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venerdì 20 luglio 2012

Approvazione ESM: l'Italia in putrefazione...

Approfondimenti ESM...Andate in pace. Creato Venerdì, 20 Luglio 2012 11:03 E' chiusa. Almeno per l'Italia, piccolo paese in putrefazione, la partita è chiusa. Le scelte sono fatte. Nella giornata di ieri, giovedì 19 luglio, nel silenzio vergognoso dei media asserviti, la Camera dei Deputati - con 368 voti a favore e 65 contrari, e moltissimi Ponzi Pilati astenuti - ha definitivamente approvato, senza alcuna seria discussione, così come pochi giorni fa il Senato, la ratifica del cosiddetto "Fiscal compact", ossia il trattato che introduce i meccanismi di stabilità, coordinamento e governance nell'Unione economica e monetaria, anche attraverso l'istituzione del fondo ESM (o MES, nella nostra lingua in estinzione), che nelle intenzioni della dittatura tecnocratica europea dovrebbe mirare "a salvaguardare la stabilità di tutta la zona Euro". E che invece sarà leva di instabilità e disgregazione sociale. Tutto adesso è nelle mani di otto giudici componenti di uno dei due Senati della Corte Costituzionale tedesca, che il prossimo 12 settembre (segnamolo in agenda!) a Karlsruhe dovranno pronunciarsi su sei ricorsi (di 12 mila) presentati dagli euro-scettici contro la ratifica del fondo ESM (già approvato dal Parlamento tedesco con oltre due terzi di voti favorevoli) per presunta violazione di una delle prerogative del Parlamento tedesco e di ciascun popolo realmente sovrano: quella di decidere come spendere i soldi dei contribuenti nazionali. Con un "no", il fondo ESM partorito dalle diaboliche menti della finanza tecno-bancaria, verrebbe affossato. Una labile fiamma di speranza è ancora accesa. Tuttavia, qui il problema vero è che l'uomo della strada, che a luglio già pensa alle vacanze al mare, non sa neanche minimamente cosa implicherà, per lui oggi e per i suoi figli domani, l'approvazione di questo fantomatico "fiscal compact"! Sostanzialmente, sarà così: gli Stati membri dell'Unione monetaria che detengono un debito pubblico superiore al 60% del PIL dovranno rientrare entro tale soglia nell'arco di 20 anni, ad un ritmo predeterminato percentuale annuo, oltreché obbligarsi a mantenere il deficit pubblico sempre sotto al 3% del PIL. Pena sanzioni. Così l'Italia, già oggi prima al mondo per pressione fiscale, da ieri è stata impegnata dal Parlamento a sostenere 50 miliardi di Euro all'anno, di tasse e tagli, per i prossimi 20 anni (!), sempre che se le cose non peggiorassero ancora. Se a ciò si aggiunge l'autocastrazione del "pareggio di bilancio" quale princìpio costituzionale, è facile comprendere come si sia definitivamente perduta ogni possibilità di intraprendere politiche economiche e fiscali capaci di stimolare nuovamente la domanda, in particolar modo quella interna, condannandosi ad una rigidità mortuaria: senza sovranità monetaria, economica e fiscale, né tanto meno quella politica - che dovrebbe rappresentare il momento di sintesi e di armonizzazione del Tutto -, infatti, si imporrà agli italiani un regime di austerità radicale, mai vista prima, per i prossimi lustri. Assisteremo a nuove tasse, a tagli alla spesa pubblica e riduzione dei servizi di pubblica utilità, spolpatura dell'osso, alla distruzione dello stato sociale, alla svendita del patrimonio immobiliare ed artistico nazionale (come se le cose che sono dello Stato non fossero sempre di noi tutti...), a nuovi interventi su salari e stipendi, ed a condizioni di vita sempre più livellate verso il basso. In due parole: macelleria sociale. E tutto ciò per far contenti i Mercati. Quei "Mercati finanziari", fantasmi giuridici, che in pochi clic potrebbero rendere (anzi, renderanno) tutto ciò drammaticamente inutile, ritrovandoci con sempre più debito e sempre meno risorse ed energie da svendere. "Salvaguardare la stabilità di tutta la zona Euro", dicono. Sarà il contrario. Come un albero con le radici marce non può che generare frutti malati, così una moneta nata col Debito usuraio, non può che portare cittadini ed imprese alla fame. E la guerra economica e monetaria in atto sarà solo l'antipasto di ben altro. Amen.

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