Piano di battaglia politica di DESTRA PER MILANO e PATRIA E LIBERTA': 1) Far riammettere il listino di Formigoni in Lombardia e la lista del PDL a Roma, 2) Vincere le elezioni regionali, 3) Riorganizzare seriamente il partito del Popolo della Libertà con maggiore partecipazione, trasparenza, competenza e meritocrazia, eliminando imbecilli e parassiti.
Si tratterà anche di fastidiosa burocrazia ma le regole vanno rispettate da tutti. Nel Lazio il presentatore della lista arriva in ritardo e, peggio, in Lombardia oltre 500 sottoscrizioni, a sostegno del listino bloccato del Presidente Roberto Formigoni, sono imprecise e-o invalide.
E' semplicemente assurdo, tragicomico e grottesco, che questo avvenga, non al partito umanista o alla lista dei pensionati dello zero virgola, ma al primo partito italiano con il 40% dei consensi. Il PDL ha centinaia di dirigenti ed eletti lautamente remunerati, oltre che centinaia di consiglieri di amministrazione, impiegati e consulenti stipendiati dalla politica, come è possibile che nessuno controlli le liste e le firme prima di depositarle? E' una cosa intollerabile! Silvio Berlusconi deve azerare i vertici del PDL in Lombardia, a partire dal Segretario Regionale, Guido Podestà, troppo impegnato come Presidente della Provincia di Milano, per potere seguire bene anche il partito.
Altro che toghe rosse, il problema sono le teste di cazzo, cioè la incapacità e la faciloneria, unita spesso alla supponenza, di troppi dirigenti lombardi e milanesi del PDL che ricoprono troppe cariche per poterle seguire bene tutte. Dopo il caso Pennisi e Minetti, l'esclusione della lista bloccata di Formigoni è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ognuno si assuma le proprie responsabilità. La base del PDL è incazzata nera e chiede a gran voce, direttamente a Berlusconi, un vero rinnovamento, più partecipazione, trasparenza e meritocrazia: oramai la misura è colma!
Ricordo, con grande nostalgia, che, ai tempi del glorioso MSI, il mitico Teodoro Buontempo, a Roma, per presentare la Fiamma come primo simbolo sulla scheda, si accampava il giorno prima con le tende, davanti al Tribunale ed a Milano, quel galantuomo di Flavio Nucci passava la notte, nella Federazione di Via Mancini, a verificare tutti i documenti ed contare tutte le firme, prima di depositarle: altri tempi e, probabilmente, altri uomini, mossi da una grande passione politica e da un profonda fede ideale!
Roberto Jonghi Lavarini
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