mercoledì 10 ottobre 2012
Una nuova grande destra? Si può ma ci vuole coraggio.
Voci romane – i cari, vecchi pettegolezzi dei palazzi del potere: un po’ fanfaroni, ma più o meno sempre esatti – narrano di vertici del Pdl ex-An tentati, sì, di ricostituire un gruppo di destra autonomo, ma frenati da sondaggi che darebbero a questa nuova formazione non molti consensi. Se così fosse, dovremmo rammaricarci non una, ma due volte: per il sostanziale deficit di coraggio, prima; per l’incapacità di prevedere un futuro possibile. Che sia mancata una Destra con agibilità, peso e autorevolezza, in questi anni, è cosa nota, scontata. Se si è appartenuti alla storia della destra e si ha questa consapevolezza, oggi si dovrebbero mettere la propria energia, la propria competenza e le propria disponibilità a disposizione di una rinascita della Destra italiana a prescindere dall’immediato appeal elettorale. D’altro canto, cosa possano registrare i sondaggi, oggi che questa è una mera ipotesi di scuola? I consensi a qualcosa di fumosa, d’indistinto, in cui sarebbero riconoscibili solo o gruppi identitari che, al di là della generosità dimostrata (La Destra, Fiamma Tricolore, ecc.), hanno dimostrato altresì tanti limiti; oppure personaggi ex-An, ancora ingabbiati nel loro ruolo di esponenti Pdl. Ogni impresa comporta dei rischi, ma è facile prevedere che una riunione di personalità ed esperienze – superando anche le frizioni e le fratture degli ultimi anni – che fosse in grado di proporre agli italiani un programma credibile, in un misto di tradizione e innovazione, supportata dalla ritrovata capillarità e capacità militante tradizionale del mondo ex-missino, raccoglierebbe consensi ora non quantificabili, ma certamente superiori a quelli delle ipotesi fino a oggi accampate. Bisogna volerlo. Basta volerlo. Basta crederci. Bisogna crederci. Massimiliano Mazzanti (DestraMente)
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