giovedì 22 marzo 2012
Per una DESTRA identitaria e federalista!
Non è semplice retorica affermare che l’attuale fase politica sia estremamente delicata e vi sia la necessità di affrontarla con la massima attenzione. Considerato il pesante disorientamento di un elettorato sempre più incerto, prossimo ad un probabile e pericoloso astensionismo, l’individuare una giusta strategia permetterebbe di costituire solide basi su cui poggiare un progetto serio, coerente e un’organizzazione partitica dinamica, articolata.
Il fallimento (indotto o auto-indotto) dei vari Governi Berlusconi (soprattutto nei periodi 2001-2006 e 2008-2011) ha generato un’immensa platea di “smarriti” che una Destra identitaria può avere la capacità di intercettare.
Fondamentale è però partire da un’analisi del “fenomeno Lega Nord”, un Movimento che ha avuto il merito storico di rilanciare tematiche purtroppo abbandonate proprio dal MSI (poi Alleanza Nazionale) (vedi in particolare la lotta all’invasione extraeuropea) e proporre soluzioni istituzionali ispirate proprio alla valorizzazione delle diverse identità etno-culturali (il federalismo). Un Movimento però che alla fine ha tradito la fiducia dei suoi sostenitori, monopolizzato da una classe dirigente inadeguata e decaduto nella sterile inerzia governativa, abbandonando così miseramente le sollecitazioni che lo hanno portato a superare più volte il 10% dei consensi a livello nazionale pur presentandosi solo in 10-11 Regioni. Si badi bene, visto che in natura “nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma”, stiamo parlando di una formazione politica che per molti anni al Nord ha saputo coinvolgere una bella fetta dell’ex-elettorato MSI (poi AN), DC e perfino PCI, insomma una valanga di contribuenti italiani che, oscurate le infinite diatribe fascismo-antifascismo, hanno innata una forte venatura sociale. Tale insolita convergenza non è più così automatica, nonostante il (disperato?) tentativo di Roberto Maroni di “serrare i ranghi”: alla gente concreta del Nord che gli ha dato fiducia per lustri non puoi più far digerire il messaggio-scusa “Non siamo riusciti ad ottenere nulla perché non abbiamo il 51% dei consensi!”… Governare l’Italia per 8 degli ultimi 10 anni, con percentuali e referenti ministeriali di grande influenza, e non riuscire a bloccare nemmeno l’1% dell’immigrazione clandestina non è un bel biglietto da visita in prospettiva delle prossime elezioni…
Proprio per queste considerazioni non solo politico-ideologiche (il valore intrinseco dell’identità comunitaria) ma anche pragmatiche, oggi alla Destra Sociale deve aggiungersi una DESTRA FEDERALISTA, rigettando esplicitamente il becero anti-leghismo degli Alemanno, dei Fini e dei Napolitano. Una Destra che abbia il coraggio di dare risposte vere a chi ritiene una gravissima anomalia strutturale dello Stato Italiano quei 56 miliardi di euro che ogni anno attraversano l’Appennino in un viaggio di sola andata Nord-Sud, ma allo stesso tempo sappia mantenere la ferma convinzione che l’identità nazionale non è racchiusa in una bandiera o in un inno ma nel rispetto delle varie componenti e tradizioni etno-culturali e nella loro sintesi in quel comune Spirito Italiano ed Europeo che la Storia ha saputo conoscere nella sua grandezza non più di qualche decennio fa. Oltre 30 miliardi di euro annui spesi dalla collettività italiana per gli immigrati (più 1,6 miliardi solo per i rifugiati politici…) sono una Vergogna Nazionale da denunciare apertamente! Per non parlare dei vari progetti marxisti (targati soprattutto Fini-Riccardi) di introdurre anche nel nostro paese lo ius soli…
Considerato che l’obiettivo dell’attuale Governo Monti è quello di continuare a vessare e spremere chi lavora e produce per mantenere chi invece vive tranquillo all’ombra del parassitismo pubblico, crediamo sia opportuno un esempio concreto, denunciato dal giornalista Gilberto Oneto sul quotidiano “Libero” nel dicembre scorso. La cosiddetta manovra “Salva Italia” vale 30 miliardi di euro (ricordiamo, i soldi spesi ogni anno per gli allogeni…), 18 dei quali in nuove tasse e tagli alle pensioni… Chi pagherà? Beh, soprattutto il Nord! Si calcola che per il primo anno (2012) l’aumento delle tasse sulla casa supererà da solo i 5 miliardi di euro. E visto che vi sono parti della penisola dove il Catasto è un mero optional e si valutano in circa 2 milioni gli immobili inesistenti al fisco, quasi tutto graverà sulle spalle delle regioni “padane”, in particolare “grazie” alla rivalutazione del 60% degl’estimi. Già sappiamo che l’IVA (per cui si stimano entrate per 4 miliardi di euro) è una tassa pagata per il 75% al Nord. In materia di previdenza poi il Governo conta risparmi per 4-5 miliardi di euro, e sappiamo che il 60% delle pensioni di vecchiaia e quasi tre quarti di quelle d’anzianità sono al Nord. Per non parlare di addizionali regionali IRPEF, accise, superbolli: dato che il tasso d’infedeltà fiscale va dal 5,9% di Trieste al 41,9% di Agrigento, in progressione latitudinale (alla faccia del blitz di Cortina d’Ampezzo e simili…), bolli e altre ignobiltà colpiranno le aree più risparmiose. Insomma si calcola che nel 2012 i “padani” dovranno tirar fuori quasi 550 euro a cranio contro i 300 della media nazionale e i 160 del centro-meridione, con punte di 700-800 euro in Lombardia e 80-90 euro in Calabria… Questa non è “giustizia sociale” e, a causa di tale trattamento, inevitabilmente il lombardo è molto più adirato contro il Governo cosiddetto “Tecnico” (e le forze politiche che lo sostengono…) rispetto al calabrese.
Interessante è poi notare come anche le recenti proteste anti-governative dello stesso “Movimento dei Forconi” in Sicilia si basino su un forte spirito indipendentista…
Ecco, la Destra deve saper dare risposte anche a queste rabbie giustificate! Il Carroccio non è più in grado di farlo! Non bastano i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia per far dimenticare agli italiani il portafoglio vuoto!
Di quest’esigenza ne abbiamo parlato a Verona (da sempre centro di avanguardia politico-culturale) il 28 gennaio scorso all’Assemblea di “Progetto Nazionale”, e sabato 3 marzo, alla grande manifestazione contro il Governo dell’Usurocrazia organizzata a Roma da “La Destra” (vedi foto allegata), abbiamo molto apprezzato il passaggio finale del comizio di Francesco Storace con cui ha aperto ad un percorso capace di “coniugare Nazione e federalismo”.
Se a tali valutazioni aggiungiamo la battaglia per la “Sovranità Monetaria” e contro l’oppressione della Finanza Internazionale sul nostro sistema produttivo (tematiche su cui abbiamo un’esperienza secolare…), possiamo lanciare una stagione di profonde riforme sociali e costituzionali.
È arrivato quindi il momento di sdoganare a Destra figure come Gianfranco Miglio e riproporre quel progetto di REPUBBLICA FEDERALE ITALIANA (o Confederazione Italiana) sul modello elvetico, purtroppo relegato in un polveroso archivio e soppiantato da ridicole discussioni su un ancora oscuro “federalismo fiscale”. I riferimenti culturali non mancano, soprattutto nella nostra area più filo-germanica… Per non parlare di come a Destra il coro “risorgimentalista” non sia mai stato omogeneo…
Insomma, sentiamo fortissima la necessità di impostare un progetto in grado sia di scardinare uno Stato assistenzialista e clientelare sia di opporsi a quel Mondialismo che sta cancellando i Popoli Europei. Sicuri della condivisione di moltissimi Italiani.
In alto i cuori!
PIERO PUSCHIAVO e FEDERICO PATTUELLI
Progetto Nazionale - La Destra
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