martedì 2 ottobre 2012
PDL: gli ex AN, persa credibilità e consenso, minacciano una scissione per alzare il prezzo con Berlusconi!
Gli ex AN del PDL, in particolare Ignazio La Russa e Giorgia Meloni, continuano a minacciare una scissione a destra ed a smentirla subito il giorno dopo. Questo loro agitarsi e tentennare, più che da motivazioni ideali e politiche, sembra dettato dalla esigenza di difendere i posti loro (e dei loro fedelissimi) alle prossime elezioni politiche, dove il PDL è destinato a lasciare a casa i 2/3 dei suoi parlamentari. Gli ex AN, hanno perso credibilità e consenso ed, ora, alzano il prezzo con Berlusconi solo per ritagliarsi il maggior numero di candidature blindate e di poltrone sicure. Dobbiamo spiegare a Berlusconi che, oramai, questi "signori" vendono ciò che più non hanno, ovvero i voti degli elettori di destra che prima votavano MSI ed AN ed oggi, disgustati e traditi, non sanno più chi votare.
Gli ex An minacciano la separazione da Silvio Berlusconi e dal Pdl. Ma i colonnelli sono divisi
La minaccia è servita: “ce ne andiamo, perché il Pdl è fallito e così non si va avanti”. Appuntamento a pranzo, domani. Posti riservati da Gianni Alemanno, Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri e Giorgia Meloni. Altero Matteoli invece ha declinato l’invito: “Discussione senza senso, resto nel Pdl” ha fatto sapere. Attovagliati attorno a un tavolo gli ex colonnelli di An proveranno a aprire la separazione consensuale del Pdl. La linea l’ha anticipata il sindaco di Roma in un’intervista al Messaggero: “Avrei preferito un soggetto unico del centrodestra, ma se questo deve generare la paralisi e poi vengono fuori le faide, allora è meglio dividersi per poi ritrovarsi in un unico progetto”.
Parole condivise, sottoscritte da tutti. Condivise pure dal Silvio Berlusconi. Che negli ultimi giorni non ha nascosto irritazione, quasi fastidio, nei confronti del colonnellume: i troppi veti sul Monti bis, le barricate a favore delle preferenze hanno rafforzato nel Cavaliere la convinzione che una separazione non sarebbe un trauma. E che il Pdl ne guadagnerebbe in libertà di manovra sul Monti-bis. Però a palazzo Grazioli i ben informati assicurano che di afflato ideale nell’operazione ce n’è assai poco, e non la considerano affatto scontata. Detta senza tanti giri di parole: “Minacciano di andarsene perché vogliono posti in lista, alla fine rimarranno”. Con gli attuali sondaggi le liste rischiano di diventare un “bagno di sangue” per gli ex An. Pallottoliere alla mano: i parlamentari che fanno riferimento ai vari la Russa, Alemanno&Co sono un’ottantina, numero negoziato ai tempi di Fini e quando il Pdl era al 38 per cento. Ora è possibile eleggerne meno della metà.
Ecco la richiesta dietro tanta insofferenza. Di più: lo scandalo (Fiorito) ha prodotto un’ansia da seggio che riguarda tutti i laziali. Occorrono almeno una quindicina di posti per mettere i big sotto l’ombrello dell’immunità parlamentare, visto che dalle procure trapelano spifferi nient’affatto rassicuranti.
Ma il pranzo non è affatto servito. Ecco il clima di nervosismo di queste ore, pure tra gli ex An. Perché la verità è che il futuro per i colonnelli è incerto, e la meta pure: “Ognuno – racconta più di un parlamentare – ha un progetto diverso”. Da un lato Alemanno, ex leader della destra sociale. Dall’altro La Russa e Gasparri, la destra protagonista di un tempo. Da un lato il progetto di una destra che abbraccia il montismo, dall’altro l’idea di una destra-destra, che recupera anche Francesco Storace.
Il sindaco di Roma, insieme alla ex governatrice del Lazio Renata Polverini, sta lavorando da mesi alla costruzione di una destra sociale aperta al Monti bis. Il primo ha mandato segnali al premier e ha lanciato le primarie per favorire il big bang del Pdl, l’altra è andata alla festa dell’Udc di Chianciano per tentare un abboccamento con Casini. Peraltro non riuscito. Sia come sia, il punto di arrivo dovrebbe essere una lista civica nazionale, dove far confluire più liste territoriali: quella di Alemanno, che ha già presentato a Roma lo scorso 22 luglio la sua Rete attiva per Roma; una lista di Renata Polverini, imperniata sul lavoro della sua fondazione Città nuove, attiva nel Lazio e in Campania; e una da costruire nel corso delle elezioni siciliane. Non è un caso che Alemanno nei giorni scorsi si sia scagliato contro il quartier generale del Pdl quando ha saputo che in Sicilia era stata estromessa dal listino di Musumeci la sua fedelissima Carolina Varchi. E c’è già chi lascia trapelare che la data dell’annuncio potrebbe essere il prossimo 20, ottobre, quando è stata fissata un’iniziativa di presentazione della candidatura di Alemanno alle primarie del centrodestra per il Campidoglio. Non è un caso che già ci sia un gioco di suggestioni attorno al simbolo che verrà: rosso lo sfondo elettorale di Musumeci, quasi identico al simbolo di Città nuove. Molto rosso anche nel simbolo della lista civica di Alemanno.
Meno rossa (nel simbolo), meno civica, nient’affatto montiana, anzi anti-europea la destra che vorrebbero La Russa e Gasparri: nostalgia a go go, e tanta retorica contro i poteri forti. E la vorrebbe anche Giorgia Meloni, che i ben informati descrivono come la possibile leader dell’aggregato, un po’ di giovinezza in un mare di nostalgia.
La sensazione è che Berlusconi non sia affatto preoccupato da cotanto rullar di tamburi. Per capire il clima di palazzo Grazioli vale la battuta fatta trapelare ad arte dal palazzo del Cav: “La Russa vuole fare la destra che non è più protagonista, Alemanno si mette a fare il montiano perché spera di diventare protagonista. Per la serie, perdere e perderemo”. Senza drammi: separati e contenti. E sulla legge elettorale sembra pronto l’ennesimo blitz. D-day, martedì prossimo, data indicata da Schifani per mandare il testo in Aula, anche votando a maggioranza. Pdl e Lega sarebbero pronti a votare, tra gli oltre quaranta testi depositati in commissione, quello dell’Udc. Semplificando: impianto proporzionale e preferenze, ovvero fatto a posta per il Monti bis. Perfetto anche per la separazione consensuale.
http://www.huffingtonpost.it/2012/10/02/an-sepaazione-pdl_n_1933354.html?utm_hp_ref=italy
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