giovedì 22 settembre 2011
Informarsi, mobilitarsi, partecipare!
Milano, 21 settembre 2011
Ripeto ancora una volta: Silvio Berlusconi ha, non solo il diritto, ma il sacrosanto dovere di governare fino alla fine della legislatura (2013), visto che ha ricevuto un preciso mandato popolare e che ha ancora una solida maggioranza in Parlamento. Al legittimo Governo Berlusconi non vi è alternativa se non le sue dimissioni volontarie ed elezioni politiche anticipate. I governi tecnici e-o di "unità nazionale", proposti dai poteri forti e dalla sinistra comunista e giacobina, sono solo ipotesi accademiche, strumentali quanto assolutamente antidemocratiche, in quanto non rispetterebbero la volontà degli elettori italiani.
Fatta questa premessa, è evidente che, a prescindere dalle negative contingenze economiche internazionali, questo governo, questa maggioranza di centro-destra e questa ultima manovra finanziaria, hanno profondamente deluso le aspettative degli Italiani. Non ci interessano le boccaccesche, ed a volte squallide, vicende private di Silvio Berlusconi, ed è evidente l'accanimento politico di certa magistratura, gli elettori di centro-destra sono arrabbiati per altri motivi: la mancata applicazione del programma elettorale (sopratutto meno tasse e meno burocrazia) ed il livello complessivamente mediocre della classe dirigente, sopratutto della casta dei nominati in Parlamento. La classe politica italiana ha perso credibilità, non solo il PDL ed ora anche la Lega (con Bossi che nomina erede quella "trota" di suo figlio e la guerra interna fra maroniani e "cerchio magico"), ma tutti i partiti nessuno escluso. Le cause sono due, entrambe sistemiche: la gestione privatistica e nepotistica dei partiti ed una legge elettorale dove i rappresentanti del popolo non vengono scelti ma nominati dai capi-partito, con il risultato di avere creato una casta di privilegiati mestieranti della poltica, senza consenso, senza radicamento, senza motivazioni ideali, senza meriti e, troppo spesso, senza capacità.
E' logico che una siffatta casta di politicanti (deputati, consiglieri regionali delle liste bloccate ed assessori), che non risponde ai propri elettori ma solo ai propri capi, non goda più, non dico della stima e del sostegno, ma nemmeno del rispetto degli Italiani.
Per uscire da questa crisi di rappresentanza e ridare agli Italiani fiducia nella buona Politica e nelle istituzioni bisogna cambiare radicalmente i metodi di selezione della classe dirigente, sia nei partiti che nelle istituzioni, secondo criteri di partecipazione, trasparenza e meritocrazia. Bisonga, innanzitutto, eliminare le liste bloccate e ridare dignità, visibilità e radicamento territoriale alla politica, reintroducendo il sistema delle preferenze o, al limite, i collegi uninominali (più piccoli possibili per permettere un contatto diretto fra elettori e candidati, fra cittadini ed eletti). Secondariamente bisogna aprire i partiti alla gente, alla società civile, ai giovani, stimolando la loro partecipazione attiva.
Per questo, io ed i miei amici, camerati e sostenitori, siamo mobilitati sia per sostenere il referendum elettorale che nell'invitare gli elettori ed i simpatizzanti del centro-destra ad iscriversi al partito ed a partecipare ai congessi del PDL che dovrebbero tenersi, in tutta Italia, entro il 2011. Unico neo dei congressi PDL è il probabile maggiore peso del voto dei nominati in parlamento che, in questo modo, compenserebbero il loro scarso (a volte nullo) consenso politico reale: vedremo il regolamento...
Dal canto loro, Berlusconi e Bossi, devono dimostrarsi veri statisti e pianificare la loro uscita dalla politica attiva, lasciando, finalmente, spazio ad una nuova classe dirigente, non alle Minetti ed ai Trota, ma agli Alfano ed ai Maroni. Il centro-destra deve essere ricostruito e rimodulato: PDL e UDC fondersi nel PPE, la Lega confederarsi con gli altri storici movimenti autonomisti e federalisti( SVP tirolese, PSDAZ sardo, UV valdostana, ecc...) ma anche con il Movimento per le Autonomie di Lombardo e Noi Sud di Miccichè, La Destra di Storace unirsi alla Fiamma Tricolore e calamitare la destra radicale dispersa e sommersa. Infine, queste tre forze (PPE, Lega-Federalisti e Destra-Fiamma) devono elaborare un serio, semplice e fattivo programma elettorale e di governo (in massimo dieci punti, basta libri dei sogni!) e scegliere/selezionare una nuova classe dirigente (nuova nominalmente, anagraficamente ma anche come idee e prospettive economiche e sociali per il futuro).
Quanto sopra è possibile solo con una grande campagna di informazione, mobilitazione e partecipazione, quindi, con l'attivo sostegno di tutti Voi!
Roberto Jonghi Lavarini - Presidente del Comitato DESTRA PER MILANO
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