentamente affinché questo processo sia veramente basato su rigidi criteri (per noi condizione essenziale) di partecipazione, trasparenza, rinnovamento e meritocrazia. Chiederemo una reale partecipazione e che siano i congressi regionali, aperti a tutti (nessuno escluso) a dibattere liberamente, a redigere lo statuto ed il programma del nuovo movimento e ad eleggere i dirigenti locali e nazionali. E pretenderemo un vero rinnovamento con precise ed inderogabili norme che vietino il cumulo di incarichi e di mandati, sia di partito che elettorali.
Per fare tutto ciò, abbiamo bisogno del contributo di tutti, chiudendo definitivamente con il passato, voltando veramente pagina, confrontandoci e dialogando, nella massima libertà e nel reciproco rispetto, con assoluta lealtà e ritrovato spirito comunitario e di squadra, fedeli alle nostre mai rinnegate radici (storiche, culturali e spirituali) e consci delle sfide che ci attendono e delle battaglie (ideali, politiche ed elettorali) che ci attendono!
"Ognuno porti la sua pietra al cantiere"...
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