lunedì 25 febbraio 2013

AUSPICI e PRONOSTICI elettorali.

AUSPICI e PRONOSTICI elettorali.
 
(Milano, 25 febbraio 2013 – ore 12.30)
 
 
Naturalmente, il mio sincero auspicio è che:
1) La Destra di Francesco Storace entri in parlamento a rappresentare la “grande destra”, diffusa e costituente. 2) Roberto Maroni venga eletto nuovo presidente della regione Lombardia. 3) L’infame traditore Fini scompaia definitivamente dalla scena politica italiana.
La mia analisi degli ultimi giorni di campagna elettorale, dei dati di affluenza, della presenza e dei comportamenti ai seggi milanesi, a solo due ore dalla chiusura delle urne, mi lascia pronosticare questi risultati:
 
1) Aumento inarrestabile dell’astensionismo. 2) Forte voto di protesta contro il sistema, intercettato dal movimento 5 Stelle di Beppe Grillo (intorno al 20%). 3) Risicata vittoria della sinistra, di Bersani e Vendola, alla camera dei deputati. 4) Ingovernabilità del senato (senza maggioranza).  5) Buona ripresa del PDL di Berlusconi.  6) Deludente risultato per il centro tecnocratico di Monti e dei suoi camerieri. 7) Giannino ed Ingroia fuori dal parlamento (sotto il 4%). 8) Rischio scomparsa degli ex AN, con La Destra e Fratelli d’Italia, in competizione fra loro, per essere i “migliori perdenti”. 9) Soliti insignificanti zero virgola per le altre 3/5 liste della “destra terminale”. 10) Battaglia all’ultimo voto per la regione Lombardia.
 
 
Il dato de La Destra (ripeto, purtroppo, ancora una volta, a rischio esclusione dal parlamento) è dato, soprattutto, da questi evidenti motivi politici: 1) Mancato accordo nazionale con la Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli (già alleata alle scorse elezioni). 2) Mancato accordo con Fratelli d’Italia, possibile almeno al Senato ed in regione Lombardia. 3) Scissione di Progetto Nazionale (di Piero Puschiavo) in Veneto. 4) Mancato accordo con Rifondazione Missina (di Raffaele Bruno) in Campania. 5) Liste complessivamente deboli con candidati poco conosciuti e rappresentativi (non abbastanza radicati sul territorio e nella società) e capilista romani imposti in tutta Italia (con grave danno di immagine, soprattutto al nord, dove vi è la forte concorrenza della Lega). 6) Gravissime carenze strutturali ed organizzative (dirigenti locali spesso inadeguati, mancanza assoluta di fondi e finanziamenti, ritardo nella consegna del materiale di propaganda).
 
 
Tra poco, avremo i risultati reali e, con quelli, faremo una attenta analisi politica. Comunque sia, da domani, deve assolutamente ripartire il progetto di ricostituzione della “destra italiana”, attraverso la convocazione di un grande “congresso costituente”, come auspicato da Marcello Veneziani, Renato Besana e Pietrangelo Buttafuoco e solennemente promesso e ripetuto dallo stesso Francesco Storace. Il dato, evidente a tutti, è che, così divisi e disorganizzati, non abbiamo alcuna speranza di incidere nella politica italiana ed europea. Serve un grande “fronte nazionale”, un nuovo movimento unitario, solido e duraturo, fondato su rigorosi criteri di partecipazione, trasparenza, rinnovamento e meritocrazia. Un soggetto politico nazionale, fortemente identitario, presidenzialista e federalista, che federi le varie realtà, lasciando grandi autonomie alle segreterie regionali: basta con le segreterie romane che trattano Milano, la Lombardia ed il nord come fossero le Gallie!

 
Concludo, con il doveroso ringraziamento pubblico, per la segretaria regionale lombarda ed il segretario provinciale milanese de La Destra, Eliana Farina e Massimo Furia, per le energie, il tempo ed il danaro personalmente impegnati in questa campagna elettorale. Pur nella assoluta disorganizzazione, nella povertà di mezzi e, praticamente, senza nessun aiuto da Roma, La Destra, a Milano ed in Lombardia, è riuscita, grazie alla appassionata e disinteressata militanza di tanti Camerati, ad esserci, a farsi sentire ed a condurre una buona campagna elettorale. A prescindere da quale sarà il risultato di queste elezioni, noi siamo assolutamente sereni, coscienti di aver fatto, ancora una volta, il nostro patriottico dovere, e di avere combattuto, dalla parte giusta, una buona battaglia, ideale prima che politica.

ROBERTO JONGHI LAVARINI (DESTRA per MILANO)

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