lunedì 27 gennaio 2014

Piero Puschiavo: avanto con Progetto Nazionale e Flavio Tosi !

 

Vicenza 25 gennaio 2014

L’attuale scenario politico si sta mostrando, oltre che altamente mediocre e totalmente inconcludente, anche fortemente pericoloso, principalmente per il continuo e quasi irreversibile declino etico e morale, e conseguentemente anche di quello politico ed economico.
Occorre quindi rifondare, occorre ricostruire questo straordinario “Paese”, cercando di andare oltre e ‘sorpassare’ quei personaggi che in questi ultimi anni hanno rappresentato nel peggior modo possibile l’immagine dell’Italia e degli italiani.
Tanto a “sinistra” quanto a “destra” (e “centro” annesso), l’affarismo ed il personalismo hanno prevalso nella condotta di molti politici, salvo purtroppo rare eccezioni.
D’altro canto, dall’Europa le risposte non sono state migliori.
 
Alle festanti giornate dell’avvento dell’euro moneta unica si è giunti, come avevamo previsto e denunciato fin dai primi momenti, al suo disprezzo, alla luce della fase di progressivo impoverimento che ha investito soprattutto i Paesi del sud Europa, Italia compresa.
Il rischio deflazione si è quindi puntualmente riversato sul sistema economico nazionale, creando una catastrofica condizione di rarità di moneta circolante, per favorire scambi virtuali manipolati esclusivamente dai grossi gruppi bancari e finanziari.
Il problema dell’Euro moneta non si risolve attraverso appelli un po’ goffi e molto demagogici (fatti magari da chi in origine l’euro lo accettò acriticamente, o da chi approvò il 2 agosto 2008 la legge di ratifica del Trattato di Lisbona) che invocano una uscita immediata del Paese dal suo circuito, ma attraverso un percorso che deve essere ponderatamente pianificato partendo dal presupposto di una ipotesi legata ad una possibile doppia circolazione di moneta.
I trattati firmati in Parlamento dalla maggioranza dei parlamentari italiani meglio definiti come «camerieri dei banchieri», tanto a destra quanto a sinistra, anche da chi oggi blatera posizioni contrarie, hanno però decretato la sottomissione alla privatissima Banca Centrale Europea, anche e soprattutto attraverso la sottoscrizione del MES e del Fiscal Compact, veri e propri cappi al collo per lo sviluppo economico degli anni a venire.
Prima di sparlare su di un’ipotetica uscita dall’Euro occorre quindi battersi per cambiare la Costituzione Italiana.
Senza questo passaggio non servono né firme per indire un referendum né possibilità alcuna di stampare la propria moneta.
Fin tanto che si resta nella prospettiva della “moneta come debito”, della moneta creata dal nulla da banche centrali di emissione, private (BCE o Bankitalia, Francoforte o Roma, non fa differenza) ed indipendenti, e da queste prestata ad usura, e sempre funzionante secondo i medesimi principi, sarebbe ingenuo e velleitario cullare sogni di risoluzione della fondamentale «questione monetaria».
Esistono solo dei sistemi di sostegno per la piccola impresa o per le famiglie in difficoltà, sempre più oberate da un fisco a dir poco opprimente e repressivo; tanto che la nostra proposta di Banca Locale proprio a questo preciso scopo mira.
Una proposta che già dalle prossime settimane andremo a diffondere con i nostri i nostri Circoli territoriali.
Abbiamo oramai ribadito alla nausea che la mala politica imperversa in Parlamento, ne è significativa testimonianza anche l’ultima la proposta in materia di una legge elettorale ben peggiore della precedente, risultata pure incostituzionale.
Fuori quindi da questo marcio sistema; guardiamo oltre, cercando di superare le barriere ideologiche attraverso una comunione di intenti, improntata al buon senso, che punti al primato della politica sana, della sovranità e degli italiani.
La scellerata decisione di cancellare il reato di clandestinità, che nessuno degli altri Stati europei si sognerebbe mai di mettere in discussione, crea un irresponsabile e pericolosissimo incentivo a delinquere, difficilmente arginabile.
Proprio mentre anche la “democratica e pacifica” Svizzera ha giustamente pensato di mettere un tetto ai flussi in entrata.
Qui a casa nostra, la città di Vicenza rappresenta un “fulgido” esempio di una grave situazione sociale, con il centro cittadino al limite della vivibilità, dove spaccio di droga, degrado e violenza, sono i protagonisti costanti sul territorio.
L’equazione più immigrazione uguale più criminalità si riscontra oggettivamente giorno dopo giorno, certificata da cronaca nera e statistiche.
Il fenomeno è oramai fuori controllo, la spesa che attorno ad esso ruota è a dir poco assurda. Il volantino sui costi dell’immigrazione distribuito oggi in sala parla chiaro.
Questi sono dati raccapriccianti che dovrebbero essere continuamente monitorati e analizzati da chi ha la possibilità di farlo, ma che troppo spesso invece approccia approssimativamente e solo a suon di slogans il problema.
Questi dati vanno diffusi porta a porta perché gli organi di informazione non li diffonderanno mai e poi mai.
Noi, che di politica economicamente non viviamo, ma che orientiamo politicamente il nostro vivere quotidiano, coi nostri pochi mezzi facciamo quel che possiamo
Il fenomeno si può e si deve contrastare, ma è necessario incidere a monte se si vuol limitare il danno a valle, e fin tanto che abbiamo un politica estera affidata a burattini e a lustrascarpe, la piaga continuerà imperterrita ad espandersi.
Né è lampante esempio la vicenda dei marò: da due anni i nostri soldati Massimiliano e Salvatore si trovano in India in condizioni di cattività, vittime della superficialità, dell’incapacità e dell’inconsistenza delle autorità italiane.
Siamo sbeffeggiati da tutti. Neppure ci informano delle operazioni tra i servizi segreti, nonostante noi si sia parte integrante delle missioni internazionali. Missioni che non hanno più senso se non come ruolo effettivo da ‘truppe cammellate’ al servizio della NATO.
La stessa NATO che vuole la città di Vicenza tra i massimi centri militari americani in Italia.
La questione Dal Molin infatti rappresenta un vero scempio non solo per Vicenza, ma per tutta l’Italia.
L’atteggiamento amorfo e distratto rispetto alla vicenda Dal Molin sia dei Governi di centrodestra e di centrosinistra, sia dell’amministrazione locale vicentina (da Hullwek a Variati), dimostra la più totale sudditanza ad una potenza che in Italia resta incondizionatamente libera di occupare e sfruttare per i propri interessi il nostro territorio da ormai settantanni.
Il tema importante dell’agenda governativa come quello della politica estera, anziché essere una delle questioni principali, sembra non riguardare più nessuna formazione politica, a certificazione di una delega e di una cessione di sovranità e di destino pressoché totale, tant’è che si può affidarne il dicastero ad una antimilitarista, internazionalista ed anarcoide come il Ministro Emma Bonino.
Oggi, ancor più che in passato, bisogna prestare grande attenzione alle vicende del Vicino Medio Oriente e del nord Africa rispetto al quale noi rappresentiamo la porta (in realtà il ventre molle) d’Europa; allo stesso tempo vanno rafforzati i rapporti politici, economici e culturali con la Russia di Vladimir Puntin che, mai come oggi, dovrebbe rappresentare il nostro migliore alleato, sia in chiave italiana che europea.
La destabilizzazione in corso degli scenari nordafricano e mediorientale, sta riversando, come ampiamente previsto, i suoi effetti negativi sull’Italia, sia in termini di ricadute economiche negative nelle commesse e nei rapporti commerciali, sia in termini di pressione immigratoria e di minor sicurezza.
Anziché difendere i nostri interessi in Libia e anziché sostenere il coraggioso Presidente siriano Assad e il suo martoriato popolo, abbiamo scelto - o meglio qualcuno ha scelto per noi - di assecondare le mire dei nostri concorrenti europei ed internazionali.
La politica estera è anche strettamente legata alla politica energetica, merita quindi una posizione di rilievo.
In questo contesto, il ritorno al dibattito sull’utilizzo dell’energia nucleare, diventa un tema ed una necessità non più differibili nel tempo.
Il nostro comitato scientifico per il nucleare, promosso e guidato dall’Ing. Davide Balestri, da tempo offre degli spunti interessati su questo versante, senza farsi intimorire e suggestionare da atteggiamenti emotivi e valutazioni tecnicamente non pertinenti.
Sappiamo bene che un ambiente sano va conservato e va tutelato, come i frutti della nostra terra, per l’oggi e per i domani, ma senza restare prigionieri d’isterie fondamentaliste e catastrofismi spesso assai interessati.
Le politiche agricole imposte dall’Europa stanno dilaniando l’intero settore agroalimentare.
Uno Stato forte, che esprima politici determinati e formati da una visione improntata all’interesse nazionale, dovrebbe avere più autorità e trovare maggior ascolto all’interno di quel coacervo di burocrati e tecnocrati che siedono nelle istituzioni (pseudo) comunitarie.
Nazioni come la Francia lo hanno saputo fare. Non serve continuare a lamentarsi. Occorre farsi sentire e rispettare.
Così come deve farsi sentire la voce di chi non ha più la possibilità di curarsi in maniera adeguata. I tagli lineari alla sanità stanno producendo un crescendo di inefficienze e di drammi.
Alta è la nostra sensibilità verso temi quali la Sindrome autistica, la somministrazione indiscriminata di farmaci ai bambini, l’uso spinto di vaccini dei quali emerge sempre più il lato legato più agli interessi delle multinazionali farmaceutiche che alla reale efficacia dei vaccini stessi.
Proprio nell’ambito della sindrome autistica e dei vaccini in età pediatrica, degno di nota e meritevole di sostegno è l’impegno profuso dal nostro Dott. Massimo Montinari, che sta facendo luce su molte zone d’ombra, non di rado causate da approssimazione, sommarietà e cattivi consigli.
Problemi che abbiamo cercato si sollevare anche fuori dall’ambito medico, sul piano politico, riscontrando però scarso interesse e rare concrete collaborazioni.
Ed ora, infine, due parole sulla nostra collaborazione con il presidente della Fondazione “Ricostruiamo il Paese”, Flavio Tosi.
Fin dalla sua prima candidatura a Sindaco di Verona, ci siamo impegnati al suo fianco sul versante amministrativo, con atteggiamento propositivo e costruttivo, profondendo il nostro impegno, principalmente attraverso le figure di Andrea Miglioranzi e Massimo Piubello, per la concretizzazione di tutta una serie di iniziative a favore della cittadinanza, e verso il conseguimento di obbiettivi per la nostra crescita qualitativa come sodalizio.
Ora, noi tutti vorremo vederlo a guidare l’Italia, in quanto riscontriamo in lui, nonostante qualche distonia - che anche noi proveremo amichevolmente a correggere - l’unica persona in grado di Ricostruire questo Paese dalle fondamenta.
Flavio Tosi può vincere, lo sappiamo (e lo sanno bene anche nemici dichiarati e non), perché abbiamo visto l’entusiasmo con il quale viene accolto, da uomo del popolo e di questa terra (senza il sostegno mediatico ed economico che altri vantano), ovunque vada: sale piene di cittadini di ogni estrazione, di ogni età, di ogni provenienza politica e culturale.
Un fattore questo che si genera in modo spontaneo dalla gente comune, che guarda, giustamente, alla serietà, alla concretezza ed alla competenza, nella politica e nella amministrazione pubblica.
Primarie o meno, il Paese va ricostruito, iniziando da solide fondamenta che dovranno basarsi su meritocrazia (questa sconosciuta), su competenza, su serietà e buon senso, su una visione d’insieme e organica, sempre orientate dall’amore per la propria gente e per la propria terra.
Gli Uomini ci sono, i giovani pure.
L’Associazione Progetto Nazionale quindi sottoscrive il proprio impegno a sostegno della Fondazione “Ricostruiamo il Paese” con Flavio Tosi!
 
PIERO PUSCHIAVO
 

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