CCP

mercoledì 6 novembre 2013

Terra Santa: violenza ebraica contro i cristiani

 
 
Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
Comunicato n.91/13 del 6 novembre 2013, San Severo

Gerusalemme deicida

Israele abbatte una casa del patriarcato latino a Gerusalemme

La protesta di Fouad Twal tra le macerie: «Un’ingiustizia di fronte alla quale non possiamo rimanere in silenzio», di Giorgio Bernardelli

Il patriarca Fouad Twal sulle macerie di una casa di proprietà dal patriarcato latino distrutta dalle ruspe della municipalità di Gerusalemme, scortate dall’esercito israeliano. «Un atto di vandalismo contrario alle leggi internazionali», tuona il presule.
 
La clamorosa protesta si è svolta questo pomeriggio a pochi metri dal check-point che separa Gerusalemme da Betlemme e ha visto presenti insieme al patriarca Twal e ai vescovi ausiliari numerosi cristiani di Terra Santa. Un gesto forte accompagnato da una vibrata lettera di protesta indirizzata al ministero degli Interni israeliano. L’episodio è avvenuto all’alba del 28 ottobre quando le ruspe - senza alcun preavviso - si sono presentate per radere al suolo la casa, che si trova a circa 150 metri dal check-point poco sotto la collina di Tantur, nei pressi del grande quartiere ebraico di Gilo. «Sono arrivati alle 5 di mattina - ha raccontato la famiglia che viveva nella casa del patriarcato -. Ci hanno costretti ad uscire dalla nostra casa. Ci hanno tolto i cellulari e ci hanno impedito di avvertire qualcuno. Siamo rimasti a guardare mentre i buldozer devastavano la casa».
 
Il fatto si inserisce in un’ondata di demolizioni di case palestinesi decretate proprio in questi giorni dalla Municipalità a Gerusalemme Est . Solitamente la motivazione ufficiale che viene data è di tipo urbanistico: Israele le abbatte perché le ritiene «costruite senza permesso», e vengono abbattute per fare spazio all’espansione dei grandi quartieri ebraici di Gerusalemme Est come Gilo e Har Homa. In questo caso però la situazione è paradossale:  la casa in questione, infatti, era lì da prima del 1967, quando con la Guerra dei sei giorni Israele ha assunto il controllo di quest’area, ricomprendendola poi entro i confini di Gerusalemme. Quindi questa casa è abusiva solo perché sulla zona non è mai stata fatta una pianificazione urbanistica che ricomprendesse gli edifici esistenti. 
 
«Pur sapendo che la casa era di nostra proprietà, nessuno ci ha avvertito di questo gesto folle ed unilaterale - ha dichiarato il patriarca Fouad Twal durante la manifestazione di oggi -. Stavolta non possiamo restare in silenzio di fronte a questa ingiustizia».


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