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giovedì 9 giugno 2011

Destra e PDL: l'opinione di Umberto Massimino

Caro Roberto,



Complimenti per l’organizzazione della serata di mercoledì che credo sia stata veramente costruttiva con interventi appassionati di uomini e donne di Destra che non vogliono arrendersi,

Io per ovvi e giustificati motivi di tempo non ho potuto esprimere le mie idee in modo completo e forse da qualcuno potrò essere stato frainteso. Cerco ora di farlo in modo ragionato sperando di dare un contributo alla discussione che nel nostro ambiente è oggi più che mai indispensabile fare.



La mia perplessità sul successo di una battaglia di Destra all’interno del PDL nasce da diverse considerazioni.

Innanzi tutto dagli attuali rapporti di forza all’interno del vostro Partito.

Fini subito dopo il “predellino” disse che eravamo arrivati alle “comiche finali”. Poi ci ha ripensato paventando un drastico ridimensionamento di AN alle imminenti elezioni politiche e ha deciso, come sempre unilateralmente senza alcun dibattito interno e organizzando alla fine un congresso farsa che metteva tutti di fronte al fatto compiuto, di fare confluire AN nel nuovo soggetto politico. Forse ingolosito dalla generosa offerta di Berlusconi del 30% di parlamentari agli uomini di AN.

Tuttavia nelle ultime tornate elettorali la componente di ex AN nei Comuni, Province, Regioni e in Europa si è progressivamente indebolita.

Se la Destra nel PDL pur con il 30% degli attuali deputati e senatori tuttora in carica non è riuscita a dare una forte linea di Destra al Partito penso che sia molto difficile che ci riesca ora con una componente minoritaria, seppure attiva e meglio organizzata. Componente che inoltre ha subito negli ultimi anni una flessione con l’abbandono di alcune frange per FLI, per La Destra e per altre formazioni politiche e ha contato perdite di pedine importanti nei Comuni, nelle Regioni e nel Parlamento Europeo.

Una componente in un Partito può decidere la linea politica se è maggioritaria o è comunque molto forte e coesa. Se non lo è e il Partito va per un’altra strada, non gli rimane che uscirne o accettare la linea della maggioranza. Questa lapalissiana verità fa capire l’errore madornale fatto da Fini nel non mantenere in vita un Partito organizzato e con una tradizione e un radicamento nel territorio da oltre mezzo secolo. Avrebbe potuto aderire semplicemente alla Coalizione come fatto furbescamente dalla Lega, errore che dà la misura della pochezza politica di Fini che non è certo un leader.



Tornando a noi bisogna inoltre rilevare che non tutti nella componente ex AN del PDL la pensano nello stesso modo. Stimo e rispetto moltissimi camerati che hanno scelto di militare nel PDL nelle seconde e terze file, ma esiste una prima fila che forse nemmeno più si considera di destra, dotata ancora di un forte potere che cercherà di difendere le proprie posizioni e privilegi.

Il decalogo di proposte che hai stilato è ragionevole e condivisibile, ma evidentemente va contro

i privilegi delle prime file.

Se tra qualche mese il PDL accoglierà concretamente e senza escamotage di facciata il 30% delle vostre proposte sarà già un grosso successo. Altrimenti se sopravvive senza una reale e necessaria ristrutturazione è destinato a governare con una navigazione a vista perdendo ulteriori consensi, con il rischio di dare la maggioranza alle sinistre alle ormai vicine elezioni politiche.

Ci vorrebbe quindi un colpo d’ala con un radicale cambiamento del PDL ma ciò non può avvenire con l’attuale dirigenza e soprattutto con un padre-padrone del Partito come è Berlusconi.

B. per salvare il Partito che ha creato dovrebbe farsi da parte, pur con l’onore delle armi per quanto fatto di positivo in questi anni, accontentandosi di una qualche carica onorifica.

Conoscendo B. credi che ciò sia veramente possibile? I primi passi di rinnovamento, malgrado le apparenze, non fanno intravedere questa possibilità. La nomina di Alfano, che è un giovane politico molto valido e preparato, è positiva ma dalla sua intervista al Corriere viene escluso un minor coinvolgimento di B. che sarà leader ancora alle prossime elezioni ed inoltre il mantenimento della triade dei chiacchierati coordinatori non va nella direzione di un effettivo cambiamento.

E veniamo al conflitto di B. con la magistratura. Sono arciconvinto che la Boccassini è una “compagna”, che molte toghe sono “rosse” , che tutte loro e i giornalisti di sinistra godono a mettere Silvio in croce. Ma converrai che B. in tutte queste ultime vicende ci ha messo molto di suo.

Non credo che in un processo sia facile dimostrare l’accusa di prostituzione minorile mossa a B, ma valutiamo l’accusa di concussione. La sua difesa sostiene che il Cavaliere era convinto che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Se così fosse la telefonata in questura era motivata da interessi di carattere nazionale e quindi il Primo Ministro l’avrebbe fatta nell’esercizio delle sue funzioni istituzionali, ergo l’accusa di concussione risulterebbe infondata.

A prescindere che nessuno in Italia e nel mondo crede a questa versione, a prescindere che B. fa affidare la creduta nipote minorenne di un importante capo di stato africano alla Minetti che invece di tenersela con se sotto la sua responsabilità dopo un’ora la rifila ad una prostituta brasiliana sua amica, che figura ci farebbe B. se con una eventuale assoluzione venisse dimostrato che ha creduto alle balle di una baldracchetta marocchina senza minimamente informarsi?

B. è il Capo del Governo italiano, può disporre di tutti gli organi di indagine, dalle varie Polizie ai Consolati, dalle Ambasciate fino ai Servizi Segreti ecc. E’ ammesso che ci credesse, avrebbe dovuto subito prenderne le distanze anche per evitare un eventuale incidente diplomatico. Nell’inventarsi una storia era meglio oltretutto crearne una più credibile, che ne so….che aveva appena appreso dai Servizi Segreti che i terroristi di Al Quaeda aspettavano una occasione quale la carcerazione di una giovane mussulmana per far scoppiare chissà quale casino in Italia. I Servizi sono appunto segreti e quindi nessuno avrebbe chiesto a loro smentite o conferme. E B. forse non avrebbe oggi altri due processi sul groppone.



La vicenda sarebbe anche comica se fosse capitata ad un nostro amico molto giovane. Ma diventa quasi tragica se capita al capo del nostro Governo e non ci si può scandalizzare se i media italiani e di tutto il mondo la cavalcano alla grande.

Non è questione di moralismo o peggio di invidia. A tutti noi le belle donne sono sempre piaciute. Piacevano molto anche a Benito. Ma Lui “dopo” non le nominava deputato, sottosegretario o consigliere regionale né regalava auto o appartamenti. Forse solo con Claretta si è sinceramente innamorato e da lei è stato contraccambiato dal momento che lo ha seguito fino alla morte. Credo che le signorine del bunga-bunga non siano disponibili all’estremo sacrificio ( gli altri loro “sacrifici” sono più abituali che estremi), almeno da quanto si evince dalle numerose telefonate intercettate.

Oggi purtroppo B. su questo fronte non è difendibile. All’estero per molto meno si dimettono e all’estero si meravigliano che da noi ciò non sia già accaduto



Penso che nel PDL molti non si siano ancora resi conto della situazione politica che si è venuta a creare con le recenti elezioni amministrative. E’ vero che si tratta di elezioni locali che hanno visto coinvolto solo una parte del corpo elettorale. Ma sperare che il combattente B. riprenda in breve in mano la situazione e sbaragli alle prossime elezioni politiche le Sinistre è del tutto irrealistico.

A Milano un anno fa per le regionali PDL e Lega avevano il 58% dei consensi. Quest’anno dopo la batosta del primo turno si sperava che il segnale di scontento degli elettori del centrodestra fosse un campanello d’allarme e che poi al ballottaggio avrebbero votato per la Moratti, come avviene in democrazie più mature come quella francese.

E’ successo invece che il divario a favore di Pisapia è notevolmente aumentato al secondo turno. Risultato anche peggiore a Napoli dove il PDL avrebbe dovuto vincere con almeno il 70% dei voti dopo la fallimentare gestione della Iervolino e al ballottaggio contro un inesperto De Magistris ha preso solo la metà dei suoi voti. E così in molte altre città.

A Milano non getterei la croce sulla Moratti e sui suoi limiti. Pur con questi limiti alle precedenti comunali era passata al primo turno. La gaffe nel confronto diretto su Sky non appartiene al suo stile e non è certamente farina del suo sacco, tanto che B. il giorno dopo si è complimentato dicendo: “Brava Letizia, finalmente hai tirato fuori gli artigli!”

Berlusconi che era sceso personalmente in campo ha preso la metà delle preferenze che aveva avuto alle precedenti elezioni, di gran lunga inferiori al traguardo che si era prefissato come plebiscito personale sulla sua persona. Nemmeno si può imputare alla Lega un suo scarso impegno. Anche la Lega ha perso molto, circa 5 punti in percentuale ed ora è all’opposizione mentre, nel caso di una vittoria del centrodestra avrebbe sicuramente ottenuto l’agognato scranno di Vice Sindaco.

Che cosa è successo? E’ successo che il vento è cambiato, che tanti elettori, anche del centrodestra sono stufi di bunga-bunga, delle risse ai dibattiti televisivi, dell’imbarbarimento dello scontro politico, degli attacchi sul piano personale e non sulle idee come dovrebbe essere in un normale paese civile e non del terzo mondo. E su ciò il centrodestra ha fatto la sua buona parte, attacchi demonizzanti sui giornali con bufale destinate ad essere smentite ma che lasciano il segno, vedi il caso del direttore dell’Avvenire, che oltretutto trattandosi dell’organo dei Vescovi italiani non può avere lasciato indifferenti gli elettori cattolici che in Italia sono tuttora una considerevole forza elettorale, come conferma il disagio manifestato più volte pubblicamente dalle gerarchie ecclesiastiche.

Inoltre il centrodestra viene contestato non tanto per quello che ha fatto ma per quello che avrebbe potuto e dovuto fare, soprattutto in questa legislatura, ormai passata per tre quinti, forte della più grande maggioranza mai vista nel parlamento italiano.



Un altro tema importante per gli elettori della nostra area è quello che ho accennato nel mio intervento di mercoledì scorso quando ho affermato che la”anomalia Berlusconi” è un problema anche per noi di Destra.

L’azione di B. è stata per noi dannosa per due motivi.



Il primo e stata l’identificazione di B e di tutto il centrodestra come un movimento autenticamente di Destra, direi quasi fascista.

Le sinistre in malafede il più delle volte parlano di Destra e non di centrodestra, definendo la politica e gli errori del centrodestra come tipici della Destra tout-court. Fanno spesso capziosi paragoni tra B. e Mussolini approfittando di alcuni atteggiamenti autoritari e “duceschi” di B.

Io che credo nella Destra sociale e nelle numerose riforme, quelle sì veramente epocali, e nelle opere portate a termine a tempo di record nel vituperato ventennio, non mi riconosco né negli atteggiamenti di B. né nelle promesse sparse a piene mani in tutti questi lunghi anni e rimaste per lo più lettera morta.

Per me B. non è di destra, non lo è la maggioranza del PDL, non lo è Bossi, non lo è la Lega che solo qualche giorno fa tramite un suo alto dirigente, credo Salvini, ha solennemente dichiarato: “La Lega non è di destra e non morirà berlusconiana”



Il secondo danno che il centrodestra ci ha fatto è quello di non avere saputo o voluto portare a termine un processo di revisionismo storico che è indispensabile per fare ripartire di slancio l’Italia del terzo millennio infondendo un comune sentire di identità a tutti gli italiani.

Questo non è un astratto argomento filosofico né affermo quanto sopra detto per spirito di revanscismo o di vendetta. Una nazione che a 70 anni di distanza da una sanguinosa guerra civile, ogni 25 aprile esalta la parte vincente definendo tutti i buoni da una parte e tutti i cattivi dall’altra, perpetua e fomenta l’odio e la divisione delle coscienze dei suoi cittadini.

Qualcosa il centrodestra ha fatto, ma poco e in modo troppo timido. Forse nella direzione da me auspicata hanno fatto di più l’antifascista Pansa con i suoi libri e il “fasciocomunista” Pennacchi con il “Canale Mussolini”.

Mercoledì Porciani ha denunciato il caso di un suo assistito portato in tribunale per avere citato, non mi ricordo bene, una canzone o uno scritto dell’epoca fascista.

Purtroppo vige tuttora la famigerata legge Scelba n. 645 del20 giugno 1952 (quasi sessanta anni fa!) che sancisce tra l’altro il “reato” di apologia del Fascismo. Alla fine dell’articolo 10 di tale legge viene precisato: “E’ fatto obbligo chiunque spetti di osservarla e farla osservare”

Fintanto esiste questa legge è inutile prendersela con i funzionari di Polizia o i magistrati che sono obbligati a fare osservare la legge Scelba tuttora vigente.

Era così difficile in tanti anni di governi di centrodestra fare abrogare, non dico la disposizione XII della Costituzione che essendo transitoria dovrebbe prima o poi essere abrogata, ma almeno la Legge Scelba?



Cosa fare nel desolante scenario politico attuale per ridare vigore alle idee di Destra?

Mi sembra che oggi la tesi dominante della componente di destra del PDL sia quella di riorganizzare e potenziare la propria componente chiamando a raccolta quanti si dichiarano di destra e non sono attualmente iscritti al Partito.

Tante di queste persone hanno abbandonato da tempo AN e il PDL perchè non ne condividevano la gestione, altri non si sono mai iscritti per gli stessi motivi, nemmeno nei momenti della massima forza dei sunnominati Partiti. Dubito che nella situazione attuale del PDL le persone sopra descritte rispondano alla chiamata.

Teoricamente è possibile conquistare un Partito dall’interno. Se il PDL inaugura una nuova stagione di responsabili eletti dalla maggioranza degli iscritti, chi detiene questa maggioranza può conquistare il Partito.

In pratica non è così facile nel PDL. Chi detiene il bastone di comando, alle eventuali elezioni di congressi comunali, provinciali, regionali e di altre forme come le primarie, farà affluire le sue truppe cammellate per vanificare una egemonia dei puri di destra.

Chi tra noi ha vissuto l’esperienza di AN si ricorderà dei Congressi locali che fissavano i delegati al Congresso Nazionale di Bologna. Si ricorderà quindi la diabolica abilità di Ignazio nel bloccare sul nascere le velleità di chi voleva scalzare il suo potere in Lombardia.

Ciò si ripeterà in eventuali elezioni interne del PDL dove vi saranno non un Ignazio ma almeno dieci Ignazi non di destra , referenti di CL, CDO, varie correnti ex FI e potentati locali.



Con ciò non dico alla componente di destra di non rinforzare la propria presenza all’interno del PDL ma di pensare al dopo Berlusconi e anche al dopo PDL, che potrà avvenire tra un mese, tra sei mesi, tra un anno o due o anche più perché comunque una stagione politica è ormai tramontata.

In parallelo si dovrebbe creare un tavolo di lavoro permanente con tutte le forze di destra presenti nel nostro panorama politico, anche se ancora molto frazionate, collaborando con esse con iniziative comuni. Si genererebbe così una sinergia che consente anche con mezzi ridotti di informare i cittadini che la Destra è una forza viva e presente, sganciata dai giochi politici di casta e sensibile ai problemi della Società odierna.

Esiste una moltitudine di associazioni culturali, politiche, ambientalistiche, di volontariato, di espressione della società civile che sono vicine alle nostre idee ma operano isolate.

Collegandosi ad esse, coinvolgendo militanti e dirigenti dei partiti minori come La Destra, Fiamma Tricolore, Forza Nuova ed altri, escludendo evidentemente le frange più estremistiche, ci si può preparare al dopo.

L’Italia ha bisogno della Destra che rappresenta tuttora una buona parte dell’opinione pubblica.

Sta a noi, alla nostra intelligenza, al nostro impegno, al nostro amore per l’Italia dare una sponda a cui approdare a tanti nostri concittadini

Umberto Massimino

7/06/2011

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