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venerdì 23 luglio 2010

Storia dell'uso del termine "destra"

Nascita della Destra politica

La rivoluzione francese

I prodromi delle denominazioni "destra" e "sinistra" delle due parti opposte nell'arena politica nascono in Francia poco prima della Rivoluzione francese. Nel maggio 1789 furono convocati gli Stati generali dal Re di Francia, un'assemblea che doveva rappresentare le tre classi sociali allora istituite: il clero, la nobiltà e il terzo Stato. Quest'ultimo si ordinò all'interno dell'emiciclo con gli esponenti conservatori capeggiati da Pierre Victor de Malouet che presero i posti alla destra del Presidente, i radicali di Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau quelli alla sinistra. Questa divisione si ripresentò anche in seguito, quando si formò l'Assemblea nazionale. A destra prevaleva una corrente volta a mantenere i poteri monarchici, a sinistra stava la componente rivoluzionaria.

Quando, a fine agosto, si discusse l'articolo della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino che riguarda la libertà religiosa, "coloro i quali tenevano alla religione e al re si erano messi alla destra del presidente, per sfuggire alle urla, ai discorsi e alle indecenze che avevano luogo nella parte opposta", dove stava la componente più rivoluzionaria (Marcel Gauchet). La denominazione si consolidò durante l'Assemblea legislativa e la Convenzione Nazionale. Con Restaurazione la distinzione si conferma come una caratteristica costante del sistema parlamentare, destinata a durare. Dalla Francia si estese rapidamente a tutta l'Europa. Nel periodo della Restaurazione, la destra era occupata dai monarchici (les ultras) cattolici (i contro-rivoluzionari).

La destra anglo-americana

Nell'Inghilterra del Settecento, andò al governo il partito della destra, i "Tory" che sostenevano il potere regio e l'integralismo religioso. Nell'Ottocento nacque il Conservative Party, che si alternò al governo con i liberali prima e poi con i laburisti. Negli Stati Uniti a metà Ottocento nasce il Partito Repubblicano che arriverà fino ai giorni nostri.

Il novecento

Nel corso del Novecento, la destra ha compreso posizioni ideologiche come il conservatorismo, il nazionalismo, il liberismo, il cristianesimo tradizionalista e il liberalismo (nella sua accezione conservatrice). Mentre in Italia ha prevalso a lungo l'uso del termine "destra" per le posizioni più estreme dello schieramento politico, in altri Paesi, come gli Stati Uniti, la Francia (il movimento gollista) o il Regno Unito, tale espressione è stata utilizzata per definire partiti di "destra moderata" o di centro-destra.

In questo senso, i maggiori esponenti di tale destra nel Novecento sono forse stati Margaret Thatcher in Gran Bretagna e Ronald Reagan negli USA, che hanno contribuito a trasformare il conservatorismo da ideologia statalista e protezionista in un pensiero prevalentemente nazional-liberale, individualistico e liberista.

La destra in Italia

La destra storica

La prima volta che in Italia fece capolino il termine "destra" fu in riferimento della Destra storica, che nasce con Cavour, composta principalmente dall'alta borghesia e dai proprietari terrieri e che governò il Paese dall'unità fino al 1876, con la fine del governo Minghetti, portando al risanamento del bilancio dello Stato. Gli successe la sinistra storica, che si sarebbe trasformata nella classe dirigente liberale. Con l'avvio sulla scena politica di socialisti e popolari, si qualificò "destra" la stessa ideologia borghese e liberale, a differenza di quella conservatrice, prevalente negli altri paesi. I liberali infatti negli altri paesi furono collocati a sinistra, ma in Italia, a causa del vuoto provocato dall'emarginazione politica dei cattolici contro-rivoluzionari, essi occuparono tutto: destra e sinistra (Galli della Loggia). Il Fascismo, che conquistò il potere nel 1922, è stato poi catalogato come ideologia di "estrema destra".

Il Fascismo e la destra

Per Mussolini il "Fascismo movimento" delle origini, non c'entrava nulla con la destra tradizionale di inizio secolo, diversamente dal "Fascismo regime" che prende l'avvio nel 1923 (quando il fascismo si fuse con il Partito Nazionalista Italiano, e inglobò, dopo il 1925, le forze conservatrici e monarchiche del paese, assumendo un carattere più propriamente di destra. [1]) Solo nella RSI il "fascismo repubblicano" tornò alle origini, senza più riferimenti con la destra[2]. Il fascismo nel suo complesso fu un movimento in cui confluirono diverse stratificazioni socio-culturali (sebbene con peso diverso): quella reazionaria, quella socialisteggiante, quella liberale, quella cattolica contro-rivoluzionaria, quella monarchica e quella conservatrice, legate insieme dalla figura carismatica di Mussolini.

la destra nella Repubblica

Primo partito della destra fu nel 1946, alla Costituente, il partito dell'Uomo qualunque. Da allora, per lungo tempo, si è usato il termine "destra" principalmente per riferirsi ai partiti neo-fascisti (come il Movimento Sociale Italiano scioltosi nel 1995 in An) e monarchici (come il Partito Nazionale Monarchico). Anche il Partito Liberale Italiano nel dopoguerra è stato considerato la destra dell'arco costituzionale, con la sinistra liberale che uscì dal partito per formare il Partito radicale. Nella situazione attuale, nella fase della cosiddetta Seconda Repubblica, i partiti che si considerano parte della destra sono: Alleanza Nazionale (sciolta nel 2009) , La Destra e il Movimento Sociale Fiamma Tricolore. Dal 1994 esiste poi un partito di centro-destra, Forza Italia, che si presenta alle elezioni del 2008 insieme ad Alleanza Nazionale e a gruppi minori all'interno de Il Popolo della Libertà, che diventa partito unico nel 2009. L'alleanza di quest'ultimo con la Lega Nord e l'MPA rappresenta l'evoluzione delle coalizioni di centro-destra, con i movimenti federalisti, avutesi dal 1994 ad oggi, il Polo delle Libertà e la Casa delle Libertà, trasformando quella concezione tradizionalmente centralista della destra italiana.

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