martedì 30 ottobre 2012
Il governo Monti svende l'Italia ai suoi sodali dell'alta finanza internazionale.
Siamo purtroppo il popolo dell'8 settembre 1943: quando il tradimento di un alleato venne chiamato armistizio, e quando chi bombardava le nostre città uccidendo civile inermi venne chiamato liberatore. Nel 2012 quello che è stato un golpe finanziario ordito dai poteri finanziari mondialisti viene chiamato governo tecnico, e un governo che ha portato l'Italia in recessione viene definito come l'esecutivo che ha salvato il paese. La macchina della propaganda che va dai Rai 3 passando per i principali quotidiani nazionali (La Stampa, Repubblica, Corriere) continua ad attribuire successi inesistente al governo Monti (insuccessi che invece sono certificati dall'ISTAT e dalle associazioni professionali).
La classe politica italiana, talmente priva di idee quanto invece ghiotta di privilegi e prebende ha deciso lo scambio: il Monti-bis in cambio della loro sopravvivenza. La madre di tutte le disgrazie (Prodi, Draghi, Padoa Schioppa, Monti) cioè la banca d'affari americana Goldman Sachs ha già dato ufficialmente il suo appoggio al Partito Democratico (che ha pubblicato la notizia sul suo sito ufficiale), motivando la scelta in base alla continuità che il programma della vecchia nomeclatura del PCI avrebbe rispetto alle politiche di Monti. Infatti, Bersani e Renzi che gareggiano per le primarie si sfidano su chi è più montiano: Bersani rinvendica continuamente di essere stato lui a volere l'ex fiduciario della Goldman Sachs a Palazzo Chigi.
Napolitano non perde giorno per rimproverare i partiti politici: il prossimo governo dovrà proseguire sulla strada intrapresa da Monti. Strano, eravamo tutti convinti di essere in una repubblica parlamentare, ci siamo ritrovati in una diarchia Monti - Napolitano. Eravamo tutti convinti che il governo spettasse ai vincitori delle elezioni, invece spetta a chi viene scelto dalla trojka (espressione di sovietica memoria) Fondo Monetario Internazionale - Commissione UE - Banca Centrale Europea, e dalla Merkel. Tra l'altro, per assicurarsi la vittoria gli euroburocrati hanno imposto all'Italia il pareggio di bilancio, tramite il Fiscal Compact, imponendo all'Italia manovre da 40 miliardi per i prossimi vent'anni.
E' effettivamente vero che la classe politica italiana non offre alternative credibili a Monti, ma il personaggio in questione non è che il prodotto di quel sistema marcio e corrotto che lo tiene in piede.
Ma a conferma di quello che i politicanti asserviti e i giornali falsificatori della verità chiamano "populismo anti-europeo", basterebbe leggere un rapporto tratto da uno studio Uilca. Nell'ultimo anno (guarda a caso coincidente con l'insediamento del governo Monti) i banchieri italiani hanno conosciuto tutto tranne che la crisi : "I bilanci 2011 dei primi 11 istituti evidenziava un monte compensi di 26 milioni per gli 11 ad (+36% dal 2010), e di 9,6 milioni per gli 11 presidenti (+5,5%). Non sono le cifre stratosferiche degli anni di bolla 2005-2007, ma si tratta pur sempre di 85 volte i salari del bancario medio (il rapporto era 62 nel 2010 e 107 nel 2007). E sono somme non scalfite, costanti, dopo cinque anni di crisi, mentre molte di queste banche azzeravano i profitti con una redditività media scesa al 2-3%."
Il governo Monti affama l'Italia e ingrassa le banche: tuttavia ai banchieri italiani non basta avere aumentato il loro fatturato del 36%, vogliono continuare a lucrare sulla crisi. Non si può spiegare diversamente come un governo che ha portato l'Italia nella peggiore recessione della sua storia viene ritenuto un governo che deve rimanere oltre la scadenza della legislatura, a prescindere dal risultato delle elezioni, e che riceve attestati di stima solo da istituzioni finanziarie che hanno interesse alla de-industrializzazione dell'Italia ed alla "cinesizzazione" del modello sociale ed economico dello Stivale. E' necessario dare vita ad un nuovo Fronte di Liberazione Nazionale: il discrimine non è una lotta tra classi, tra nord e sud, o peggio ancora tra dipendenti pubblici e privati. Queste sono divisioni che cercano solo di dividere il Popolo di fronte al Nemico comune.
Oggi il discrimine sarà tra il Popolo e le banche: sarà la lotta dei prossimi dieci anni. Le forze antagoniste al capitalismo finanziario ed all'internazionalismo mondialista devono dimostrare nel 2013 di essere parte del dibattito politico, oggi appiattito tra una "destra" e una "sinistra" completamente appiatite sul montisimo e divise solo sui falsi problemi.
VALERIO ZINETTI
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