lunedì 24 settembre 2012
Pietrangelo Buttafuoco: "Fasci sfasciati"...
Fascisti sfaciati - Buttafuoco incendia il cameratismo
FASCI SFASCIATI - BUTTAFUOCO INCENDIA IL CAMERATISMO FIORITO E PASCIUTO NEI FESTINI: “SI SONO IMPROVVISATI ANTIFASCISTI CON QUESTE MINCHIATE DA COMMEDIA ALL’ITALIANA. NEL MSI C’ERANO GALANTUOMINI ADESSO GUARDA CHI CAZZO VA A QUESTE FESTE! - SI SALVA SOLO GASPARRI: È RIMASTO SE STESSO, NON HA MAI CAMBIATO NUMERO DI TELEFONO”…
Non potendo fare il soluto romano hanno dovuto ricreare una Roma di cartapesta». Davanti ai party cafoni di Renata Polverni, Pietrangelo Buttafuoco («Non scrivete che sono un intellettuale di destra, se no partono due querele: una per "intellettuale "e l'altro per "di destra») si abbandona in una analisi mesta e un po ' rassegnata.
Le parrucche bionde, i calzari posticci, le corone di alloro, le doghe slavate e le maschere da maiali, secondo lo scrittore, nato e cresciuto nella cultura del Msi, nascono da una rimozione: «Questa destra si è improvvisata antifascista e non ha potuto che sostituire l'estetica tardo-classica del ventennio con queste minchiate". Per lui, lo ripete fino allo sfinimento, il problema è tutto culturale.
Quelle foto ti hanno amareggiato.
"È un Satyricon venuto male, all'Oratorio lo farebbero meglio. Mi chiedo anche: chi cazzo ci vai mai a queste feste? Vorrei vederli, conoscerli".
Umanità varia...
C'era una di queste signorine con la le unghie laccate di un blu opaco: un'immagine che grida vendetta. Mi ricorda un aneddoto.
Su chi?
Filippo Anfuso, l'ultimo ambasciatore a Berlino della Repubblica di Salò.
Perché lui? Quando tornò dalla prigionia si presentò al cancello di casa, ma era così lacero e malconcio che il maggiordomo non lo riconobbe. Quando finalmente capì chi era, lo fece entrare e gli disse: "Ma voi proprio con gli italiani vi dovevate mettere?".
Una destra arcitialiana.
Esatto, viene da chiedersi: ma proprio con questa destra vi dovevate mettere? Invece di incarnare la politica hanno imperniato la peggiore commedia all'italiana. Non hanno investito sulla fatica della militanza, ma sulla battuta greve che avendo superato Alberto Sordi è arrivata ad Alvaro Vitali.
Di quel mondo del Movimento sociale al quale eri tanto affezionato non è rimasto nulla?
Ho 50 anni e per una serie di vicissitudini familiari ho avuto l'occasione di nascere in un esperienza politica particolare che si chiama movimento sociale.
Poi hai lasciato perdere la politica.
Quando l'Msi diventò altro sì, ma quel mondo lo conosco bene.
Com 'era? Era fatto da fior di personalità, di protagonisti e di personaggi che erano consapevoli della loro sconfitta nella tragedia del secolo, ma che conservano un impasto di scienza, dignità, che ti dava anche il lusso di incontrare nelle cattedre di storia un Gioacchino Volpe, tra gli artisti Giorgio De Chirico, nella letteratura fior fior di nomi ostracizzati dalla cultura antifascista. Era un generazione che si era nutrita nella serietà degli studi, nella capacità di scavare nel genio e nella creatività.
Anche in Sicilia?
Nella mia Sicilia i deputati missini erano professionisti, operai, persone con identità precisa e non con il mestiere della politica
Come si arrivata poi alla seconda generazione? I La Russa, i Buontempo, gli Storace?
Attraverso l'emarginazione. Tomaso Staiti di Cuddia lo spiega benissimo: da quando l'Msi venne indicato come luogo di emarginazione, tutti gli emarginati arrivarono lì. Da quando il movimento sociale è stato criminalizzato e demonizzato, tutti gli aspiranti criminali, i demoni, i reietti della società, si sono prenotati lì.
Una bocciatura senza appello.
Dobbiamo dirlo chiaramente: la cosiddetta destra, accettando l'emarginazione, si è accontentata di una comodità di rendita, sacrificando quelle che potevano essere le specificità culturali. Nel vecchio Msi invece l'inno era stato scelto tra le pagine di Mascagni.
Negli anni novanta la destra andava a tirare le monetine all'Hotel Raphael, raccoglieva firme per Di Pietro. Ma già allora non c'era più niente: pescavano nelle occasioni senza elaborare un progetto. Va di moda andare addosso a Craxi? Andiamo addosso a Craxi. Va di moda andare addosso agli immigrati? Facciamolo. Puro dilettantismo.
E poi è arrivato Berlusconi. E a questo punto quelli di sinistra si aspettavano nel berlusconismo entrasse il germe nidificante del movimento sociale, una politica ancora radicata, con tanta gente per bene. La stessa Polverini che veniva dal sindacato, una realtà sudata, era il personaggio che rappresentava questa saldatura possibile
Perché a tutto ciò non si è arrivati?
Tutti hanno pensato solo ad accreditarsi con Berlusconi, è stata una tragedia culturale, una catastrofe estetica.
Fini?
L'ansia sociale l'ha rovinato: teneva solo a farsi accettare senza mai elaborare un'analisi, uno studio, una riflessione.
C'è qualcuno che si è salvato? Maurizio Gasparri, che nella politica ci ha messo sempre fatica, entusiasmo, buona fede. Non ha mai cambiato numero di telefono da quando era giornalista a quando diventato ministro. Se domani una storico dovrà studiare la destra in Italia durante il berlusconismo, avrà più spunti nella sim di Gasparri che nel dito alzato di Fini
Ora che rimane?
La Polverini e quelle foto che abbiamo visto: una crapulopoli imbarazzante. Stamattina ho avuto difficoltà serie con mio padre. Mi ha chiesto: "Ma stì scandali che su,democristiani?". E non ho avuto il coraggio di dirgli la verità.
Federico Mello per "Pubblico" (Dagospia.com)
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