CCP

giovedì 3 gennaio 2013

Storace: con Maroni per un "polo della sovranità"...

A Roberto Maroni, con cui condivisi la mia breve esperienza di governo nell’anno in cui ricoprii l’incarico di ministro della Salute prima delle dimissioni per la fantasia giudiziaria chiamata Laziogate, rivolgo l’invito a una riflessione. Se vuole, da una sede per me solenne, formale, importante quale il sito del mio partito: non sbagliare mossa. Maroni e’ persona seria, non umorale, credo sia sbagliato tirarlo per la giacca. Per lui la battaglia per la Lombardia e’ importante almeno quanto lo e’ per me – e per noi dopo il documento della direzione nazionale de La Destra – la riconquista del Lazio. Ma credo pure che non abbia molto senso discutere troppo a lungo sull’identikit del candidato da contrapporre a Bersani. La novita’ rappresentata dall’ingresso nella competizione dei movimenti che all’estrema sinistra sosterranno Ingroia, rende piu’ fiacca la candidatura di Bersani. La stessa sciagurata decisione di Monti rompe in maniera definitiva quel rapporto che abbiamo contestato tra Berlusconi e il governo tecnico imposto dalla Merkel all’Italia: non sarà l’alleanza dei popolari italiani, quella che si contrapporrà a Bersani e Vendola, ma il Polo della sovranità, che riguarda i popoli, la moneta, l’economia. Noi abbiamo salutato con senso di liberazione patriottico la fine dell’orribile esperienza del governo capitanato dal professor Monti in stretta adesione alle volontà egemoniche della finanza speculativa emerse in un ambito eurocomunitario a trazione tedesca: ma non possiamo e non vogliamo restare fermi i fronte al rischio di un esecutivo ancora peggiore. Tutti ne finiremmo travolti e soprattutto gli italiani. Da quando governa il suo partito, Maroni ha preso iniziative simbolicamente significative. Parla piu’ di Nord che di Padania e se le risorse di cui parla riguardano tutto il territorio ne guadagnano gli italiani. Con lo Stato ad assumere su di se’ la funzione di riequilibrio solidale. Se facciamo vincere Bersani e Vendola, ci rimettono gli italiani del nord e quelli del Mezzogiorno. Se la partita fosse persa in partenza, varrebbe la pena anche di condurla in solitaria, per testimonianza. Ma così non e’. A sinistra e al centro ci sono crepe enormi. Chi si voleva astenere perché deluso può essere richiamato a battersi per vincere. Non fermiamoci.

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