CCP

lunedì 17 maggio 2010

L'armata brancaleone di Fini in Lombardia

Sui giornali dello scorso fine settimana, veniva riportato l'organigramma di "Generazione Italia" la corrente scissionista di Gianfranco Fini, spina nel fianco del Popolo della Libertà. Non vi erano particolari novità, tranne la tragicomica composizione del coordinamento regionale lombardo, composto da ben cinque dirigenti che dovrebbero contrastare l'assoluta egemonia de "La nostra Destra" di Ignazio La Russa e Massimo Corsaro all'interno dell'area della ex Alleanza Nazionale. Si tratta di una una squadra decisamente composita, del tutto eterogenea, composta da "personaggi in cerca di autore", privi di reale consenso elettorale, che conferma l'assoluta confusione culturale (probabilmente anche mentale) e la evidente debolezza del personalissimo progetto politico finiano. I coordinatori lombardi del "partito finiano" sono infatti: la storica eurodeputata Cristiana Muscardini (radicata più a Strasburgo che a Milano, visto il penoso risultato della figlia, Anastasia Palli, alle scorse elezioni regionali), il senatore Giuseppe Valditara (docente universitario della Bocconi, vicino alla congregazione religiosa cattolica conservatrice dei Legionari di Cristo), l'onorevole Benedetto Della Vedova (radicale, libertario, favorevole all'aborto, all'eutanasia, al matrimonio omosessuale ed alla droga libera), l'assessore comunale Gianpaolo Landi di Chiavenna (coerente galantuomo liberale, noto però per le sue posizioni favorevoli al voto ed alla cittadianza rapida agli immigrati extracomunitari) e, inaspettatamente, l'ex deputato Alberto Arrighi (rivoluzionario nazionalpopolare, già missino rautiano, aennino alemanniano e segretario regionale de La Destra di Francesco Storace, fino all'altroieri). L'unica che ha una sua dignità politica ed un suo peso elettorale, seppur minimo, è la Muscardini. Della Vedova è un sinistro personaggio virtuale-televisivo che con il centro-destra non c'entra assolutamente nulla. Il professor Valditara ed il marchese Landi sono due personaggi supponenti ed altezzosi, privi di qualsiasi consenso elettorale (farebbero fatica a farsi eleggere consiglieri di zona) e sono stati imposti come deputati (senza preferenze) ed assessori (senza nemmeno essere eletti), contro il volere di tutta la base militante di AN, proprio da Ignazio La Russa, ai quali devono tutta la loro carriera politica. Infine, Arrighi, al quale, perlomeno fino a ieri, mi legavano una antica amicizia ed una comune militanza: il suo nuovo riposizionamento è in antitesi con quello che ha dichiarato e fatto in questi ultimi dieci anni, purtroppo, la sua, più che una "conversione sulla via di Damansco" mi sembra una scelta opportunista di chi cerca, a qualsiasi costo, un ruolo politico o, molto più miseramente, un posto di lavoro. Questa "Armata Brancaleone" non ha nessuna coerenza e credibilità politica, quindi, non avrà alcun seguito, almeno, fra coloro che, orgogliosamente, si riconoscono ancora nei Valori, nelle idee, nella storia e nelle tradizioni della destra popolare ed identitaria, italiana ed europea.

Milano, 17 maggio 2010

Roberto Jonghi Lavarini
robertojonghi@gmail.com

DESTRAFUTURO - La nostra Destra nel PDL
http://destrafuturo.blogspot.com/
http://www.lanostradestra.it/

giovedì 13 maggio 2010

Difendiamo la e le LIBERTA'



Noi difendiamo, da sempre, le libertà di ricerca, pensiero, espressione e manifestazione. Siamo per l'abolizone di tutti i reati di opinione, a partire da quello di apologia di fascismo. Ognuno deve essere libero di manifestare pacificamente le proprie idee, nel pieno rispetto della legge e della convivenza civile. Lo stato e le istituzioni tutte hanno il sacrosanto dovere di garantire questo fondamentale diritto di libertà. Forza Nuova sia, quindi, libera di manifestare a Milano e gli Hammer di festeggiare il proprio anniversario. Difendendo la loro libertà, difendiamo quella di tutti, anche la nostra e persino quella dei nostri avversari politici. Prefetto e Questore impediscano, con ogni mezzo, le annunciate provocazioni e violenze della estrema sinistra comunista.

Milano, 13 maggio 2010

Roberto Jonghi Lavarini
Destra per Milano - LiberaMente nel Popolo della Libertà






Milano saluta la 58° Adunata Nazionale dei Bersaglieri


Dopo avere reso omaggio alle 500 mila "penne nere" sfilate a Bergamo, il nostro Presidente, Roberto Jonghi Lavarini, invitato dal Generale Benito Pochesci, domenica mattina sarà sul palco delle autorità in Piazza Duomo a Milano a rendere onore ai patrioti Bersaglieri.




giovedì 6 maggio 2010

Incontro culturale-conviviale dei monarchici milanesi


JONGHI denuncia il comitato antifascista


Sentito il mio legale, Avvocato Simone Andrea Manelli, ho deciso di denunciare il Signor Walter Molinaro, Presidente del Comitato Antifascista di Zona 8 di Milano ed ex Consigliere Comunale dei Democratici di Sinistra, per il grottesco video,




pubblicato sul sito del quale è promotore e responsabile, nel quale viene, ancora una volta, distorta e falsificata la realtà oggettiva delle vicende politiche milanesi. Contemporaneamente, è già stata ufficialmente richiesta la rimozione dello stesso video dal sito You Tube. Si tratta, dopo il libro "Bande Nere" di Paolo Berizzi (giornalista de La Repubblica) e le continue "trame nere" delineate dall'infame Saverio Ferrari (Dirigente di Rifondazione Comunista), del solito penoso tentativo di inventare inesistenti relazioni politiche, attribuendomi ruoli che non ho e non ho mai avuto. Tutto il ricavato delle diverse denunce per diffamazione sarà dato in beneficenza per iniziative sociali e culturali.

Milano, 6 maggio 2010

Roberto Jonghi Lavarini

mercoledì 5 maggio 2010

La nostra DESTRA nel PDL


Intervista all'Onorevole Massimo Corsaro

(nella foto insieme a Romano La Russa e Roberto Jonghi Lavarini)


Fini ha cambiato idea, ma la vera Destra siamo noi e stiamo nel Pdl




"Fini ha cambiato idea, la Destra no. La vera An siamo noi". Nel giorno in cui il presidente della Camera riserva l'ennesima stoccata al Cav. sulla politica fatta coi sondaggi e s'intesta ufficialmente il progetto politico di "Generazione Italia" lanciando dal sito di Italo Bocchino l'operazione dei Circoli territoriali della sua corrente, le parole di Massimo Corsaro, colonna della Destra lombarda e uomo forte di Ignazio La Russa, suonano come una sfida aperta nel campo di An.


di Lucia Bigozzi da l'Occidentale


Come in una competizione a chi rappresenta più e meglio dell'altro il patrimonio del partito di via della Scrofa, la sua storia, i valori, le tradizioni. Quelle che "Fini ha abbandonato per intraprendere un altro percorso". E con esse il bacino di consenso che da un pò di tempo a questa parte la Lega sta erodendo. Onorevole Corsaro, La Russa ha fondato una nuova area di Destra nel Pdl. Perché? Abbiamo ritenuto che ce ne fosse bisogno specie in un momento di disorientamento generato dall'atteggiamento incomprensibile di alcuni amici che provenivano da An, come il presidente della Camera Fini, che hanno messo improvvisamente in difficoltà il Pdl aprendo un dibattito fortemente polemico all’indomani di un successo elettorale che, invece, avrebbe meritato una migliore sottolineatura. Ricordo che questo governo e il partito principale azionista del governo, pur in un periodo di crisi economica internazionale sono riusciti a vincere le elezioni di medio termine, cosa diversa da ciò che accade in Francia, in Germania o in Inghilterra. Quindi adesso che succede? Il fatto che dentro il nostro partito nasca una forte polemica non viene compreso dai cittadini che non vivono delle alchimie di partito o di qualche conventicola di segreterie. Ai nostri elettori vogliamo dire forte e chiaro che se Fini e alcuni insieme a lui, in piena legittimità, hanno deciso di spostare la loro linea culturale verso altri profili, noi siamo quelli che provenendo dalla Destra non sono pentiti del proprio percorso, tutt’altro. Siamo convinti che la coerenza sia ancora un valore e dunque restiamo saldamente ancorati alle impostazioni originarie, ben consapevoli di rappresentare un valore aggiunto nel Pdl. Noi siamo fortemente nel Pdl dal quale non si torna indietro; per questo vogliamo giocare il ruolo di portatori autentici dei valori della Destra, così come deve essere in un grande partito del quaranta per cento. Temi che qualche volta potranno essere maggioritari, altre volte no e rispetteremo la linea della maggioranza, ma intendiamo affermare la possibilità di parlare nel Pdl anche con i toni e i contenuti della Destra. Ma che bisogno c’era di varare una nuova "area" di Destra visto che solo quattro mesi fa ad Arezzo lo stesso La Russa insieme a Gasparri, Matteoli e Alemanno ha fondato Generazione Pdl (presenti anche Urso e Bocchino), subito ribattezzato il “correntone di An”? Quella di allora fu un’operazione importante e continua ad esserlo perché condivisa da gran parte dei componenti del Pdl. Fu un’iniziativa aperta da La Russa e Gasparri ma partecipata da Tremonti, Scajola, Formigoni, Cicchitto, Quagliariello. E’ quello il riferimento, il taglio che vogliamo dare a un partito che sa discutere ma che sa mettere insieme persone che vengono da culture diverse. Riteniamo che a questa sorta di bombardamento che da mesi sta attuando il presidente Fini rispetto ai temi cari all’elettorato di destra, si debba rispondere dicendo attenzione, la destra non si è persa perché i punti di riferimento ci sono e siamo noi. Non è un caso che la quasi totalità dei consiglieri regionali e dei parlamentari si riconoscono nella nostra linea. Dunque la vostra è la risposta alla corrente del presidente della Camera? Mi pare abbastanza evidente. È Fini che sulla sicurezza e sull’immigrazione ha cambiato idea; è lui che sui temi etici ha cambiato idea; è lui che sull’identità nazionale esprime dubbi sul governo. Noi quelli eravamo e quelli siamo rimasti. Non è che se Fini cambia idea, deve cambiare idea la Destra. La Destra è un dato identitario, emotivo, prima ancora che politico: c’era prima di Fini e continuerà ad esserlo anche dopo. E’ lui che ha scelto un percorso diverso, non noi. Dica la verità, anche voi avete fondato una corrente? No, perché nel Pdl non ci sono correnti organizzate e non vogliamo che ce ne siano. Noi intendiamo dare un forte contributo di Destra a un partito che esprime posizioni di stampo laico-socialista coi ministri Brunetta, Sacconi e Tremonti, una forte espressione dell’area cattolica che si connota sui temi della difesa della vita rappresentate da Comunione e Liberazione e da altre componenti. Ecco, con la stessa logica noi pensiamo che nel Pdl ci debba essere, orgogliosamente, una sensibilità di destra che potrebbe anche non coincidere solo con chi proviene da An, ma manifestarsi trasversalmente su alcune battaglie comuni. La nostra “area” è ben diversa da una corrente che, invece, si chiude su se stessa e fa una battaglia autoreferenziale. Eppure Bocchino plaude alla vostra iniziativa e la saluta come una nuova corrente nel Pdl per alimentare quel pluralismo di idee che, a suo dire, va rafforzato. Posizione strumentale? È ovvio che a chi ha dichiarato ai quattro venti di voler dar vita a una corrente minoritaria in un partito che invece vuole riconoscere le diverse provenienze e armonizzarle tra loro, fa comodo dire che anche gli altri si organizzano in corrente. Non è così, noi non ci organizzeremo, nè ci struttureremo sul territorio come stanno facendo i finiani. Osservo peraltro che è alquanto curioso il modo in cui i finiani hanno dato vita alla loro componente, cioè dopo aver affermato che le correnti sono metastasi. Con una battuta dico che evidentemente l'oncologo ha cambiato idea sulla diagnosi. "La Nostra Destra nel Pdl" è stata tenuta a battesimo domenica a Milano. Resterà entro i confini lombardi o avrà ramificazioni nel resto d'Italia? A livello nazionale 76 parlamentari su 120 e 110 su 115 consiglieri regionali hanno sottoscritto il documento che elaborammo in risposta all'iniziativa di Fini. Dunque, siamo interpreti di una sensibilità che è largamente maggioritaria. La nostra iniziativa è nata in Lombardia ma non ha un recinto prestabilito. Noi a Milano insistiamo molto su temi che sono sempre stati nostri, quali sicurezza e immigrazione ma sono convinto che in altre parti d'Italia si farà altrettanto magari tipicizzando le tematiche in base alle problematiche dei territori. Se da noi si parla di sicurezza, altrove si insisterà sui temi del lavoro e del sociale. Sta dicendo che l'area fondata da La Russa è una risposta alla Lega che alle regionali ha eroso buona parte del consenso di An, specialmente al Nord? Non voglio essere polemico con la Lega che ha fatto il suo mestiere e ha saputo farlo bene. Il partito di Bossi è cresciuto perché ha trovato campo aperto esattamente su quei temi che da sempre avevano contraddistinto le battaglie di An. Tutta colpa di Fini? Fino a quando An ha detto chiaro e tondo quale era la sua impostazione su sicurezza e immigrazione, sulla priorità ai diritti degli italiani, la Lega anche in Lombardia e soprattutto nelle grandi città è sempre stata relegata in un bacino di consenso elettorale inferiore a quello di An. Quando, invece, il messaggio del nostro partito è sembrato controverso perché Fini ha usato un linguaggio poco comprensibile per noi e totalmente incomprensibile per l'elettorato, la Lega ha preso campo. Ma non se ne può fare una colpa al Carroccio. Noi vogliamo tornare a dire senza alcuna esitazione e senza che il riferimento al nostro ex leader possa condizionarci sul piano della comunicazione politica, che su certi temi non siamo sescondi a nessuno. L'originale siamo noi, non la fotocopia. Fini lancia i Circoli territoriali di Generazione Italia e bacchetta il Cav. sulla politica fatta coi sondaggi. Lei che viene da An che effetto le fa e qual è la strategia che intravede? Sul secondo punto sono d'accordo con Fini, qualche volta mi capita. Ma dico che la nostra linea di coesione nel Pdl è talmente poco basata sui sondaggi che il punto di riferimento sono le recenti elezioni vinte dal centrodestra. Non so se chi cerca di fare una corrente di minoranza e preconizza la costituzione di gruppi parlamentari autonomi lo faccia sulla scorta di un consenso elettorale certificato o sulla base di un sondaggio. Io so che il Pdl il suo consenso certificato ce l'ha nelle urne, non coi sondaggi. E sulla nascita dei Circoli finiani? Non pensa che sia un elemento destabilizzante per il Pdl? Per il momento è la chiara strutturazione di una corrente territorializzata, cioè diverse cellule che costituiscono la metastasi. L'auspicio è che non diventino mai la gemma di fioritura di un nuovo soggetto politico. Intravede questo rischio? In questo momento non mi sento di escluderlo, perché quando si parla di gruppi autonomi di parlamentari eletti in uno stesso partito e dunque con un mandato preciso da parte degli elettori, immagino che qualcuno possa pensare a una deriva che porta alla scissione. Come la mettete coi finiani che sembrano sempre più un piccolo partito nel partito? La scorsa settimana il caso Bocchino ha provocato un livello altissimo di tensione nel Pdl, ieri Granata ha chiesto le dimissioni di Scajola. Le parole di Granata non sono una novità, del resto è dall'inizio della legislatura che non è in linea con la maggioranza. Su Italo devo dire che mi dispiace perché a lui mi lega una vecchia e consolidata amicizia personale. Tuttavia, la vicenda della settimana scorsa è stata creata tutta da lui. E' lui che ha avvertito un disagio tale da presentare le dimissioni, poi ha cercato di tramutare il suo gesto nel condizionamento su eventuali dimissioni del presidente Cicchitto che nessuno ha chiesto. Infine, ha presentato dimissioni irrevocabili salvo poi parlare di epurazione. Ma uno che in due giorni scrive tre volte la lettera di dimissioni non può parlare certo di epurazione. Cosa vi aspettate dai finiani a Montecitorio sui dossier strategici del governo, a cominciare dalla giustizia? Resto da un lato alle dichiarazioni del presidente della Camera che ha assicurato lealtà al governo e alla maggioranza, dall'altra noto che in questi giorni sono uscite agenzie su Bocchino che diceva cose del tipo 'adesso se vorranno i nostri voti ci dovranno convincere punto per punto'. Lo considero l'atteggiamento di chi mentalmente è già in un altro partito. Tra le due, spero che prevalga la posizione di Fini. Del resto cono convinto che chi è eletto nel Pdl e fa parte della maggioranza debba avere un atteggiamento di lealtà anzitutto nei confronti degli elettori che non capirebbero perché mai uno che ha ricevuto un mandato preciso - cioè il centrodestra al governo - possa decidere di metterlo in discussione. Se poi dovesse accadere qualcosa che ci mette in seria difficoltà, beh allora meglio una soluzione drastica... Elezioni anticipate? Non sono spaventato dall'ipotesi del voto anticipato. Resto convinto che non accadrà e che ci sarà una posizione di lealtà verso il governo che porterà a compimento questa legislatura. Certo, se qualcuno pensa alla formula del logoramento e di complicare la strada sul raggiungimento degli obiettivi programmatici per i quali gli elettori ci hanno dato la fiducia, allora è meglio andare alle urne domani mattina, non tra sei mesi o un anno.


5 maggio 2010




lunedì 3 maggio 2010

"Cavalli e Cavalieri" a Milano

Domenica 9 maggio 2010 ad Ospiate di Bollate (Milano) sarà innaugurato, con una grande festa popolare, il centro di equitazione dell'amico, camerata-paracadutista, Conte Alessandro Romei Longhena.

giovedì 29 aprile 2010

Messaggio 2010 di Mamma Ramelli


"Cari Amici di Sergio, non potendo essere fisicamente presente alle tante manifestazioni che si svolgono in tutta Italia, Vi ringrazio per il ricordo, Vi incoraggio a tenere alte le nostre bandiere e Vi abbraccio tutti con tanto, tanto affetto"
Milano, 29 aprile 2010,
ANITA

venerdì 23 aprile 2010

Oltre il 93% del PDL con BERLUSCONI.


Di seguito il documento politico conclusivo dal Presidente Silvio Berlusconi approvato da oltre il 93% della Direzione Nazionale del Popolo della Libertà. A Gianfranco Fini ed ai suoi "bocchinari" meno del 7%.


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La Direzione Nazionale del Pdl sottolinea la vittoria del centrodestra nelle recenti elezioni regionali e amministrative, con un risultato storico: oggi 40 milioni di italiani sono governati dal centrodestra, contro 18 milioni amministrati dal centrosinistra. Il centrodestra si è confermato maggioranza nel Paese in modo inequivocabile e il Popolo della Libertà prima grande forza politica nazionale: questo è vero al Nord dove il Pdl ha agito in alleanza ma anche in competizione positiva con la Lega, ed è vero al Centro-Sud dove ha dimostrato di essere radicato sul territorio. Tutto ciò rende paradossale alcuni aspetti della polemica interna sviluppatisi in questi giorni. Tensioni all'interno delle grandi forze politiche possono manifestarsi ma è incomprensibile che vengano provocate all'indomani di una grande vittoria, dopo due anni di successi in tutte le consultazioni elettorali e dopo due anni di grandi risultati certificati dal costante consenso dei cittadini, unico caso in Europa, durante un periodo di grave crisi in controtendenza alla sfiducia che ha colpito tutti i governi. Anche il confronto che si è svolto ha rivelato che certe polemiche pubbliche fossero pretestuose e comunque non commisurate ad un dibattito responsabile e costruttivo. Nei prossimi tre anni il governo, la maggioranza e il Pdl completeranno la realizzazione del programma che ci impegna principalmente a: 1) Ridurre e razionali la spesa pubblica 2) Realizzare una riforma fiscale per ridurre le tasse compatibilmente con vincoli bilancio 3) Sostenitore le famiglie, il lavoro e le imprese 4) Proseguire nella riforma e nella digitalizzazione della Pa 5) Realizzare un piano per il Sud 6) Ammodernare e potenziare il sistema delle grandi infrastrutture 7) Realizzare riforma organica del sistema giudiziario 8) Realizzare le riforme istituzionali, ivi compresa la modifica dei regolamenti parlamentari 9) Proseguire nella lotta alla criminalità organizzata che ha prodotto risultati mai raggiunti nella storia della Repubblica. Siamo convinti che una forte ed autorevole leadership quale è quella del presidente Berlusconi garantirà il raggiungimento questi obiettivi. La leadership forte è ormai un tratto caratteristico dei moderni sistemi politici e gli italiani certo non rimpiangono leaderhip deboli e governi instabili del passato. Del resto, i risultati elettorali ne sono una conferma e la stabilità rafforza altresì il prestigio internazionale dell'Italia. Una leadership forte non significa affatto rinunciare al dibattito libero e democratico che è previsto dallo statuto ed è testimoniato sia dalle innumerevoli iniziative politiche e culturali, dal grado di libertà che connota il dibattito nelle sedi delegate e nelle riunioni dei gruppi parlamentari sia dalla esistenza di fondazioni, riviste, centri di riflessione e di elaborazione. Tutte le scelte politiche anche quelle che hanno riguardato le candidature per le elezioni regionali e l'alleanza con altre formazioni politiche, sono state compiute dall'Ufficio di presidenza attraverso un dibattito dei suoi 37 compontenti aperto e libero. In un grande partito democratico si deve poter discutere di tutto ma a due condizioni: che non si contraddica il programma elettorale votato dagli elettorali e che, una volta assunta una decisione negli organi deputati, tutti si adeguino al risultato del voto. Il Popolo della Libertà non può contravvenire ai principi di quella democrazie degli elettori che ha fortemente voluto e che impone che il patto stipulato con i cittadini al momento del voto sul programma sia vincolante. Rispetto a quel patto non sono possibili deroghe: come è stato ribadito anche a Piazza san Giovanni lo scorso 20 marzo dal Popolo della Libertà. Così come non sono possibili deroghe alla nostra Carta dei valori che è la stessa del Ppe e che enuncia i nostri valori fondamentali: la dignità della persona, la libertà e la responsabilità, l'eguaglianza, la giustizia, la legalità e la sussidarietà. I temi che non rientrano nel programma elettorale e del governo possono essere invece oggetto di dibattito e discussione nell'ambito degli organi statutari. Non vi è nulla di negativo se in quella sede emergono opinioni diverse, purchè sia chiaro a tutti che il principio della democraticità non esonera dalla possibilità di assumere decisione e che una volta che tali decisioni siano state assunte all'unanimità o a maggioranza, esse acquistano carattere vincolante per chiunque faccia parte del Pdl, sia che le abbia condivise sia che si sia espresso in dissenso. In tal senso questa Direzione Nazionale dà mandato al presidente e ai coordinatori di assumere ogni iniziativa utile ad assicurare la realizzazione del programma e delle decisioni assunte dagli organi statutari, stabilendo il rispetto delle decisioni votate democraticamente. Quando gli italiani che amano la libertà, che vogliono restare liberi, che non si riconoscono nella sinistra, si riunirono sotto un solo simbolo e una sola bandiera, scelsero che su quel simbolo e su quella bandiera ci fosse scritto 'popolo della libertà ' e non 'partito della libertà '. Il riferimento al popolo deve essere un principio costante dell'azione politica del Pdl che deve sempre più radicarsi sul territorio e incardinarsi nella storia d'Italia. Non siamo un vecchio partito. Non vogliamo dividere ma unire. Siamo al servizio del popolo italiano e del suo bene comune. Le ambizioni dei singoli non possono prevalere sull'obiettivo di servire il popolo italiano. Del pari le 'correntì o 'componentì negano la natura stesa del Popolo della Liberta«ponendosi in contraddizione con il suo programma stipulato con gli elettori e con chi è stato dagli stessi elettori designato a realizzarlo attraverso il governo della Repubblica. La Direzione Nazionale del Pdl approva quindi le conclusioni politiche del presidente Silvio Berlusconi e gli conferma il proprio pieno sostengo e la propria profonda gratitudine.

Noi non festeggiamo il 25 aprile!


Noi non festeggiamo la sconfitta e non riconosciamo la festa partigiana del 25 aprile. Amiamo la nostra Patria, vogliamo la Pacificazione Nazionale, ma questa deve basarsi sulla giustizia e la verità storica. Per questo, pur rispettando tutti i caduti della guerra civile, noi ricordiamo sopratutto i Combattenti e le Ausiliarie della Repubblica Sociale Italiana, splendido esempio di Onore, Coraggio e Fedeltà.

mercoledì 21 aprile 2010

Spazio Storia


Interessante iniziativa culturale a Mezzegra (Como), promossa dalla Associazione Spazio Storia dell'amico Pierangelo Pavesi, ricercatore storico ed autore di diversi studi e libri sulla Repubblica Sociale Italiana e Benito Mussolini.

martedì 20 aprile 2010

La destra, nel PDL, con Berlusconi!


La vera destra, popolare ed identitaria, proveniente da AN ed ancor prima dal MSI, sostiene lealmente il Presidente Berlusconi, crede nell'alleanza politica PDL-LEGA e difende la volontà degli elettori italiani che vogliono un governo stabile che faccia le riforme e che assicuri più libertà, sicurezza e benessere. Fini si adegui o se ne vada!

venerdì 16 aprile 2010

Nel PDL, con Berlusconi, contro Fini!


Se rottura vuol dire chiarezza, ben venga! La destra rimane nel PDL con Silvio Berlusconi, alleati fedeli e leali della Lega Nord di Umberto Bossi, per una nuova Italia presidenziale e federale: l'infame Gianfranco Fini ed i suoi "bocchinari" radicaleggianti vadano pure a sinistra, non li seguirà nessuno!


Roberto Jonghi Lavarini


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I tre Coordinatori Nazionali del PDL, amareggiati, contro Fini: “atteggiamento incomprensibile”


"Le recenti elezioni regionali e amministrative hanno riconfermato la validita’ politica della decisione di dar vita al PdL, un traguardo storico irreversibile", si legge nella nota firmata da Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini, dopo l’incontro con il presidente Berlusconi. "Gli italiani, dimostrando anche in questa occasione maturita’ ed intelligenza hanno premiato l’azione del Governo e creato le migliori condizioni per proseguire sulla strada delle riforme che abbiamo intrapreso e dell’ulteriore rafforzamento del nostro partito. Da queste inoppugnabili considerazioni nasce la nostra profonda amarezza per l’atteggiamento dell’On. Gianfranco Fini che appare sempre piu’ incomprensibile rispetto ad un progetto politico comune per il quale abbiamo lavorato concordemente in questi ultimi anni, un progetto di importanza storica che gode di un consenso maggioritario nel popolo italiano. Come dimostrano il successo alle Politiche del 2008, le elezioni amministrative, nelle quali il centro-destra e’ passato ad amministrare la maggioranza delle province italiane, e le Regionali che ci hanno visto passare in questi anni dal governo di 4 a quello di 11 Regioni".

lunedì 12 aprile 2010

ONORE ai Combattenti della R.S.I.



Domenica 18 aprile a Milano

Santa Messa al Campo X
in Suffragio ed Onore di Benito Mussolini e
dei Combattenti della Repubblica Sociale Italiana

Ritrovo alle ore 9.45 al Cimitero Maggiore.

La manifestazione militare e religiosa è organizzata da:
Unione Nazionale Combattenti della R.S.I. di Milano
Associazione Nazionale Arditi d’Italia (A.N.A.I.)

Interverranno i rispettivi Presidenti:
Armando Santoro e Pierpaolo Silvestri

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Servono sempre giovani volontari per pulire, sistemare e
mantenere adeguatamente in ordine le Tombe dei nostri Caduti.

Informazioni ed adesioni:
Donna Marisa Garbini 339.4523048 - Guido Giraudo 335.6361865

ONORE a SERGIO RAMELLI

Grande manifestazione unitaria (ed apartitica) della "Comunità Militante" milanese e lombarda, in Onore di Carlo Borsani, Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e di tutti i Camerati Caduti per la Patria e per l'Idea. Saranno presenti tutte le sigle e tutti i gruppi dell'area, saranno ammesse solo bandiere tricolori e con la croce celtica.

Milano ricorda Marzio Tremaglia

Volentieri estendo l'invito inviatomi dall'amico, Prof. Luca Gallesi. Si tratta di una interessantissima conferenza in ricordo dell'impegno politico e, sopratutto, culturale, del compianto Marzio Tremaglia. Speriamo che non ci si limiti alla doverosa commemorazione ma che si passi alla necessaria emulazione per difendere, sostenere, affermare e consolidare la cultura della destra italiana ed europea ed i suoi esponenti di ieri e di oggi: senza complessi di colpa e di inferiorità.

Roberto Jonghi Lavarini


venerdì 9 aprile 2010

MILANO CRISTIANA

Milano Cristiana: sabato, manifestazione "crociata" in Piazza Duomo.

In difesa delle nostre Tradizioni e della nostra Identità culturale e religiosa.

La manifestazione è assolutamente apartitica ma, a titolo personale, hanno dato la loro adesione numerosi esponenti politici ed istituzionali del Popolo della Libertà, della Lega Nord Padania, de La Destra e della Fiamma Tricolore. Hanno ufficialmente aderito alla manifestazione il Centro Identitario, Destra per Milano, il Centro Studi Patria e Libertà, il comitato promotore della rivista mensile identitaira "Il Borghese del Nord".

Organizzazione, informazioni ed adesioni: Carlo Lasi 345.5889802
http://www.facebook.com/reqs.php#!/event.php?eid=106080546090490&ref=mf

Partecipare è un gesto non solo politico ma profondamente simbolico e religioso, per ribadire, nel massimo rispetto del nostro prossimo, la nostra Fede, le nostre Tradizione, la nostra Identità di popolo europeo, bianco e cristiano.



mercoledì 7 aprile 2010

Onore al Guerriero Bianco!


Onore al Camerata Eugene Terreblanche, grande patriota boero, fondatore e capo carismatico del Movimento di Resistenza Afrikaner (AWB) che ha lottato tutta la vita in difesa della libertà, della autodeterminazione, dello sviluppo separato, della identità e delle tradizioni del suo fiero popolo di contadini, allevatori e guerrieri. Settima scorsa questo combattente della sua tribù bianca africana, alleato degli Zulu contro il corrotto governo comunistoide del Sudafrica di Mandela, è stato vigliaccamete assassinato nel sonno. Rendiamo onore a questo impavido eroe della razza bianca!

martedì 30 marzo 2010

Primo commento elettorale.


Evidente ed incontestabile vittoria politica ed elettorale del centro-destra e del Presidente Silvio Berlusconi: confermate (con un plebiscito) le Regioni Veneto e Lombardia, conquistate Piemonte, Lazio (nonostante l'assenza della lista del PDL a Roma), Campania e Calabria.


Il Popolo della Libertà, nonostante tutto (scandali, inchieste giudiziarie, errori organizzativi e divisioni interne), "tiene" confermandosi come primo partito italiano. La Lega Nord di Umberto Bossi cresce e si consolida, non solo al nord ma anche nelle regioni "rosse".


Roberto Formigoni confermato, per la quarta volta, Presidente della Lombardia, con oltre venti punti di distacco su Filippo Penati, candidato del centro-sinistra.


Crolla rifondazione comunista ed avanzano, al suo posto, Antonio Di Pietro e Beppe Grillo. Scompare definitivamente la "destra terminale", resiste-esiste solo La Destra di Storace e Buontempo ma solo nel Lazio ed in Abruzzo. La protesta degli Italiani contro la partitocrazia si manifesta, sopratutto, nel fortissimo astensionismo.