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martedì 23 novembre 2010

Per orientarsi bene nel mondo moderno...



Julius Evola: Orientamenti

Passano gli anni, le generazioni, i politici e le mode, ma il messaggio di cui Julius Evola è testimone rimane integro per il suo valore, imponendosi alle coscienze come un cardine a cui fare costante riferimento.

Ancora oggi i libri di Evola si continuano a vendere, ma al successo editoriale non corrisponde la giusta comprensione e interpretazione della sua opera. Una tale confusione nasce innanzitutto dal fatto che la Tradizione, tanto declamata, non viene più testimoniata e vivificata nell’azione, ma semplicemente "evocata" in inutili e sterili sfoggi intellettuali. Al contrario, gli scritti di Julius Evola sono il frutto di riflessioni per nulla casuali e fanno rivivere la Tradizione perchè, in quanto oggettivi e necessari, diventano un valido sostegno su cui far affidamento nella quotidianità della vita. Ed è proprio questo carattere "essenziale" ad essere stato assunto come punto di riferimento dalle generazioni del dopoguerra, per iniziare un’azione di riconquista etica, prima ancora che politica. Anche oggi, seppur con un seguito minore, ciò che Evola ha tramandato rappresenta una traccia da seguire, non dogmaticamente, ma tramite un’azione disciplinata da attuarsi nell’esistenza di tutti i giorni.

Julius Evola ha testimoniato la Tradizione, non come semplice teoria o speculazione, ma prima di tutto essenzialmente come azione e conquista. A differenza di altri, non ci ha trasmesso parole d’ordine, ma una chiara visione del mondo che si traduce nell’osservanza di regole precise e imprescindibili, la cui assunzione permette di riscoprire ed iniziare una nuova vita che si riflette in uno stile e in una forma di qualità superiore. Senza l’osservanza di queste regole non c’è stile e non c’è forma , non si è uomini, ma "esseri subumani", spiritualmente aridi e incapaci di ogni elevazione. L’azione di cui Evola scrive, è innanzitutto "forma-azione", un’azione che si traduce in una crescente tensione interiore che non lascia spazio a compromesso alcuno. In ogni momento della giornata, in qualsiasi luogo, sia esso privato o pubblico, l’uomo che ha assunto i valori della Tradizione come riferimento esistenziale, sa sempre come doversi comportare. In tale modo, lo stile essenziale viene incarnato e si fa azione, per l’appunto "formazione".

È sicuramente questo il maggior contributo che Julius Evola ha offerto nel trasmettere il patrimonio della tradizione, rendendolo attuale per l’uomo della nostra epoca, la cui caratteristica è una profonda decadenza e devastazione morale. Questo riadattamento, sempre fedele alla dottrina, non è il frutto di un’invenzione, ma poggia su principi per loro natura eterni e universali, la cui inosservanza è un segnale di confusione e disordine. "Orientamenti", quindi, è un tassello importante nella bibliografia di Julius Evola e la brevità del saggio non deve trarre in inganno, semmai sorprendere come in poche pagine è stato possibile sintetizzare e definire un quadro di assoluta rottura con gli schemi del mondo moderno. Dal piano esistenziale a quello culturale e politico, si delineano la visione del mondo e lo stile del militante di un nuovo schieramento.

Questa essenzialità può sembrare ardua soprattutto a chi è all’inizio dello studio dell’opera di Evola, poiché al lettore si apre un mondo dalla potenza devastante, in cui è messo in discussione tutto il senso della propria esistenza. Se è facile ritrovarsi con quanto viene letto, spesso è difficile ritrovarsi con la propria coerenza, tra ciò che si pensa di essere e ciò che realmente si è.

Il titolo scelto dall’autore, "Orientamenti", risulta quanto mai attuale, poiché sono soprattutto le giovani generazioni, più che nel passato, ad avere bisogno di un giusto orientamento.

In un’epoca contraddistinta dallo smarrimento delle anime e da un profondo malessere esistenziale, in cui tutto tende all’omologazione e al livellamento, solo una riscoperta e una riappropriazione delle proprie radici e della propria identità può permettere all’uomo di riconquistare una qualificazione, di puntare alla differenziazione o, per meglio dire, alla sua liberazione. Lo stile e l’adeguata conoscenza dottrinaria debbono fondersi per dare vita a un uomo saggio e leale, con un’incrollabile aspirazione per la verità e per la giustizia. Un uomo che non si nutra di parole, ma di azioni ed opere per la Tradizone, di sacrificio per l’Idea, di lealtà e solidarietà nei confronti dei propri fratelli,secondo lo spirito dell’impersonalità attiva per cui ciò che si compie è ciò che deve essere compiuto.

Il primo passo, quindi, è sapersi orientare in questo mondo mantenendosi in piedi anche se in mezzo alle rovine, scuotersi dal torpore della comodità rialzandosi e creando dentro di sé "un ordine e una drittura". Non si tratta di una semplice "attività" politica, ma della formazione di uomini che abbiano una reale sostanza interiore. Per Julius Evola, come per noi, è necessario puntare in alto, puntare alla creazione di un ordine nuovo fondato sui simboli, sugli esempi degli uomini che furono i pilastri delle civiltà del passato, le quali, ancora oggi, comunicano tutta la loro forza ed energia a chi li sa comprendere.

Riscoprire la propria vocazione e vivere per il rafforzamento di essa, disprezzando ogni infezione ideologica della borghesia, sia essa liberale o socialista, essere consapevoli che la ricostruzione dell’uomo nuovo è ancora possibile attraverso la restaurazione del tipo olimpico, di quell’uomo nobile e leale che ha posto i valori della Tradizione come fondamento dell’esistere.

Una ricostruzione che deve operare su tutti i campi che investono la vita, passando dal piano esistenziale a quello sociale e culturale, per arrivare al piano politico e spirituale. È un errore pensare che migliorando la società e l’ambiente si migliora l’uomo, in quanto è vero il contrario: la società e l’ambiente sono devastati perché è devastato innanzitutto l’uomo. Non a caso, sin dalle prime pagine di "Orientamenti", Julius Evola ci mette in guardia dicendo che il vero e reale cambiamento avviene proprio sul piano spirituale. Infatti è lo spirito che smuove le coscienze , che determina le scelte e i cambiamenti. Un popolo per risorgere non ha bisogno di parole vuote e confuse, ma di uomini che conoscano il valore del sacrificio e il superamento del proprio edonismo ed egoismo. Da un punto di vista operativo, quindi, Julius Evola ci indica come il compito primario stia nel formare uomini "qualificati", che a loro volta diano vita ad una élite in grado di spianare il terreno a coloro che si uniranno per un più vasto progetto di ricostruzione. Riorganizzare le forze residue, radunarle e orientarle, al di là dei particolarismi e dei settarismi; è questo attualmente il lavoro da fare come preludio di quella che sarà una futura élite.

Alla domanda su come negli anni a seguire sarà interpretato e vissuto dalle generazioni future il messaggio di Julius Evola, attualmente la risposta da dare risulta difficile, ma dobbiamo avere fiducia in noi stessi, affinchè la consegna del testimone avvenga con le dovute attenzioni, poiché è di vitale importanza evitare confusioni e fraintendimenti dottrinari. Solo così il messaggio tramandato da Julius Evola continuerà a vivere; starà al lettore e a chi ancora non si è messo al lavoro raccogliere l’invito, iniziando a contribuire alla costruzione del Fronte della Tradizione poiché, come è scritto, "noi non possiamo fare altrimenti, questa è la nostra via, questo è il nostro essere".

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