CCP

venerdì 21 settembre 2012

"Freda, il filosofo della disintegrazione" (di Roberto Sforni).

"FREDA, IL FILOSOFO DELLA DISINTEGRAZIONE" (ROBERTO SFORNI, Collana Politika). L’interessante ricerca è curata dall’Avv. Roberto Sforni di Milano, preciso ed appassionato studioso di filosofia e storia delle dottrine politiche che, con Freda, condivide l’etica platonica del vero stato ed il superamento hegeliano degli opposti estremismi. Il volume lo si può trovare (al costo simbolico di 5,00€) presso la Libreria Ritter di Via Maiocchi 28. www.ritteredizioni.com

Associazione Combattenti X MAS.

Manifestazione della Fiamma a Legnano.

FIAMMA TRICOLORE IN DIFESA DELLA LIBERTA’ D’ESPRESSIONE La Federazione della Fiamma Tricolore di Milano comunica che venerdì 21.09.12 alle ore 18 presso il quartiere San Paolo in Legnano si terrà una manifestazione per il ripristino dell’ordine pubblico gravemente violato da minoranze dell’etnia Rom che da tempo commettono scorribande intimidatrici nei confronti della cittadinanza legnanese. E’ previsto un corteo che partirà da via Lucania e terminerà ai giardinetti di via Sondrio ove si terrà un comizio. I soliti noti che in questo caso si chiamano gruppo consiliare di sinistra, movimento del Cactus ed anche l’Ampi, veri specialisti nel provocare disordini e violenze in spregio dei diritti di libertà, minacciano con chiaro linguaggio intimidatorio di ricorrere ai loro consueti metodi per impedire al nostro partito -che si muove nell’ambito della legalità repubblicana e nel rispetto delle leggi- di aver agibilità politica e libertà di espressione. Nell’esprimere la piena solidarietà ai cittadini di Legnano cui questi degni eredi degli infoibatori d’italiani fingono di rivolgersi con toni pseudo solidaristici, attraverso i quali lanciano il vero messaggio teso ad intimidire coloro che vorrebbero partecipare alla nostra manifestazione, rivolgiamo un severo appello e preciso monito affinché si astengano dal provocare disordini o peggio dall’aggredire uomini che intendono pacificamente manifestare. La Fiamma Tricolore invita i propri nemici, non avversari fintantoché non sarà finalmente realizzata la pacificazione nazionale, ad evitare che violenza chiami violenza con la piena garanzia da parte di tutti i nostri iscritti che, come sempre, garantiremo in ogni luogo la libertà di manifestare e di espressione dei nostri nemici a condizioni che essi osservino lo stesso dovere nei nostri confronti. Ci scusiamo con la cittadinanza di Legnano per l’esecrabile “spettacolo” messo in scena da fratelli separati italiani che militano in organismi manifestamente proclivi alla violenza nei nostri confronti. Evidentemente 69 anni di democrazia non hanno insegnato nulla agli eredi morali dei loro padri che hanno provocato tanti lutti e rovine nel tessuto connettivo della Nazione. Oggi si dovrebbe celebrare la presa di Roma, data storica che segna la nascita dello Stato Italiano in cui noi tutti dovremmo riconoscerci, eppure abbiamo impiegato quasi 70 anni per risolvere la questione romana sorta dalla conquista di Roma, effettuata non contro il cristianesimo bensì contro il potere temporale del Papa, contrario all’unità nazionale. Quanto dovremo aspettare per riconciliarci quali fratelli italiani prima e dopo la tragedia del 25 aprile 1945? Non sarebbe meglio nel rispetto delle diversità lottare per il bene dell’Italia e del suo popolo in uno spirito di ritrovata riconciliazione nazionale? Volete continuare ad insultare e calpestare i nostri più cari valori nazionali? Ebbene sappiate che per parte nostra in questo caso non arretreremo!! A voi che consideriamo nemici dell’Italia decidere se agire nel rispetto delle leggi ovvero violarle. Milano 20 settembre 2012-09-20 Il segretario provinciale di Milano Gabriele Leccisi.

Libreria RITTER di Milano: Cultura, Storia e Tradizione.

Chi siamo: una Libreria specializzata in Storia Militare, Tradizione e Tradizioni, Fascismo e Nazionalsocialismo, Armi e Forze Speciali, Neofascismo, Ultras, Musica Alternativa ed Etnonazionalismo. Abbiamo costituito la Casa Editrice Ritter s.a.s. l’8 ottobre 1998 con l’intenzione di editare libri (nuovi e ristampe) sulle Forze Armate tedesche, argomento del quale il mercato era allora carente. Proveniamo da differenti esperienze lavorative nel campo dell’editoria e della diffusione libraria, chi da un’esperienza durata sette anni nella “Libreria Militare” di Milano, chi da un’esperienza durata ben 25 anni nella libreria “La Bottega del Fantastico”, sempre a Milano, e nelle “Edizioni Barbarossa”. Cominciando a proporre direttamente alle librerie le nostre edizioni, ci siamo fatti carico della distribuzione di un limitato numero di case editrici amiche (Edizioni Barbarossa, Novantico, Settimo Sigillo).Gli anni intermedi sono stati caratterizzati da un ampliamento dell’attività editoriale alle tematiche inerenti la storia e le Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana, e da un costante incremento dell’attività distributiva, limitata comunque ancora all’editoria in lingua italiana.Il salto qualitativo avviene nel settembre 2005, quando cominciamo a curare la distribuzione in modo professionale e a tempo pieno. A partire da allora abbiamo incrementato costantemente il numero delle case editrici promosse, con particolare interesse alla diffusione dell’editoria specializzata in lingua straniera (inglese, americana, francese, tedesca, spagnola, polacca, ecc.), arrivando cosi al centinaio di editori attualmente distribuiti. Dal gennaio 2008 la nuova Ritter: Apertura dello spazio espositivo con i suoi 180 metri quadri in Via Maiocchi, 28 a Milano, così da poter fornire ai nostri clienti un servizio completo che va dalla normale reperibilità dei volumi in commercio (grande e piccola editoria classica, editoria specializzata, editoria e musica alternativa) alla ricerca di testi fuori commercio. Sito completamente rinnovato e partecipazione alle maggiori fiere specializzate (Militalia, EXA…). Dove siamo Il nostro spazio RITTER è situato in Via Maiocchi, 28 angolo Viale Abruzzi a Milano. Mezzi di superficie: linea 92, 60; Tram 23, 33, 11 a circa 300 metri e a 500 metri la fermata di Lima (MM1. ORARI APERTURA E RECAPITI: Per il pubblico: dal Martedì al Sabato 10,00/13,00 - 15,00/19,30. In altri orari su appuntamento: Telefono 02-201310, Fax 02-29510499, Cellulare 333-3037133, Mail info@ritteredizioni.com - http://www.ritteredizioni.com/

giovedì 20 settembre 2012

ANAI ed UNCRSI unite per l'Onore d'Italia.

A seguito dei funerali del Comandante Aldo Arcari e del Camerata Lino Menghini, entrambi Arditi e Combattenti Volontari, per l'Onore d'Italia, nella Repubblica Sociale Italiana, il Presidente Nazionale dell'Associazione Nazionale Arditi d'Italia (ANAI), Comandante Pierpaolo Silvestri, ed il Presidente della Unione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana (UNCRSI), Comandante Armando Santoro (già Milite della Legione Autonoma Ettore Muti), hanno deciso di "serrare i ranghi" ed unire le forze delle due gloriose associazioni patriottiche, combattentistiche, e d'arma, rilanciandone una azione congiunta su tutto il territorio nazionale, al fine di preservarne il patrimonio (militare, storico, culturale e morale) e di passare il testimone alle nuove generazioni. Hanno già dato la loro adesione al progetto unitario: Attilio Carelli, Roberto Jonghi Lavarini, il Capitano Francesco Lauri, il Paracadutista Dario Macchi, il ricercatore storico Pierangelo Pavesi ed il Conte Alessandro Romei Longhena. (Milano, 20 settembre 2012, comunicato ufficiale congiunto ANAI-UNCRSI)

Proclama alla Nazione: per l'Italia libera e sovrana!

Proclama alla Nazione: Ora o mai più! La prova provata che l’Italia, da 66 anni, non è (né può essere, né – nelle sue attuali condizioni – potrà mai diventarlo!) uno Stato indipendente e sovrano – e che il suo Governo (di destra, sinistra, centro… sarebbe la stessa cosa!), non è (né può essere) in grado di fare liberamente e degnamente gli interessi dei suoi amministrati (in quanto, oltre ad essere chiaramente in sottordine a quello degli USA, è invariabilmente ed incessantemente sotto ricatto ed autorità di Washington che tende puntualmente, arrogantemente e sfacciatamente ad intimargli cosa si debba o non si debba fare…) – l’abbiamo definitivamente avuta in concomitanza con la Crisi libica, tuttora in corso. Questo, nonostante l’Italia avesse un preciso e vincolante trattato di non aggresione e di cooperazione con la Libia, e che i nostri interessi politici, economici ed energetici consigliassero, quanto meno, di restare neutrali. Tenuto conto di quanto sopra, e non potendo fare altrimenti, è pertanto indispensabile che, una volta per tutte, si possa fare chiarezza. E, per poterla realmente fare, è ugualmente vitale ed urgente che si possa – al di la delle idee di ciascuno e degli schieramenti ideologici, politici e partitici in cui ognuno si riconosce – tirare una precisa, indelebile ed invalicabile linea di demarcazione, tra tutti gli Italiani. Tra coloro, cioè, a cui, per un motivo o per un altro, sta bene la suddetta situazione, e quegli Italiani, invece, che tendono fermamente a rifiutarla, e vorrebbero, in qualche modo, rimetterla in discussione. Questa, dunque, da oggi, è la sola, possibile, linea di demarcazione: 1. chiunque, tra gli Italiani (di destra, di sinistra, di centro, di centro-destra, di centro-sinistra, di estrema destra o di estrema-sinistra), continuerà ad accettare il suddetto stato di flagrante ed umiliante sudditanza da Stati terzi (fosse pure, per banale ignoranza o noncuranza), sarà considerato un nemico (polemios/hostis) ed un traditore della nostra Patria; 2. chiunque altro (di destra, di sinistra, di centro, di centro-destra, di centro-sinistra, di estrema destra o di estrema-sinistra) tenderà, invece, a rifiutare il succitato stato di asservimento e di subordinazione, e vorrà, in qualche modo, riunirsi e lottare, per potere finalmente riuscire a liberare la nostra Patria Italia/Europa dalla colonizzazione politica, economica, culturale e militare che ci è stata subdolamente imposta negli ultimi 66 anni, sarà considerato un nostro amico (philos/amicus) ed un nostro alleato (etairos/sodalis). Libertà, Indipendenza, Autodeterminazione e Sovranità politica, economica, culturale e militare, per l’Italia, l’Europa ed il resto dei Popoli-Nazione del mondo.

La Destra cresce in tutta Italia.

A DESTRA. IN TUTTA ITALIA 20set2012
E’ entusiasmante questa nostra grande Destra. In tutta Italia c’è fermento, si organizzano appuntamenti e convegni. C’è voglia di spiegare al popolo che la politica, quella seria e coerente, esiste. E come, se esiste! Lo scorso inverno abbiamo passato in rassegna l’intera nazione, abbiamo sentito il polso della nostra gente sul territorio, e macinato chilometri in lungo e in largo per il Paese. Con quello stesso entusiasmo, e anzi, con ancora più passione La Destra riprende la marcia. Le scadenze che si pongono davanti a noi sono fondamentali. E fa piacere constatare come sia dirigenti nazionali e locali, e soprattutto la base del partito, abbiano ben chiaro che è necessario arrivare preparati agli appuntamenti elettorali, e poter offrire agli italiani una vera alternativa politica. E’ bene si sappia che esiste una forza politica ancora dalla parte del popolo, e non delle banche. L’agenda dei prossimi giorni vedrà in calendario appuntamenti importanti, dal Nord al Sud. Venerdì, il presidente Teodoro Buontempo si recherà a Schio, alle ore 19, dove ha cortesemente accettato di essere presente in mia vece a causa del consiglio regionale convocato ad hoc nello stesso giorno che mi costringerà a Roma per la nobile causa del taglio ai costi della politica nel Lazio. Nel pomeriggio di sabato mi recherò a Udine. Nel capoluogo friulano, alle ore 17, mi troverò con il presidente della Regione, Renzo Tondo, in un incontro ufficiale presso la sede di via Sabbadini 31. Subito dopo, alle ore 18, trasferimento a Torsa di Pocenia, sempre in provincia di Udine, per partecipare al dibattito sulla Spending review, all’interno della Festa tricolore organizzata con Progetto Nazionale. Domenica 23, alle 10,30 presso il Salone dell’Hotel Astoria parlerò alla conferenza dal titolo “La Destra verso le regionali”. Sarà l’occasione per definire meglio il ruolo del partito nel contesto elettorale, dando risalto ai punti contenuti in quella che possiamo definire come la nostra Magna charta: il Manuale della sovranità, dove sono elencati i dieci punti de La Destra attorno ai quali si concentra la nostra attività per risollevare l’Italia e offrire un’opportunità di miglioramento per la nostra nazione, e sui quali chiunque voglia costruire un’alleanza dovrà confrontarsi. Senza sconti. Nel pomeriggio il viaggio continua, questa volta nel Meridione, in quella splendida terra che è la Puglia. A Lecce chiuderò alle 19 la Festa tricolore regionale presso la sala conferenze dell’hotel President. Tanti chilometri sostenuto dal calore e dalla passione di cittadini e militanti che incontrerò sul territorio, e contribuiranno ad infiammare ancora di più quel desiderio di mettersi a disposizione dell’Italia per un cambiamento reale, concreto e definitivo. Il popolo italiano pretende risposte dalla politica. La Destra lo raggiunge per fornirgliele.

Il senso della storia fra progresso materiale e regresso intellettuale.

Il senso della storia fra progresso materiale e regresso intellettuale La filosofia della storia, sorta con lo scopo di ricercare un significato nella storia ed una possibile visione teleologica delle vicende umane può dirsi nata con l’opera ‘La philosophie de l’histoire’, ‘La filosofia della storia’, appunto, scritta da Voltaire nel 1765, anche se la ricerca di un senso della storia è di gran lunga precedente. Mentre l’ultimo grande tentativo di filosofia della storia, è rappresentato dall’opera di Karl Jaspers, Origine e senso della storia. E’ noto che la filosofia della storia sia oggi screditata, soprattutto nell’ambiente culturale italiano, specie dopo che Benedetto Croce ne decretò la definitiva dipartita. Essa è oggigiorno ritenuta una forma culturale obsoleta, stantia. Ma la ricerca di un senso da attribuire alla storia non lasciò insensibile il genio filosofico di Kant, il quale in uno dei suoi ultimi scritti si chiedeva se il genere umano fosse in costante progresso verso il meglio. A tale quesito giunse a darsi una risposta affermativa, seppur con qualche riserva. Egli, infatti, individuò un segno della disposizione dell’uomo a progredire, nell’entusiasmo sortito nell’opinione pubblica mondiale dalla Rivoluzione francese, considerando ciò “una disposizione morale dell’umanità”. Per un altro grande maestro del pensiero, Hegel, altresì, la storia andava considerata come storia dello Spirito che si realizza. Spirito inteso come Assoluta Ragione. Ciò significa che tutti i fatti storici sarebbero assolutamente necessari anche se ai più appaiono contingenti, a causa del loro punto di vista limitato, dunque incapace di concepire una visione d’insieme della realtà. Nelle “Lezioni di filosofia della storia” inoltre Hegel spiega come i singoli individui credano di essere protagonisti della storia, ma in realtà sono solo mezzi di cui lo Spirito si serve per realizzare i propri scopi. Dopo la morte di Hegel nel 1831, nacque un dibattito molto acceso in ambito filosofico, che condurrà in seno alla scuola hegeliana alla nascita delle cosiddette Sinistra e Destra hegeliane, e al di fuori al Positivismo ed al filone irrazionalista cui faranno capo pensatori quali Kierkergaard, Schopenhauer e Nietzsche. Per quel che concerne il Positivismo, è bene parlare di un positivismo di matrice sociale e di un secondo di tipo evoluzionistico. Il positivismo evoluzionistico si basa sulla teoria darwiniana della “selezione naturale“. Teoria darwiniana poi estesa da Herbert Spencer alla totalità del reale, con la nota teoria del darwinismo sociale. Gli ultimi due secoli, come ben sappiamo, sono stati contrassegnati da siffatta visione “progressista”, ed ancora al giorno d’oggi la teoria evoluzionistica tiene banco nelle accademie. Ma, certamente, oggigiorno, nessuno si sentirebbe spinto a sottoscrivere l’idea di un progresso irresistibile, molti invece sono i “progressisti” pentiti. E’ evidente che la storia umana sia oltremodo complessa, per poter giungere a delle conclusioni in merito. Tuttavia, non possiamo esimerci dall’interrogarci su di essa tenendo conto dei segni offertici dagli avvenimenti. Una cosa è certa, progresso scientifico o tecnico, e progresso morale e spirituale sono due cose ben distinte. E mentre il progresso scientifico e tecnico della nostra epoca appare indubitabile, più difficile è affrontare il problema dell’effettività del progresso morale e spirituale. E’ illuminante a tal proposito ciò ch’ebbe a scrivere quasi un secolo or sono il pensatore tradizionalista Renè Guènon, quando asserì che: “La civiltà occidentale moderna appare nella storia come una vera e propria anomalia; fra tutte quelle che sono più o meno completamente conosciute, questa civiltà è la sola a essersi sviluppata in un senso puramente materiale, e questo sviluppo mostruoso, il cui inizio coincide con quello che si è convenuto chiamare Rinascimento, è stato accompagnato, come fatalmente doveva, da una regressione intellettuale corrispondente”. (Renè Guènon, Oriente e Occidente). Ecco perchè è importante che al di là delle giuste analisi sociologico-politiche, mai si dovrebbe dimenticare che l’ampiezza e la profondità della crisi che attanaglia l’Occidente vanno ben oltre ciò che ai nostri occhi si manifesta da un punto di vista prettamente quantitativo ed “esteriore”, essendo il piano finanziario solamente una risultante di un processo degenerativo che interessa lo spirito dell’intera civilizzazione occidentale. Unica cosa da fare è, prendere atto del tipo di civiltà in cui siamo stati destinati a vivere, unaciviltà - com’ebbe a dire Julius Evola - “crepuscolare…una civiltà delle masse, civiltà antiqualitativa, inorganica, urbanistica, livellatrice, intimamente anarchica, demagogica, antitradizionale”.

"Se fossi l'Italia mi incazzerei..."

IO SE FOSSI L’ITALIA MI INCAZZEREI… “Siamo in un mare di guai”: è il leit motiv che proviene dalla viva voce di tantissimi italiani da un anno a questa parte. Se chiedete a qualche personaggio un po’ meno fine, potreste ascoltare delle variazioni sul tema ben più colorite, che forse rendono ancora meglio l’idea: l’Italia e gli italiani hanno un futuro tutt’altro che roseo. Come si fa a non trovarsi d’accordo? L’Italia è il paese dell’Unione Europea con il prelievo fiscale più elevato. Stando alle rilevazioni dell’International Finance Corporation,(fonte), viaggiamo ormai ad una percentuale attorno al 70%, (68,8, per l’esattezza), contro il 21% del Lussemburgo, il 26% dell’Irlanda, il 47% della Grecia o il 48% della Germania. Come se non bastasse, gli italiani al rientro dalle ferie sono attesi da ulteriori rincari, che riguardano davvero ogni aspetto della vita quotidiana: dall’Imu alle tariffe di gas e luce, dai trasporti alle tariffe autostradali, per un aumento complessivo del prelievo pari a circa 2.000 euro pro capite. Non va di certo meglio con la benzina. Se una ricerca Bloomberg del 14 agosto scorso, (qui) collocava l’Italia come il settimo paese al mondo per il prezzo del carburante, (con un costo medio per litro di circa 1,714), con gli ultimi aumenti che hanno fatto schizzare la verde a quota € 2,013 si può dire il Belpaese contenda ormai la maglia nera alla Norvegia, ove il costo per un litro di benzina è di € 2,160 al litro. La disoccupazione, infine, è a livelli mostruosi, come tutti ben saprete. Insomma, volendo parlare in parole povere, lavorano sempre meno persone, guadagnando sempre meno, e praticamente tutti dobbiamo pagare sempre più tributi, magari pure sulle bevande gassate zuccherate, (sì, avete letto bene: fonte), oltre che sui beni di prima necessità. Ormai non c’è davvero più nulla che sfugga alla lunga mano fiscalista dello Stato, che in maniera sempre più sfrontata preleva coattivamente denari dalle tasche dei contribuenti per dirottarli chissà dove. Tutti si lamentano, ma nessuno fa nulla. Non una manifestazione di protesta,(che pure serve a poco, ma è sempre meglio di nulla),non un movimento serio che proponga qualcosa. Niente di niente. Solo episodi di disperazione individuale, che riempiono il cuore di dolore e aumentano la rabbia, per una casta politica corrotta e un popolo ignavo. Quanto siamo ancora disposti a subire tutti quanti? Quanto tempo ancora subiremo la faccia tosta di un Ministro del Consiglio che non sa nemmeno cosa rispondere ad un giovane che gli chiede una sola buona ragione per non abbandonare l’Italia, o che si permette di dire che il “posto fisso è monotono”, o che “la generazione dei 30enni è irrimediabilmente persa”? Quanto a lungo tollereremo una squadra di governo non eletta, che fino ad ora si è dimostrata abilissima solo nel chiedere sacrifici agli italiani e a piazzare i propri figli in fior fiore di enti pubblici o istituti bancari, con stipendi che un operaio stenta anche ad immaginare? Insomma, quanto tempo dovrò attendere prima di vedere uno scatto d’orgoglio, un gruppo di semplici cittadini che si riunisce spontaneamente per pensare ad un qualcosa di diverso o anche semplicemente per andare a prendere per il bavero della camicia d’ordinanza questi autentici affamatori di popolo? Domande che mi lasciano l’amaro in bocca, che mi spingerebbero a partire anche da solo alla volta di Roma, se solo servisse a qualcosa. Domande che forse fareste bene a farvi un po’ tutti. Ammesso e non concesso che troviate il tempo per farvele, tra un pulcino che canta in radio ed un ultimo bagno al mare… PASQUALE SOMMA

Tutta colpa della democrazia.

Uno dei tratti salienti che hanno caratterizzato l’ultimo decennio é senza dubbio l’esportazione della democrazia occidentale, omologata secondo il modello americano e veicolata ovunque sia stato possibile, spesso in maniera coatta e con l’ausilio delle bombe. Dopo la “democraticizzazione” dell’Europa dell’Est, intervenuta come corollario del crollo dell’Unione Sovietica e del mito del comunismo, per realizzare la quale é stata necessaria solamente qualche “spinta” data al momento giusto nel luogo più consono (da Ceausescu a Milosevic sarebbero molte le storie da raccontare e sulle quali riflettere) da parte dell’amministrazione USA, dei suoi padroni e dei suoi servi é maturato il convincimento che si dovesse proseguire sulla strada intrapresa raddoppiando gli sforzi e sostituendo le spintarelle con veri e propri schiaffoni. Prima é toccato all’Afghanistan di Bin Ladin, reo di essere stato scelto come caprio espiatorio degli auto attentati dell’11 settembre, assaporare il dolce gusto delle bombe e della democrazia…. Poi all’Iraq di Saddam Hussein, reo di possedere armi di distruzione di massa tanto ferali quanto inesistenti, venire investito da una tale dose di democrazia quale era sufficiente a riportare indietro il paese di almeo un secolo. Poi alla Libia di Gheddafi, accusato di sterminare il proprio popolo, come accuratamente documentato nei filmati girati ad Hollyvood e nel Qatar, subire una democratica caccia all’uomo, portata con l’ausilio dei missili Tomahawk che hanno distribuito la democrazia in maniera equanime radendo al suolo buona parte del paese. Infine alla Siria di Assad, dove fortunatamente la democrazia fatica ad affermarsi e per ora alligna solamente fra le orde di mercenari che massacrano donne e bambini, aiutati nel proprio lavoro dagli uomini dei corpi speciali dei paesi occidentali e dall’arsenale di armi di distruzione di massa che l’Occidente distribuisce loro in maniera più o meno ufficiale. Mentre nel frattempo la democrazia sbocciava anche nella Tunisia di Ben Ali e nell’Egitto di Mubarak, fortuntamente in maniera meno impetuosa, grazie alla disponibilità dimostrata dai due “dittatori” a lasciarsi deporre senza combattere, nell’ambito di quelle che sono state veicolate nell’immaginario collettivo come rivolte popolari. Oggi nell’Afghanistan democratico si vota come negli USA (e come negli USA occorre qualche mese per portare a termine lo spoglio delle schede), ma le donne, sia quelle che non hanno più il burka sia quelle che ancora lo portano, vengono regolarmente sterminate dai droni statunitensi mentre vanno a fare la legna o quando partecipano ad un matrimonio o quando devono recarsi all’ospedale a partorire. In Afghanistan la democrazia si specchia quotidianamente nella guerra permanente, nelle stragi di civili, in un paese ancora più devastato di quanto non lo fosse prima, dove l’unica novità sono i centri commerciali nuovi fiammanti dedicati agli operatori occidentali e all’elitè al servizio degli USA ed il rifiorire delle coltivazioni di oppio che gli anti democratici talebani avevano eliminato. Oggi nell’Iraq democratico, che si é ormai lasciato alle spalle gli “anni bui” di Saddam Hussein, quando il paese era all’avanguardia nella regione, sia sotto il profilo tecnologico ed economico, sia sotto quello dei diritti umani e delle donne, come testimoniato dagli stessi rapporti dell’ONU, si vive in una sorta di polveriera senza senso nè costrutto. Composta da città stato dominate da bande tribali e da un governo fantoccio eletto dall’amministrazione a stelle e strisce. Senza che esistano più un tessuto industriale e una capacità produttiva degne di questo nome. Senza che il paese abbia più un qualche peso economico, con la popolazione costretta a vivere fra le macerie di un tempo che fu ed a morire alla disperata ricerca di cibo all’interno di qualche mercato dove quotidiamente deflagrano autobomba prive di pietà ma sempre molto ricche di democrazia. Nella Libia democratica e libera non c’é più il petrolio “di Gheddafi” a sostenere una politica socialista attraverso la quale garantire una vita dignitosa alla gran parte dei cittadini. Ci sono solo macerie condite con l’uranio impoverito, intorno alle quali aggirarsi con la speranza di riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena, lotte intestine, morti ammazzati ed un futuro da declinare nel segno della miseria. Come si può evincere da una semplice osservazione della realtà, depurata dalla mistificazione dei media mainstream che inseriscono ogni paese “liberato” all’interno di una bolla di oblio mediatico dalla quale nulla filtra più, la democrazia é allo stato attuale delle cose l’unica vera arma di distruzione di massa, della quale l’Occidente fa un uso smodato, ben conoscendone le devastanti potenzialità. PASQUALE SOMMA

Leccisi (Fiamma) per la libertà di espressione.

Botta e risposta tra il gruppo consiliare di Sinistra Legnanese e la Fiamma Tricolore per il prossimo corteo previsto a S.Paolo in relazione alla questione dei Rom. Di seguito, infatti, un comunicato diffuso in serata dagli organizzatori della manifestazione, dopo la presa di posizione della Sinistra Legnanese (qui il testo) -------------------------------------------------------------------------------- La Federazione della Fiamma Tricolore di Milano prende atto che il gruppo consiliare di sinistra Legnanese denuncia sconcerto e tristezza per la nostra manifestazione che si terrà il 21 settembre 2012 alle ore 18 a Legnano in via Lucania da dove partirà un corteo che terminerà ai giardinetti di viale Sondrio in Legnano. E’ previsto un nostro comizio con presidio per protestare contro gli atti di violenza e sopraffazione di cui si rendono responsabili alcuni gruppi organizzati di etnia Rom. La sinistra legnanese è triste e si sconcerta in quanto la FiammaTricolore intende esercitare il proprio diritto alla libertà di espressione nel rispetto delle leggi dello Stato. Questi pseudo democratici d’accatto vanno oltre la tristezza e lo sconcerto e manifestamente vorrebbero restaurare il clima di violenza e di sopraffazione di cui loro sono stati maestri sopratutto negli anni dipiombo e del terrorismo. La sinistra legnanese strumentalizza quello che è il reale disagio locale determinato dagli attuali problemi di ordine pubblico. La comunità Rom ivi stanziata nulla ha fatto per impedire al proprio interno che minoranze organizzate si rendessero responsabili di vere e proprie scorribande intimidatrici nei confronti della cittadinanza legnanese. Il linguaggio vetero-marxista del gruppo consiliare sinistra legnanese è esecrabile in quanto, come sempre, incita all’odio tra italiani. Costoro blaterano di democrazia e sono i degni figli di quel Togliatti che si rese connivente con gli slavi per infoibare gli italiani realizzando una vera e propria pulizia etnica nelle nostre terre irredente con la pretesa di regalare Gorizia a Tito in cambio del ritorno all’Italia di Trieste. Il gruppo consiliare sinistra legnanese apra l’armadio di casa propria e scoprirà che loro portano il peso morale della pulizia etnica subita dal popolo italiano a causa della guerra perduta non già per il cosiddetto apporto dei partigiani del’ultima ora bensì per la strapotenza delle armi nemiche. Invito pertanto il gruppo consiliare sinistra legnanese ad imparare le vere regole del gioco democratico avvertendolo che non saremo disposti a subire passivamente atti di violenza in danno del nostro partito, degli uomini che vi militano, e delle relative sedi. FiammaTricolore Milano Il Segretario Provinciale Avv. Gabriele Leccisi

Popolo svegliati! Destra risorgi!

Questi antichi manifesti del glorioso Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale, dimostrano, in maniera chiara ed assolutamente inequivocabile, che avevamo ragione allora e che abbiamo ancora ragione oggi, anche se, tanti dei nostri camerati, in questi anni, si sono persi per strada o si sono fatti affascinare dalle sirene del potere. Alla nostra Italia ed alla nostra Europa, oggi più di ieri, serve un grande Fronte Nazionale, popolare, sociale, radicale, identitario ed antimondialista!

Contro la casta e la partitocrazia!

Magna-magna e tengo-famiglia: regioni carrozzoni inutili che vivono di caste e clientele...

Nicole Minetti: imitata icona del degrado boccaccesco del PDL e di tutta la politica italiana...

L'ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, si propone per il dopo Formigoni, in Regione Lombardia.

Nè Obama, nè Romney: NO al sistema plutocratico USA.