CCP

giovedì 13 giugno 2013

L'analisi politica di Benedetto Tusa.

 
 
LA BREVE STAGIONE DEL GOVERNO DELLE LUNGHE ATTESE E DELLA POLITICA DELLE CHIACCHERE AUTOREFERENZIALI.
Prima di parlare e forse di perdere tempo, su un tema, quello dei politici e dei loro partiti , dato che almeno il 50% degli italiani si ben guardato da andare a votare.
Vorrei ricordare le famose “priorità”, le fantomatiche riforme, il gioco delle tre carte con le  tasse elementi che ci fanno comprendere quale totale confusione regni tra i banchi del governo.
Nessuno sa che fare e tutti dicono che cosa si debba fare … !
Hanno promesso , in campagna elettorale, che avrebbero azzerata l’agenda Monti, e invece  gli unici ad essere stati azzerati sono gli italiani.
Dopo quattro mesi, sono lì, a discutere del nulla, sanno che senza rilevanti tagli nelle pubbliche amministrazioni non sarà possibile incamerare niente, ma tutto continua come sempre, in barba dei cittadini costretti a rinunciare anche allo “ stile sobrio” e obbligati a continuare a pagare tutti i balzelli possibili e impossibili per non rischiare di farsi tagliare gas e luce, pignorare casa e vettura. Le vacanze a casa o da parenti che questa estate trascorreremo spero siano momento di ulteriore presa di coscienza e sprono alla reazione a questo stato di cose, su cui non incombe la protesta.
 Il finanziamento pubblico ai partiti?  provvedimento già archiviato  per l’intervento politico dei soliti noti, abili nel prendere per i fondelli gli elettori.
 Metter mano alla spending review del governo dei tecnici era la promessa , il tempo passa e tutto tace e nessuno lancia neppure una minima ideuccia in proposito, solo inutili pavoneggiamenti nei talk show televisivi ( vi prego di spegnere la tv appena ne udite la sigla) .
A breve il governo non avrà più le risorse per andare avanti,  la soluzione, come sempre sarà spolpare le ultime risorse disponibili della popolazione.
Venendo ai partiti, so che quello che dirò non piacerà, anche se tutti lo sanno, figuratevi che son stato censurato, zitttito da amici per averlo sostenuto a più riprese, ognuno per sé e per chi ti può essere utile, una congiura del silenzio, spesso un’autocensura.
La sinistra vittoriosa a Roma e da Treviso a Catania, farebbe bene a non esaltarsi, la sua vittoria con un 25% dell’elettorato  è una vittoria di Pirro, potrebbe , invece, di darsi da fare per le ordinanze che vietano la consumazione dei gelati dopo le 24 o i patrocini ai Gay Pride, occuparsi dei temi che tradizionalmente  non le interessano, come la devastante crisi economica,  lo strangolamento dell’euro, l’immigrazione clandestina, la corruzione dilagante, la criminalità delle mafie, l’oppressione burocratica, l’ordine pubblico al collasso, la disoccupazione.
Tutti temi di cui naturalmente tutte le forze politiche dovrebbero farsi carico:
Il PDL senza Berlusconi non “tira”,  ovvia conclusione agli esiti elettorali della amministrative, per un partito in mano a colonnelli che si autoassolvono, accusando l’antipolitica, gli ex di AN, la magistratura  e preoccupandosi solo delle poltrone. Dove son finiti gli slogan: aboliamo le Province ? dimezziamo il numero dei parlamentari ? abbattiamo le aliquote tributarie ? modernizziamo e semplifichiamo l’apparato burocratico ? aboliamo l’IMU ? riformiamo il “teatrino della politica”? riformiamo il sistema giudiziario? E mi fermo qui,  perché l’elenco delle promesse non mantenute sarebbe lungo. Che vede l’elettore un governo da compromesso storico realizzato con le sinistre e molti ex DC ai vertici, e non si reca all’urna.
Venendo al mio mondo di provenienza la c.d. destra ( o meglio delle destre, atteso che occorre sempre la mediovale “explicatio terminorum” per capire di che si parla e se si sta parlando della stessa destra) scrivevo all’inizio che son stato ripreso da amici per aver diffuso un articolo de Pierangelo Buttafuoco, che dal mio punto di vista centrava il tema, mi perdonerà se lo citerò in parte, sarebbe difficile riassumere il chiaro giudizio che ha dato in un’intervista con Luciano Capone su http://www.lintraprendente.it/2013/06/buttafuoco-vede-una-destra-oltre-la-ditta-pdl-lega/  che gli chiedeva come poteva essere accaduta la vaporizzazione della destra, Buttafuoco mirabilmente risponde :
È finita. È finita non tanto perché sia finito un ciclo, ma perché si sono fatte delle mosse politiche che hanno portato in quella direzione. Ci si è accontentati di quella che Beppe Niccolai definiva “la pesca delle occasioni” e non si è mai lavorato ad una strategia che garantisse una lunga durata in termini culturali e di identità politica. Questo ha avuto come esito la fine di tutto un mondo”.. “La destra è stata bene o male protagonista in 20 anni di stagione berlusconiana in cui poteva intervenire e dare il meglio, mettersi alla prova con la realtà. Non ha saputo reggere il confronto con la realtà, anche in ambiti propriamente di destra come nel rapporto con la magistratura e le forze dell’ordine, o con la stessa organizzazione culturale” …” È stata l’incapacità di approfittare degli strumenti per creare qualcosa di solido e soprattutto è venuta meno a quello che doveva essere la ragione sociale di un partito di destra: forgiare una classe dirigente, un’élite. E non l’ha fatto perché “la pesca delle occasioni” è stata limitata alla garanzia di sopravvivenza di un determinato gruppo di persone che con la politica ci campa”…“Ha preferito ruoli in cui si trova la facilità demagogica, ma non credo sia solo questo. Bisogna dire la verità: la destra è inadeguata nel rapporto con la realtà. Perché anche una storia dei emarginazione lunga quasi mezzo secolo e che ha portato ad una forma di autocompiacimento dell’emarginazione e quindi all’incapacità di saper gestire e manovrare sia le stanze dei bottoni che perfino i libri. Persino la Lega che in questa stagione politica è stata massacrata è riuscita ad avere ottimi sindaci ed amministratori, ha vinto comunque in Lombardia ed ha avuto ottime prove di governo, basti pensare che Maroni è stato tra i più bravi ministri dell’Interno della storia dell’Italia repubblicana.”.
Benedetto Tusa

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