CCP

mercoledì 4 aprile 2012

Centro Studi POLARIS di Gabriele Adinolfi: proposte concrete per combattere la crisi.



Per combattere la crisi
Scritto da centrostudipolaris.org
Mercoledì 07 Marzo 2012 11:30
Presentate le proposte di Polaris

6 marzo 2012. Alla Biblioteca Rispoli, in piazza Grazioli, Roma, il Centro Studi Polaris ha proposto le sue misure nei confronti della crisi, del debito e dell’Europa.

Presentazione generale del presidente Paolo Caioli che ha spiegato come una filosofia economica basata sullo sviluppo, sulla salvaguardia delle risorse nazionali, su concezioni sociali e sulla non sottomissione alle imposizioni di casta e di finanza sia tecnicamente possibile.
Se si presentano soluzioni fattibili e si mandano a spasso i falsi profeti e coloro che parlano di ineluttabilità del disastro si può in effetti cambiar rotta.
A questo sforzo si dedica il Centro Studi Polaris che ha prodotto un programma alternativo partendo da questi presupposti e che intende riuscire a trasformarlo in progetto di legge disponibile per chiunque lo voglia proprorre o applicare.

Quindi il caporedattore Gabriele Adinolfi ha esposto un progetto per l’Europa, unita ma confederata, con controllo politico sulla Banca Centrale, a sviluppo armonico ma autonomo di tre aree omogenee tra loro (sulle direttrici Parigi-Berlino-Mosca; Roma-Budapest-Kiev; Madrid-Roma-Atene) e con lo sviluppo di relazioni economiche, energetiche e diplomatiche sulle direttrici mediterranea ed eurasiatica. Per perseguire questi obiettivi – ha proseguito Adinolfi – bisogna uscire dal fondamentalismo calvinista e monetarista che oggi domina le burocrazie continentali e si deve anche spostare l’obiettivo da quello oggi imperante e assolutistico di “stabilità finanziaria e controllo dell’inflazione” ad un trittico che includa “crescita del Pil” ed “equità sociale”. Serve più Europa ma diversa Europa, una terza Europa tra eurocrati ed euroscettici.

Daniele Lazzeri ha posto l’accento sulla forza dell’Euro che non ritiene a rischio e ha definito la macelleria sociale oggi in atto come l’effetto di due fattori congiunti. La dittatura del fondamentalismo monetarista da un lato (che rastrella il risparmio ed il demanio senza concedere nulla) e la sottomissione dell’attuale classe politica italiana che, a differenza di altre che gestiscono le rispettive cessazioni di sovranità portando comunque a casa dividendi d’interesse nazionale, funge da esecutrice testamentaria per conto terzi fino a sabotare non solo gli asset strategici italiani ma anche le linee di sviluppo estero incompatibili con interessi geopolitici delle potenze, europee o extracomunitarie, cui i governanti italiani fanno riferimento.

Giampaolo Bassi ha spiegato ogni punto del progetto “Combattere la crisi”, approntato da un’équipe di economisti, fra cui lui stesso, che fa parte del Centro Studi.
In chiusura di un primo ciclo di studi il progetto (che proponiamo separatamente) è ora aperto a discussione e ad accogliere qualsiasi apporto anche volontario ( redazione@centrostudipolaris.org Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ). Dopo di che si opererà nell'obiettivo di farne la base di una proposta di legge.
Durante l’esposizione puntigliosa, Bassi non ha perso occasione di rammentare come diverse leggi comunitarie siano costantemente aggirate in Germania e in Francia da misure protezionistiche locali, e ha anche sottolineato che l’Italia, ufficialmente terzo contribuente della UE ma fattualmente primo per la sua incapacità di metterne a frutto i fondi che ritornano puntualmente al mittente, abbia un peso contrattuale che non sfrutta mai per incapacità o indolenza dei suoi politici.
Bassi ha poi esposto i vari punti del programma che punta a risanare le finanze e a ricomprare il debito estero.


Ultimo aggiornamento Mercoledì 07 Marzo 2012 11:32


Misure per combattere la crisi
Scritto da centrostudipolaris.org
Mercoledì 07 Marzo 2012 11:17
Spesa, sviluppo, debito pubblico


1. Riacquisto progressivo e rapido dei titoli del debito pubblico in mano estera.

2. Emissione di 300 miliardi di titoli di Stato btps al 2 % a 10 anni, garantiti da riserve auree e di valuta, solo a cittadini, banche ed istituzioni residenti al fine di perseguire la realizzazione del punto 1.

3. De- listing dei titoli italiani dal mercato MTS

4. Obbligo per banche ed assicurazioni di investimento in titoli di Stato italiani con limiti di acquisto (tier 1)

5. Costituzione immediata di un fondo chiuso con apporto per 300 miliardi di beni pubblici (immobili statali e degli enti locali, quote azionarie, beni non strumentali delle aziende pubbliche, diritti onerosi come le licenze tv, emissione co2, ecc). Rendimento minimo del fondo: 2 % .

6. Investimento forzoso, cioè sostituzione di assets, agli italiani, in proporzione progressiva alla ricchezza detenuta (il rapporto debito/pil scende al di sotto del 100%)

7. Provvedimenti sulle banche: separazione per legge fra banca commerciale e di medio/lungo termine; abolizione della valutazione del rating ad opera di società private quale parametro obbligatorio da tenere in considerazione per l'acquisto di titoli da parte delle banche ; abolizione dei derivati e di prodotti strutturati o imposta diretta allo 0,5% sull'ammontare del nozionale a cui il derivato fa riferimento; abolizione delle posizioni di trading ed investimento di proprietà diverse dal finanziamento a famiglie, imprese, Stato; obbligo per le fondazioni di riacquistare la maggioranza azionaria delle banche controllate. Costituzione di una banca di credito speciale pubblica (nuova IMI).

8. Riduzione aliquote irpef progressivo a partire dal 3% in un anno; abbattimento dell’irap; riduzione delle aliquote iva del 3%; cancellazione dell’Ici (oggi Imu) su prima casa.

9. Nuova legge alla “francese” delineante i settori ad interesse nazionale.
Tutela della produzione italiana e del marchio italiano e misure contro la delocalizzazione che contemplano sia strumenti giuridici dissuasivi che incentivi per le imprese che abbiano per obiettivo - e tengano in conto - il recupero del gettito fiscale annuo oggi perduto con le delocalizzazioni.

10. Utilizzo della cassa depositi e prestiti come fondo sovrano e per politica economica ed industriale.

11. Acquistare la maggioranza relativa o proteggere le quote di maggioranza relativa non solo di Telecom, ma anche di Finmeccanica (e di tutte le società del gruppo), Enel, ENI, FS, Alitalia ecc... Si valuti lo stesso intervento anche in altre aziende d'interesse strategico, tra cui la grande distribuzione/vendita di prodotti alimentari (in questo caso si potrebbe creare anche una newco ad hoc).

12. Avviare immediatamente la formazione di una società di rating europea a partecipazione italiana in proporzione al Pil, a nomina politica e a controllo pubblico.

13. Creazione di un fondo pensione (a rendimento minimo garantito) costituito da titoli di Stato dove far confluire gli accantonamenti previdenziali dei risparmiatori.

14. Controllo della spesa pubblica tramite la creazione di parametri di efficienza minima riguardo l' erogazione di tutti i servizi pubblici (a partire da quelli vitali e fondamentali, come per es. la sanità, a scendere) che devono essere soddisfatti prima di dirottare il denaro pubblico verso spese non indispensabili.
I parametri di efficienza e d’indispensabilità variano a seconda della natura e della funzione dei diversi enti ma sono resi omogenei da una scala di valori comuni di utilità sociale.
Mobilitazione su base volontaria e gratuita degli anziani per servizi di utilità sociale.

15. Emissione dei titoli di Stato a scadenza quinquennale destinati a pagare stipendi e pensioni oltre soglie significative (ad es. sopra 150.000 euro lordi annui).
Ad integrazione, pensioni e stipendi pubblici, compresi quelli degli eletti, si fissano ad un tetto di 200.000 euro lordi annui (in caso di cumulo il tetto resta invariato ed il surplus viene utilizzato per il risanamento economico e per la promozione sociale).

16. Limitazione dei rimborsi elettorali da un periodo di cinque ad uno di due anni e dietro certificazione e rendicontato.
Spese annesse e derivate. Rimborsi per portaborse e affini fino a un tetto di 18.000 euro lordi annui mediante assunzione diretta da parte della Camera o del Senato tramite contratto che scade automaticamente con la legislatura, qualunque sia la sua durata.
Attivazione di un servizio di "trasparenza online" sull’anagrafe patrimoniale degli eletti presso le istituzioni (anche enti locali) dal momento dell’avvenuta elezione fino a dieci anni dopo il mandato.
Obbligo per gli alti dirigenti pubblici di raggiungere obiettivi di corretta ed efficiente gestione del proprio incarico. Per questo motivo percepiranno mensilmente il 70% del loro stipendio, a fine anno e dopo valutazione, se avranno raggiunto standard qualitativi sufficienti, riceveranno in un'unica soluzione la restante parte o una percentuale di questa in caso di cattiva gestione.
Gli standard sono fissati su rapporti qualità/costi e non esclusivamente sul contenimento della spesa ma anche sul servizio sociale fornito.

17. Sviluppo. Istituzione di un Fondo per il finanziamento delle imprese innovative e a componente azionaria giovanile tramite l’utilizzo del 50% di quanto recuperato sui tagli a stipendi pubblici oltre soglie significative (vedi punto 15).

18. Attivazione di un servizio "trasparenza online" che permetta ai cittadini di consultare su web tutte le spese pubbliche, con una struttura ad albero di utilizzo intuitivo, in modo da pubblicizzare i costi: dalla penna agli stipendi dei dipendenti statali, agli immobili, agli investimenti. Si possono prevedere alcune deroghe alla publicizzazione della spesa per la Difesa.



Equità sociale e crescita: farle capire all’Europa
Scritto da prismanews.net
Martedì 13 Marzo 2012 01:42

Una relazione sulla proposta di Polaris


Una proposta, una soluzione, una speranza. Tre obiettivi contenuti nell’unico documento con cui il ‘Centro Studi Polaris’ sintetizza la possibilità di uscire dalla crisi.

Secondo Paolo Caioli, presidente di Polaris, “Il debito pubblico italiano è ormai in larga parte in mano estera, condizione che ci penalizza fortemente. Il progetto che diffondiamo diventerà entro breve una proposta di legge”. Sulla quale Polaris sfida la politica a raccogliere il testimone.

Gabriele Adinolfi (nella foto, prima da sx), - caporedattore della rivista Polaris - sottolinea con una immagine significativa quello che servirebbe per uscire dalla crisi: “Paradossalmente, più Europa. Con un Premier che sia commissario italiano a Bruxelles e non l’opposto! L’Italia ha le energie e le risorse per farcela ed è assurdo che lo Stato sia incapace di gestire aziende come Finmeccanica che è un player di assoluto rilievo mondiale; pure Alitalia potrebbe tornare a esserlo anche se oggi cancella i collegamenti internazionali e impone di partire da Parigi”. Insomma: le privatizzazioni hanno prodotto inefficienza

Siete consapevoli che sarà molto difficile, vero? “La prima difficoltà è che i mezzi di informazione facciano conoscere tale proposta… Naturalmente sappiamo che sarà dura perché essa è una proposta dura, che da fastidio, e la politica non è abituata a cose del genere! La gente deve però sapere che vi sono alternative per vivere meglio… E poi, scusi, perché tutti esaltano Monti? Forse non si sono resi conto dell’ampia probabilità di una nuova manovra?”.

Somma iattura! “Che però potrebbe diventare realtà visto che l’Italia vanta un -1,5% di Pil. Per caso c’è qualcuno che crede di recuperare questo dato negativo dallo spread in conto-interessi?”

Adinolfi dichiara che occorra spingere “Affinché l’obiettivo della BCE si sposti dalla stabilità finanziaria e dal controllo dell’inflazione alla crescita del Pil e includa anche l’equità sociale. Crescita, equità e stabilità dovrebbero essere suddivise in proporzione di 50/30/20 invece dell’attuale 0/100/0”. Da Unione la UE dovrebbe trasformarsi in Confederazione e integrata su di un asse centrale. “Le zone a omogeneità centrale dovrebbero avere tre direttrici: Parigi-Berlino-Mosca; Roma-Budapest-Kiev; Madrid-Roma-Atene; ogni area dovrebbe definire le sue politiche fiscali in coordinamento con la UE e potrebbe munirsi di valuta locale, ad uso interno, per facilitare la paria economia e mantenendo l’Euro come moneta unitaria e di riferimento internazionale. Tutto ciò permetterebbe di garantire le autonomie senza far retrocedere l’Europa nei confronti di U.S.A., Brasile, Cina, ecc. Ipotizzabile dunque l’adozione di Euro1 e Euro2, con quest’ultimo che pratichi una svalutazione del 15-20% e che dia ossigeno a Grecia, Italia, Irlanda, Spagna, Portogallo”.

In sede di premessa l’economista Gianpaolo Bassi aveva aggiunto che gli errori di oggi sono frutto dell’ieri. “Come disse Prodi, la presenza di Stati come la Bulgaria nella UE servono a garantire la pace… Ma cosa ci abbiamo guadagnato, in termini reali? Della globalizzazione abbiamo ricevuto effetti negativi: la fine del welfare, l’esplosione della Cina che guida la classifica delle migliori università scientifiche del mondo”. E il debito pubblico italiano intanto è rimasto al 125%.

“Solo che in passato avevamo i gioielli di famiglia che sono stati dati via. Oggi non ci sono più le autostrade, i telefoni, la Compagnia aerea eppure il debito è rimasto… Mario Monti emette decreti in serie eppure di elementi legati allo sviluppo ve ne sono pochi”. E poi quel dato, tanto infausto quanto reale: “Da nostre simulazioni, l’IMU per la prima casa costerà - a Roma - circa 2.000 euro”.

E allora? Allora anche per l’Italia c’è un pacchetto di misure da adottare senza perdere altro tempo. Eccone lacune: riacquisto progressivo dei titoli di debito pubblico in mano estera; emissione di 30 miliardi di titoli di Stato al 2% a 10 anni (garantiti da riserve auree di valuta) solo a cittadini, banche e istituzioni residenti; obbligo per banche e assicurazioni di investimento in titoli di Stato con limiti di acquisto; investimento forzoso in proporzione progressiva alla ricchezza detenuta - per la Banca d’Italia, al 2012 la ricchezza nazionale era pari a 4.000 miliardi; riduzione aliquote Irpef progressiva a partire dal 3% in un anno; abbattimento dell’Irap; riduzione delle aliquote Iva al 3%; cancellazione dell’Imu sulla prima casa; utilizzo della Cassa Depositi e Prestiti come fondo sovrano e per la politica economia e industriale; limitazione dei rimborsi elettorali per i Partiti da un periodo di cinque a uno in due anni e dietro certificazione.

Da non sottovalutare neppure l'istituzione di un Fondo per il finanziamento delle imprese innovative e a componente azionaria giovanile tramite l’utilizzo del 50% di quanto recuperato sui tagli a stipendi pubblici oltre soglie significative - cioè sopra i 150mila ero lordi annui.

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