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martedì 18 settembre 2012

Cantiere Italia 2013.

L'Italia rischia di ritrovarsi priva di un’offerta politica che scommetta sul potenziale degli italiani e sulla liberazione delle loro energie. Per questo, in vista delle elezioni del 2013, è già ora indispensabile aprire un cantiere per la costruzione di un fronte liberale e democratico intorno a pochi e chiari obiettivi. Leggi l'editoriale Cantiere Italia 2013. Costruire un fronte per la crescita Tasse Premiare l’Italia che produce e lavora Sostituire la battaglia per la diminuzione delle tasse su case, rendite e patrimoni con quella per un abbassamento delle tasse su chi produce e lavora è fondamentale per proporre una ricetta credibile per la crescita, guardando alla creazione della ricchezza piuttosto che alla conservazione del benessere accumulato. Un euro in meno di incentivi, un euro in meno di tasse Uno slogan naturale del fronte per la crescita dovrebbe essere: “Un euro in meno di incentivi contro un euro in meno di tasse”. Restituire le tasse a chi le ha sempre pagate Anche per questa ragione è indispensabile instituire per legge un vincolo di destinazione delle risorse reperite dalla lotta all’evasione per diminuire automaticamente il peso del fisco. Welfare Un welfare con più opportunità e meno immobilismo Questa impostazione investe in pieno il tema del welfare come motore di mobilità sociale ascendente, che deve avere come obiettivo prioritario l’inclusione delle donne e dei giovani, piuttosto che il mantenimento di una rete di protezione passiva, costosa e poco efficiente. Mettere al centro la solidarietà, come priorità assoluta per la tenuta sociale del paese, significa valutare l’efficacia strutturale e di lungo periodo degli strumenti a disposizione del pubblico, che in molti casi (si pensi al ricorso eccessivo alla cassa integrazione straordinaria) assorbono risorse ingentissime che andrebbero destinate alla creazione di nuove opportunità, piuttosto che alla difesa, comunque limitata nel tempo, di posti di lavoro in aziende fallite o impianti chiusi. Fiducia negli italiani Avanti insieme: torniamo a giocare in attacco Liberalismo in economia e rafforzamento dei processi democratici hanno un fondamento comune: la fiducia nei cittadini, nella loro capacità d’azione e di giudizio. Perché la fiducia nei cittadini è fiducia negli italiani come persone, ognuna dotata di un legittimo desiderio di benessere e di successo. Per ricostruire un rapporto di reciproco rispetto tra Stato e cittadini, che è la premessa necessaria per ritrovare il coraggio, è indispensabile smettere di subire le grandi correnti di cambiamento che attraversano il mondo e riportare l’Italia finalmente a giocare in attacco. Rappresentanti e rappresentati Ridurre lo spread tra Stato e cittadini: uno Stato più forte e meno invadente Occorre poi riproporre con forza la questione di un radicale ridimensionamento del perimetro di azione dello Stato, opponendosi all’idea che le soluzioni alla bassa crescita si possano trovare operando attraverso incentivi e agevolazioni che sono quasi sempre inefficienti e generano intermediazione politica e corruzione. Più democrazia, meno caste Il secondo elemento fondante del programma di un possibile fronte della crescita è nel rafforzamento dei processi democratici e nell’attenzione alla questione del rinnovamento del rapporto tra politica e cittadini. Un tema che sta diventando centrale in tutte le democrazie occidentali e che in Italia è soffocato da discussioni vecchie, governate dai partiti a proprio uso e consumo. Si deve invece partire dalla necessità di ridurre lo spread tra Stato e cittadini attraverso strumenti che coinvolgano gli elettori nelle decisioni e soprattutto nel controllo sulla trasparenza dei meccanismi di rappresentanza. Stato e spesa pubblica Dove vanno a finire i nostri soldi? Occorre abbandonare definitivamente l’idea che uno Stato forte significhi uno Stato pervasivo e onnipresente. Dobbiamo concentrare tutte le risorse sui cardini che costituiscono la missione fondamentale dello Stato (giustizia, welfare, difesa, sicurezza, istruzione, cultura, infrastrutture), tornando a considerare i cittadini come azionisti dello Stato a cui occorre render conto dettagliatamente sull’utilizzo delle tasse pagate. Le sfide e le opportunità della globalizzazione Nessuna maledizione condanna l’Italia al declino
Manca in Italia una forza politica che abbia il coraggio di interpretare, e rivendicare, la globalizzazione per quello che in effetti è: un grande progetto di espansione dei valori e delle economie dell’Occidente, con effetti benefici sul resto del mondo. Un processo che oltre ad aver liberato centinaia di milioni di persone dal ricatto della povertà stimola la costruzione di società aperte, promuove l’innovazione e aumenta l’interdipendenza dei sistemi politici ed economici. Un percorso lungo e complesso, pieno di rischi (ambientali e geopolitici), spesso non adeguatamente governato (come nel caso della finanza); ma comunque un tornante della storia, alla fine del quale può aprirsi una nuova stagione di crescita e prosperità. Ma soprattutto un investimento che dopo anni di sacrifici comincia a pagare, se guardiamo ai risultati delle aziende che esportano e che può vedere l’Italia in prima fila tra i paesi che possono ricavare maggior beneficio dal passaggio delle economie dei paesi emergenti dalla produzione al consumo. È dunque urgente attivare risorse e pensiero contro la visione penitenziale e declinista del nostro presente e del nostro futuro che si va affermando in un paese dove da troppo tempo la politica ha smesso di mobilitare le passioni e le idee. Contro il pregiudizio, altrettanto triste e cupo, che vuole il nostro paese sia forte dei propri vizi più che delle proprie virtù. Contro l’idea che compito della politica sia raddrizzare “il legno storto” degli italiani invece dello Stato con le sue mille anomalie. Partecipa al cantiere per Italia 2013! Questa è la sfida che attende le forze politiche e le associazioni della società civile che condividono l’idea che l’Italia non sia condannata solo a difendersi dalle incognite del futuro ma possa e debba valorizzare le proprie potenzialità tanto e più degli altri grandi paesi europei. Per proporre un progetto vincente e credibile, quelle forze dovranno costruire, in un clima nuovo di reciproco rispetto e apertura, un messaggio e un programma convincente, capace di raccogliere consensi oltre gli steccati tradizionali degli schieramenti della seconda Repubblica e le nostalgie delle Prima.

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