martedì 10 febbraio 2015

Intervista a Roberto Jonghi (PN - Grande Milano).



Su Libero Quotidiano è comparso il risultato di un recente sondaggio, rivolto ai lettori del giornale, sul futuro candidato del centrodestra a Sindaco di Milano. I dati, davano, subito dietro al notissimo segretario leghista  Matteo Salvini ed al comunque noto Giulio Gallera di Forza Italia, un  poco conosciuto (almeno alle cronache nazionali) Roberto Jonghi Lavarini, al terzo posto, davanti ad altri due big della politica come il ministro ciellino Maurizio Lupi ed il consigliere di lungo corso Riccardo De Corato. Il sondaggio ha creato allarme e tensione  nei partiti del centro-destra milanese che hanno fatto forti pressioni su Libero. Risultato, il sondaggio è ripartito, praticamente da zero, tenendo conto solo dei  moduli ritagliati dal giornale ed inviati in redazione e non delle centinaia di voti espressi sui social network. Noi intervistiamo Jonghi, vulcanico esponente della destra radicale, conosciuto come "il barone nero", già dirigente del MSI e di AN, ora impegnato, con Progetto Nazionale – Grande Milano, che, con la sua ennesima provocazione, ha rotto i vecchi schemi ed i già precari equilibri politici del suo schieramento.
 
Allora l’estrema destra ha veramente un suo candidato sindaco che fa paura ai partiti?
 
Guardi, ha ragione Marine Le Pen, a ripetere che gli schematismi destra-sinistra sono finiti, provengo dal Movimento Sociale e sono orgoglioso della mia militanza, che non rinnego, ma i tempi sono assolutamente cambiati. Mi considero semplicemente un buon patriota e credo nella costruzione di un nuova coalizione di destracentro che difenda veramente la giustizia sociale, la nostra sovranità nazionale, la nostra identità ed i legittimi interessi del nostro popolo. Gli attuali partiti sono tutti vecchi, superati, inefficaci e decisamente poco rappresentativi. L’attuale classe politica nazionale, nominata e non eletta, non ha più consenso e radicamento, quindi nemmeno autorevolezza. Bisogna andare oltre, creando un fronte nazional-popolare ed identitario… Noi lo stiamo facendo, partendo da Milano, creando, dalla base e dal territorio, dalle categorie e dai comitati di quartiere, una lista civica per le prossime elezioni comunali del 2016.
 
Un giudizio sincero sugli altri competitor di Libero e sugli altri nomi che si fanno a Milano?
 
Salvini è bravo e gode, da tempo, della nostra stima e simpatia (alle scorse elezioni europee, ci siamo già schierati ufficialmente con la Lega!), ma, per vincere a Milano, deve assolutamente unire il centrodestra e dialogare sia con la sana borghesia produttiva meneghina che con la curia cattolica ambrosiana. Gallera è nostro amico e, per sua storia e formazione, potrebbe essere il candidato ideale ma deve, innanzitutto, guardarsi le spalle dai suoi colleghi di partito. De Corato, lo conosciamo bene, è un vecchio professionista della politica ed è già stato vice sindaco, per tanti anni: ha già ottenuto il massimo possibile. Lupi era il sindaco “in pectore” ma è finito con Alfano ed è ministro di Renzi: si è bruciato da solo. Librandi è un bravo imprenditore (di Saronno!) ma è ancora il capogruppo alla camera di quello che resta del partito di Monti. Il costruttore De Albertis è abile uomo d’affari privati e non pubblici. L’ex magistrato D’Ambruoso non lo conosco come non lo conoscono i milanesi. Poi vi sono galantuomini veri come Achille Colombo Clerici e Carlo Sangalli ma meglio puntate su un sindaco più giovane e dinamico.
 

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